Gravity Chase, recensione Pc

Vediamo come si comporta in gara il racer antigravità di Repixel8

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Gravity Chase non aveva particolarmente brillato nella nostra precedente anteprima. Oltretutto nel panorama degli antigrav racer derivati dal celebre Wipeout, negli ultimi tempi si stanno affermando pian piano una discreta serie di interessanti contendenti. Per esempio Pacer, del quale abbiamo già parlato in sede di recensione.

In Italia possiamo considerare anche lo sforzo di 34BigThings con il loro Redout. La proposta dello studio indipendente Repixel8, invece, sembra sfidare questi titoli con una scelta audace. Purtroppo, come vedremo, i risultati non sono però dei migliori.

Di seguito la recensione della versione Pc di Gravity Chase. Ricordiamo che il gioco è anche disponibile su Xbox One. Buona lettura.

GIROTONDO FUTURISTICO

Avviando il gioco su Pc si finisce con il constatare quanto già visto durante l’anteprima. In questa versione, Gravity Chase pare essere stato trasposto di peso da quella dedicata alla console casalinga di Microsoft. Ad esempio, durante le schermate di caricamento i controlli proposti sono sempre quelli per il controller Xbox e mai per la tastiera, i quali invece vanno cercati tra le impostazioni.

Inoltre, per avviare la partita è ancora necessario passare attraverso una schermata “progettata” per far connettere eventuali giocatori in locale. Si tratta di una scelta abbastanza insolita e piuttosto scomoda. Chi vuole giocare in singolo deve infatti aspettare la fine di un countdown, che si unisce alla serie di caricamenti necessari per arrivare infine alla schermata principale del titolo.

Continua anche a mancare un’opzione utile alla creazione di partite personalizzate. L’unico modo per gareggiare rimane quello di selezionare ciascun evento dalla lista di quelli disponibili. Ad ogni corsa si guadagnano punti necessari a sbloccare nuovi eventi, anche se questo sistema di progressione risulta assai mal calibrato.

I punti infatti vengono assegnati alla fine di ciascuna gara a seconda della performance. Ma ciò che conta davvero è la difficoltà scelta all’inizio dell’evento. Con questo tipo di economia risulterà molto più remunerativo finire una gara in qualsiasi posizione a difficoltà massima piuttosto che arrivare primi in quella più facile. Così facendo viene presto a mancare lo stimolo a gareggiare per il gusto della competizione.

UN PERCORSO IN SALITA

Alla base di un qualsiasi gioco di guida c’è sempre la fisica sulla quale esso si poggia. Nel caso di Gravity Chase però la fisica in questione è tutt’altro che convincente. Il veicolo pattina sulla pista quasi senza peso, e risulta ugualmente “etereo” nel caso di collisione con gli altri concorrenti in pista. Contrariamente a quanto offerto dai titoli di questo genere, inoltre non esistono freni laterali utili a impostare le curve.

Per quanto, obiettivamente, non servirebbero più di tanto in questa circostanza. Il titolo di Repixel8 cerca quindi di fare leva sulla conformazione dei suoi tracciati. Si corre infatti all’interno o all’esterno di un lungo cilindro sospeso in aria, cosa che permette di percorrere la superficie sfidando la gravità. Non mancano piste più classiche nella conformazione.

In ogni caso poco cambia in tutte e tre le istanze. Le curve sono troppo morbide per poter richiedere al giocatore di rallentare al fine di imboccarle nel modo migliore. In Gravity Chase conta soltanto accelerare, spingendo sul turbo ed evitando le piattaforme poste ad ostacolo per la propria navicella. Non stupisce nemmeno la scelta tra le tre modalità di corsa disponibili.

Arcade ed Elimination non saranno estranee agli appassionati del genere, mentre Combat rappresenta l’ultima ruota del carro. L’unica arma disponibile in questa corsa armata è una raffica di colpi con aggancio del bersaglio. Il sistema di puntamento automatico funziona male nove volte su dieci, e il time to kill è davvero troppo corto. Durante queste corse l’unica vera soluzione è quindi gareggiare senza prendere in considerazione l’opzione che dà il nome alla tipologia di corsa.

PREMIO DI CONSOLAZIONE

Rimane confusa anche la gestione delle navicelle pilotabili. Esteticamente tutto tranne che accattivanti, i veicoli possono essere potenziati con il denaro ottenuto gareggiando con ciascuna di essi. Purtroppo, non sembra che i potenziamenti o le statistiche di base abbiano un vero effetto una volta scesi in pista. Discutibile anche la divisione in classi di velocità. Una scelta che sembra più mirata ad aggiungere una parvenza di contenuto, ma non giustificata da una reale differenza sul tracciato.

Questi ultimi sono deludenti dalla prima all’ultima pista sbloccabile. Anonime nell’aspetto e nella conformazione, sono circondate da ambientazioni molto spoglie e ripetitive. Nessuna di esse si fa ricordare a lungo una volta chiuso il gioco. Ed è un vero peccato perché, al di là dell’aspetto puramente ludico della scelta, si sarebbe potuto osare molto di più in questo settore. Grafica e sonoro fanno il minimo indispensabile, ma c’è da dare a Cesare quel che è di Cesare dicendo che, per fortuna, l’intera esperienza risulta priva di bug o glitch degni di nota.

SCONSIGLIATO

Per quanto Gravity Chase non sia un gioco complessivamente brutto, risulta difficile parlarne con entusiasmo. A livello di pura tecnica il titolo funziona, ma non propone nulla che possa attrarre l’attenzione dei fan del genere. L’idea dello studio Repixel8 di proporre tracciati tubolari sulla carta può sembrare interessante, ma già dalla prima gara è chiaro che nella pratica serve ben più di una buona trovata.

Pregi

Tecnicamente senza enormi sbavature, il senso di velocità tutto sommato si avverte.

Difetti

Controlli imprecisi, progressione mal calibrata, tracciati poco ispirati, modalità di gioco limitate.

Voto

5,5