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Destiny 2: Ombre dal Profondo, Recensione

Destiny 2: Ombre dal Profondo, un ritorno al passato per un radioso futuro?

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Con l’arrivo di Destiny 2: Ombre dal Profondo dello scorso primo di ottobre, si apre ufficialmente la caccia ai nemici della Luce per il terzo anno di vita di Destiny 2. Dopo aver ricacciato la Legione dei Cabal durante la Guerra Rossa, dopo aver sventato la Maledizione di Osiride e disinnescato La Mente Bellica, dopo aver dato la caccia ai Rinnegati che tanto dolore hanno recato tra le fila dell’Avanguardia, si torna sulla Luna sotto la guida di una vecchia conoscenza perché un’antica minaccia si sta risvegliando.

UN DESTINY 2 TUTTO NUOVO

Anno nuovo vita nuova, per Destiny 2: Ombre dal Profondo. L’ambizioso progetto di Mmo-Fps griffato Bungie, precedentemente sotto bandiera del publisher Activision, entrando nel suo terzo anno di vita. Gli sviluppatori vogliono rivoluzionare non poco il numero e la qualità della base installata, facendo quello che fino a qualche mese fa sembrava impossibile: rendono il gioco gratuito. Lo scriviamo ancora per rimarcare il concetto: Destiny 2 è gratis, free-to-play per l’esattezza. E lo è insieme al pass stagionale del primo anno, dunque insieme a La Maledizione di Osiride e La Mente Bellica per garantire dozzine di ore di gioco gratuito a tutti gli appassionati.

E fa ancora di più: il tutorial è stato mutuato da quello del primo Destiny (sortendo non poca sorpresa, lo ammettiamo). Inoltre ogni nuovo personaggio inizia la propria avventura con un livello del personaggio massimo, un livello di potenza medio-alto e un equipaggiamento di tutto rispetto. Iniziare dal livello 1 e risalire lentamente oltre il novecentesimo “livello di potenza luce” è un ricordo appartenente ai giocatori della prima ora come chi vi scrive.

IL RITORNO DI ERIS MORN

Forse qualcuno l’ha dimenticato, forse qualcuno non ha mai smesso di pensarci, ma nel primo Destiny, uno dei personaggi più misteriosi e affascinanti era quella guardiana in pensione che rispondeva al nome di Eris Morn. Guardiana dell’occulto che, in Destiny 2, si è data alla latitanza per più di due anni. Quest’anno scopriamo, finalmente, il perché e per farlo torniamo in una delle ambientazioni più affascinanti di Destiny: la Luna, il nostro amato satellite.

Guidati dalla vaneggiante indagatrice dell’occulto, noi giocatori ci facciamo strada fra un incubo e l’altro, alla ricerca della soluzione ad un problema che rischia di far piombare l’umanità tutta in un nuova era di oscurità. Nulla di nuovo all’orizzonte narrativo, come i veterani di Destiny sanno bene quando si tratta di sventare minacce, ma decisamente un piglio diverso da i Rinnegati e di gran lunga una carrellata di novità sul fronte dei contenuti.

COME PRIMA PIÙ DI PRIMA

Prima di ogni cosa, va segnalato che è stato ridisegnato il sistema che fa seguire e compiere missioni e taglie, ovviamente migliorando il tutto. Il sistema di ricompense sembra essere stato ritoccato per garantire un flusso di equipaggiamenti più logico e costantemente interessante. La possibilità di vestire interi completi di armature è aumentata esponenzialmente. Smanettare tra i potenziamenti di ogni singolo equipaggiamento, alla ricerca della perfetta quadratura di output danni, calcolo di difese e utilità diventa quasi un gioco nel gioco.

La sorpresa più gradita è stata quella di vedere la mappa animarsi di un evento settimanale come poche volte in tutti questi anni di Destiny 2. Non si tratta del vecchio Stendardo di Ferro, non dell’ormai assodato Cala la Notte, non di una riproposizione di qualcosa di già visto. Stiamo parlando di un evento concepito per essere più unico che raro, che dovrebbe inaugurare l’arrivo di eventi tematici che tengano sempre alta l’asticella dell’attenzione della community.

