Una folta schiera di produzioni indie di genere metroidvania popola il mercato. Va da sé che per spiccare occorre qualcosa che permetta di distinguersi dalla massa. Nel caso di Ebenezer and the Invisible World a colpire è innanzitutto lo stile grafico. Una componente sulla quale il team di Orbit Studio ha voluto puntare molto, se non tutto…
In questa avventura “natalizia” interpreteremo il vecchio tirchio Ebenezer Scrooge, subito dopo essere stato il protagonista delle vicende contenute nel celebre libro “Canto di Natale” di Charles Dickens. E starà a noi aiutarlo a redimersi dai piccoli e grandi peccati che ha commesso durante la sua vita. Partiamo quindi con la recensione della versione PS5 di Ebenezer and the Invisible World. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Play On Worlds, è disponibile anche su Pc, PS4, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
EBENEZER NON È POI COSÌ CATTIVO
Il libro “Canto di Natale” è uno di quelli che conoscono tutti, anche senza averlo letto. Infatti avremo senz’altro visto, da bambini, almeno una delle innumerevoli trasposizioni avvenute su piccolo o grande schermo, oppure in qualche fumetto.
Ciò che però difficilmente potremo conoscere è la sorte del vecchio e taccagno Ebenezer dopo la visita dei tre spiriti del Natale. Anche se alla fine del libro il vegliardo arriva a ravvedersi, deve però trovare un modo per farsi perdonare. Saremo quindi coinvolti in prima persona nel suo percorso di riscatto.
Ora che Ebenezer ha acquisito la capacità di vedere gli spettri, ne arriveranno altri a chiedere il suo aiuto. Ci troveremo così a prestare aiuto al fantasma di un marinaio intenzionato a salvare l’anima di un suo amico d’infanzia, il ricco industriale Caspar Malthus. Anch’egli è stato visitato dai tre spiriti del Natale, ma non ne ha tratto alcun insegnamento, anzi…
Grazie al suo bastone, il nostro anziano ma arzillo protagonista cercherà di superare tutti gli ostacoli che gli impediranno di parlare con Caspar per convincerlo a tornare sulla retta via. Nel corso del nostro viaggio per raggiungere il magnate incroceremo altri spiriti bisognosi di aiuto. E dato che ora Ebenezer è un uomo di buon cuore, cercherà di aiutare tutti. Queste richieste daranno il via a semplici missioni secondarie che ci ricompenseranno in varie maniere.
CLASSICA STORIA, CLASSICO GAMEPLAY
Ebenezer and the Invisible World è strutturato come un tradizionale metroidvania. Potremo esplorare la mappa fino a un certo punto, e per proseguire necessiteremo di un’abilità speciale. Ovviamente la trama procederà in parallelo all’ottenimento di questi upgrade.
I progressi in tal senso si riveleranno piuttosto rapidi e appaganti, mentre l’immancabile backtracking risulterà viceversa pesante e noioso.Ebenezer dovrà affrontare molti avversari, e per batterli potrà contare sul suo fidato bastone, ma non solo.
L’attacco base consiste in un semplice fendente, a cui potremo affiancare alcuni attacchi speciali. Questi ultimi non saranno altro che del colpi portati a segno dagli spiriti che ci accompagneranno, e per scagliarli consumeremo un’apposita barra che si ricaricherà utilizzando l’attacco base.
Nel corso del gioco sbloccheremo diversi spiriti: alcuni durante la trama principale, altri come ricompensa di missioni secondarie. Quasi tutti si sono rivelati molto utili ed efficaci, e hanno conferito una discreta varietà al gameplay. Non mancano delle fasi platform che diventeranno progressivamente più complesse e stimolanti.
BELLO SÌ, BUONO NO
Come abbiamo affermato in apertura, Ebenezer and the Invisible World spicca innanzitutto per lo stile grafico di pregevole fattura, con fondali disegnati a mano che appariranno come splendidi acquerelli. A ogni nuovo scenario non potremo fare a meno di restare colpiti dal lavoro di Orbit Studio, che tuttavia non ha riservato la stessa cura e attenzione al comparto tecnico complessivo.
Le problematiche infatti sono svariate, e rendono veramente frustrante l’esperienza. Nella versione PS5 da noi testata abbiamo riscontrato diversi bug e inconvenienti. A partire dai comandi piuttosto imprecisi, primo fra tutti quello relativo al salto. Spesso e volentieri ci siamo ritrovati a dover ripetere più volte una sezione platform perchè Ebenezer non saltava alla corretta pressione del tasto dedicato.
Inoltre diversi nemici si sono rivelati difficili da colpire per via di hitbox a dir poco sballate, che ci hanno costretto non di rado a mirare a caso per riuscire a sconfiggerli. Oltretutto non siamo sicuri del fatto che l’assenza di una musica di sottofondo sia dovuta a un bug o a una scelta consapevole della software house brasiliana.
Sia durante la cutscene iniziale che nei frequenti backtracking abbiamo sofferto di un assordare silenzio, dove una graziosa musichetta avrebbe potuto allietare l’esperienza. Di buono c’è che la produzione risulta totalmente localizzata in italiano, per quanto arrivare ai titoli di cosa risulterà comunque difficile per via delle problematiche tecniche appena menzionate.
SCONSIGLIATO
Ebenezer and the Invisible World è l’ultima fatica di Orbit Studio, che un paio d’anni fa si è fatto conoscere con il grazioso Retro Machina. In questo caso il proposito era quello di riuscire a farsi largo in un mercato saturo di titoli metroidvania puntando principalmente su uno stile grafico particolarmente accattivante. Obiettivo che risulterebbe pienamente centrato se non fosse che il comparto tecnico generale lascia davvero a desiderare, e presente svariate problematiche che rendono il gameplay ostico da “sopportare”. Non possiamo dunque che raccomandarne l’acquisto ai soli amanti dell’estetica, possibilmente con un velo di masochismo.