Più di un anno e mezzo fa Wild West Dynasty debuttò in accesso anticipato, ma l’accoglienza da parte della community fu semplicemente atroce. E non a torto: il titolo di Moon Punch Studio era in una condizione veramente critica, tra una totale inconsistenza in termini ludici a una pletora di problemi tecnici che lo rendevano quasi del tutto ingiocabile.
Per porre rimedio alla situazione, il team di sviluppo venne rinnovato e messo al lavoro meglio di prima, e oggi vedremo i frutti dei loro sforzi. Di seguito la nostra recensione di Wild West Dynasty. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Toplitz Productions, è disponibile solo su Pc, via Steam ed Epic Games Store. Buona lettura.
IDEE SIMILI, MA NUOVA ESECUZIONE
Dal momento che anche la trama della prima versione di Wild West Dynasty venne aspramente criticata (in quanto ritenuta “poco western”), anche su questo fronte troviamo un netto cambiamento da parte del team di sviluppo. Nel gioco infatti impersoneremo un giovane uomo intento a migrare verso ovest su una piccola carovana di carri, che improvvisamente viene assaltata da dei banditi.
Esso si ritroverà quindi da solo, col difficile compito di trovare i suoi cinque fratelli e di costruirsi, possibilmente, una vita fiorente nel vecchio West. Come ci hanno abituato anche altri titoli della serie Dynasty, dopo una sequenza di apertura visivamente accattivante verremo catapultati nel contesto. In questo caso, una città fantasma e totalmente in rovina decisamente bisognosa di riparazioni.
Per non dire di una totale ricostruzione: obiettivo al quale dovremo dedicarci. I piccoli processi correlati a tale impresa fungeranno da tutorial, grazie al quale impareremo tutto ciò che c’è da sapere circa una produzione di questo tipo. Raccolta e lavorazione di risorse, costruzione di edifici e via discorrendo. L’obiettivo finale dopotutto sarà quello di dar vita a una vigorosa dinastia entro 40 anni.
Per farlo dovremo man mano dar vita a degli insediamenti floridi e pullulanti di vita (nella fattispecie, di coloni), con abitazioni e ranch funzionanti. Tali insediamenti andranno poi collegati da rotte commerciali, destinate a farli crescere e ad attirare ulteriormemente persone disposte a supportare il tutto.
BUONA LA PRIMA? PER FORTUNA VI È LA SECONDA
In Wild West Dynasty avremo a che fare con missioni di base e avanzate. Le prime sono le più semplici, e prevedono solitamente la raccolta di risorse e la conseguente creazione di oggetti. Azioni che garantiranno tra le altre cose il guadagno di punti esperienza che potranno essere utilizzati per migliorare la competenza del nostro personaggio in vari ambiti.
Le seconde invece sono quelle che faranno avanzare la trama: da tenere presente però che non vi è un ordine prestabilito per il completamento delle missioni, né tantomeno un obbligo formale. In qualsiasi momento infatti saremo liberi di ignorarle e di dedicarci ad altro, fosse pure il solo girovagare per la mappa di gioco. Non dimentichiamoci poi della componente survival: non bere e mangiare condurrà a un tragico epilogo, alla pari del restare uccisi in generale.
Non c’è dubbio che rispetto alla versione in accesso anticipato siano stati fatti netti passi in avanti, ma non aspettatevi un gameplay particolarmente rifinito, soprattutto lato combat system. Il quale, ancora adesso, farà percepire tutta la sua rigidità. Decisamente sarà meglio dedicarsi alla componente city builder. Decisamente meglio invece il fronte tecnico, dove Moon Punch Studio ha risolto buona parte dei problemi che affliggevano il gioco.
Certo, anche nella nostra prova abbiamo comunque riscontrato alcuni bug. Qualche volta, entrando in un edificio in modalità terza persona, ci siamo trovati col tetto che oscurava completamente la visuale sul personaggio. Oppure siamo incappati in delle porte che non si aprivano completamente, e abbiamo quindi avuto difficoltà a passarci attraverso.
Anche se non siamo ai livelli di Medieval Dynasty (che per ora a nostro avviso il capitolo migliore), abbiamo comunque apprezzato la libertà di approccio che costituisce uno dei fondamenti dei titoli Dynasty. Potremo essere un contadino, un minatore, un allevatore o persino un sindaco o uno sceriffo intento a cacciare i banditi. A prescindere dal nostro ruolo, l’obiettivo comunque non muterà.
Sarà sempre quello di fondare una fiorente dinastia. Da segnalare infine il costante impegno del team di sviluppo, che continua a rilasciare aggiornamenti a cadenza regolare per risolvere ulteriormente eventuali problemi (oltre a implementare dei piccoli elementi aggiuntivi, che non guastano mai).
POTREBBE DARE SODDISFAZIONI
Si sa che i titoli Dynasty passano per l’accesso anticipato. E’ il modus operandi di Toplitz Productions e dei suoi studi, che come la stragrande maggioranza delle produzioni indie cerca un modo per sostenersi e contemporaneamente di migliorarsi grazie al feedback degli utenti. Eppure una release tragica come quella di Wild West Dynasty non era mai successa. Nessun altro capitolo della serie aveva esordito in uno stato tecnico e ludico tanto disastroso. Perciò l’atto di rimboccarsi le maniche da parte di Moon Punch Studio era tanto inevitabile quanto doveroso. Il risultato di cotanti sforzi è nel complesso positivo, con il gioco che si dimostra abbastanza solido e con le idee chiare circa ciò che vuole proporre. Non una copia economica e sbiadita di Red Dead Redemption 2, bensì un’avventura survival improntata al crafting e al city building in ambito western. Un’avventura, possiamo dire, di discreta qualità. Di lavoro da fare ce ne sarebbe ancora un po’, ma allo stato attuale possiamo comunque consigliare il gioco a cuor leggero agli appassionati del genere.