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Call of Duty: Black Ops Cold War, recensione Xbox One Series X

La Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica torna protagonista grazie al nuovo Call of Duty, tra operazioni segrete e missioni di spionaggio negli anni ‘80

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La serie Call of Duty torna con un nuovo capitolo profondamente legato alle sue radici, ma al contempo con qualche interessante nuovo spunto. In questo episodio, Activision ha infatti voluto puntare molto sulla campagna singolo giocatore, proponendone una più “piena” e avvincente rispetto agli ultimi capitoli, ma senza trascurare le classiche modalità multigiocatore online, come le operazioni segrete, il free-to-play di Warzone e la modalità cooperativa Zombi, impreziosendole in alcuni casi con interventi mirati a migliorarne il realismo, senza stravolgere troppo gli schemi ormai collaudati. Call of Duty: Black Ops Cold War è un lavoro tutto sommato riuscito, a parte qualche inciampo qua e là, che premia il lavoro svolto dai tre team di sviluppo sul progetto, ovverosia Treyarch, Infinity Ward e Raven Software.

LA CAMPAGNA

L’esperienza per giocatore singolo di Black Ops Cold War è il sequel diretto della campagna del primo Black Ops, e presenta una storia che vede il ritorno di Alex Mason, Frank Woods e Jason Hudson. La vicenda si svolge in piena Guerra Fredda, in un momento in cui la contrapposizione politica, ideologica e militare tra le due potenze principali emerse vincitrici dalla seconda guerra mondiale, ovverosia gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, raggiunse uno dei suoi punti più critici, ed è strutturata attorno ad eventi storici realmente accaduti, rielaborati per supportare uno storytelling ricco di colpi di scena.

Nel gennaio del 1981, presso il quartier generale della CIA, il presidente degli Stati Uniti viene informato della minaccia di un attacco imminente che metterà in pericolo gli equilibri del potere.

Si dice che dietro ci sia il fantomatico agente sovietico Perseus. Una squadra Black Ops formata dai sopracitati agenti viene incaricata di fermare la minaccia, e di infiltrarsi in una base aerea in Turchia per eliminare un bersaglio importante. Da questo incipt parte un’avventura raccontata con uno stile cinematografico grazie a una regia molto curata e a una grafica a dir poco sontuosa, che condurrà il giocatore attraverso una serie di scenari magistralmente ricostruiti come Berlino Est, il Vietnam, la Turchia e perfino il quartier generale sovietico del KGB. La campagna in singolo è bella, ma ha un difetto: è troppo breve, nonostante le promesse fatte durante la fase di realizzazione dagli sviluppatori, che parlavano di un’avventura più longeva rispetto ai precedenti capitoli.

Ad ogni modo, i team impegnati sul gioco hanno operato piuttosto bene sia nella scelta della ambientazioni che delle singole aree. Se da un punto di vista grafico, come vedremo più avanti, gli scenari di Call of Duty: Black Ops Cold War hanno dato sfogo alla vena artistica dei grafici, da quello del gameplay hanno ispirato i progettisti, che li hanno strutturati in maniera tale da garantire ai giocatori una serie di approcci differenti alle missioni. In questo senso non siamo di fronte a un semplice “simulatore di operazioni speciali” ambientato in piena Guerra Fredda, ma a una produzione che mischia sia la cronaca di missioni di infiltrazione e sabotaggio, sia tematiche più assimilabili al thriller spionistico vero e proprio.

È infatti possibile ritrovarsi a dover rubare informazioni top secret, sabotare postazioni nemiche, avvelenare agenti di alto grado, minacciare un prigioniero per costringerlo a parlare, e così via. Mentre quando l’azione diventa “dura e pura”, la varietà delle strutture in campo garantisce, a seconda dei casi, una buona varietà di situazioni, anche in verticale.

Il gunplay, dal canto suo, non è male e ben restituisce la sensazione di maneggiare armi di vario calibro con una discreta precisione di tiro, anche se andrebbe rivista l’intelligenza artificiale dei nemici, non sempre all’altezza delle situazioni. Il resto lo fanno le nuove implementazioni, come il bullet time in corrispondenza dei tiri con fucile di precisione, le finisher differenti da distanza ravvicinata, la possibilità di usare un nemico come scudo e lanciarlo poi verso i suoi compagni con una granata addosso e altre finezze che rendono gli scontri ancora più avvincenti e cinematografici. Insomma, il gioco non si fa mancare nulla, gettando nella mischia tantissime situazioni diverse, dagli scontri notturni in ambiente urbano, ai giganteschi assedi, alle battaglie sui fiumi e in aria, fino ai tunnel da ripulire armati di torcia e revolver.

