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FAR: Changing Tides, recensione Pc

Lo studio Okomotive ci fa salpare verso una nuova avventura; ecco come è andata

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La serie FAR si amplia con un secondo capitolo, nel quale torneremo a far muovere macchinari pesanti. FAR: Changing Tides mantiene le redini del suo predecessore FAR: Lone Sails, mettendoci ancora una volta al “timone” di imponenti macchinari in stile steampunk.

Okomotive, studio indipendente con base a Zurigo, ha scelto di ambientare la sua piccola avventura esplorativa prevalentemente in mare. Dove comunque non mancheranno i puzzle ambientali ormai canonici della serie. Se questo secondo capitolo rappresenta un buco nell’acqua o un viaggio indimenticabile…

Lo scopriremo adesso. Di seguito la recensione della versione Pc di FAR: Changing Tides. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Frontier Developments, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.

MACCHINARI PESANTI

Senza alcun preambolo, FAR: Changing Tides ci farà impersonare un bambino in quella che sembra essere una fuga verso l’ignoto. Da li a poco ci ritroveremo nell’imbarcazione che ci accompagnerà per tutto il gioco, ovvero una mastodontica nave color ruggine suddivisa in scomparti. Le varie “stanze” della nave saranno raggiungibili in pochi secondi, e ognuna avrà un suo compito in ogni fase dell’avventura.

Inizialmente dovremo gestire solo le vele, fissandole e manovrandole per poter cavalcare il vento alla massima velocità di crociera. Nulla ci verrà spiegato sul funzionamento della nave. Con una totale assenza di HUD, impareremo da soli a “leggere” le indicazioni nei dettagli visivi del gioco. Come impareremo ad evitare i danni alle componenti della nostra imbarcazione, aguzzando la vista sull’ambiente nello sfondo e gestendo i vari scomparti interni come un vero “one man band”.

Il segna-vento sull’asta ci indicherà come cavalcare il vento

In FAR: Changing Tides le lunghe navigazioni saranno interrotte da vari impedimenti, i quali richiederanno di abbandonare momentaneamente la nave per essere risolti. Inizialmente le sezioni a piedi riguarderanno semplici scalate, per poi passare a fasi più “macchinose” nel vero senso del termine. Per farci strada dovremo armeggiare con un mondo in rovina fatto di macchinari pesanti, carburanti, pulsanti e ganci da traino. Per quanto il titolo di Okomotive potrebbe risultare estremamente lineare, capiterà spesso di perdersi in un bicchiere d’acqua.

Specialmente durante le fasi puzzle. Anche se le “scelte di manovra” rimarranno sempre poche, non sarà difficile interpretare alcune sezioni in modo sbagliato. Proseguire spesso sarà così banale che capiterà di prendere inutili vie traverse, proprio perché non agiremo mai così direttamente in un titolo esplorativo. Perdersi ad esplorare il vuoto risulterà frustrante, soprattutto visto e considerato che per proseguire basterà spesso e volentieri solo una certa dose di analisi logica ambientale.

“SONO IL RE DEL MONDO!”

Lo stile grafico ci ricorda Inside

FAR: Changing Tides amplia il proprio gameplay proseguendo nell’avventura. Man mano che libereremo il passaggio, otterremo dei nuclei in grado di sbloccare nuove funzioni per il nostro mezzo. La semplice navigazione si trasformerà quindi in immersione. Dalla forza del vento si passerà alla gestione del motore a combustione, alimentato bruciando varia paccottiglia raccolta dall’esterno. Si alterneranno quindi diverse fasi per tutta la durata del gioco.

Durante le diverse ore di navigazione, ci penserà la meravigliosa colonna sonora a tenerci compagnia. Tracce orchestrate alla perfezione renderanno il viaggio un’onirica avventura dai toni “portuali”, con sfaccettature sonore steampunk-piratesche. Le sezioni terrestri, invece, avranno dei sottofondi di brusio contornati da suoni ambientali che renderanno il tutto un po’ più tetro e apocalittico.

