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Borderlands 3, la nostra Recensione Pc

Dopo sei mesi di attesa, il looter shooter per eccellenza targato Gearbox Software arriva su Steam, ricongiungendosi con gli altri titoli della saga; ecco come è andata

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Tutto cominciò nel corso della GDC 2017 a Los Angeles, quando Randy Pitchford mostrò una tech demo di quello che sarebbe stato Borderlands 3. Due anni di attesa e di rumors sul nuovo capitolo di una saga, simbolo del genere looter shooter, ormai storica. Un successo, quello del secondo capitolo (datato 2012), difficile da eguagliare nonostante l’hype accumulatosi per tanto tempo. Poi, lo scorso 13 settembre, il momento arrivò. Il nuovo lavoro di Gearbox Software, distribuito da 2K, sbarcò su PS4 (qui la nostra recensione) e Xbox One, mentre su Pc venne siglata un’esclusiva con Epic Games Store, della durata di 6 mesi.

E ora siamo qui, al termine di quest’ultima, a fare il quadro della situazione; sia dopo il rilascio di alcune patch che promettevano di sistemare gli svariati problemi tecnici che affliggevano il gioco (tanto su console quanto su Pc), sia dopo l’uscita della prima espansione, Moxxi’s Heist of the Handsome Jackpot, con la seconda in arrivo giovedì 26 marzo. Ricordiamo che tali dlc possono/potranno essere acquistati sia singolarmente che con il Season Pass, compreso nella Super Deluxe Edition del gioco. Di seguito la nostra recensione della versione Steam di Borderlands 3. Vi auguriamo una piacevole lettura.

SI TORNA SU PANDORA (E NON SOLO)

In Borderlands 3 sono trascorsi sette anni dalla sconfitta di uno dei cattivi più amati del mondo videoludico: Jack il Bello. Sette anni in cui la sua stessa compagnia, la Hyperion Corporation, è caduta in disgrazia, mentre altre hanno viceversa avuto modo di imporsi sulla scena. La Maliwan, che il giocatore si ritroverà altresì a combattere, e in particolare la Atlas, fatta risorgere e ora guidata da Rhys Strongfork (uno dei protagonisti di Tales from the Borderlands), che invece sarà un alleato della causa di Lilith e compagni.

Questi ultimi si ritrovano con le proprie vite, e quelle dell’intero universo, minacciate dall’avvento dei gemelli Calypso, Tyreen e Troy. Essi hanno fondato una setta, chiamata “Figli della Cripta”, sotto la quale hanno riunito tutte le bande di Pandora con l’obiettivo di trovare la mappa che indica la posizione di tutte le cripte della galassia. Lo scopo ultimo è lo stesso che venne perseguito da Jack: trovare le suddette cripte per impadronirsi del loro potere.

Borderlands 3

La differenza maggiore con l’ex CEO di Hyperion è innanzitutto data dallo “stile”: Tyreen e Troy sono infatti delle autentiche webstar, che si pongono al grande pubblico di fan e adoratori con riprese video e altri accorgimenti tipici dei giorni nostri. I seguaci li venerano come autentiche divinità, che da loro non smettono mai di invocare nuovi massacri (e “mi piace”) per perseguire l’obiettivo di impadronirsi del potere delle cripte. A guidare la causa dei “buoni” è invece la sirena nota come Aquila di Fuoco, Lilith, che potrà contare sul supporto (oltre a quello del giocatore) di nuove ma soprattutto di tante vecchie conoscenze, sopravvissute alle innumerevoli avversità narrate nei precedenti capitoli.

L’armaiolo Marcus, la meccanica Ellie, la conturbante Miss Moxxi, la follemente geniale Tannis e il sempreverde robottino CL4P-TP, meglio conosciuto come Claptrap, sono solo alcuni dei personaggi ricorrenti che accompagneranno il viaggio del giocatore attraverso i vari pianeti. Sì, perché per la prima volta nella serie il cacciatore della cripta di turno dovrà/potrà viaggiare attraverso diversi pianeti, con la nave Sanctuary che viceversa fungerà da hub centrale. Una nuova “dimensione” a stampo open-world per il capitolo della saga più vasto di sempre, complice anche la presenza di diversi collezionabili misti a mini-attività sparse sulle mappe.