IL MULTIPLAYER

L’esperienza del multigiocatore di Call of Duty: Black Ops Cold War offre una  serie di modalità divertenti e competitive, con equipaggiamenti personalizzabili e un nuovo sistema di progressione. L’obiettivo generale è quello di accumulare eliminazioni, specialmente multiple, e raggiungere gli obiettivi per ottenere le serie di punti, potenti ricompense che variano da armi fenomenali a veicoli aerei controllabili che portano distruzione sul campo di battaglia.

Alle classiche modalità del multiplayer, tra cui Deathmatch a squadre, Dominio, Tutti contro tutti e altri, e alla serie di opzioni a obiettivo 6vs6, comprese le nuove Scorta VIP, dove proteggere o catturare un giocatore che diventa VIP tramite scelta casuale, e il ritorno di Controllo, è possibile affrontare sfide 12vs12 con tanto di veicoli all’interno di Armi Combinate Assalto, o combattere in squadra con altri tre giocatori nella modalità Team d’assalto, in cui dieci team di quattro operatori si scontrano sulle mappe più grandi disponibili.

Altra modalità molto amata dai fan all’interno dell’online è Operazioni segrete, la cui struttura prevede missioni non ufficiali e bersagli segreti svolgersi all’interno di mappe che sfruttano l’ambientazione realistica e storica del gioco, per mettere in campo una serie di operazioni stilisticamente variegate. Ognuna di queste missioni è punteggiata da momenti memorabili, svolte improvvise negli accadimenti e cambi di ambientazione. Il ritmo risulta sempre frenetico e serrato, sia gioco forza negli spazi stretti, sia nelle non rare fasi dove il level design allarga gli ambienti dando la possibilità di provare un approccio diverso rispetto alla solita corsa verso il check point.

Gli operatori di tutto il mondo possono sfidarsi nel deserto angolano (mappa Satellite), oppure nei laghi ghiacciati dell’Uzbekistan (Crossroads) sfruttando i carri armati per far saltare le postazioni nemiche, o perfino le motoslitte per aggirare il nemico e infrangere il suo fronte, giusto per fare degli esempi.

I combattimenti “duri e puri” di Call of Duty: Black Ops di cui parlavamo prima, nel paragrafo dedicato alla Campagna, sono rimasti tali pure nella modalità online, anche se correlati al modo di giocare e all’abilità di ciascun appassionato. Ad ogni modo, gli sviluppatori hanno pure qui lavorato a lungo per integrare degli elementi di gioco innovativi, per tentare di portare il tutto a un livello superiore. A cominciare dalle armi, che anche in queste sessioni restituiscono in generale un ottimo feedback, e sfruttano il nuovo motore dell’audio per far percepire meglio la differenza tra il fuoco di quelle amiche e nemiche, permettendo ai giocatori di capire chi gli sta sparando e con quale arma grazie al suono direzionale tridimensionale. Chi vuole tra l’altro perfezionare ulteriormente la propria arma principale o quelle secondarie, può farlo presso l’Armaiolo. Ogni arma principale può essere personalizzata con ben 54 accessori di otto diversi nodi, o punti d’aggancio, con almeno sei opzioni ciascuno. Vantaggi e svantaggi di ciascun accessorio sono mostrati con percentuali esatte, che permettono agli operatori di comprendere con precisione i dati di ciascuna configurazione.

GLI OPERATORI E LE NOVITÀ

Ma non è tutto: il sistema Crea una classe è ora basato sugli slot, e fornisce automaticamente, oltre a arma principale e secondaria, equipaggiamento letale e tattico, un potenziamento da campo e una serie di specialità. I potenziamenti da campo sono degli oggetti che aiutano la propria squadra o intralciano il nemico, basati sul tempo di gioco e dotati di una ricarica che prosegue dopo la morte.

Gli equipaggiamenti possono comprendere anche le Wildcard, che offrono uno dei quattro vantaggi disponibili, ovverosia la possibilità di montare otto accessori su un’arma principale, quella di trasportare fino a sei specialità, raddoppiare il numero di equipaggiamento letale e tattico fornito all’ingresso o, infine, trasportare tre specialità di ogni categoria, invece di una per ciascuna. C’è poi da sottolineare come siano stati rivisti i movimenti degli operatori, rielaborati a loro volta in funzione di un maggior realismo e bilanciamento degli scontri.

Gli sviluppatori hanno pertanto aggiunto uno slancio automatico supplementare, per poi passare alla normale velocità, quando si inizia uno scatto. Poi un sistema che regola le scivolate, che ora iniziano e terminano in posizione accovacciata per rendere più plausibile il movimento nel suo insieme.

