The Will of Arthur Flabbington, recensione di un’assurda caccia al tesoro

Un tesoro, un fantasma, un protagonista inferocito e tanta pixel art daranno vita ad un'avventura scanzonata e divertente

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Quello delle avventure grafiche è un genere perlopiù tenuto in vita dagli sviluppatori indipendenti, visto che le grandi aziende di rado scelgono di puntare su questo tipo d’esperienza. The Will of Arthur Flabbington, di cui parleremo oggi, è l’ennesima prova della legittima ambizione di un progetto dalle origini davvero umili.

Dietro allo sviluppo infatti troviamo Gugames, dietro alla quale vi è un singolo sviluppatore, il nostro connazionale Fabio Guggeri (di stanza però a Lugano, in Svizzera). La sua creazione è una delle tante, tantissime passate in sordine in quel dello store di Valve

Andiamo a scoprire se e quanto ciò è ingiusto in questa recensione di The Will of Arthur Flabbington. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dallo stesso sviluppatore, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam e GOG. Buona lettura.

UN WEEKEND FANTASMAGORICO

The Will of Arthur Flabbington è un’avventura grafica che già dalle prime battute non nasconde la sua incredibile vena umoristica. È vero, l’enigma della capra di Broken Sword è ancora lassù, ma i puzzle proposti sono talvolta complessi. A livello narrativo troviamo invece un giovanotto (il protagonista della vicenda ndr) alle prese con un’eredità.

Lo zio Arthur è morto lasciando indizi per un tesoro nascosto, ma il testamento è indirizzato solo ai suoi due amici: Ada e John.  Stranamente il nipote Jack viene lasciato alla porta. Arrabbiato e per nulla disposto a mollare la presa, Jack opta per una soluzione assolutamente alla portata di tutti: parlare direttamente con il defunto e odiato parente.

Sceglie quindi di assumere una medium probabilmente sottopagata e si prepara per il rito, ma nel momento cruciale dell’evocazione va tutto a rotoli.  Anziché entrare in contatto con lo zio si ritrova alle prese con un fantasma che porta lo stesso nome di battesimo, ma che non ha nulla a che fare con le vicende. Un tipico caso di omonimia.

Da lì avrà inizio un’improbabile e divertente avventura dalla prospettiva di Jack e Arthur, che si stuzzicheranno a vicenda costantemente. Andando in profondità scopriremo quanto i vari personaggi siano stati davvero ben caratterizzati. Jack per esempio arriverà a crescere, maturare proprio grazie al rapporto col fantasma, anche se in modo rocambolesco e tutt’altro che convenzionale.

SEMPLICE SOLO IN APPARENZA

Come di consueto per un’avventura grafica, anche The Will of Arthur Flabbington si avvale della rodata coppia mouse/tastiera per i controlli. Con il tasto sinistro del mouse muoveremo il personaggio e andremo a interagire con NPC e oggetti d’interesse. L’interfaccia è semplice e minimale, e prende chiaramente spunto dalle vecchie glorie del genere con tanto di cambi d’icona per la raccolta degli elementi.

Il gioco segue una struttura lineare come Monkey Island (qui la recensione dell’ultimo capitolo) ma questo non ne compromette la qualità, anzi. Oltretutto i vari enigmi che ci si pareranno davanti saranno davvero brillanti, anche se alcuni di essi potranno risultare un po’ troppo impegnativi. Nel corso dell’avventura non controlleremo solo il protagonista, Jack, ma anche la sua esasperante spalla Arthur.

Il quale, essendo un fantasma, potrà contare su una serie di abilità speciali. Dal passare attraverso i muri all’entrare in contatto con altri NPC “possedendoli”, e facendoli muovere. I suoi poteri non solo risulteranno determinanti nella progressione, ma rappresentano anche un elemento che non si vede spesso in questo tipo di produzioni.

Una gran bella trovata quella di Gugames, che ci ha fatto pensare a un’ipotetica modalità cooperativa in locale. Ovviamente l’intangibilità di “Artie” e la sua capacità di possedere altre persone non sempre garantirà la risoluzione di un enigma, perchè ciascuno risulta studiato con attenzione, e va superato in un modo specifico. Per chi dovesse perdersi (e vi assicuriamo che può succedere) c’è inoltre la comoda possibilità di avere un recap di ciò che è successo fino a quel momento, parlando con Artie.

QUANDO IL FOTOREALISMO NON SERVE

A livello grafico The Will of Arthur Flabbington si difende piuttosto bene, mostrando una pixel art semplice ed espressiva, accompagnata da una palette di colori tendenzialmente orientata a toni accesi. I personaggi godono di buoni dettagli e sono facilmente riconoscibili. Anche gli scenari (seppur non numerosi, nel complesso) beneficiano della medesima cura, e l’interazione con gli elementi a schermo è tanto gradevole quanto efficace.

L’interfaccia invece è minimalista, ma si sposa bene con la struttura di gioco. Per accedere all’inventario basterà infatti muovere il mouse nella parte superiore dello schermo, mentre l’interazione è affidata al tasto sinistro. Persino sul fronte audio il lavoro di Gugames non delude, sia per le ottime tracce che cambieranno in base allo scenario che, soprattutto, per la presenza di un doppiaggio (in lingua inglese) sorprendentemente valido. Cosa assai notevole per un titolo sviluppato da una sola persona, al di là del fatto che ci sia un doppiaggio in sé.

DA AVERE SENZA RISERVE

The Will of Arthur Flabbington è un’avventura grafica divertente, scanzonata e a suo modo unica nel genere. La scrittura è semplice e facile da seguire (ma non per questo poco brillante), e molto interessanti sono anche le interazioni tra i personaggi in sé, a partire dalla singolare coppia protagonista delle vicende. L’ottima pixel art e il pregevole comparto audio (impreziosito dalla presenza del doppiaggio) collimano in un struttura che garantisce un coinvolgimento costante.

Il livello di sfida proposto con gli enigmi è piuttosto alto, ma fortunatamente non siamo ai livelli di Myst o Riven. Ci sono poi svariati easter eggs tutti da scoprire, alcuni dei quali potranno essere notati solo dai giocatori più arguti. Quella di Gugames è indubbiamente un’opera realizzata con passione, che raccomandiamo vivamente a tutti gli appassionati del genere. E’ davvero un peccato che Steam e GOG non riescano a dare la giusta visibilità negli store a piccole perle come questa.

Pregi

Buon comparto narrativo, permeato da un umorismo dissacrante accentuato oltretutto da un ottimo doppiaggio. Stilisticamente accattivante al netto della semplicità sul versante grafico. Notevole livello di sfida grazie a enigmi ben studiati...

Difetti

... Anche se alcuni risultano dannatamente più difficili di altri, quasi da frustrazione.

Voto

8,5