Borderlands 3

Borderlands 3 fa parte di quei titoli che, nominalmente, vengono contraddistinti da un più o meno irreprensibile fattore di rigiocabilità. Una volta portata a termine la campagna (assieme o meno alle tante missioni secondarie, è irrilevante) dinanzi al giocatore si apriranno diverse vie. Sarà possibile ripartire da zero con la modalità Mayhem, che similmente ai vecchi NewGame+ consentirà di conservare livello ed equipaggiamenti contro nemici sempre più forti, oppure intraprendere le novità vere e proprie di questo capitolo in termini di endgame. Con il level cap fissato (per ora) a 50, il giocatore potrà, terminata la storia, cimentarsi con i cosiddetti “terreni di prova”, che per caratteristiche ricordano molto i raid di diversi MMO, tra cui Destiny.

Si tratta di zone speciali, che potranno essere scoperte esplorando i pianeti, dove bisognerà far fronte a ondate progressive di nemici che precederanno il mega-boss di turno. Di notevole difficoltà e studiati per essere giocati in compagnia (con la modalità cooperativa storica della serie, che vale anche per la semplice campagna), questi faranno parte di quelle attività necessarie ad accumulare, oltre a equipaggiamenti sempre più rari e potenti, i gettoni necessari per aumentare le statistiche del “grado Guardiano”.
I “Punti Duro” dei precedenti capitoli sono stati rimpiazzati con questo nuovo sistema, accessibile solamente una volta terminata la storia, che consentirà di spendere i gettoni guadagnati nelle attività endgame per migliorare le statistiche del proprio personaggio. Statistiche che tuttavia, similmente ai vecchi Punti Duro, saranno estese a tutto all’account. I nuovi personaggi creati potranno dunque godere allo stesso modo degli sforzi compiuti nell’endgame della “partita principale”.

UN OCCHIO AL PASSATO E UNO AL FUTURO

Borderlands 3

I primi in assoluto furono Mordecai, Brick, Roland e la stessa Lilith, mentre in Borderlands 2 seguirono Salvador, Axton, Zer0 e Maya, oltre ai due personaggi dlc Krieg e Gaige. I cacciatori della cripta che si sono succeduti nel corso degli anni sono sempre stati contraddistinti da una sorta di “staticità”, dovuta alla direzione ruolistica che potevano assumere nel gameplay. La sirena di turno con le sue abilità legate ai danni elementali e al supporto con i blocchi di fase, il commando con le sue torrette alle quali si potevano conferire effetti utili per il combattimento in gruppo, e via discorrendo.

Già con i personaggi di Borderlands: The Pre-Sequel (una sorta di Borderlands 2.5, in termini di successione cronologica) la componente RPG tipica della serie aveva iniziato a intraprendere la direzione ora giunta a completa maturazione con Borderlands 3, ossia quella del dinamismo, della fluidità all’interno dei “ruoli”. Come da tradizione sarà possibile spendere dei punti, salendo di livello, in tre alberi di abilità distinti, ognuno corrispondente a un “sotto-stile” di gioco, comunque legato alla classe scelta. La novità principale è costituita dalla possibilità di personalizzare, per la prima volta nella serie, la stessa abilità d’azione.

Il potere distintivo di ogni classe potrà essere personalizzato in diversi modi, sfruttando i tratti che saranno disponibili nei vari rami di abilità. Abilità che potranno essere combinate in tantissimi build/set diversi, dando vita a stili di gioco con un livello di ibridismo completamente nuovo per la serie. Ma vediamo insieme nel dettagli i quattro nuovi cacciatori della cripta tra cui il giocatore potrà scegliere.

