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Gunfire Reborn, recensione Pc

Dopo più di un anno di accesso anticipato, lo sparatutto roguelite di Duoyi Games è pronto a dare il massimo

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Recentemente un altro titolo indipendente è emerso dall’accesso anticipato (dopo circa un anno e mezzo ndr). Stiamo parlando di Gunfire Reborn, un suggestivo sparatutto che mescola in un unico calderone elementi fps, rpg e roguelite. Dietro allo sviluppo troviamo lo studio indipendente Duoyi Games, che fa capo a una delle realtà videoludiche più affermate della Cina. Quel Duoyi Network che in passato, tra le altre cose, ha collaborato con 505 Games per poter pubblicare Portal Knights proprio in territorio cinese.

Un sodalizio che si è rinnovato anche questa volta, al fine di portare la nuova creatura di Duoyi Games su console (PS4, Xbox One e Switch) nel 2022. Nell’attesa però andiamo a scoprire Gunfire Reborn in questa recensione della versione Pc. Vi auguriamo una piacevole lettura.

DALLA CINA CON FURORE

La Cina propone ormai da tempo un flusso costante di titoli, specie indipendenti, di indubbio fascino e valore. E c’è da scommettere che nel corso dei prossimi anni vedremo sempre più negli store digitali nostrani videogiochi realizzati proprio laggiù, dall’altra parte del mondo. Basti pensare all’attesissimo Black Myth: Wukong, che negli scorsi mesi ha catturato l’attenzione grazie ai trailer che ne lasciavano intravedere il gameplay (rigorosamente poggiato sull’Unreal Engine 5).

Grosse produzioni a parte, è sicuramente interessante veder proliferare anche qui in occidente titoli indipendenti “made in China” (nella miglior accezione del termine). Uno di questi è proprio Gunfire Reborn, che dopo oltre un anno di accesso anticipato è ora pronto a ritagliarsi il suo spazio nella “nicchia” degli sparatutto roguelite con elementi ruolistici. Il gioco si rivela da subito immediato. Non vi è infatti alcuna campagna o elemento contestuale consistente.

Gunfire Reborn
Nel menu principale il nostro eroe (quello che decideremo di schierare) si rilassa un po’ alla locanda… Prima della prossima battaglia

Duoyi Games infatti ci offre un’avventura vecchio stile, divisa in livelli. La progressione si svolge attraverso delle aree generate proceduralmente, circa cinque per ciascun livello. Dove ogni “macro-area” si differenzia dalle altre per aspetto, quantità e tipologia di avversari. L’interno di quello che sembra essere un tempio in rovina, una zona desertica e così via.

Alla fine di ogni “serie” di aree ci aspetterà lo scontro finale con un boss. Dopo averlo sconfitto, potremo passare alla macro-area successiva con la possibilità, inoltre, di salvare la partita e uscire, eventualmente, dal gioco. Per poter poi riprendere in seguito da lì. E a eccezione della possibilità di rianimarsi (ne parleremo poi), la morte invece sarà permanente. Perciò, in caso di sconfitta, dovremo ricominciare l’avventura da capo.

BORDERLANDS MADE IN CHINA? NI

Gunfire Reborn
Molte abilità e talenti, ma soprattutto molte armi (anche elementali) con cui abbattere i nostri avversari

Gunfire Reborn è un titolo che riunisce diverse meccaniche. Fps, rpg, roguelite… Per certi versi una struttura ludica assai simile a quella che abbiamo avuto modo di vedere con Ziggurat 2 il mese scorso. A differenza dell’ottimo fps arena di Milktone Studios, tuttavia, qui il gunplay viene valorizzato decisamente di più. I nemici infatti avranno punti deboli, dove con le nostre armi (e una mira decente) potremo infliggere colpi critici. Spesso i punti ideali da colpire saranno le teste, ma non sempre.

Per il resto, va subito evidenziato quanto la creatura di Duoyi Games ricordi da vicino Borderlands. Per tanti (forse troppi) motivi. Innanzitutto l’anima da looter shooter: anche qui infatti potremo droppare armi sia dalle casse che dai nemici sconfitti. Armi con caratteristiche anch’esse generate proceduralmente, i cui eventuali attributi elementali seguiranno gli stessi principi del celebre franchise di Gearbox Software.

Gunfire Reborn
Alcuni eroi potranno essere sbloccati acquistando una certa quantità di potenziamenti permanenti, altri invece dovranno essere acquistati con la valuta in-game

Le armi elettriche saranno incredibilmente efficaci contro i nemici dotati di scudo, mentre quelle corrosive scoglieranno come neve al sole i nemici corazzati. Senza dimenticare quelle con attributo da fuoco, che infliggendo combustione causeranno danni extra ai nemici privi di scudo e corazza. Meccaniche, dunque, che ricorderanno quanto visto in Borderlands in tutto e per tutto. Ma non finisce qui. Anche in Gunfire Reborn abbiamo la possibilità di andare all’avventura da soli, oppure di unirci fino ad altri tre giocatori. Questo dopo aver scelto un eroe tra i sei disponibili (molti dei quali si sbloccheranno giocando).

