Diablo IV, la recensione di una scintillante esperienza dark

Inginocchiatevi per il glorioso ritorno di Lilith, con un gioco di ruolo d'azione oscuro e sanguinoso che non può mancare nella vostra collezione

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In Diablo IV si combattono tanti nemici contemporaneamente. Una dopo l’altra si affrontano battaglie così selvagge e frenetiche contro demoni spaventosi e dall’incredibile forza che si finisce per rimanere esausti. Ma benedetto sia il massacro: il Diavolo è tornato! E non potete immaginare quanto ne siamo felici. Perchè questa crociata brutale, questa discesa all’inferno cosparsa di sangue, è tutto ciò che potevamo esigere dal ritorno di una delle saghe che ha scandito la nostra vita.

Abbiamo trascorso centinaia, migliaia di ore a compiere massacri. Combattimenti senza sosta contro orde infinite di mostri, e ancora non ne abbiamo avuto abbastanza. Ecco quanto ci è piaciuto Diablo IV. Uno spettacolare arpg d’azione che porta magistralmente le sue feroci battaglie nel mondo aperto senza perdere un briciolo di tutto ciò che ha reso grande, negli anni, la serie di Blizzard Entertainment. Sono passati più di 25 anni dal lancio del primo Diablo (1996), che gettò le basi di una saga e di un genere che hanno fatto la storia.

A quasi quattro anni dal primo annuncio ufficiale, eccoci quindi a parlarvi di Diablo IV in questa recensione della versione Pc, curata dal nostro Claudio Szatko. Ricordiamo che il gioco, sviluppato e pubblicato da Blizzard Entertainment, è disponibile anche su PS5 e Xbox Series X/S. Buona lettura.

UNA STORIA DA INCUBO

Nel corso della storia dell’universo di Diablo, abbiamo potuto godere dei momenti più iconici grazie alle splendide cutscenes realizzate dal team di sviluppo, e Diablo IV non fa eccezione in tal senso. A parte l’incredibile cura rivolta ai suddetti filmati però, il punto cruciale è che la trama non delude affatto. Si tratta infatti della più cupa e matura dell’intera serie. Non solo presenta diversi momenti duri e difficili da dimenticare, ma è anche ricca di scene memorabili che farebbero scattare chiunque dalla sedie.

Il ruolo di Lilith, la grande antagonista dell’avventura, è brutale. Ma non è l’unica a distinguersi in quest’altra sanguinosa lotta contro il Male. I personaggi infatti si sentono molto umani, imperfetti, ed è un qualcosa che il gioco stesso sfrutta magistralmente. Si prende il tempo necessario per sviluppare ognuno di essi, in modo che all’arrivo di un momento “trascendentale” si possa rimanere ancora più coinvolti nelle conseguenze. In tal senso, le nuove aggiunte come quelle della giovane Neyrelle, Donnan e Lorath (che sarebbe il nostro nuovo Deckard Cain) rappresentano una benedizione per l’universo di Diablo.

Essi non solo risultano sceneggiati con giusto, ma possono contare anche su un ottimo doppiaggio in italiano capace di esaltare ulteriormente le rispettive personalità. Diablo IV è pieno di sorprese oltre che di riferimenti ai predecessori, che tutti i fan di lunga data sapranno riconoscere e apprezzare. Oltretutto stiamo parlando di una produzione lunga e impegnativa. Qualora ci si voglia dedicare alle sole missioni principali, serviranno circa 30 ore per finire.

Ma in ognuna delle cinque vaste regioni che compongono Santuarium figurano tantissime missioni secondarie che possono far lievitare la durata di una singola run anche a 80 o 100 ore complessive. E poi c’è l’end-game, assolutamente fantastico. Da un lato avremo missioni speciali con ricompense adeguate, dall’altro aree della mappa che verranno gettate casualmente nel caos, presentando sfide estreme con risorse e ricompense uniche. Per raggiungere il level cap di un personaggio sarà una strada lunga, tortuosa ma anche divertente.

CIÒ DI CUI AVEVAMO BISOGNO

Sin dal leggendario Diablo II, questo sanguinoso universo fantasy è diventato il nostro rifugio personale. Ci torniamo ciclicamente, con una scusa sempre nuova per riprendere in mano uno dei capitoli della serie. Sempre pronti a temere la sfida: perciò la paura ha costantemente fatto parte del pacchetto. E se Blizzard Entertainment avesse perso il suo tocco? Ebbene, i dubbi sono stati dissipati fin dai primi combattimenti contro i demoni.

Un festival di morte e distruzione che ci fa sentire indistruttibili e allo stesso tempo tremendamente fragili. Questo perchè i nemici attaccano con una tale ferocia che la minima disattenzione può portare alla morte in pochi secondi. Le orde di demoni ci costringono a correre, schivare e attaccare con la testa per non morire crudelmente.

