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Mile High Taxi, la nostra recensione

In una città cyberpunk dove regnano cartelloni e neon, siamo pronti a farci strada con il nostro taxi volante

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Mai sentito parlare di un titolo arcade pazzo, velocissimo e dannatamente divertente chiamato Crazy Taxi? In un’ambientazione ispirata alla moderna San Francisco, lo scopo del gioco era quello di scarrozzare passeggeri in giro per la città e nel minor tempo possibile. Facendo del proprio meglio per evitare incidenti, guidare come dei pazzi era inevitabile. Sviluppato da Hitmaker, il titolo debuttò nelle sale giochi nel lontano 1999, salvo essere poi convertito l’anno dopo per Dreamcast. Tra il 2001 e il 2002 avvenne anche il debutto su PS2, Gamecube e Pc, dove ottenne un discreto successo.

Nel corso degli anni alcuni videogiochi hanno provato a raccogliere il testimone, come nel caso di Taxi Chaos (2021) e Taxi Simulator (2022), che però rientra più nel novero dei simulativi che degli arcade. Oggi parleremo quindi di un nuovo erede spirituale della storica opera di Hitmaker e Sega, ovvero Mile High Taxi. Titolo d’esordio di Cassius John-Adams, uno sviluppatore indipendente con da oltre trent’anni si occupa di modellazione 3D e sviluppo di giochi, per l’appunto. L’idea del programmatore canadese è quella di fornire un’esperienza divertente e accattivante, soprattutto per sessioni “mordi e fuggi”.

Per questo ha messo sul piatto una struttura arcade pazza e frenetica, che discostandosi dal mondo contemporaneo ci porterà in un contesto fantascientifico, che strizza l’occhio a film cult come “Il Quinto Elemento” (1997). Di seguito quindi la nostra recensione di Mile High Taxi. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dallo stesso sviluppatore, è disponibile esclusivamente su Steam. Buona lettura.

VOLARE VOLARE VOLARE

Protagonista delle nostre scorribande in Mile High Taxi sarà la città di Toronto, in Canada. O per meglio dire una sua versione futuristica e in un certo senso estremizzata, così come accadeva a Bruce Willis nel sopracitato film, quando finiva in mezzo a eventi più grandi di lui. Nel corso di una sessione di gioco infatti saranno evidenti i richiami alla celebre pellicola di Luc Besson, a partire dal “multi-pass”, con cartelloni che ne inneggeranno l’esistenza praticamente ovunque.

Almeno nelle fasi iniziali volare tra i grattacieli sarà davvero piacevole e appagante, sebbene non sarà possibile né alzarsi verso il cielo né tantomeno scendere a terra. L’area “visitabile” della mappa si pone fra i tre quarti dell’altezza totale (iniziando verso la metà di ciascun edificio), con due sensori di prossimità che ci impediranno di perdere o guadagnare quota, avvertendoci non appena raggiungeremo il limite.

Mile High Taxi

Specifichiamo che non è presente il benché minimo accenno di trama. Cosa che costituisce sia un pregio che un difetto, visto che il gioco tende a perdere abbastanza presto di mordente. Ma ne parleremo più avanti. L’obiettivo sarà ovviamente quello di far soldi in questa Toronto futuristica che non dormirà mai, nelle vesti di tassisti. Per prima cosa però dovremo selezionare uno dei tre personaggi disponibili.

Un classico maschietto, una frizzante femminuccia e per tutti gli altri fan del politicamente corretto non poteva mancare la scelta “gender fluid”. Questi tre personaggi vengono presentati con texture e animazioni piuttosto povere e rudimentali, ma riteniamo sia una scelta stilistica consapevole. Questo per via dell’omaggio a Crazy Taxi che Cassius John-Adams vuole chiaramente tributare.

CARICA, CORRI, SMONTA, RICARICA

Mile High Taxi

Grattacieli e passerelle cittadine brulicheranno di potenziali clienti, a cui dovremo prestare la massima attenzione nell’atto di portare a termine le corse che determineranno la progressione durante la partita. Mile High Taxi presenta una città tutto fuorchè piatta, e non di rado dovremo girare su noi stessi puntando lo sguardo verso il basso. Sia per caricare in macchina un cliente che per localizzare la sua destinazione.

In teoria quanto abbiamo appena esposto apparirà semplice, ma alla prova dei fatti si rivelerà una delle parti più impegnative del gioco. In più di un’occasione infatti capiterà di essere rallentati da degli ostacoli che, a causa degli impatti, faremo volare praticamente ovunque. In altri casi la vera sfida sarà invece rappresentata dall’atto di trovare in anticipo il punto dove lasciare il cliente, che in più di un occasione sarà celato quasi in maniera malvagia.

Mile High Taxi

E veniamo al volo, ossia il fulcro dell’esperienza dato che si parla di automobili volanti. Per quanto una recente patch abbia sensibilmente migliorato una situazione in precedenza abbastanza critica, ci vorrà comunque del tempo per prendere confidenza con comandi e manovre tutt’altro che immediate. In particolar modo il nostro taxi impiegherà molto, troppo tempo ad alzarsi e ad abbassarsi da fermo, facendoci perdere ogni volta secondi preziosi.

Indubbiamente le corse sono divertenti, ma controlli più fluidi e una maggior spazio di manovra fra i grattacieli (così da non rischiare d’incagliarci ogni due minuti) avrebbero giovato molto alla produzione. In fin dei conti una peculiarità del divertimento in Crazy Taxy era la possibilità di sgommare “tagliando” le curve. Una manovra al momento completamente inutile nell’opera di Cassius John-Adams.