Borderlands 3

  • Moze – E’ il soldato/artigliere della situazione. A differenza degli altri personaggi, Moze possiede una sola abilità, che consiste nell’evocare un potente Mechgigante chiamato “Orso di Ferro”, che può essere comandato e potenziato con i punti abilità, in modo da renderlo più forte e resistente ai danni nemici. Moze può inoltre creare una torretta su Orso di Ferro per farci salire gli altri protagonisti.
  • Zane Flynt – È il cacciatore del gruppo, un assassino esperto che ha svolto numerose missioni in tutta la galassia. È dotato di tre abilità d’azione ed è l’unico a poterne usare due in contemporanea. Tra le sue abilità vi è quella di poter creare un digiclone capace di confondere i nemici e attaccarli (potendo anche scambiare la sua posizione con la propria), la possibilità di creare una barriera protettiva mentre si attacca e scagliare un piccolo drone volante in grado anch’esso di attaccare gli avversari.
  • Amara – E’ la sirena del gruppo che, come le altre sirene apparse nei capitoli precedenti, possiede dei poteri sovrannaturali. Le sue abilità d’azione passano dallo schianto di fase (con cui colpisce il terreno infliggendo ingenti danni ad area), a evocazione di fase (con cui lancia una copia di sé stessa che danneggia tutti i nemici che attraversa) e stretta di fase (che blocca in una mano un nemico per alcuni secondi. Simile al blocco di fase di Maya, sirena di Borderlands 2). Inoltre può cambiare l’elemento delle abilità in elettrico, corrosivo e infuocato.
  • Fl4k – È un robot vagabondo che ha deciso di vivere come uno spirito libero. Il suo talento consiste nel comandare gli animali, addomesticarli e scagliarli contro i nemici. Ciò gli permette di utilizzare tre abilità: teletrasportare il suo animale nel punto dove mira e renderlo radioattivo, contaminando i nemici vicini e aumentandone i danni, rianimare un animale morente, al costo di un tempo di ricarica raddoppiato, e infine evocare due rakk esplosivi da scagliare contro i nemici. A ciò si aggiunge la possibilità di diventare invisibile.

Borderlands 3

LOTTA & LOOT A TUTTO CAMPO

A più di 5 anni da Borderlands: The Pre-Sequel, il gameplay non poteva non godere di un consistente rinnovamento, nel tentativo di avvicinarsi al dinamismo e alla freneticità degli sparatutto più moderni. Gli sforzi da parte di Gearbox Software sono stati evidenti. In Borderlands 3 il cacciatore della cripta godrà di una mobilità mai vista finora nella serie, che amplificherà notevolmente il divertimento proveniente dal gunplay: da sempre non il fiore all’occhiello della serie, ma neppure il fanalino di coda. Muovendosi nel mondo di gioco, sia in combattimento che durante la semplice esplorazione, sarà possibile contare su delle “mosse” che da vicino ricordano quelle viste in titoli come Dying Light, già a suo tempo maestro nella connotazione “parkour” del movimento tridimensionale del personaggio.

Il giocatore potrà sia arrampicarsi per poter raggiungere punti dello scenario sopraelevati (mentre prima si doveva saltare compulsivamente) che effettuare delle vere e proprie scivolate. Utili per ripararsi in scioltezza dietro a una copertura durante una sparatoria, ma anche per attaccare iniziando a piazzare qualche colpo nell’atto di lanciarsi contro il nemico di turno. Le varie novità e migliorie arrivano comunque a scontrarsi con alcuni tratti tipici, o per meglio dire difetti ricorrenti, che si sono trascinati anche in questo terzo capitolo. Al sistema di controllo e movimento del personaggio notevolmente migliorati fanno da contraltare le hitbox non sempre precisissime, insieme agli elementi dello scenario che godranno, a volte, di “estensioni invisibili”. Nell’atto di sparare a un nemico riparato dietro a una qualche barricata, capiterà di non colpire il bersaglio a causa di una porzione non visibile all’occhio che farà da “muro” al proiettile.

mappa di gioco

Le aree di gioco sono più vaste e ricche di elementi che mai, ma permane la scarsa interattività con lo scenario stesso. Fatta eccezione per i barili esplosivi e il fatto di potersi arrampicare quasi ovunque, le interazioni con la mappa di gioco rimarranno costantemente limitate; d’altra parte è stato invece migliorato lo spostamento rapido. In ogni Borderlands un’area di gioco è sempre stata contraddistinta da uno o più punti strategici in grado di teletrasportare il giocatore dall’uno all’altro. In Borderlands 3 la facoltà di spostarsi rapidamente (cioè teletrasportarsi) è stata implementata sull’intera superficie delle mappe: perciò i giocatori potranno ora spostarsi in ognuna delle stazioni di spostamento rapido partendo da un qualunque punto dell’area di gioco. Utili facilitazioni in grado di alleggerire una fase di spostamento nell’universo di gioco che, in ogni caso, non sarebbe stata affatto noiosa.

