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Metro Exodus, Recensione

Artyom e gli altri sopravvissuti partono da Mosca alla ricerca di un’improbabile “terra promessa” post-apocalittica. Sarà un nuovo inizio o la fine?

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“Una candela tremolante nell’oscurità; un rantolo lacerante mentre la tua maschera antigelo si raffredda; l’urlo di un mutante echeggia nel vento notturno”, e in un attimo ti ritrovi protagonista di un incubo mortale. Potrebbe essere questo l’incipit riassuntivo di un gioco come Metro Exodus, titolo di 4A Games che si propone di far evolvere la saga da sparatutto post-apocalittico in prima persona con elementi survival horror, in uno shooter story driven che combina combattimenti sia mortali che furtivi, con l’esplorazione e la sopravvivenza in un mondo post-catastrofico. Chiuse le vicende di Mosca, per la serie Metro è arrivato il momento di voltare pagina e guardare avanti, cercando nuovi luoghi e nuove storie da raccontare.

Artyom e il suo gruppo di sopravvissuti abbandonano infatti il sottosuolo delle rovine della capitale russa, spostandosi in superficie, dove affronteranno un lungo viaggio a bordo dell’Aurora, una locomotiva a vapore pesantemente modificata, attraverso la Russia post-apocalittica, con l’obiettivo di trovare una nuova “casa” a est. Cosa troveranno gli Spartan Rangers? Sopravvivranno alle sfide del loro viaggio in nuove aree popolate da pericolosi banditi, dagli affiliati di un folle culto religioso e da una serie di mutanti assassini che cercheranno di divorare Artyom e i suoi compagni?

Ecco la nostra recensione di Metro Exodus, nuovo capitolo della serie firmata 4A Games e Deep Silver che ha debuttato la settimana scorsa su Pc, PS4 ed Xbox One.

INNOVARE SENZA STRAVOLGERE

 

Di certo gli Spartan Rangers troveranno pane per i loro denti, in un’avventura che non è a mondo aperto, ma gode comunque di ampi scenari sandbox liberamente esplorabili. Quest’ultimi non sono più visitabili dopo averli completati (quindi attenti a non procedere con la missione principale se prima non vi siete assicurati di aver completato quelle secondarie o di esplorare come si deve una determinata zona).
Da questo punto di vista il gioco è strutturato in maniera tale da alternare sequenze all’aperto più dinamiche e d’azione, ad altre cariche di tensione e orrore al chiuso in pieno stile Metro. Ecco quindi che momenti di esplorazione di vaste aree della steppa vengono intervallati da sessioni di indagini all’interno magari di laboratori abbandonati e immersi nel buio, giusto per fare un esempio.
Tra missioni principali e altre secondarie c’è modo di visitare diverse ambientazioni e di poter quindi approfondire la trama attraverso il recupero di file, l’incontro con altri personaggi o informazioni anche visive, e risorse utili per la creazione di vari elementi utili, come per esempio i filtri per la maschera antigas (altro elemento immancabile nella serie), dei barattoli per distrarre i nemici e i kit medici.

Inoltre si ha la possibilità di scoprire gradualmente le novità introdotte nel capitolo che non riguardano ovviamente solamente l’ambientazione, ma anche alcune meccaniche. Tra queste spiccano un rinnovato sistema di crafting, la possibilità di uccidere, far arrendere o mettere fuori combattimento un nemico senza eliminarlo del tutto, di incidere sul destino degli altri sopravvissuti e su alcuni aspetti della storia attraverso le decisioni prese, e grazie al ciclo giorno-notte muoversi alla luce del sole oppure con le tenebre, elemento questo che va a influire sulla “fauna” locale. Se di giorno sono altri sopravvissuti tra cui predoni, fanatici religiosi e bande di sbandati a creare problemi ad Artyom e al suo gruppo, la notte diventa il palcoscenico preferito di mutanti, bestie feroci e anomalie atmosferiche. Tenere testa a questa pletora di minacce non è facile, ma nemmeno impossibile, almeno a livello di difficoltà normale, complici fattori come un’intelligenza artificiale non proprio impeccabile, e l’equipaggiamento in dotazione ai protagonisti.

Per far fronte a ogni possibile minaccia, il giocatore ha infatti a disposizione un armamentario di tutto rispetto, che spazia dalle mitragliatrici leggere o pesanti, ai fucili a pompa e alle pistole a lunga e media gittata, fino ai coltelli e ad altri oggetti.

