The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered è stato rilasciato con un cosiddetto shadow drop. Una release “a sorpresa”, con annuncio al quale ha fatto seguito il gioco vero e proprio, praticamente senza tempo di attesa. Le virgolette stanno a indicare che a conti fatti non si è però trattato di una sorpresa vera e propria, giacchè l’uscita di questa remastered (o quantomeno un annuncio che fissasse una data) era fortemente nell’aria. Vuoi per i leak, o forse per l’imminente Skyblivion, che sembra essere ormai pronto o quasi.
Per chi non dovesse conoscerlo, si tratta di un progetto fan-made che rappresenta un remake di Oblivion realizzato partendo da una conversione totale di The Elder Scrolls V: Skyrim, di cui riprende quindi il motore e quant’altro. Il team di modder è all’opera da quasi 10 anni per ridare vita al mondo di Cyrodiil, e la persona a capo del progetto, Rebelzize, ha dichiarato che è felice dell’uscita di questa remastered “ufficiale”. Nessuna rivalità dunque, ma solo una gioia duplice per gli appassionati del franchise, che entro l’anno potranno dunque mettere le mani anche su Skyblivion, che però è e sarà un’esperienza distinta.
Ma torniamo sul pezzo, letteralmente, con questa recensione della versione Pc di The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered. Ricordiamo che il gioco, sviluppato da Bethesda Game Studios in collaborazione con Virtous e pubblicato da Bethesda Softworks, è disponibile anche su PS5 e Xbox Series X/S. Buona lettura.
A CAVALLO TRA REMASTERED E REMAKE
Ciò che più colpisce di The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered, specie a primo impatto, è il rinnovamento grafico. Il passaggio all’Unreal Engine 5 eleva il fronte visivo a tal punto da chiedersi se si tratta di un remake, più che di una remastered. Le texture sfocate e i bordi frastagliati del titolo originale (datato 2006 ndr) spariscono per lasciar posto ad ambienti molto più nitidi e definiti.
La luce del sole che filtra tra le foglie degli alberi ora proietta ombre dinamiche e anche i sassi, bagnati dalla pioggia, brillano realisticamente. Anche i modelli dei personaggi risultano enormemente migliorati, in particolar modo a livello di volti che presentano tratti più fluidi e una consistente varietà di espressioni. Ciò nonostante, essi ancora conservano parte di quel fascino che li aveva resi iconici quasi 20 anni fa.
Il consistente upgrade grafico coinvolge naturalmente anche armi e armature, ora molto più corpose e distinte sul fronte visivo. Anche se uno potrebbe pensare, e non a torto, che si tratti di un remake, quella di Bethesda Game Studios e Virtuos è e rimane una remastered. Dopotutto a supportare il “gioco” vero e proprio (a livello di IA, NPC, missioni ecc) è ancora il Creation Engine, con tutto quello che ne consegue: nel bene e nel male.
Basti pensare che numerosi bug e glitch sono rimasti esattamente gli stessi: in ogni caso però il cuore dell’esperienza di quasi 20 anni fa è rimasto intatto, per la gioia degli appassionati di lungo corso. Ciò si riflette anche sull’interfaccia utente, resa più pulita e intuitiva ma con il design originale che conserva tutto il fascino e la funzionalità del 2006.
CONSERVARE, MIGLIORARE SENZA STRAVOLGERE…
Laddove il restyling grafico è e rimane incredibilmente evidente, la situazione sul fronte gameplay è invece diversa. The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered infatti lascia quasi intatta la struttura ludica della versione originale, con miglioramenti alla quality of life utili ma che non vanno a stravolgere l’esperienza concepita da Bethesda nel 2006, e ancora oggi avvincente.
Si parte dall’editor del personaggio, più profondo che mai e dove potremo realizzare il nostro alter-ego scegliendo tra qualsiasi razza della tradizione di The Elder Scrolls. Da lì inizierà poi il nostro viaggio, dove saremo tanto liberi di seguire la trama principale, svelando i misteri dei cancelli dell’Oblibion e del culto della Mitica Alba, che di perderci nella miriade di missioni secondarie.
Il mondo di Cyrodiil offre una quantità impressionante di contenuti, dove il senso di scoperta è vigoroso oggi come allora. Il sistema di combattimento, pur funzionale all’epoca, appare tuttavia un po’ datato rispetto agli ARPG moderni. Come abbiamo detto in principio si tratta di una remastered e non di un remake, cosa che dunque “giustifica” il mantenimento del suddetto.
