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Towa and the Guardians of the Sacred Tree, tempus fugit, recensione

Una giovane divinità e otto guardiani contro il male in una lotta fatta di sacrifici e rassegnazione di fronte all'ineluttabile scorrere del tempo

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Di tutti i possibili “nemici”, ce n’è uno contro cui non vi sarà mai una lotta equa: il tempo. E i protagonisti di Towa and the Guardians of the Sacred Tree lo sanno fin troppo bene. Ma andiamo con ordine. Oggi parleremo di un roguelite d’azione ispirato alla mitologia giapponese in cui una dea senza età dovrà lottare contro il male per il bene del proprio villaggio. Una premessa probabilmente scontata, ma avremo modo di scoprire la presenza di elementi distintivi.

Dietro allo sviluppo troviamo Brownies, una software house giapponese fondata nel 2012 da Shinichi Kameoka nota principalmente per Doraemon Story of Seasons (2019) e la serie Egglia. Ci sono svariate cose da dire, perciò bando agli indugi e tuffiamoci in questa recensione della versione Pc di Towa and the Guardians of the Sacred Tree. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Bandai Namco, è disponibile anche su PS5, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.

SACRIFICARSI PER IL BENE COMUNE

Il suo aspetto giovanile potrebbe trarre in inganno, ma la protagonista, Towa, è in realtà una potente divinità con il compito di difendere il villaggio di Shinju assieme ai suoi otto guerreri, chiamati Figli della Preghiera. A minacciare quest’ultimo infatti è Magatsu, un dio malvagio intenzionato a corrompere il mana del mondo. La situazione precipita quando nel corso di una battaglia i guerrieri di Towa finiscono dispersi nel tempo, col villaggio che invece rimane intrappolato in una linea temporale distorta.

Per ripristinare l’equilibrio la dea deve ritrovare i suoi guerrieri perduti tra le maglie del tempo, sconfiggere la mostruosa progenie di Magatsu e reclamare il mana della Terra. Ogni nostra vittoria farà avanzare di decenni il tempo nel villaggio di Shinju, e i suoi abitanti invecchieranno e potranno lasciare un’eredità, mentre Towa rimarrà sempre la stessa divinità protettrice senza età. Questo progresso tuttavia presenterà anche un prezzo: per guarire il mondo un guardiano dovrà essere abbandonato, e nel corso della storia (tra epiche battaglie e il silenzioso ricambio generazionale) dovremo prendere decisioni difficili.

L’INCIDENZA DELLO SCORRERE DEL TEMPO

Towa and the Guardians of the Sacred Tree

Come tutti i titoli sui generis rilasciati negli ultimi anni, anche Towa and the Guardians of the Sacred Tree non può evitare di ispirarsi ad Hades (2020). L’opera di Supergiant Games ha inevitabilmente ridefinito i roguelite d’azione, e la bontà della formula ludica è tale da rendere difficile, se non impossibile, pescare da essa a mani più o meno piene.

Tra l’altro non gioca a favore (specie in termini di vendite effettive o potenziali) del team di Brownies il fatto di lanciare sul mercato il proprio progetto praticamente in concomitanza con Hades II, uscito dall’accesso anticipato e rilasciato nella sua versione completa proprio in questi giorni. Tuttavia vogliamo cercare di concentrarci su ciò che permette all’avventura di Towa e compagni di distinguersi, o quantomeno di provarci.

Towa and the Guardians of the Sacred Tree

Il cuore del gameplay è quello tipico del genere: attraverseremo scenari/stanze semi-casuali in cui dovremo sconfiggere ondate di nemici fino ad arrivare al boss di turno. Tra una partita e l’altra faremo ritorno al villaggio di Shinju, dove potremo forgiare armi, migliorare le nostre statistiche ed erigere nuove strutture, ricostruendo un pezzo alla volta ciò che Magatsu ha distrutto.

Il villaggio funge infatti da HUB, e il fatto di vederlo crescere ed evolversi (parallelamente allo scorrere della narrazione) aggiunge una certa profondità che va al di là dei semplici vantaggi pratici derivanti dalla costruzione di strutture dedicate al miglioramento dei personaggi.

BUONE IDEE, DISCRETE ESECUZIONI

Towa and the Guardians of the Sacred Tree

Come dicevamo in precedenza, al netto dell’inevitabile somiglianza sul fronte ludico con Hades, Towa and the Guardians of the Sacred Tree prova autenticamente a distinguersi, e in parte ci riesce davvero. Questo principalmente grazie al fatto che non solo avremo ben nove personaggi tra cui scegliere (Towa e gli otto Figli della Preghiera ndr), ma anche perchè in una partita ci saranno sempre due personaggi.