Le armi, che restituiscono un buon feedback ciascuna in termini di resa e pesantezza, sono tra l’altro completamente personalizzabili, così raccogliendo i giusti componenti si possono modificare danni, gittata, maneggevolezza e precisione. Questo non vuol dire ovviamente che si possono sottovalutare i nemici o che si può partire lancia in resta alla carica ogni volta che se ne incrocia qualcuno, perché anche a fronte di routine comportamentali non impeccabili, umani e mutanti possono comunque riservare brutte sorprese. Soprattutto considerando che questi sono molto resistenti ai colpi, per cui richiedono un certo quantitativo di proiettili prima di essere abbattuti, a meno di non centrarli in piena testa, che le armi alla lunga possono incepparsi nei momenti meno opportuni e che nel gioco c’è una certa scarsità di munizioni.

UN MONDO PERICOLOSO MA VISIVAMENTE AFFASCINANTE 

 

In tal senso Metro Exodus sembra voler spingere il giocatore ad approcciare certe missioni in maniera “soft”, consigliandolo attraverso la carenza di materiali di prima necessità quasi ad agire in silenzio, sfruttando la conformità degli scenari e le sue abilità stealth per evitare di doversi scontrare con qualcuno e sprecare risorse. Passando all’aspetto tecnologico, il gioco su PlayStation 4 è in grado di offrire un comparto tecnico davvero notevole, con scenari dettagliatamente ricostruiti in ogni particolare, compresi i cicli dinamici che regolano i cambiamenti climatici, le stagioni e ovviamente l’alternanza giorno e notte. Metro Exodus lascia da subito stupefatti per l’attenzione ai dettagli e la cura maniacale nel ricreare da un punto di vista artistico un mondo vivo e credibile nel pieno della sua devastazione post-nucleare. La linea visiva è notevole, lo scenario è molto vario e sembra vivo.

Gli effetti particellari che a seconda della regione gestiscono il vento, la neve o la sabbia, la polvere e i detriti, fanno poi il loro resto, donando movimento alla scena. Particolarmente buone anche le texture che anche in quei rari casi in cui non mostrano un dettaglio particolarmente elevato, si fanno apprezzare per una grande varietà. Molto piacevole è poi la gestione delle luci, specie nelle zone più all’aperto quando si può rimanere a bocca aperta all’arrivo del tramonto e dell’oscurità simulati alla perfezione nel ciclo giorno-notte. Tutti elementi che conferiscono al gioco un aspetto decisamente credibile in ogni momento della campagna. Metro Exodus si mantiene inoltre a 30 frame per secondo stabili al 1080p anche nelle situazioni più caotiche, il che rende ancora più bella l’esperienza. A deludere sono invece le espressioni facciali dei personaggi, che di contro sono ben modellati a livello poligonale, e le animazioni in generale, che specie nei nemici sembrano mancare di punti di raccordo in certe movenze.

Piccoli o grandi difetti, dipende dai punti di vista, che però a nostro parere scompaiono davanti all’atmosfera e al coinvolgimento che il gioco di 4A Games è in grado di restituire al giocatore. A chiudere l’aspetto tecnico è ovviamente l’audio. Il gioco è interamente parlato in lingua italiana con tantissime righe di testo adeguatamente doppiate.

La recitazione è globalmente buona, anche se si registra qualche stonatura a livello di interpretazione in un paio ci personaggi di contorno e nel fatto che Artyom, il protagonista, non parli mai come da tradizione, facendo risultare poco credibili quei dialoghi dove viene interpellato. Ad ogni modo, anche le musiche non sono da meno, e nella loro semplicità aumentano il coinvolgimento con il perfetto accompagnamento delle varie situazioni di gioco, da quelle più drammatiche o horror, a quelle più tranquille.

COMMENTO FINALE

Metro Exodus abbandona gli stretti e cupi tunnel della metropolitana di Mosca per spostarsi in aree in buona parte all’aperto, ma non per questo meno pericolose. Il gioco mischia sapientemente avventura, esplorazione, conflitti a fuoco ed elementi survival. E lo fa per raccontare al pubblico una storia coinvolgente e trascinarlo da protagonista in uno scenario post-atomico che ha una sua magnifica rappresentazione anche dal punto di vista visivo.

Quello confezionato da 4A Games è un prodotto che al netto di qualche lieve sbavatura, è in grado di far compiere alla saga un passo in avanti, inalandovi una ventata di freschezza senza però per questo stravolgerne più di tanto meccaniche e atmosfere.

Pregi

Storia intrigante e ben raccontata. Bella l’alternanza tra momenti all’aperto e altri più claustrofobici al chiuso come da tradizione per la serie. Il sistema di crafting delle armi offre una grande libertà di manovra e personalizzazione. Ambientazioni azzeccate in grado di offrire degli scorci davvero suggestivi.

Difetti

Espressività e animazioni dei personaggi deludenti. Qualche sbavatura nell’intelligenza artificiale. I “silenzi” di Artyom stonano davanti ai molti dialoghi presenti nel gioco.

Voto

8,5

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