Infine i movimenti più rapidi fanno più rumore rispetto a quelli più lenti, mentre i salti avvengono ad altezze più naturali, con gli operatori saranno momentaneamente rallentati all’atterraggio. Insomma, tanta carne al fuoco destinata ad aumentare nelle prossime settimane grazie alla crescita della community attraverso la funzione Cross-Platform e tra diverse generazioni, alle nuove stagioni in arrivo e al ricongiungimento alla nuova evoluzione di Call of Duty: Warzone, l’esperienza online gratuita per tutti sviluppata da Infinity Ward e Raven Software, che darà seguito alla popolare esperienza Battle royale ed espandendola.

ZOMBI

In alternativa alla Campagna in singolo, il gioco propone la divertente modalità cooperativa Zombi, dove bisogna abbattere legioni di non morti. In questa esperienza cooperativa, il videogamer, con tre altri operatori controllati dalla CPU o da amici, si ritrova a respingere ondate di non morti nei panni di un agente di Requiem, un team finanziato dalla CIA e guidato da Grigori Weaver, incaricato di indagare sulle anomalie sovrannaturali che si stanno verificando nel mondo, per poi eliminarle.

Mentre si scontrano con il Gruppo Omega, un’organizzazione sovietica che vuole sfruttare queste anomalie, i membri di Requiem possono usare specialità potenziabili e un arsenale di armi della Guerra Fredda per respingere gli zombi e scoprire dei segreti nascosti che potrebbero ribaltare l’ordine mondiale.

Tutte le armi hanno un loro livello di rarità, e possono risultare devastanti se abbinate alle giuste abilità. Da questo punto di vista segnaliamo il ritorno di specialità classiche come Juggernog e Speed Cola, oltre alla possibilità di poter schierare potenziamenti da campo e creare oggetti, aggiungendo quindi un nuovo livello alle tattiche di squadra. Per la prima volta in assoluto, tra l’altro, la modalità è disponibile per il Cross-Play e dunque le squadre possono essere composte da giocatori su più piattaforme e generazioni. Il tempo passato a giocare a Zombi permetterà agli utenti di progredire nel Battle Pass.

Passando al’aspetto tecnico, su Xbox One Series X abbiamo di fronte una produzione con una cosmesi impeccabile, che riesce a tradurre in immagini tutto l’immaginario pensato dagli scrittori del gioco, e che manda a schermo – a 60 frame al secondo (addirittura 120Fps nell’online) – delle ambientazioni davvero evocative, ricche da un punto di vista della modellazione e del livello di precisione riguardo al periodo. Tutto il materiale fino a qui descritto, infatti, ha aiutato sviluppatori, progettisti e grafici a realizzare un avvincente mondo virtuale, da South Beach (Miami) alle gelide acque dell’Atlantico settentrionale (Armada) fino ad arrivare all’Unione Sovietica (Mosca). Un mondo che apapre ancora più credibile grazie all’illuminazione fotometrica e al sistema “Contour” del motore, che gestisce il terreno.

L’illuminazione, complice un sapiente uso del ray tracing, assieme agli effetti speciali restituiscono degli scenari di ottimo livello. Strabilianti sono poi le animazioni facciali, aspetto che rende le numerose cutscene del gioco davvero indistinguibili da una produzione cinematografica. Il risultato generale è quindi uno scenario incredibile, valorizzato dal supporto per HDR e 4K sulle piattaforme di nuova generazione e PC. Belli, in ultimo, il doppiaggio in italiano e la colonna sonora, con musiche che pompano rabbiose durante le missioni o per sottolineare le fasi più importanti.

COMMENTO FINALE

 Call of Duty: Black Ops Cold War è uno dei capitoli più interessanti dell’intera saga, dotato di una Campagna più breve di quella promessa dagli sviluppatori, ma comunque più lunga della media, tecnicamente ben fatta, difficile e che ruota attorno ad una storia ben raccontata e coinvolgente.

Allo stesso modo non possiamo non elogiare l’enorme offerta del comparto multiplayer, che se da un lato rimane fedele ai canoni imposti dal genere e dalla saga, dall’altro rinvigorisce il tutto con un inedito sistema di customizzazione e una serie di nuove modalità e opzioni davvero interessanti, ai quali settimana dopo settimana se ne aggiungeranno gratuitamente altri attraverso le stagioni.

Pregi

Sequenze cinematografiche assolutamente spettacolari. Giocabilità meglio rifinita rispetto ai precedenti capitoli. Graficamente un bel passo in avanti. Ambientazioni affascinanti e storia ben strutturata con tanto di bivi. narrativi…

Difetti

… ma meno longeva di quanto era stato promesso. Intelligenza artificiale dei nemici da limare. Qualche arma andrebbe meglio bilanciata.

Voto

9

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