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The Elder Scrolls Online: Blackwood, Recensione Pc

I cancelli di Oblivion si riaprono, il futuro di Tamriel è appeso ad un filo

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Con The Elder Scrolls Online: Blackwood ZeniMax Online Studios e The Elder Scrolls proseguono un sodalizio che dal 4 aprile 2014 accompagna gli appassionati di videogiochi di ruolo online di massa. The Elder Scrolls Online, infatti, è arrivato ormai sette anni fa ad espandere l’universo narrativo delle opere Bethesda Softworks. I cinque, canonici e single-player, The Elder Scrolls si sono fermati al 2011 con Skyrim, quinto episodio canonico. E’ stato annunciato il sesto episodio, ma intanto grandi sforzi sono stati compiuti per rendere The Elder Scrolls Online uno dei più giocati ed apprezzati mmorpg di sempre.

The Elder Scrolls Online: Blackwood è solo l’ultima espansione pubblicata. Si tratta del quinto, corposo, aggiornamento che aggiunge molta carte al fuoco rispetto ai più modesti dlc. Dopo Morrowind, Summerset, Elsweyr, Greymoor, per il quinto anno consecutivo e puntualissimo, arriva l’ultimo tassello di un mosaico d’avventure ormai monumentale. Disponibile su Pc, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S dallo scorso 1 giugno, previo acquisto del pacchetto di espansione. Ricordiamo che, invece, The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited, è gratis da giocare, ma privo di espansioni.

OBLIVION PRIMA DI OBLIVION

The Elder Scrolls Online: Blackwood prosegue quella sorta di operazione “amarcord” che fin dal lontano 2017, in occasione della prima espansione Morrowind, abbiamo saputo apprezzare. Potremmo dire che abbiamo rivissuto i fasti di The Elder Scrolls III, ma anche dell’imperituro Skyrim con Greymoor. Invece, con Blackwood si torna al glorioso 2006, l’anno in cui Xbox 360 arrivava al grande pubblico, trainata da un’esclusiva temporale che ha lasciato tutti a bocca aperta.

Era l’anno in cui The Elder Scrolls IV: Oblivion si mostrava al mondo in tutta la sua magnificenza grafica. Possiamo affermare con certezza che, dopo quell’anno, i videogiochi di ruolo open-world non sarebbero stati più gli stessi. Ogni sviluppatore e produttore ha virato le sue visioni e le sue produzioni su un contesto del tutto simile a Oblivion. Basti pensare a Two Worlds, Gothic, Risen, giusto per citarne qualcuno.

Quando giochiamo The Elder Scrolls Online: Blackwood, sappiamo di tornare a vedere e respirare, quasi, le atmosfere di Oblivion. La differenza è solo temporale: contrariamente al setting sociale, politico, economico conosciuto nel 2006, qui corrono 800 anni di differenza. Ricordiamo, infatti, che The Elder Scrolls Online è ambientato quasi mille anni prima degli eventi che ci ritroviamo a giocare su Oblivion o Skyrim.

Tecnicamente parlando, Blackwood non propone certamente passi avanti rispetto al passato. Gli unici che godono di migliorie grafiche, che portano il gioco agli attuali standard da Pc, sono i fortunati possessori di Xbox Series X/S e PS5, che insieme all’espansione si sono ritrovati un deciso potenziamento visivo rispetto alle versioni PS4 e Xbox One.

LE NOVITÀ DI BLACKWOOD

Narrativamente parlando, Blackwood riprende il discorso appena accennato e quindi interrotto nel dlc “prologo” che abbiamo anche trattato: Flames of Ambition. Lungi da noi fare spoiler: il demone Mehrunes Dagon è oggetto di un culto malvagio che trama per aprile un portale e scatenare, questa antica minaccia, nel mondo di Tamriel.

Per la prima volta nella storia di The Elder Scrolls Online, noi giocatori non saremo soli ad affrontare questa minaccia. Anche se suonasse strano, a proposito di un videogioco concepito per essere giocato in multigiocatore, con gruppi formati da altri giocatori in carne ed ossa, molti si godono la storia in via del tutto solitaria. A questi, dunque, arriva il supporto dei cosiddetti “Companions”, cioè personaggi controllati dall’intelligenza artificiale, ben caratterizzati e preziosi alleati.

Non mancano i colpi di scena, che dimostrano ancora una volta l’estro degli sceneggiatori, del tutto intenzionati a rendere ogni passo compiuto in The Elder Scrolls Online memorabile in eterno.

SOLITE CRITICITÀ

The Elder Scrolls Online: Blackwood è l’ultima espansione di The Elder Scrolls Online. Praticamente obbligatoria per tutti coloro che apprezzano la storia scritta per noi dagli sceneggiatori. Sicuramente apprezzabile per tutti i cultori del vecchio Tes IV: Oblivion.

Come ogni espansione prima di sé, anche Blackwood si porta la totale localizzazione in lingua inglese, che (a quanto pare solo in Italia) impedisce al gioco di sfondare nelle classifiche e negli indici di gradimento. Manca, dunque, il testo in italiano e questo lo rende parecchio “antipatico” ai puristi della Crusca e della lingua di Dante.

Diversamente da Oblivion, la gestione degli omonimi Cancelli non ci è sembrata molto curata. La loro funzione è quella di dungeon pubblici, che appaiono casualmente e non si possono neanche notare dalla mappa (che è piuttosto grande e fitta di dettagli). I meno fortunati, rischiano di non vederne neanche uno.

Quelli che riescono a varcare i cancelli, si trovano il proverbiale dungeon già sciacallato dai giocatori più veloci, più forti e più abituati, lasciando solo un po’ di amarezza per un senso della scoperta non completamente soddisfatto.

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

The Elder Scrolls Online: Blackwood è la quinta espansione ufficiale di The Elder Scrolls Online. Come quelle che l’anno preceduta, anche questa è ispirata agli illustri titoli Bethesda che hanno scritto pagine di storia nel genere dei videogiochi di ruolo: siamo stati su Morrowind, a Skyrim e ora a Oblivion (per citare gli ultimi tre The Elder Scrolls pubblicati).

Blackwood, dunque, è un’operazione amarcord dedicata a tutti gli estimatori di The Elder Scrolls IV. Ma è anche una signora espansione che introduce i cancelli di Oblivion, un mitologico nemico e novità interessanti quali i Companions che ci aiutano nel caso fossimo cuori solitari. Sempre impressionante la qualità della scrittura, decisamente sorprendente e soddisfacente.

Come al solito, però, dobbiamo consigliarne l’acquisto a occhi chiusi solo ai super-appassionati che possono sorvolare sull’impianto grafico praticamente fermo al 2011 e all’assenza totale della lingua italiana dei testi. Dettaglio che lo rende amaramente “poco allettante” per la quasi totalità dei giocatori del Belpaese.

Pregi

Tes IV: Oblivion in tutto il suo splendore "amarcord" e ambientato 800 anni prima. Sistema di "Companions", cioè gregari gestiti dall'intelligenza artificiale, molto ben concepito. Sceneggiatura degna di una serie televisiva, ricca di colpi di scena e sempre interessante.

Difetti

Manca sempre e totalmente la lingua italiana. Il sistema di cancelli di Oblivion non risulta particolarmente ispirato e gratificante.

Voto

7,5

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