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Thymesia, la nostra recensione PS5

Il "fratellino" di Bloodborne è arrivato, e farà certamente felici gli appassionati di soulslike

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I cloni di Bloodborne e similari sono innumerevoli, e nel corso del tempo raramente hanno dimostrato di possedere l’appeal dell’originale. Thymesia invece è riuscito a convincerci, pur lasciandoci una sensazione di amaro in bocca. Ma vi spiegheremo il perché nel corso della nostra recensione. Certo i ragazzi di OverBorder Studio, software house indipendente cinese al suo titolo di debutto, vanno sicuramente lodati.

Questa loro prima opera mostra infatti grandi potenzialità e una buona tecnica di base. Senza contare che lo studio in questione è composto da sole sette persone. Andiamo quindi a scoprire Thymesia in questa recensione della versione PS5. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Team17 Digital, è disponibile anche su Pc, Xbox Series X/S e Switch (in cloud). Buona lettura.

NON POSSIAMO BATTERE LA PESTILENZA, MA SOLO ARGINARLA

Thymesia è ambientato in un mondo in decadenza, afflitto da un terribile morbo mortale. Solo il regno di Hermes è riuscito a controllare questa pestilenza grazie all’arte dell’alchimia. Corvus, il protagonista della storia, ci verrà presentato vestito come un medico della peste, e avrà il compito di riappropriarsi dei suoi ricordi in seguito all’amnesia che lo ha colpito.

Dovremo ricostruire ciò che è successo a Corvus, scoprendo anche che lui stesso è uno dei principali esperti del regno nell’antica arte dell’alchimia. E anche che si tratta di colui che ha contribuito significativamente a trovare la cura per la malattia mortale che sta tenendo in scacco il mondo intero. Perciò recuperare i suoi ricordi sarà fondamentale per (ri)mettere le mani sulla ricetta del farmaco miracoloso, che è andata perduta.

Thymesia recensione

Purtroppo l’alchimia è una scienza a doppio taglio, che se usata in maniera impropria può creare molti problemi. Infatti le strade del regno di Hermes sono state invase da mostri e creature deformi, create in seguito ad abusi ed esperimenti di natura alchemica. Corvus dovrà destreggiarsi tra questi abomini e recuperare le sue memorie. Con i boss alla fine di ogni area esplorabile che saranno, ovviamente, i nemici più ostici da sconfiggere. Thymesia propone ben cinque diversi finali.

E anche se nel corso della storia non potremo effettivamente influenzare il corso degli eventi, la “scelta” del finale avverrà in base a una nostra decisione nelle fasi finali del gioco. Non vogliamo però dire altro, poichè scoprire pian piano la storia di Corvus è parte integrante del divertimento offerto da questo titolo d’esordio di OverBorder Studio. Come da tradizione, per ricostruire gli avvenimenti dovremo metterne insieme i pezzi, da trovare sotto forma di appunti strappati sparsi per il mondo di gioco.

PRENDERE ISPIRAZIONE O COPIARE?

Thymesia recensione

Quello che proverete poco dopo aver cominciato una partita a Thymesia sarà molto probabilmente un fortissimo senso di déja vu.  Infatti, oltre all’atmosfera dark e decadente ormai comune in molte produzioni, anche il gameplay si rifà largamente ai titoli più blasonati di From Software. Corvus rappresenta non a caso il classico protagonista di titoli soulslike, tetro e misterioso. C’è però da dire che il gameplay presenta alcune particolarità che si discostano dal canovaccio che tutti conosciamo. Il sistema di combattimento è ancorato al classico scheletro tipico degli action game.

Attacco leggero e pesante, schivata, parry e via discorrendo. Per quanto partire da basi solide non costituisca certo un male. Una delle novità più interessanti è data dal fatto che Corvus, per abbattere i nemici, dovrà prima ferirli per poi prosciugare i loro punti vita. Le ferite superficiali inflitte tuttavia guariranno velocemente, perciò verremo spinti ad adottare un atteggiamento piuttosto aggressivo durante gli scontri. Inoltre le nostre due armi principali avranno effetti diversi. La sciabola causerà ferite ingenti ma nel complesso pochi danni, mentre “l’artiglio” riuscirà a dissanguare con efficacia i nemici già feriti.

Thymesia Recensione

Per il resto Thymesia prende spunto non solo da Bloodborne, per via della meccaniche che prevedere l’interruzione degli attacchi critici nemici grazie al lancio di una piuma, ma attinge a piene mani anche da Sekiro: Shadows Die Twice. Non a caso il parry sarà un’arma fondamentale nel nostro arsenale. Senza contare che potremo anche potenziarlo per infliggere ingenti danni ai nemici, oppure facilitarne l’uso ampliando la finestra di parata. Cosa che però diminuirà i danni che potremo causare. Ogni volta che aumenteremo il livello di Corvus sarà possibile migliorare una delle tre caratteristiche presenti.

L’esiguo numero di queste ultime non ci permetterà di creare una build vera e propria, ma per ogni livello sbloccheremo anche un talento. Grazie a questi talenti, che potenzieranno un’abilità di combattimento, potremo personalizzare il nostro modo di giocare e, cosa molto interessante, modificare la loro distribuzione ogni volta che ci aggrada. Questo ci consentirà di adattarci a tutte le situazioni in cui ci troveremo, con la possibilità nondimeno di sperimentare molti modi diversi di affrontare i nemici.