Interessante è inoltre il fatto che con il passare delle ore Diablo IV non perde la sua capacità di sorprendere. Come quando nel mezzo di un combattimento molto difficile, tira fuori dalla manica un altro boss a sorpresa, in grande stile. Verremo spesso costretti a combattere in scenari ricchi di trappole mortali, con spazi minimi e contro nemici che ci caricano con furia brutale, quasi sempre scortati da mostri, a loro volta supportati da altri mostri.

Ecco perchè bisogna schivare, schivare e ancora schivare: stare fermi un solo secondo può significare la sconfitta. Ci sono così tanti nemici su schermo da far paura, ma anche in questo caso bisogna aguzzare la vista per trovare dei bersagli specifici. Uno sciamano che continua a resuscitare i mostri appena sconfitti, uno stregone che aumenta il potere dei demoni circostanti, e così via.

Nuove minacce ci verranno costantemente mandate contro a un ritmo vertiginoso, ma sono così divertenti da affrontare che sarà facile perdere la cognizione del tempo. E all’apica di tutto questo “ben di Satana” troviamo i boss finali, semplicemente pazzeschi. Blizzard Entertaiment infatti ha progettato alcuni delle boss fight più selvagge e spettacolari dell’intera serie.

Imprevedibili, dal ritmo folle e soprattutto impegnative. E anche quando i nemici saliranno di livello al ritmo del nostro personaggio, troveremo sempre nuove sfide da affrontare. E’ inoltre risaputo che nella saga di Diablo più le cose si fanno difficili, meglio è. Non solo per le ricompense via via migliori, ma anche per i devastanti effetti (fulmini, esplosioni, ecc) che ricoprono poi lo schermo in maniera sublime.

LE VOSTRE ARMI CONTRO LILITH E I DEMONI

Se l’atto di sterminare i mostri risulta così soddisfacente, è anche grazie agli eroi. In Diablo IV abbiamo cinque diverse classi che ci permetteranno di creare liberamente il personaggio che meglio si adatterà al nostro stile di gioco. Barbaro, Negromante, Tagliagole, Druido e Stregone. Ognuno di questi combattenti presenta uno stile di gioco unico, ma anche all’interno della stessa classe potranno esserci differenze abissali.

La nostra negromante per esempio è passata dall’usare magie di sangue a magie d’ombra e ossa. Il che va al di là dell’aspetto puramente estetico, perchè ci ha costretto ad affrontare il combattimento in modi radicalmente diversi. Tutto ciò è reso possibile da un profondo (ma comunque intuitivo) sistema di personalizzazione delle abilità che ricorda quello del memorabile Diablo II, seppur molto più flessibile.

Passare da un’abilità all’altra sarà davvero molto facile, perciò scoprire e provare nuove combinazioni letali sarà un’autentica gioia. Oltre ai punti abilità, ciascuna classe presenta un tratto distintivo che aggiunge un ulteriore livello di personalizzazione. Gli stregoni per esempio possono usare gli incantesimi per ottenere dei bonus passivi: noi per esempio facevamo ricorso a un incantesimo che faceva esplodere tutti i nemici appena sconfitti.

Avremo tempo fino al livello 50 per aggiungere punti abilità, ma anche successivamente sarà possibile continuare a migliorare il nostro eroe con i livelli eccellenza, fino al raggiungimento del 100. Ma anche quando sembrerà di essere giunti alla fine della storia, avrà inizio un’avventura ancora più grande. Infatti ci saranno nuovi oggetti leggendari con caratteristiche uniche da ottenere, oltre a decine di dungeon aggiuntivi con cui potremo sbloccare nuovi Aspetti. Ovvero bonus passivi che potremo assegnare alle nostre armi e armature.

IL MONDO APERTO DI DIABLO IV

Pur onorando pienamente la tradizione, Diablo IV risulta infinitamente più vasto di tutti i capitoli precedenti. In quest’ottica, è quindi logico porsi dei dubbi circa la componente open world, e il timore relativo a un possibile, noioso vagare per scenari vuoti. Beh, possiamo assicurarvi che non è decisamente questo il caso. Il nuovo mondo di Sanctuary è sì enorme, ma anche ricco di missioni e luoghi incredibili da esplorare.

Ovunque troveremo dungeon ed eventi casuali, oltre a missioni secondarie d’ogni genere. Anche ciascuna regione sa differenziarsi benissimo dalle altre. E sebbene l’essenza del gioco sia costantemente quella di uccidere e annientare, potremo contare su costanti modifiche dell’azione che ci consentiranno di trovare divertenti le battaglie anche dopo decine di ore.

Di fatto non avremo a che fare con spazi vuoti. E mentre si seguirà la trama principale sarà facile venire distratti da una missione secondaria dopo l’altra. Un castello avvolto in una nebbia oscura, una chiesa invasa dai demoni, un gigantesco boss che richiede la collaborazione tra una manciata di giocatori per essere sconfitto, e così via. Saremo liberi di completare le missioni nell’ordine desiderato, ritrovandoci a poter determinare autonomamente il ritmo dell’avventura.