UN TAXI PER LA VITA

Mile High Taxi

Mile High Taxi presenta tre diverse modalità. In primis quella Standard, dove scorrazzeremo per la mappa alla ricerca di clienti da portare alle rispettive destinazioni. Come previsto ci sarà però un tempo limite, che aumenterà facendo salire nuovi passeggeri a bordo. Le corse saranno distinte in base alla distanza da percorrere, da cui dipenderà anche il compenso ricevuto. Per esempio quelle contrassegnate in verde pagheranno poco e non aumenteranno molto il tempo a disposizione prima del game over.

Le richieste blu rappresenteranno la classica via di mezzo, mentre quelle rosse indicheranno i tragitti più lunghi, ma anche maggiormente ricompensati. Quando il cronometro scenderà a zero la partita terminerà senza soluzione di sorta, e potremo scegliere se cominciarne un’altra o uscire. Al momento non è presente neppure una qualche classifica da scalare, che in questo genere di produzioni arcade (di solito) sono l’unico elemento che riesce a incentivare, almeno un minimo, la rigiocabilità.

Mile High Taxi

Avremo poi la modalità Sequenziale, identica alla Standard ma con corse e passeggeri che si susseguiranno in successione. In sostanza ci sarà risparmiata la ricerca di un nuovo cliente, di volta in volta. La terza e ultima modalità è la classica “Free Roam” che, senza alcun tempo limite, ci permetterà di esplorare ogni anfratto della città nella serenità più totale, caricando e scaricando clienti. Per quanto sia ben lontana dal concept originale, si tratta comunque della modalità che abbiamo apprezzato di più. Questo perchè i limiti tecnici relativi ai controlli tenderanno a farsi sentire meno, oltre al fatto che esplorare ogni anfratto a caccia di chicche e segreti rimarrà comunque stimolante.

Ci sarebbe piaciuto vedere una qualche forma di personalizzazione (estetica e/o meccanica) del taxi, che al momento latita del tutto. Nel complesso anche la progressione è quindi fine a se stessa. L’inserimento di alcuni elementi di corredo (come una classifica globale con i punteggi dei giocatori) avrebbe giovato a una longevità che, al momento, è parecchio risicata. Ciascuno dei tre taxi disponibili, legati ai rispettivi personaggi, hanno i loro valori di agilità e velocità. Ma come abbiamo appena detto, non potranno essere modificati o personalizzati in alcun modo.

ESTETICA RETRÒ E SONORO AL PASSO

Mile High Taxi

Tecnicamente parlando Mile High Taxi è un viaggio nel tempo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio. A partire dagli evidenti richiami a Crazy Taxi, a cui si ispira indubbiamente anche la grafica “rudimentale”, con grattacieli sconfinati ma impersonali dove a colpire saranno principalmente i cartelloni pubblicitari, realizzati invece piuttosto bene.

Le animazioni risultano nella media, con una qualità visiva generale discreta dove paradossalmente sono clienti e veicoli a fungere da punto debole. Per quanto, data la freneticità del gameplay, non ci faremo granchè caso. I veicoli che scorrazzeranno per la città insieme a noi sono intangibili, poichè integrati in veste di elementi di sfondo. Per questo le compenetrazioni che ne potrebbero derivare saranno tutt’altro che piacevoli. 

Bene il comparto audio, che presenta una sorprendente varietà grazie a un buon numero di tracce che passano dal “pop” a musica da discoteca, fino ad arrivare a sonorità “trash” che tuttavia si integrano bene con l’atmosfera generale. Per quanto riguarda il sistema di controllo abbiamo accennato in precedenza i miglioramenti apportati con l’ultima patch, ma una certa “lentezza” negli input permane ancora.

A questo proposito è importante precisare che al momento Mile High Taxi pretende l’uso di un pad per giocare. La tastiera o comunque la combinazione data da essa più il mouse risulta totalmente estromessa, per volere dello sviluppatore. Date le difficoltà riscontrate nella realizzazione dei controlli per il pad, possiamo comprendere la scelta.

Mile High Taxi

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

Mile High Taxi è un arcade frenetico e insospettabilmente impegnativo. Ambientato in un setting interessante e non così abusato come ci si aspetterebbe, il titolo d’esordio di Cassius John-Adams riesce a distinguersi grazie a un approccio che effettivamente riporta in auge il divertimento offerto dallo storico Crazy Taxy. In generale si tratta di un prodotto dall’alto potenziale, che già con il secondo aggiornamento ha migliorato una situazione che, in precedenza, ci avrebbe costretto a una valutazione complessiva appena sufficiente.

Il sistema di controllo necessita di un ulteriore messa a punto, ma finalmente si può intravedere la fluidità necessaria per un titolo come questo. Ciò detto riteniamo che uscire temporaneamente in accesso anticipato (come inizialmente previsto, tra l’altro) avrebbe giovato non poco al titolo. Che in questo modo avrebbe avuto tutto il tempo di migliorarsi fino all’agognata versione 1.0. E’ pur vero che quanto proposto rappresenta il frutto delle idee e del lavoro di un singolo sviluppatore, che da solo è riuscito a portare sul mercato un videogioco non scontato.

Pregi

Un riuscito tributo a un grande classico. Artisticamente ispirato. Complessivamente divertente, veloce e frenetico. Buona colonna sonora.

Difetti

Sistema di controllo da migliorare. Progressione alla lunga ripetitiva, che manca di stimoli concreti. Tastiera non supportata.

Voto

7

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