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Return to Monkey Island, recensione Pc

Torniamo su una delle isole più famose di sempre con la recensione di una vera e propria icona tra le avventure grafiche

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The Secret of Monkey Island è una delle avventure grafiche più popolare di tutti i tempi nonchè indiscussa pietra miliare del genere. Capolavoro anni ’90 prodotto dall’allora Lucasfilm Games, divenne un classico senza tempo riuscendo a convincere tanto la critica quanto il pubblico. Dietro a quest’opera indimenticabile (e a quelle successive ndr) si cela il magico trio formato da Ron Gilbert, Tim Schafer e Dave Grossman. A circa 13 anni da Tales of Monkey Island (2009), vi è finalmente stato l’attesissimo ritorno della saga con questo Return to Monkey Island.

Nuovo capitolo che vede ancora una volta la mano di Ron Gilbert, supportato a sua volta dal team di Terrible Toybox. Studio indipendente con cui in passato collaborò alla realizzazione del memorabile Thimbleweed Park. La trama riprenderà dalla conclusione di Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge, ma non per questo ne costituisce un sequel. O almeno non solo. L’autore infatti ha precisato che la sua nuova creazione va considerata semplicemente come il sesto titolo principale del franchise, che mira a far rivivere i fasti di un tempo.

Torniamo quindi a seguire le avventure del pirata Guybrush Threepwood in questa recensione della versione Pc di Return to Monkey Island. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Devolver Digital, è disponibile anche su PS5, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.

CORPO DI MILLE BALENE!

È passato più di un decennio dall’ultima volta che abbiamo visto Guybrush Threepwood, giovane e a suo modo aspirante pirata, far breccia tra i cuori degli appassionati della serie Monkey Island. Con Return to Monkey Island il nostro eroe intraprende una missione certamente di non poco conto: svelare il vero segreto dell’isola. Rompiamo gli indugi chiarendo che nel complesso il gioco è divertente e coinvolgente come i predecessori.

Per i fan di vecchia data e i neofiti delle avventure punta e clicca c’è indubbiamente materiale di valore e una storia non scontata. Dopo parecchi anni da quando il nostro eroe ha solcato i sette mari fino all’arrivo sull’isola molte cose sono cambiate, e non tutte in meglio. Infatti amici e nemici sono coinvolti in varie situazioni, e non tutti saranno felici del suo ritorno.

Return to Monkey Island

Questo nuovo capitolo offre un gameplay piuttosto tradizionale, che comprende però diversi accorgimenti che scopriremo nel corso della recensione. Il controllo di Guybrush Threepwood avverrà per mezzo della nota combinazione tra tastiera e mouse. Per il resto avremo a disposizione un utile inventario con cui dovremo superare i cinque atti in cui è suddivisa la storia, tra insidie di ogni tipo e vari puzzle da risolvere.

Questi ultimi in particolare risultano decisamente ben strutturati, con alcuni di essi discretamente difficili da portare a termine. L’umorismo di fondo (simbolo della serie ndr) invece è sempre presente. In un certo senso per i fan di vecchia data sarà come non essersi mai allontanati da casa.

TRINCHIAMO ALLEGRI, YO-HO!

Return to Monkey Island

Come abbiamo già accennato, in termini di trama (che evitiamo di spoilerar) Return to Monkey Island si pone immediatamente dopo Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge. Orientando il nostro sguardo al gameplay possiamo evidenziare quanto l’interfaccia si sposi a meraviglia con una narrazione che non solo si lascia seguire molto facilmente, ma tiene sulle spine il giocatore per la maggior parte del tempo.

Ci sono molte cose da fare e da vedere sull’isola, dove raramente ci si sentirà bloccati oppure orfani di qualche dettaglio. Potrebbe succedere (seppur di rado) di non avere immediatamente chiara la soluzione di un qualche rompicapo, ma alle nostre spalle avremo sempre un comodo aiuto. Ben implementata e a suo modo al passo con i tempi, l’interfaccia perde i classici pulsanti azione in favore del semplice click del mouse.

Return to Monkey Island

Gli enigmi offerti dal gioco sono complessivamente tutto fuorchè ostici, ciò nonostante è presente anche una modalità “casual”. La quale consentirà ai meno avvezzi al genere di godersi la storia fino in fondo. Chiaramente raccomandiamo di non usare tale opzione, così da poter godere del gameplay nella sua interezza, con le sue numerose chicche che altrimenti verrebbero perse.

Sempre in aiuto dei meno rodati in avventure grafiche trova spazio nell’inventario un libro colmo di suggerimenti e una lista di compiti da completare. Nel primo caso si va da piccoli consigli alla soluzione vera e propria di un enigma. La seconda invece permette al giocatore, in caso, di concentrarsi sulla progressione verso il capitolo successivo.

MAMMA MIA, CERTO CHE FA CALDO QUI

Return to Monkey Island

Nel complesso, a livello ludico Return to Monkey Island risulta davvero piacevole, e in grado di divertire sia gli affezionati della serie che i nuovi arrivati. Altra interessante chicca riguarda l’aggiunta di carte con domande inerenti la lore di gioco. Non sarà difficile trovarle negli scenari, anche perchè molte di esse tenderanno a evidenziarsi al passaggio del cursore del nostro mouse.

Ora invece parliamo del comparto tecnico. Il dibattito sulla componente estetica è stato piuttosto divisivo, ma a nostro avviso lo stile artistico adottato da Rex Crowle è assai soddisfacente. La grafica è colorata e attraente, e fa risaltare la splendida espressività dei personaggi. Anche il design degli ambienti gode di molta cura e l’intero mondo di gioco, seppur dichiaratamente fantasioso, risulta coerente e convincente.

Come i suoi predecessori, anche questo capitolo non si pone come obiettivo la ricerca del fotorealismo. Nonostante questo i piccoli dettagli arrivano a fare la differenza, con luci, ombre ecc che si accompagnano a un comparto sonoro di ottimo livello. La colonna sonora offre un mix di brani vecchi e nuovi, capaci di catturare il giocatore sin dal primo istante.

I dialoghi e in generale la scrittura alla base del gioco si attesta a un ottimo livello, con personaggi davvero ben caratterizzati e in grado di distinguersi, anche con battute specifiche. Segnaliamo inoltre la presenza della localizzazione in italiano, perlomeno in termini di interfaccia e sottotitoli. Il doppiaggio infatti è disponibile solamente in inglese e, da una settimana a questa parte (grazie a un aggiornamento ndr), anche in tedesco.

Return to Monkey Island

DA AVERE ASSOLUTAMENTE

Sono passati più di 10 anni dall’ultimo contatto tra i giocatori e Monkey Island. L’attesa per un nuovo capitolo della saga è stata a tratti spasmodica e a tratti timorosa, per via di elementi più che comprensibili. Return to Monkey Island però ripaga tale lunga attesa con gli interessi. Un gioco con la “G” maiuscola, con una sua storia tutta da seguire. Sebbene non duri moltissimo il titolo propone un design di alto livello, personaggi riconoscibili e ben strutturati e il classico umorismo della serie, che si intona perfettamente alle vicende e al ritmo della narrazione. L’opera di Ron Gilbert e di Terrible Toybox è una vera e propria lettera d’amore non solo a questo immortale franchise, ma anche all’intero mondo della avventure grafiche.

Pregi

Stile artistico ispirato e design ambientale di pregio. Storia curata e avvincente. Puzzle intelligenti e impegnativi al punto giusto. Adatto a tutti...

Difetti

... Forse anche eccessivamente. Finisce, forse troppo presto.

Voto

9

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