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Vane, Recensione della versione Pc

Il viaggio proposto dal team indipendente Friend & Foe Games approda su computer

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Approcciare Vane in modo semplicistico non è, appunto, semplice: perché il titolo “è uno di quei titoli”. Minimalista, sinceramente votato alla narrazione pregnante piuttosto che ad un “modesto” riempitivo meccanico, Vane è un’esperienza meta-ludica, piuttosto che uno sfogo colmo di click.

Fare il confronto con altre esperienze simili, come Journey, colme di emozioni e scevre di qualsiasi canone ortodosso dei videoludi, è sin troppo semplice ed evidente.

Ed è altrettanto semplice che, giochi del genere, dividano nettamente la platea, fra chi li ama e chi li “odia”. Perché la rarefazione è molto vicina ad un macro-vuoto evidente, ma è anche così dannatamente lontana dal micro-vuoto assoluto.

Ecco la nostra recensione della versione Pc del gioco firmato dal team indie Friend & Foe Games, che, ricordiamo, ha fatto il suo debutto su PS4, in esclusiva temporale, nel gennaio scorso. Buona lettura.

TRAMA

Vane è un gioco d’azione e avventura dall’indubbio fascino e dall’atmosfera che ondeggia continuamente tra l’apocalisse e il sogno. Il titolo è stato quasi immediatamente sotto la luce dei riflettori, per il curriculum di chi si accingeva a svilupparlo. Gli sviluppatori, Friend & Foe Games, provengono dalla scena indipendente ma vantano collaborazioni con progetti tripla A, come Killzone e The Last Guardian. Per questo, Vane ha il difficile compito di “reggere il confronto” con cotali “mostri sacri”.

Nel gioco, impersoneremo un ragazzino che, cercando riparo da una tempesta in un edificio all’apparenza abbandonato, s’imbatte in misteriosi figuri che, al contrario, lo ributtano con violenza nel terribile fenomeno naturale. Non appena la tempesta scompare, il nostro giovane eroe si ritrova inspiegabilmente trasformato in un volatile. Nella sua nuova forma, dovrà esplorare un mondo di gioco piuttosto vasto, alla ricerca di una spiegazione, ma anche del suo passato.

GAMEPLAY

L’impatto iniziale di Vane è sicuramente esplosivo: sin da subito, si è immersi in un cupo alone di mistero, che si dispiegherà in un improvviso ed imprevedibile senso di libertà dovuto all’impersonare l’aquila che governeremo.

Ma, passata la meraviglia iniziale, ben presto ci si accorgerà di una certa “vacuità” a livello di narrazione. Narrazione che, per lunghi tratti, è costituita ad infiniti silenzi e solitudine che, se all’inizio saranno una fonte di “Wow!” continui, data la loro costante presenza, diverranno ben presto una fase di gioco un po’ scarna e dalla evocatività che andrà scemando nel tempo.

Le poche sezioni realmente narrative, saranno spesso a sè stanti, complicate da correlare fra loro e, sostanzialmente, apporteranno una “perturbazione” molto limitata all’intero mondo di gioco, che darà l’impressione di essere definitivamente cristallizzato nel suo “sognincubo”. Vane avrà un paio di “occasioni” create appositamente per esser emozionanti (e ci riusciranno in pieno, per la cronaca) ma, anche in questo caso, sarà davvero complicato unire in un unico stream logico tutti i “puntini” narrativi.

GAMEPLAY PARTE SECONDA

Da un punto di vista meramente meccanico, Vane sarà un gioco piuttosto semplice e votato per la maggiore all’esplorazione aerea e non e alla risoluzione di enigmi. Come già più volte ripetuto, gli sviluppatori hanno scommesso tutto sull’impatto generale del gioco. In sostanza, Vane ci proporrà un gameplay fondato su lunghe fasi di movimento atte alla localizzazione di punti di interesse in una vasta area, dove saremo chiamati ad affrontare particolari enigmi o sfide, le quali il gioco correlerà fra di loro in modo piuttosto visibile. Ad esempio, una sfida ci imporrà di volare da un punto all’altro della mappa, mentre in un’altra saremo chiamati a fuoriuscire da un labirinto.

Dopo circa un’ora di gioco, avremo la possibilità di tornare indietro alla nostra forma umana, il che trasformerà Vane in un più canonico action/platform con enigmi. Ma, proprio perché il gioco “prevede” il ritorno del ragazzino, improvvisamente la forma volatile diverrà più un orpello che un qualcosa di necessario.
In aggiunta, tolte queste attività principali, l’enorme deserto di Vane sarà, appunto…deserto. Infatti, non ci sarà granché da fare o vedere, tranne gli eventi principali “scriptati” e previsti dal gioco, riducendo il gameplay ad una (lunga) ricerca del successivo punto di snodo della trama.

In sostanza, questo sarà Vane per circa 5 ore di gioco. Nonostante una certa originalità nella scelta delle “prove” che dovremo affrontare, le limitazioni “fisiologiche” del gioco avranno un impatto sicuro sul gameplay, che risulterà limitato e ripetitivo, incorniciato in una esperienza ludica non particolarmente lunga.

TECNICA

Anche da un punto di vista più strettamente tecnico, Vane non sarà esattamente una “passeggiata di salute”. A partire dai controlli con cui governeremo il volatile, non particolarmente precisi o commestibili, soprattutto per quanto concerne l’atterrare sulle superfici dall’alto (manovra che dovremo solitamente tentare più volte).

Ad aumentare la difficoltà anche solo di volo e controllo, ci penserà una telecamera che, alle volte, ci metterà in una “posizione scomoda” al solo fine di offrire una visuale più “artistica”.

Per il resto, data la natura meccanicamente semplice del titolo, Vane offrirà un livello di programmazione sufficiente, sia a livello di pulizia che di mere prestazioni, seppur soffrirà della presenza di piccoli bug piuttosto presenti. Invece, da un punto di vista più estetico, Vane è sicuramente un “plus”. Il mondo di gioco, nella sua pochezza di dettagli, è un sinolo di buio, luce, incubo e sogno. Questo offrirà fra cupi dungeon e ariosi panorami desertici, un colpo d’occhio di sicuro impatto e valenza artistica. Un plauso anche al comparto audio, evocativo e che ben si mescolerà con la rarefazione sognante del gioco.

COMMENTO FINALE

Vane è un titolo che o si ama, o si “odia”. Dalle premesse sicuramente intriganti, Vane offrirà un gameplay basico controbilanciato da un’atmosfera surreale e magica.

Peccato che, in definitiva, il titolo si perda un po’ proprio nel bilanciare questi due fattori. Il gioco, infatti, offre meccaniche imperfette e semplici, unite ad una narrazione troppo spezzata e eterea.

Pregi

Un'esperienza meta ludica. Premesse accattivanti. Artisticamente pregevole.

Difetti

Trama troppo rarefatta. Gameplay ripetitivo. Poco longevo.

Voto

6,5

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