Le storiche stazioni Catch-A-Ride, da dove è sempre stato possibile generare i veicoli da utilizzare, godranno ora di un nuovo editor. I cacciatori della cripta potranno non solo cambiare la livrea o le armi da montare sul proprio mezzo come in passato, ma potranno godere di una personalizzazione più profonda che comprende anche, tra gli altri, la corazza e il turbo del veicolo. Recuperando e trasportando nuovi veicoli al Catch-A-Ride sarà possibile sbloccare nuove componenti, con cui modificare il proprio roboante veicolo di morte (o semplice spostamento). Si conferma infinito il patrimonio di armi, mod, scudi ecc su cui sarà possibile mettere le mani: i “goziliardi” di equipaggiamenti tipici della serie saranno ancora più vari e divertenti, anche grazie alle nuove particolarità che sarà possibile rinvenire sulle armi. Da pistole capaci di lasciare delle mini-torrette a fucili con treppiedi-razzo integrati, e molto altro ancora.

PERSONALIZZAZIONE E SCALABILITÀ

Borderlands 3

Similmente ai predecessori, in Borderlands 3 sarà possibile personalizzare il proprio cacciatore della cripta anche a livello estetico, con un gran numero di skin per la testa e per il corpo che potranno essere trovate e collezionate giocando (a parte quelle disponibili in forma di dlc).

Tra le novità figura sia la possibilità di personalizzare l’aspetto del proprio Echo-net, cioè il dispositivo adibito al controllo dell’inventario, delle missioni ecc, sia quella di effettuare delle emote. A completare il quadro vi sono, per la prima volta, le skin delle armi. Ogni bocca di fuoco potrà beneficiare di una rivoluzione estetica sulla base delle skin in proprio possesso: al pari delle altre alcune potranno essere droppate dai nemici, altre saranno date come ricompensa per le missioni (perlopiù secondarie).

Una personalizzazione ancora più profonda per l’opera di Gearbox Software, che presenta inoltre una notevole scalabilità nei settaggi della versione Pc. Le numerose voci presenti nelle impostazioni grafiche avanzate consentiranno una riproduzione agevole del titolo anche in hardware non di primissima fascia, a patto di alcuni compromessi. Nonostante le diverse patch che si sono succedute in questi 6 mesi, permangono tuttavia alcuni problemi di stabilità nel framerate, alcuni dei quali dovuti indubbiamente alla presenza della tecnologia anti-pirateria Denuvo. Sporadici rallentamenti e mini-freeze finiranno con ogni probabilità a macchiare un’esperienza di gioco altrimenti contraddistinta da una costante fluidità e dinamicità.

boss killavolt

Concludiamo la nostra recensione con una panoramica sulla prima delle quattro espansioni previste con il Season Pass (ma anche acquistabili singolarmente), Moxxi’s Heist of the Handsome Jackpot, ricordando che la seconda uscirà giovedì 26 marzo.

ALLA CONQUISTA DEL CASINO’ DI JACK IL BELLO

Nella storia del franchise le espansioni si sempre contraddistinte come notevoli aggiunte di contenuti in grado di rivaleggiare, se non superare in pregevolezza, la storia principale del gioco. Anche nel caso di Borderlands 3, la prima espansione Moxxi’s Heist of the Handsome Jackpot non fa eccezione. Cronologicamente il dlc coincide con la trama del gioco base, dunque a circa 7 anni di distanza dalla morte di Jack il Bello. Il fu CEO della Hyperion Corporation, imprenditore ineccepibile nella sua totale mancanza di morale, aveva fatto costruire l’Handsome Jackpot, un enorme casinò orbitale spaziale eretto a sua immagine e somiglianza (letteralmente). Una fonte inestimabile di guadagni e simbolo dello splendore e dell’ego del suo proprietario, ora abbandonato e caduto in rovina alla pari della compagnia fondatrice.

