Ve ne parlammo lungamente nella nostra anteprima e oggi, scriveremo la recensione: stiamo parlando di The Otterman Empire divertente shooter rilasciato recentemente dalla software house indie britannica, con sede a Manchester, Tri-Heart Interactive.
Un progetto che si affaccia nel variegato e (non troppo) affollato mercato degli shooter in stile Garden Warfare o Splatoon. Un progetto particolare perché, come già sottolineammo in passato, The Otterman Empire è stato un progetto guidato dalla comunità, ampiamente testato e perfezionato con l’aiuto di una base di fan fiorente e dedicata che ha fornito feedback in ogni fase agli sviluppatori.
E ora il gioco è disponibile in versione 1.0 su Steam. Versione che, naturalmente, abbiamo testato. Ecco a voi la recensione di The Otterman Empire. Buona lettura.
UNA GUERRA DI… LONTRE!
The Otterman Empire è uno sparatutto in terza persona, con una visuale fissata sulla spalla. Memore degli “insegnamenti” di Splatoon e, soprattutto, di Garden Warfare, il gioco ci permette di scoprire un divertente mondo popolato da lontre antropomorfe.
Nel gioco, impersoneremo delle agguerritissime lontre antropomorfe, differenziate da dotazioni e capacità singole, alle prese con una cattivissima minaccia. Le premesse narrative del titolo, ammesso che realmente servano, parlano chiaro. In una galassia molto lontana (dalla Terra), nelle profondità dello spazio, esiste un mondo variopinto e immerso nel blu dell’acqua, minacciato dal malvagio scienziato Tiko che, utilizzando le sue robotiche creazioni, è intenzionato a conquistare il pacifico pianeta abitato da tanti, colorati abitanti, da lontre a bizzarri pesci-robotici.
Una premessa che, come spesso accade in questi giochi (e, per certi versi, com’è giusto che sia), è nulla più che una piccola scusa per poter imbracciare, in questo caso, i nostri fucili acquatici. Ed è un monito: non fare arrabbiare le lontre.
Partiamo subito da un presupposto: The Otterman Empire ha alla base un’idea specifica di gameplay. Un gameplay che, nei fatti, è votato principalmente all’azione cooperativa locale (nonostante ci sia la possibilità di affrontare una mini-campagna in singolo). E, così come di già specificammo nella nostra anteprima, sembra sterzare vistosamente verso un qualcosa più vicino ad un’attività videoludica di gruppo, quasi un classico party game, attraverso uno spettacolare couch co-op.
Sarà quindi giocabile con gli amici, fisicamente in loco fino a quattro giocatori contemporaneamente (non c’è purtroppo multiplayer online, una mancanza sentitissima).
LE AMBIENTAZIONI E GLI EROI
Il gioco è sostanzialmente ambientato in una serie di arene, otto in totale, dove sfidando altri giocatori o nemici controllati dall’Ia, dovremo portare a compimento una serie di specifiche task. Si andrà da una modalità in pieno stile King of The Hill, dove dovremo mantenere il controllo di uno specifico punto d’interesse, ad altre che ci vedranno attivare laser o assemblare bombe. Alla fine di ogni livello, saremo ricompensati con una serie di stelle, correlate direttamente alla nostra performance in-game. In generale, la mini-campagna presente si concluderà molto velocemente e ciò che resterà sarà ripetere le (poche) modalità presenti ad oltranza, offrendo una longevità complessivamente mediocre per gli standard attuali.
Naturalmente, in The Otterman Empire avremo una variegata selezione di coloratissimi (e acquatici) eroi che saranno contraddistinti da armi specifiche e, con esse, uno stile di gioco particolare.
Avremo personaggi in grado di scatenare l’inferno in mischia, altri votati al “mordi e fuggi”, altri invece fondamentali da una considerevole distanza.