Fino a trovare quello più adatto a noi o comunque al nostro avversario. Altra meccanica innovativa è quella relativa alle armi pestilenziali. Queste armi potranno essere equipaggiate direttamente da Corvus, oppure si potranno rubare ai nemici con un attacco caricato. La varietà di queste in numero e in potenziamenti le rende sicuramente un elemento essenziale da tenere in considerazione per quanto concerne le nostre future pseudo-build.

UNA SOFTWARE HOUSE CON I PIEDI PER TERRA

Gli sviluppatori di OverBorder Studio si sono dimostrati ben consapevoli di avere a disposizione risorse limitate, e possiamo senza dubbio affermare che le hanno fatte fruttare al meglio. Gli scenari presenti in Thymesia certo non sono moltissimi (solamente tre più un’arena finale, per essere precisi). E se seguiremo la storia principale non ci vorrà troppo tempo per esplorarli tutti e giungere poi alla fine del gioco. Tuttavia sarebbe uno spreco giocare Thymesia in questo modo.

Infatti alla fine di ogni ambientazione si sbloccheranno quelle che gli sviluppatori hanno chiamato “missioni secondarie”. Ma a nostro avviso questa definizione non rende giustizia a ciò che in realtà viene concretamente offerto al giocatore. Ovvero delle interessanti parti di mondo aggiuntive tutte da esplorare, che aggiungeranno anche maggiori informazioni circa la lore del gioco. E’ vero che alcuni percorsi e porzioni di mappa risulteranno già presenti nella storyline principale, ma bisogna comunque tenere conto dell’aggiunta di parti inedite e, soprattutto, della presenza di tre temibili (e divertenti) nuovi boss.

Riguardo agli scenari del gioco anche qui il richiamo ai titoli di From Software si mostra forte e deciso. Il level design è nel complesso davvero simile, oltre al fatto che potremo sbloccare delle scorciatoie che faciliteranno il ritorno ai Lumi (simili ai classici falò di Dark Souls), dove potremo riposare e recuperare le forze.

Anche il numero e la varietà dei nemici risulterà nel complesso piuttosto limitata. Inoltre non abbiamo compreso la scelta di “evidenziare” in maniera più marcata i nemici d’elite. Di conseguenza riusciremo a saggiare la forza di ciascun nemico solamente combattendoci. Menzione d’onore la meritano viceversa i boss (sia i principali che quelli delle “missioni secondarie”). Tutti molto ben caratterizzati e distinti tra loro, pronti a rappresentare la vera sfida per poter arrivare ai titoli di coda.

TECNICAMENTE PARLANDO

Thymesia

Abbiamo lasciato per ultimo il discorso relativo alla parte tecnica poichè, come abbiamo già detto, Thymesia costituisce per OverBorder Studio il titolo d’esordio. E per questo motivo vogliamo perdonare alcune sbavature, che in ogni caso sono poche e non incidono in maniera rilevante sull’esperienza di gioco. Abbiamo accusato alcuni cali di framerate (perlopiù avvenuti durante la ripresa del gioco in seguito a una morte). E un paio di volte abbiamo riscontrato dei fenomeni di freezing, con lo schermo che dopo essere diventato tutto nero per alcuni secondi, ha poi ripreso a mostrare il normale flusso di immagini come se nulla fosse successo.

Per quanto riguarda la parte grafica sia gli scenari che il personaggio di Corvus risultano molto curati e belli da vedere. Discorso diverso per le animazioni degli atacchi e alcune texture, che a volte possono lasciare un po’ a desiderare. Ma anche qui, niente di così catastrofico. La colonna sonora ci è sembrata infine abbastanza dimenticabile, o per meglio dire senza infamia né lode. La vera pecca di Thymesia è probabilmente quella di non aver osato qualcosa in più. Come abbiamo già detto il fatto di partire da basi solide è assolutamente consigliato e consigliabile… Ma da lì occorre comunque realizzare qualcosa di veramente originale.

Nel corso di tutta la nostra prova abbiamo avuto continue sensazioni di déja vu, al netto di un divertimento indiscusso e di un ottimo livello di sfida. Ma per eccellere manca decisamente qualcosa ancora. La nostra speranza è che i ragazzi di OverBorder Studio possano continuare su questa strada, con l’ardore di spingersi oltre, in futuro, per creare qualcosa di molto più unico. Siamo certi del fatto che possiedono tutte le carte in regola per farcela!

DA AVERE SENZA RISERVE

Pur non presentando novità veramente rilevanti rispetto ai colleghi più blasonati, Thymesia si dimostra capace di regalare diverse ore di divertimento agli amanti dei soulslike. Molto di ciò che gli appassionati proveranno darà loro un senso di “già visto” e “già giocato”, ma già solo le boss fight nei panni di Corvus valgono il prezzo del biglietto. Speriamo che la prossima opera del debuttante OverBorder Studio si dimostri più coraggiosa e originale, nel proporre qualcosa di davvero eccellente in grado di non sfigurare con i capisaldi del genere.

Pregi

Combattimenti frenetici e impegnativi. Tanti boss ben differenziati e divertenti da affrontare. Possibilità di riassegnare liberamente i talenti a piacimento, potendo così variare lo stile di gioco.

Difetti

Poca originalità complessiva. Scenari non particolarmente ampi, fin troppo veloci da esplorare.

Voto

8

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