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Thunder Ray, Punch Out in stile Kenshiro, recensione

Dalle sale giochi ai giorni nostri, ecco l'erede del leggendario titolo targato Nintendo

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“Violenza e sangue”. E’ come Thunder Ray viene descritto dagli stessi sviluppatori. Ed è effettivamente così, visto che si tratta di un titolo piuttosto violento che si rifà a una vecchia gloria. Qualcosa che i frequentatori di sale giochi conosceranno di sicuro, ovvero l’indimenticabile Punch Out di Nintendo, nato a cavallo degli anni ’80. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un gioco di pugilato dove il personaggio controllato dal giocatore, in prima persona, non poteva essere mosso. Tutto ciò che si poteva compiere consisteva in schivate, “parate” e pugni. L’obiettivo era quello di sconfiggere i vari pugili controllati dall’IA fino ad arrivare al boss finale: Mike Tyson

Il team di Purple Tree aveva già provato, con buoni risultati, a riportare dei vecchi generi nuovamente alla ribalta. Con Golazo! Soccer League (2020) e Golazo! 2 (2022) infatti si erano riesumati i classici giochi di calcio arcade da sala. Ora però vedremo se questo progetto si limita a puntare solamente sulla nostalgia o se mira ad assestare qualche colpo più ambizioso. Di seguito la recensione della versione Pc di Thunder Ray, curata dal nostro Antonio “Spettro” Amodeo. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dagli stessi sviluppatori, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.

QUANDO ANCHE IL FACILE È DIFFICILE

Cominciamo subito col dire che Thunder Ray non è un titolo semplice. Infatti il livello di difficoltà è davvero alto, perciò conviene fin da subito impostarlo a facile (che di facile avrà solo il nome, ma tant’è). Fermo restando che potremo variare la difficoltà prima di ciascun incontro. Il gameplay di base è simile a quello del già menzionato Punch Out. Sarà possibile schivare verso destra o sinistra, come anche verso il basso, oltre a poterci parare.

I pugni disponibili (destro e sinistro, in alto o in basso) potranno essere caricati così da togliere all’avversario un po’ più d’energia con un singolo colpo. Attacco dopo attacco accumuleremo anche una sorta di carica che, una volta raggiunte le tre barre indicate, ci permetterà di effettuare una super mossa. Essa consisterà in una vera e propria tempesta di pugni (variabile in base ai power-up accumulati) che ci farà sentire proprio come un Kenshiro.

Thunder Ray
Sì, i nemici sconfitti esplodono. E non vi è alcuna censura

Similitudine non casuale, visto che quando porteremo a zero la salute dell’avversario, lo vedremo letteralmente esplodere in un mare di membra, sangue e frammenti d’ossa. In termini di trama impersoneremo un pugile che dopo aver sconfitto il suo primo sfidante si ritrova a combattere in una specie di torneo intergalattico, con alieni di vario genere. E proprio qui noteremo alcune differenze rispetto alla vecchia gloria targata Nintendo.

Oltre alla già citata dose di violenza estrema, gli avversari si differenzieranno tantissimo sia nell’aspetto che nelle tecniche di lotta. Come ci dirà il nostro allenatore, dovremo scontrarci con mutaforma, personaggi armati e persino esseri che usano calci e incantesimi. Alcuni avversari saranno persino in grado di infliggerci dei malus, come veleno o stordimento. Converrà quindi memorizzare al meglio i loro pattern d’attacco così da riuscire a schivare il tutto nel modo migliore.

ALIENI ALLA BOXE MA NON TROPPO

Thunder Ray
Prima di colpire il lottatore avversario assume una posa che può far intuire la direzione dell’attacco

A questo punto l’impressione è che Thunder Ray sia un titolo da affrontare con la massima dedizione. In realtà però risulta in grado di regalare una buona dose di svago. Certo potremo cercare di andare avanti affidandoci alla fortuna, ed effettuando schivate a caso nella speranza di evitare i colpi avversari, per poi ribattere. Ma in quel caso perderemmo tutto il vero divertimento.

Una cosa che ci ha fatto storcere un po’ il naso è che non appena ci ritroveremo con poca salute, la visuale verrà come zoomata, rendendoci ancora più ostico “leggere” (e quindi schivare) i colpi avversari. Vista e considerata la difficoltà base del gioco, di per sé già notevole, questo elemento si sarebbe potuto tranquillamente evitare. Per il resto facciamo presente l’ottima responsività dei comandi, guizzanti e reattivi come i pugni del nostro alter ego.

Thunder Ray
A schivare i nostri attacchi i lottatori avversari controllati dall’IA saranno diabolicamente in gamba

Dal momento che la visuale resta bene o male la medesima per tutto il tempo, è normale che il team di Purple Tree non abbia lesinato in termini di cura per il dettaglio. E infatti Thunder Ray è un vero gioiellino per gli occhi, grazie a uno stile grafico Superflat (tecnica di animazione che combina elementi tipicamente giapponesi con altri occidentali) coloratissimo e anche supportato da fior di animazioni. Anche le tracce musicali sono buone ma tendono a non risaltare molto. Probabilmente per il fatto che da giocatori bisogna cadere in trance agonistica, concentrarsi al massimo, per sperare di vincere.

La principale (se non l’unica) criticità della produzione riguarda la potenziale, scarsa longevità. I pugili da affrontare sono solo otto, e un giocatore in gamba potrebbe arrivare ai titoli di coda in meno di un’ora. Per giunta senza avere necessariamente uno stimolo a ricominciare, magari a un livello di difficoltà più elevato. Una modalità multigiocatore (anche “parziale”, con punteggi, classifiche ecc) avrebbe senz’altro giovato in tal senso, ma sfortunatamente non c’è.

Thunder Ray
Diamo retta al nostro allenatore, anche lui “rapito” con noi ma per qualche motivo ben informato su tutto e tutti!

DA AVERE SENZA RISERVE

Si può penalizzare un videogioco per il fatto di essere particolarmente difficile e quindi non accessibile a tutti? Chiaramente no, a maggior ragione se il titolo a cui si ispira, come in questo caso, è anch’esso piuttosto ostico. Thunder Ray non è perfetto, ma rimane un pregevole Punch Out sotto steroidi. E a parte la mancanza di una qualsivoglia forma di multigiocatore e una longevità risicata (controbilanciata da un prezzo comunque modesto, meno di 13 euro), non c’è granchè da rimproverare all’opera di Purple Tree. Impegnativa ai limiti delle imprecazioni, ma anche molto divertente per qualunque amante del genere.

Pregi

E' come Punch Out, se non meglio. Pochi personaggi ma molto ben caratterizzati. Gameplay divertente e curato. Grafica affascinante.

Difetti

Scarsa longevità, accentuata dalla mancanza del multigiocatore e di modalità extra. Difficile anche a livello di difficoltà "facile".

Voto

8

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