Ognuno degli eroi, con le relative differenze, avrà una tipologia di attacco base più una mossa speciale che si ricaricherà a distanza: ad esempio, una classe potrà creare una bolla curativa e ripristinare i punti ferita, mentre un’altra creerà una sorta di vortice in grado di danneggiare ad area i nemici circostanti.
In linea di massima, il gameplay correlato ad ogni personaggio sarà sufficientemente differente e l’uso dell’uno o dell’altro, ci “forzerà” a modificare un minimo le nostre strategie di approccio ai livelli. Ogni personaggio, inoltre, sarà dotato di un jetpack che, in linea di massima, sarà fondamentale per portare a compimento i vari obiettivi e navigare i livelli, strutturati sia in verticale che in orizzontale.
Se volessimo riassumere il gameplay complessivo di The Otterman Empire, potremmo dire che la routine, in sostanza, sia far da spola tra l’obbiettivo da raggiungere e i vari corsi o specchi d’acqua che scorreranno nei livelli e che, sostanzialmente, serviranno a ricaricare le nostre armi acquatiche.
PANTA RHEI… O FORSE NO
In generale, l’esperienza videoludica offerta è discreta. La modalità in singolo può velocemente tramutarsi in cooperativa e viceversa, non facendo perdere nessun progresso a livello di sblocco di armi, personaggi ecc. Il vero problema di The Otterman Empire, è una generale ottimizzazione e design complessivo non particolarmente esaltante.
Il gioco sarà afflitto da un micro-input lag dei comandi, quasi impercettibile se non nelle situazioni più complicate e da una generale taratura delle azioni non precisissima (come ad esempio i doppi salti, difficili da controllare perfettamente). Ma i problemi non finiscono qui: anche l’interfaccia utente sarà difficile da masticare. Spesso, gli indicatori saranno complicati da scorgere o, in rari casi, non appariranno affatto rendendoci la vita piuttosto difficile anche solo nel capire, nelle battute iniziali, cosa fare o, in game, da dove ci stiano sparando.
Ad esempio, in aggiunta, non sarà subito chiaro che per sbloccare i livelli successivi, dovremo accumulare sufficienti stellette, che otterremo alla fine di ogni stage completato.
Senza contare una certa sovraesposizione a menu, pop-up e conferme di varia sorta, a nostro avviso un po’ eccessiva e che spezzeranno un po’ il gameplay, sufficientemente dinamico.
Ma anche in quest’ultimo frangente, il dinamismo, The Otterman Empire non convince sino in fondo: saremo ben presto assaliti dalla sensazione di essere estremamente “lenti” nei movimenti.
Da un punto di vista tecnico ed estetico, The Otterman è una buona produzione complessiva. Confezionato con un sapiente uso dell’Unreal Engine, in generale l’opera videoludica non mostra eccessivi difetti di programmazione (seppur siano presenti tanti piccoli e non troppo ricorrenti bug) e, in generale, mette sul piatto anche un mondo colorato e sufficientemente caratterizzato.
Stesso discorso per i simpatici protagonisti del gioco, dal design discreto e variegato, accomunati al contempo da un aspetto simpatico e leggero. Per quanto concerne le performance, il gioco risulta esser piuttosto “accomodante” e, nonostante non ci siano tantissime opzioni grafiche con cui smanettare, raggiungere i 60 frame anche con una macchina non proprio recentissima, non dovrebbe essere un problema.
COMMENTO FINALE
Nonostante sia stato ormai pubblicato, The Otterman Empire non sembra del tutto pronto. L’idea di base c’è e l’esser votato al party play è sicuramente un punto di forza. Peccato che l’assenza del multiplayer online e le non tantissime modalità presenti limitino complessivamente la longevità di un gioco che, al contempo, mostra limiti tecnici e di design.
Il futuro del titolo dipenderà, in larga misura, dal supporto post lancio. Ootrebbe diventare un piccolo gioiello ma servirà un lungo lavoro che gli sviluppatori stanno comunque facendo.
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