Ogni combattente possiede, oltre a caratteristiche peculiari, due abilità attive; di cui una primaria e una secondaria. Ebbene, prendiamo Ao Bai (un cane antropomorfo), la cui abilità principale sarà quella, per un tempo limitato, di poter sparare con due armi contemporaneamente. Non ricorda fortissimamente Salvador il Gunzerker di Borderlands 2? E che dire di Crown Prince (una sorta di gatto di con gli stivali, per citare un noto personaggio), che potrà fra le altre cose lanciare una sfera di energia capace di intrappolare e danneggiare i nemici allo stesso tempo? Impossibile non pensare a Lilith, Maya e in generale alle Sirene dell’universo di Gearbox.

NON SOLO IMITAZIONI / ADULAZIONI

Gunfire Reborn
Perfino armi e pergamene risulteranno classificate secondo i parametri di Borderlands. Verde = comune, blu = raro, giallo = leggendario e così via

Qualcuno potrebbe persino arrivare ad accusare Gunfire Reborn di plagio. Tuttavia, al netto delle evidentissime e inconfutabili similitudini, l’opera di Duoyi Games ha carattere e riesce comunque a costruirsi un’identità propria. In primis grazie al peculiare stile artistico, che invece di essere penalizzato risulta invero valorizzato dalla cartoonesca grafica low poly. I modelli, soprattutto dei personaggi, sono davvero accattivanti. Un altro punto di forza è senza dubbio la struttura legata alla progressione (che a dispetto dell’assenza di una campagna, comunque c’è).  A ogni run avremo la possibilità di guadagnare due valute differenti.

Le monete di rame (che vengono azzerate a ogni nuova avventura) potranno essere utilizzate per acquistare armi e potenziamenti durante i livelli. I cristalli invece avranno due funzioni distinte. Potremo spenderne alcuni per rianimarci in caso di morte, scongiurando (solo una volta però) il game over. In generale però essi serviranno a comprare dei potenziamenti permanenti, validi per tutti i personaggi, presso l’albero dei talenti. In questo modo ogni run ci permetterà di essere più forti a quella successiva, tenendo conto che più avanti riusciremo ad andare attraverso i livelli, più cristalli potremo guadagnare e tenere di volta in volta.

Gunfire Reborn
I potenziamenti permanenti comprendono vari bonus, legati sia a quantità di salute, danni inflitti ecc che non a drop rate di monete e quant’altro

All’avvio di una nuova partita, dunque, partiremo con un personaggio e l’arma predefinita. Andando avanti sarà possibile droppare armi, potenziamenti (temporanei) per le abilità e un gran numero di pergamene occulte. Le quali garantiranno tantissimi bonus, che faranno da base per le cosiddette build (alcune delle quali, anticipiamo, devastanti). Abbiamo già parlato del gunplay, che in Gunfire Reborn risulta sorprendentemente fluido e preciso. Merito anche dei comandi, liberamente personalizzabili e altamente responsivi.

Gli avvezzi agli sparatutto potranno così mettere a frutto le proprie capacità, affinate nel tempo, effettuando colpi critici a manetta. Bene il lato tecnico, dove non abbiamo riscontrato né bug e glitch né tantomeno cali significativi di framerate. Possiamo invece definire “senza infamia e senza lode” la colonna sonora e gli effetti audio, che faranno il loro dovere senza tuttavia risultare particolarmente memorabili. Menzione d’onore per la presenza della localizzazione in italiano, anche se la traduzione lascia non di rado a desiderare. Ci saranno porzioni di testo che sembreranno prelevate di peso da Google Translate.

Gunfire Reborn
Alcune boss fight saranno veramente ostiche…. Basterà veramente poco per finire uccisi. Indipendentemente dalla difficoltà selezionata in principio

DA AVERE SENZA RISERVE

L’imitazione è la più grande forma di adulazione, diceva qualcuno. E sicuramente il franchise di Borderlands costituisce un’innegabile fonte di ispirazione per diversi titoli. Tra cui Gunfire Reborn, che al netto di elementi e meccaniche “prese in prestito” fin troppo palesi riesce comunque nel suo intento. Ovvero quello di offrire una sana e copiosa dose di divertimento mista a sfida. Il tutto nella cornice di un ottimo lavoro da parte di Duoyi Games sul lato dei comandi e del bilanciamento. Due pilastri imprescindibili di qualunque looter shooter che si rispetti. Certo le aree generate proceduralmente tendono a essere un po’ troppo simili tra loro. Ma in fin dei conti in un simile contesto l’importante è sparare. E qui c’è tanto da colpire. Perciò mettiamoci all’opera.

Pregi

Gameplay e gunplay di pregevole fattura, che garantiscono alti livelli di sfida e divertimento. Gran numero di eroi, armi e pergamene. Stile artistico peculiare, che si poggia su un buon comparto tecnico, senza sbavature evidenti. Prezzo concorrenziale.

Difetti

Le similitudini con il franchise di Borderlands sono numerose; forse eccessive. Colonna sonora ed effetti audio impalpabili. Per quanto generati proceduralmente, gli ambienti tendono a essere assai ripetitivi. Qualche elemento contestuale sarebbe stato gradito.

Voto

8

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