Uno controllato da noi e l’altro dall’IA, o in alternativa da un secondo giocatore (sia online che in locale a schermo condiviso). C’è poi il discorso relativo alla “formazione” in battaglia: un personaggio sarà lo “Tsurugi”, addetto al combattimento corpo a corpo, mentre l’altro, il “Kagura”, si dedicherà al supporto magico e in generale al combattimento a distanza.

Towa and the Guardians of the Sacred Tree

Ciascuno dei personaggi porta con sé un proprio set di statistiche e abilità, perciò starà a noi trovare la combinazione più congeniale in base alla nostra strategia o ai nostri gusti. Dovremo però ricordarci che dopo aver sconfitto un boss saremo costretti a sacrificare il Kagura, dunque dovremo scegliere attentamente quale personaggio assegnare a tale ruolo e come elargire i vari potenziamenti.

Sulla carta il sistema concepito da Brownies presenta un notevole potenziale in grado di aggiungere profondità strategica e rigiocabilità (che in un titolo di questo tipo è fondamentale). A livello pratico tuttavia questa configurazione a “doppio eroe” presenta comunque dei limiti. Rimanendo fedeli allo stesso Tsurugi potenziandolo di continuo, la meccanica del Kagura diventa praticamente inutile.

Towa and the Guardians of the Sacred Tree

Perchè sprecare risorse/potenziamenti su un personaggio destinato a finire nella “spazzatura” dopo aver sconfitto un boss? C’è poi da considerare la difficoltà irregolare del gioco, dove si passa da partite inizialmente gestibili ad altre dove i nemici diventano improvvisamente delle vere e proprie spugne capaci di assorbire ingenti quantità di danni.

Ciò vale soprattutto per i boss, che presenteranno anche teletrasporti casuali e letali attacchi ad area. Visto e considerato anche uno scarso recupero della salute da parte dei nostri personaggi, capiterà di ritrovarsi intrappolati in sessioni tendenzialmente logoranti, più che divertenti.

UNA DELIZIA PER OCCHI E ORECCHIE

Towa and the Guardians of the Sacred Tree

Ispirandosi nettamente alla mitologia giapponese, Towa and the Guardians of the Sacred Tree fonde elementi bidimensionali e tridimensionali, creando un’estetica in stile acquerello che si sposa perfettamente con tale cultura. Il design di personaggi e mostri è distintivo e variegato, e conferisce alla produzione fascino e personalità (cosa non scontata visto quanto i titoli di ispirazioni nipponica sono inflazionati). Gli scenari poi sono colorati e vivaci, con una qualità pittorica che riesce a trasmettere pienamente il misticismo e il folklore giapponese.

La colonna sonora, composta da Hitoshi Sakamoto (già autore di quella di Final Fantasy XII, tanto per dirne una), è indubbiamente uno dei punti di forza della produzione, con un ottimo equilibrio tra le fasi concitate di combattimento e l’enfatizzazione della pacifica vita al villaggio di Shinju. Il gioco, sottotitolato anche in italiano, presenta un doppiaggio sia in inglese che in giapponese. Come è lecito aspettarsi quest’ultimo risulta nettamente superiore rispetto a quello inglese, con interpretazioni decisamente piatte.

Towa and the Guardians of the Sacred Tree

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

E’ difficile evitare paragoni tra Towa and the Guardians of the Sacred Tree e Hades II. Vuoi per la finestra di lancio estremamente ravvicinata o per la la netta quanto inevitabile ispirazione alla formula di Supergiant Games. In ogni caso agli sviluppatori di Brownies va riconosciuto l’indubbio impegno profuso nella propria creazione, anche nell’atto di proporre qualcosa di diverso. L’obiettivo è stato parzialmente raggiunto, con un’originale (ma con dei limiti) meccanica a doppio giocatore e una suggestiva presentazione audiovisiva.

Tuttavia, anche per il fatto che allo stesso prezzo viene venduto anche Hades II, preferire l’avventura di Towa e compagni potrebbe non essere semplice per gli appassionati del genere. A meno che non siano appassionati di mitologia giapponese e intenzionati a provare qualcosa che effettivamente prova a discostarsi dai tipici roguelite d’azione. In ogni caso rimane un’esperienza a cui dare una possibilità concreta.

Pregi

Per essere un roguelite d'azione la trama è piuttosto sviluppata e intrigante. Presentazione audiovisiva affascinante, con una colonna sonora particolarmente d'effetto. Gameplay alquanto solido, con una meccanica a "doppio giocatore" dall'indubbio potenziale...

Difetti

... La quale però presenta anche degli evidenti limiti. Difficoltà irregolare. Allo stesso prezzo vi sono alternative sui generis ludicamente superiori.

Voto

7,5

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