La storia inizia interagendo con un volantino appeso fuori dal bar di Moxxi sulla Sanctuary. L’affascinante e prosperosa barista vuole entrare in possesso di quel casinò abbandonato. C’è però un problema: nella grande struttura permane una fabbrica di robot Hyperion, ancora in produzione oltre che in attività. Un esercito in espansione ora controllato da Bel Faccino, ex aiutante di Jack il Bello che detiene nondimento il controllo sull’intera struttura e sui malcapitati che ancora vi abitano, afflitti dai debiti del gioco d’azzardo e in generale da un regime che definire dittatoriale sarebbe un eufemismo. Il giocatore partirà dunque alla conquista del casinò, un’impresa dove potrà contare sull’aiuto di nuove e vecchie conoscenze, tra cui Timothy Lawrence, l’ultimo doppelganger di Jack (e personaggio dlc giocabile in Borderlands: The Pre-Sequel) rimasto intrappolato nel casinò orbitale.

handsome jackpot

Narrativamente parlando questa prima espansione si rivela nettamente più brillante della trama del gioco base stesso, con un’atmosfera e una fluidità veramente notevoli. Una decina di ore complessive (comprese di missioni secondarie, che sarebbero state gradite in numero maggiore data la loro eccellente scrittura) da trascorrere nel suggestivo casinò di lusso di Jack il Bello, la cui figura non mancherà di riecheggiare tra sporadici ologrammi e architetture imponenti, anch’esse a tema con la personalità del malvagio ma geniale CEO della fu Hyperion Corporation. Non solo ambientazioni permeate dal lusso e dallo sfarzo, ma anche una sorta di “civiltà dei rifiuti”. Al di sotto delle superficie dorata e splendente dell’Handsome Jackpot sorge infatti una gigantesca discarica, dove una sorta di “resistenza” ha avuto modo di trovare rifugio.

Individui sopravvissuti allo spadroneggiare dei robot Hyperion ora controllati da Bel Faccino, che si sono riuniti nella “città” di Spazzatlantide sotto la guida del Sindaco, l’ex sarto personale di Jack che andrà a far parte del pacchetto di alleati nella conquista del casinò. Ambientazioni varie e curatissime, ricche di punti di interesse tra stanze VIP e altri luoghi, assieme naturalmente a una quantità spropositata di bottino. Moxxi’s Heist of the Handsome Jackpot raggiunge la magnificenza dei dlc più iconici della serie aggiungendo un’onesta, nuova dose di contenuti a Borderlands 3, con un’espansione che va a omaggiare la memoria di uno dei villain videoludici meglio scritti di sempre (e doppiato egregiamente, ancora una volta, da Andrea Bolognini).

COMMENTO FINALE

Dieci anni di franchise impostosi come cardine e simbolo del genere looter shooter non erano facili da onorare. Incalcolabile era l’hype per l’arrivo di questo Borderlands 3, un titolo su cui erano state riposte tutte le speranze di ammodernamento, e possibilmente di innovazione, accumulatesi nei quasi cinque anni trascorsi dall’uscita di Borderlands: The Pre-Sequel. Sono trascorsi sei mesi dall’uscita del gioco, ora disponibile anche nei confronti dell’utenza Pc più avversa alle novità in termini di piattaforme. Mesi in cui si sono succedute patch che hanno tentato di ovviare ai diversi problemi tecnici, ancora non del tutto risolti, che ne affliggevano l’esperienza.

Mesi in cui nel frattempo è uscita la prima attesissima espansione (con una seconda prossima al rilascio) che ha riportato il titolo ai fasti narrativi dei capolavori del passato. Nonostante si siano conservati diversi tratti (positivi e negativi) dei capitoli precedenti, Borderlands 3, l’ultima fatica di Gearbox Software, è molto più di un “more of the same”. Andare in giro per pianeti insieme a personaggi strampalati e imbracciando una varietà incalcolabile di armi ed equipaggiamenti non è mai stato così soddisfacente. Una degna prosecuzione di una serie storica che è ancora ben lungi dall’esaurire le frecce nella propria faretra. Tra espansioni e aggiornamenti futuri, il folle divertimento distintivo dell’universo di Borderlands è solamente all’inizio.

Pregi

Pazzia e violenza tradizionali della serie si confermano di altissimo livello. Gameplay (e gunplay) che tocca una nuova vetta di dinamicità e divertimento, che avvicina il titolo alla fluidità dei più moderni sparatutto. Espansioni che promettono di eguagliare il valore e la genialità del gioco base, proprio come in passato.

Difetti

Al netto delle diverse migliorie e aggiunte si confermano alcuni difetti storici della serie. Trama principale sottotono rispetto ai predecessori, oltre che alla prima espansione stessa. Alcuni problemi tecnici che continuano ad affliggere un'esperienza di gioco altrimenti scorrevole come non mai.

Voto

9

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