Community che sembra sempre più al centro dell’interesse di Bungie, che tende ora ad uniformarla e unirla. Sono veramente pochi, ormai, i contenuti comunitari come l’Assalto, che spaccano la platea fra coloro che hanno il gioco base e gli entusiasti che si buttano subito sulle nuove espansioni. Questo, certamente, è un punto a favore di Destiny 2, che capitalizza molto bene il rapporto qualità/prezzo.

Ultima, ma non per ordine di importanza e capace di ravvivare molto le battaglie, è la presenza del “Colpo di Grazia”: una spettacolare mossa di arti marziali (o comunque una rapida coreografia in prospettiva di terza persona) che uccide istantaneamente i nemici in punto di morte.

QUALCOSA SCRICCHIOLA MA L’IMPALCATURA REGGE

Destiny 2: Ombre dal Profondo non è esente da difetti. La storia, pur essendo molto coinvolgente e dai ritmi serratissimi, come ogni narrazione di Bungie, tende a dipanarsi molto in fretta e sempre allo stesso modo, con un boss-fight mascherato da raid. Per buttare giù un nemico ricco di punti ferita ma povero di pattern d’attacco, che possa impensierire il giocatore.

L’epilogo della storia di Ombre dal Profondo, inoltre, è talmente aperto e fumoso che non ci offre la soddisfazione tipica dei titoli di coda canonici. Suona, al contrario, come un “non è finita, ma è appena cominciata” che lascia un po’ di amaro in bocca. La scelta di abolire totalmente la fase di “build” del personaggio che si evolve gradualmente, soppiantandola con l’eterna fase del calibrare gli equipaggiamento in base alle esigenze del giocatore di turno sposta la bussola del gameplay verso un Monster Hunter. Un cambio di rotta piuttosto marcato che lo allontana dal videogioco di ruolo d’azione di stampo più classico. Questa scelta può accontentare qualcuno e scontentare altri. Quel che pensiamo noi è che, un cambiamento così radicale ad un sistema, suona come un ripensamento ed un inseguire una platea del tutto diversa da quella originale. Se questa scelta valga bene il futuro del titolo, lo sapremo solo tra qualche settimana o qualche mese.

Fino ad allora, non ci resta che ammettere l’assoluta bontà dell’offerta di Destiny 2: Ombre dal Profondo. Un’espansione che non necessita della precedente per essere goduta, che si appoggia ad un videogioco enorme ed ora anche gratuito, la qualità del quale è poco discutibile.

COMMENTO FINALE

Destiny 2: Ombre dal Profondo è la degna espansione che inaugura il terzo anno di vita di Destiny 2. Per l’occasione, Bungie ha intrapreso la strada dello sviluppatore indipendente che si pubblica da sé i lavori. Per spingere al massimo il ritorno dei vecchi e l’avvento dei nuovi giocatori, si presenta al pubblico a titolo totalmente gratuito e con l’inclusione del Pass Stagionale dell’anno 1.

Resterebbe da acquistare I Rinnegati (espansione che a noi è piaciuta particolarmente). Significa che al costo di un gioco nuovo, in realtà, ci si porta a casa un monte di ore di gameplay pari a tre giochi: Destiny 2 più tre anni di contenuti avvicendatisi con i pass stagionali.

Tirando le somme, Ombre dal Profondo non ci sembra l’espansione migliore per iniziare a giocare a Destiny 2, data la sua cronologica posizione negli eventi di gioco, ma può senza dubbio essere considerata di qualità pari a I Rinnegati. Quello che soffre sul versante narrativo lo guadagna senz’altro sul fronte dei contenuti e del monte di ore di gioco promesso, decisamente sopra la media.

Pregi

Destiny 2 free-to-play è un'offerta pazzesca. La Maledizione di Osiride e La Mente Bellica inclusi nel pacchetto gratuito. Ombre dal Profondo garantisce decine di ore di divertimento extra (senza considerare I Rinnegati). Se tre fosse un numero perfetto, allora il terzo anno di Destiny 2 si preannuncia da ricordare.

Difetti

Non è propriamente un'espansione stand-alone (si fa riferimento agli eventi de I Rinnegati). Grinding ridimensionato ma pur sempre fondamentale. Partire con il personaggio direttamente a livello massimo potrebbe scontentare chi preferiva una progressione più graduale.

Voto

9

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