Il motore andrà raffreddato se lo sforzeremo oltre il dovuto

Graficamente il titolo si mostra con uno stile dipinto “cartonato” opaco dalle linee squadrate. Mescola e alterna location urbane industrializzate, fondali sottomarini colmi di relitti e grandi lande di natura morta, forse vittima di cataclismi passati. Le sbavature in alcuni dettagli sono nascoste egregiamente dallo stile grafico scelto da Okomitive. Per scovarle infatti serve veramente un occhio di farco. Sui fondali posteriori, visibili durante le navigazioni, si intravedono zona meno curate che si confondono con il suddetto stile.

Nulla di fastidioso comunque. A livello cromatico invece FAR: Changing Tides raramente si discosterà da una palette di colori definibili “morti”. In tutto il gioco sarà la ruggine della nostra nave a spiccare sui freddi e sterili ambienti circostanti. Le alte maree e le tempeste ci hanno fatto percepire una certa ansia iniziale, poi sparita nel constatare la robustezza del nostro mezzo. Comunque non esente da danni che, se ignorati, lo rallenteranno.

SIAMO ARRIVATI? SIAMO ARRIVATI?

Una delle sezioni subacque

Il fulcro del titolo di Okomotive resta l’attraversamento delle varie sezioni in mare, che però presentano il proverbiale rovescio della medaglia. Più della metà del gioco la trascorreremo “passivamente”, seppur controllando le vele e saltando sul soffietto per alimentare il motore. Queste meccaniche inizialmente intrattengono e divertono. Ma non passerà molto tempo prima che la ripetitività del gameplay e delle sezioni rompicapo facciano crollare l’asticella dell’entusiasmo.

Emozionanti alcuni colpi di scena, che finiranno presto per diventare l’unica cosa che attenderemo durante l’avventura. A nostro avviso una gestione dei danni al mezzo più approfondita avrebbe mantenuto un’attenzione più alta (e quindi un coinvolgimento) sul viaggio. Un’azione banale come aspirare acqua da uno scafo bucato avrebbe potuto fare la differenza. Così come i danni esterni (tranne per la vela), che essendo totalmente assenti ci hanno permesso di tirare dritto senza preoccuparci di fare un frontale a tutta velocità.

Piccoli meccanici crescono

In FAR: Changing Tides la gestione del carburante sarà parte fondamentale dell’avventura. Ogni volta che accenderemo il fuoco nel motore, consumeremo materiali. Questi andranno periodicamente raccolti, visto che finiremo a secco laddove il vento non potrà essere d’aiuto. Peccato per l’infinito spazio vuoto nei fondali. Difficilmente usciremo dalla nave a curiosare, se non per recuperare il carburante, ovviamente.

Complessivamente abbiamo apprezzato il voler portare qualcosa di diverso sul mercato, ma come si dice, il troppo storpia. Il piacere del viaggio che il gioco vuole offrire regge al massimo un paio d’ore. Superate le quali, non vedremo l’ora di arrivare. La ripetizione spesso presente, unita ad un eccessivo protrarsi oltre il sopportabile di diverse fasi, ci ha fatto sospirare non poco. Se siete già fan della serie, apprezzerete questo secondo episodio, in caso contrario sarà una piacevole esperienza. Meglio ancora se presa a piccole dosi.

Una delle sezioni più interessanti è quella della tempesta

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

Okomotive ha portato qualcosa di nuovo con la sua serie di giochi esplorativi. FAR: Changing Tides mette però poca carne al fuoco, su una griglia infinitamente grande e a fuoco bassissimo. Se siete già fan della serie, apprezzerete questo secondo episodio in quanto collegato al primo. Per tutti gli altri sarà una piacevole esperienza, che tuttavia non sarà in grado di mantenere costante l’entusiasmo.

Pregi

Un'esperienza diversa dal solito. L' HUD assente aumenta l'immersività di un gioco che fa dell'osservazione logica la sua chiave per la risoluzione dei puzzle. Colonna sonora maestrosa.

Difetti

Un titolo fatto "per viaggiare" non dovrebbe annoiare proprio durante tale fase. Alcune azioni vanno a vuoto, confondendo sul da farsi. Diverse sezioni lineari risultano banali ed eccessivamente prolisse.

Voto

7

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