Va però riconosciuto che il sistema di combattimento risulta un po’ più reattivo che in passato, e che soprattutto il feedback visivo di attacchi e incantesimi risulta sensibilmente più soddisfacente, per via della grafica estremamente migliorata. Tuttavia non ci si deve aspettare la fluidità e la complessità delle produzioni più recenti: in fin dei conti la ricchezza di Oblivion era ed è riposta nella varietà di armi, incantesimi e nemici, più che in meccaniche sofisticate.
… MA NON TUTTO È PERFETTO
Proprio il sistema di magie e incantesimi costituisce uno dei principali punti di forza della produzione, che in quest’ambito sovrasta tutti gli altri capitoli di The Elder Scrolls, Skyrim compreso. L’enorme numero di incantesimi disponibili, la possibilità di crearne di personalizzati (!) e le diverse scuole di magia a disposizione offrono infatti una vasta gamma di opzioni strategiche.
Il mondo di Cyrodiil oltretutto va considerato come un’entità distinta. Ogni insediamento ha una sua personalità, dalla vivace città imperiale nel cuore del territorio al tranquillo villaggio di pescatori di Anvil. Gli NPC, pur essendo ancora oggi inclini a dialoghi ripetitivi, appaiono visibilmente più vivi grazie a modelli più dettagliati e, in particolare, ad animazioni facciali molto più curate.
A essere oggetto di rimasterizzazione è anche il comparto audio, più definito e ricco che mai di suoni ambientali estremamente curati che accentuano l’immersione nel mondo di gioco, specie nel corso dell’esplorazione. Oltre alla campagna principale, The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered comprende naturalmente anche le due storiche espansioni: Knighs of the Nine e Shivering Isles.
Quest’ultima poi, come ambientazione, è quella che ha più beneficiato del lavoro di restauro: a livello visivo infatti rappresenta talmente una delizia da poter essere difficilmente descritta a parola. Vi invitiamo quindi a farvi un giro non appena possibile. Per il resto, ribadiamo quando espresso in precedenza: questa remastered punta a mantenere intatto lo spirito dell’esperienza originale, cosa che si riflette appunto anche sul versante tecnico.
Nella nostra prova abbiamo riscontrato il funzionamento di quasi tutti i vecchi “escamotage” per livellare velocemente varie abilità, per non parlare dei bug storici. Personaggio che talvolta può rimanere bloccato nell’ambiente, fisica del gioco che va a farsi benedire in certe circostanze e via discorrendo. Passaggio all’Unreal Engine 5 a parte, dunque, non sarebbe errato sostenere che è lo stesso gioco di quasi vent’anni fa.
Ci sarebbe quindi piaciuto veder affrontati e risolti, da parte di Bethesda, queste problematiche che, comunque, rimangono di poco conto nel complesso dell’esperienza. Ciò che invece gli sviluppatori avrebbero dovuto sicuramente curare di più è l’ottimizzazione, visto e considerato quanto, soprattutto senza DLSS e Frame Generation attivi, The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered faccia fatica ad avere un framerate stabile.
DA AVERE SENZA RISERVE
The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered riporta in vita con successo un ARPG storico che dopo quasi vent’anni ha ancora parecchio da dire. Nonostante i significativi miglioramenti grafici e tecnici (comunque mirati a conservare lo spirito dell’esperienza originale, senza stravolgimenti), è indubbio che la produzione non possa confrontarsi direttamente con i titoli AAA contemporanei, specie in termini di combat system.
Eppure, nonostante i due decenni di differenza, l’opera di Bethesda Game Studios conserva innumerevoli ragioni, ludiche e narrative, per essere giocata e rigiocata. Non si tratta di una rimasterizzazione perfetta, specie per via di alcune magagne tecniche, ma è sicuramente buona abbastanza da richiamare a Cyrodill tutti i fan di lungo corso, per non parlare di quelli nuovi. I quali potrebbero cogliere l’occasione per conoscere più da vicino il mondo di The Elder Scrolls, magari anche in vista del sesto capitolo (che però sembra essere ancora lontano). Bentornati nell’Oblivion.
Pregi
Un ottimo lavoro di restauro, che amplifica smisuratamente il fascino di Cyrodiil, tanto a livello di ambientazione quanto di gameplay. Lo spirito dell'esperienza originale è rimasto intatto, ma risulta arricchito da diversi miglioramenti alla quality of life. I glitch, anche quelli a potenziale vantaggio del giocatore, sono rimasti gli stessi di allora...
Difetti
... Ma sfortunatamente ciò vale anche per i bug. Prestazioni da rivedere e migliorare: ancora una volta l'Unreal Engine 5 pecca in termini di performance.
Voto
8