Un altro elemento che abbiamo molto apprezzato è il fatto che l’esplorazione viene sempre ricompensata. Nel caso dovessimo imbatterci in un altare di Lilith, potremo migliorare le statistiche del nostro eroe. Le missioni secondarie avranno spesso come ricompensa un equipaggiamento leggendario, per non parlare dei dungeon, dove sarà possibile ottenere bonus passivi per tutti i personaggi. Ma anche in assenza di qualcosa di “fisico”, i panorami, il viaggio e l’azione rappresentano essi stessi una magnifica ricompensa. Naturalmente però non tutto è perfetto.

Sebbene il titolo risulti straordinariamente bello dal punto di vista visivo, il design dei dungeon è nel complesso piuttosto semplice (e diversi di essi risultano estremamente lineari). Il gioco compensa bene con un brutale ritmo d’azione, ma ci sarebbe piaciuto trovare qualche scenario più labirintico capace di offrire una sfida diversa. Come quelle relative alla conquista dei forti, che tuttavia non riescono a rompere la routine di massacrare mostri senza preoccuparsi di molto altro. Queste sfide rimangono comunque divertenti per via dell’intensità dei combattimenti e per il fatto di essere strutturate per la co-op.

Parlando di quest’ultima componente, se siete preoccupati che il vostro mondo possa essere invaso continuamente da giocatori, vi tranquillizziamo subito dicendo che Blizzard Entertainment ha gestito molto bene il comparto multigiocatore. Certo, non tutti sono contenti del fatto di dover essere sempre connessi a internet per giocare. Ma per fortuna gli incontri con altri giocatori potranno essere fortuiti, e sarà anche possibile ignorarli per continuare a giocare da soli. Diverse volte però ci siamo ritrovati a seguire questi giocatori, solo per vedere in quali avventure saremmo poi finiti coinvolti.

UN GIOCO TRAVOLGENTE E SANGUINOSO

Abbiamo già accennato circa il superbo comparto grafico di Diablo IV. Ciò che ci ha colpito principalmente è il modo in cui le diverse aree open world risultano collegate fra di loro. Steppe fredde, cime innevate, dune di sabbia nel deserto, zone paludose, rovine in mezzo al nulla… Il cambiamento nei paesaggi è sempre “naturale” e mai drastico.

Una volta entrati in possesso del cavallo (cosa che richiederà qualche ora di gioco), sarà un vero piacere perdersi in tutti questi luoghi. A rendere il vagabondaggio ancora più suggestivo sarà inoltre la colonna sonora di altissimo livello, con un’ampia varietà di brani memorabili. Per quanto riguarda invece la tanto decantata verticalità del campo di battaglia, essa risulta avere un’incidenza minima sull’azione.

A livello estetico però contribuisce ad aumentare la grandezza e la profondità del mondo di Sanctuary. Infatti ci sono numerosi stage i cui fondali lasciano presagire da subito delle battaglie memorabili. Queste ultime con tonnellate di nemici capaci di attaccare all’unisono, coprendo il terreno di scontro con molteplici effetti spettacolari.

Tutto questo, almeno nella versione Pc da noi testata, senza troppi rallentamenti e quasi senza alcun bug. Con tutte queste virtù, rimane quindi difficile (se non impossibile) rimanere insoddisfatti da Diablo IV. Un gioco che già dopo un paio d’ore si mostra capace di spazzare via qualunque dubbio circa la bontà dell’esperienza.

DA AVERE ASSOLUTAMENTE

Sterminare demoni in Diablo IV è stata un’esperienza incredibile. Abbiamo trascorso molte ore a goderci un viaggio indimenticabile, pieno di combattimenti memorabili e sorprese emozionanti. E nonostante tutto questo ricco trascorso, ci sembra di aver appena scalfito la superficie di un gioco enorme e ricco di contenuti di qualità. Blizzard Entertainment infatti ha ricoperto il mondo di Sanctuary con una miriade di oscuri segreti e temibili campi di battaglia, che sembrano non finire mai. E anche al termine della storia, il titolo continua a rivelare sempre più segreti e sfide estreme, adatte solo ai giocatori più coraggiosi. Si tratta del miglior regalo che i fan della serie potessero ricevere: una fantasia di guerra e sangue da non perdere.

Pregi

Trama intrigante con tanti nuovi personaggi carismatici. Pur rimanendo fedele al passato, il gameplay continua a creare dipendenza senza possibilità di scampo. La componente open world funziona davvero bene, regalando una marea di contenuti di qualità...

Difetti

... Anche se il design di svariati dungeon pecca di linearità e originalità nell'estetica. Sparuti cali di framerate nelle situazioni più caotiche.

Voto

9