Hero-U: Rogue to Redemption, recensione

Lo studio indipendente Transolar Games scrive una lettera d'amore ai classici Sierra e - con questo mix tra avventura grafica, strategia a turni ed rpg - ci offre un tuffo nel passato

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Parlare di Hero-U: Rogue to Redemption senza essere nostalgici non è agevole. La difficoltà è quella di non senza versare qualche lacrimuccia: un pianto che potrebbe divenire a dirotto, specialmente per chi, come come chi vi scrive, ha superato gli “enta” da un po’.

Bene, Hero-U: Rogue to Redemption non è un titolo come gli altri: piuttosto, è un vero e proprio erede spirituale di una delle saghe più apprezzate del passato, Quest for Glory. Un nome che probabilmente, accenderà più di qualche lumicino in tanti: il titolo, creato dai coniugi sviluppatori Lori e Corey Cole, fu uno dei più apprezzati ibridi tra avventura e gioco di ruolo degli anni ‘90 della defunta Sierra.

E, seppur con alcune differenze, Hero-U: Rogue to Redemption – sviluppato dal team indipendente Transolar Games capeggiato proprio dai Cole – è ritornato, negli scorsi mesi, a far capolino su Steam, Linux, Mac e Switch.

Un “capolino” che è corrisposto, seppur con le dovute limitazioni, ad un ritorno in auge di un genere tanto antico quanto dannatamente all’avanguardia.

ESSERE EROI NON È FACILE

Hero-U: Rogue to Redemption è un gioco di ruolo con visuale isometrica dalle meccaniche che ricordano i grandi classici occidentali del passato a turni. E presenta spiccati elementi che lo avvicinano ai classici crismi delle avventure grafiche.

Ma, a rendere ancora più interessante il complessivo pacchetto meccanico offerto, vi saranno alcune peculiarità che lo spingeranno verso una sorta di “simulatore di vita”. Un risultato non troppo dissimile, con le dovute differenze, alla saga di The Sims o, per certi versi, a quella di Persona.

Nel gioco, vestiremo i panni del buon Shawn O’Conner, un giovane dalle spiccate abilità… “furtive”. Il suo obiettivo è difatti entrare a far parte della locale Gilda dei Ladri. Ma per farlo, dovrà superare una prova d’ingresso piuttosto difficile, ovvero sgraffignare un prezioso oggetto dalla casa di un rinomato nobile.

Tuttavia, il piano non riesce e il nostro buon Shawn viene scoperto da un misterioso figuro che gli offre due possibilità: la prigione o l’entrare nella Hero University. Questa è un’accademia che mira, com’è lecito intuire, a sviluppare i talenti nascosti di giovani e aitanti eroi “wannabe” in modo da indirizzarli verso una “carriera” di rettitudine ed altruismo.

E per il buon Shaw, naturalmente, il corso universitario più adatto si rivelerà esser quello dei “mascalzoni”, sorta di ladri ma votati al bene.

HERO ACADEMY IL FULCRO DELL’ESPERIENZA

Premesse narrative intriganti a parte, la Hero Academy sarà sostanzialmente il fulcro complessivo dell’esperienza. Il nostro alter-ego non solo si troverà suo malgrado ad esplorare dungeon ed affrontare varie amenità mostruose in combattimenti a turni, ma sarà anche obbligato a seguire delle lezioni in classe in specifiche discipline (che ne aumenteranno le capacità nei segmenti di gioco più “action”).

E non sarà una mera scusa: dovremo effettivamente prestare attenzione a una breve lezione ogni sessione, con addirittura un test a scelta multipla – di tanto in tanto – volto a verificare la nostra attenzione alle lezioni.

Naturalmente, seguire le lezioni ci permetterà di potenziare svariate statistiche base, pescate a piene mani dalla tradizione ruolistica che andranno ad impattare direttamente sulle nostre capacità sul campo. E non sarà l’unica caratteristica sui generis. Man mano che trascorreranno i semestri, al nostro protagonista sarà data occasione di seguire dei corsi speciali extra-curriculari. Ad esempio quelli dedicati all’uso della magia, al preparare pozioni, al costruire particolari gadget e via dicendo.

Naturalmente, in un certo qual modo vicino ad una delle meccaniche preponderanti di Persona, tali sessioni saranno scandite dal ciclo giorno/notte con il nostro Shawn che avrà segmenti di tempo limitati per poter esplorare a dovere i dintorni. Ciò, naturalmente, si tradurrà nel dover valutare bene ogni step, specialmente in battaglia. Una scelta errata, oltre ad un ipotetico game over, potrebbe farci perdere del tempo prezioso.

LA DURA VITA DELLO… STUDENTE

In aggiunta, dovremo gestire i nostri rapporti con i sei compagni del nostro corso. Qui, è da sottolineare l’ottimo lavoro svolto a livello di mera caratterizzazione.

I nostri compagni avranno personalità completamente differenti con opinioni e modi di fare sufficientemente distanti da renderli, già dopo poche ore di gioco, riconoscibili.

Inoltre, grazie anche alle possibilità offerte dalle sfaccettature offerte da Hero-U: Rogue to Redemption nel campo delle avventure grafiche tramite una nutrita varietà numerica e qualitativa di dialoghi, scelte e risposte amplieranno la conoscenza dei nostri compagni. Alcuni di questi avranno insospettabili segreti nascosti.

Naturalmente, l’accademia fungerà, in salsa tipicamente ruolistica, da contenitore di attività e missioni, alcune delle quali si “accenderanno” dopo la nostra interazione con i classmate. Oltre alla sezione dialoghista, Hero-U: Rogue to Redemption offrirà anche una corposa componente meccanica da punta e clicca. Qui, in sostanza, oltre a poter cliccare ed osservare una descrizione di praticamente tutti gli oggetti presenti a schermo, dovremo interagire con diversi item e contesti particolari al fine di risolvere determinati enigmi, spesso e volentieri presenti durante le nostre esplorazioni sotterranee di cantine e catacombe.

In linea di massima, per quanto presente, questo particolare segmento sarà comunque piuttosto “sporadico” e non particolarmente sviluppato, rendendolo molto vicino ad esser “secondario”.

I COMBATTIMENTI SARANNO FONDAMENTALI

Un’altra forte componente ludica del titolo saranno naturalmente i combattimenti. Sebbene molti di questi possono essere tranquillamente evitati (d’altronde, studiamo per esser furtivi), essi si svolgeranno a turni e ci renderanno la vita piuttosto complicata.

Anche perché, dovremo valutare molto bene le nostre mosse. Avviare uno scontro coinvolgerà, in linea di massima, tutti i nemici attivi nelle vicinanze. Shawn, in quanto “malandrino”, non potrà contare su una particolare resistenza e forza fisica, né tanto meno su assoluti poteri arcani.

Ecco che, in questo frangente, avranno un ruolo predominante i corsi seguiti precedentemente. L’aver rudimenti magici, oppure il saper piazzare trappole grazie al corso dedicato ai gadget, diverranno praticamente necessari per poter sopravvivere durante l’esplorazione dei dungeon. Anche perché, come già specificato, Shawn non sarà esattamente “imbattibile” durante gli scontri.

Naturalmente, esplorare i dungeon significa puntare ad un onnipresente scrigno contenente diversi tesori. Ovviamente, potremo esser sconfitti malamente: in  Hero-U: Rogue to Redemption, esser sconfitti in battaglia significherà perdere tutti gli oggetti posseduti, oltre che risvegliarsi improvvisamente in infermeria.

LONGEVITÀ INTERESSANTE

Nel complessivo, tra trame principali e secondarie, il titolo durerà all’incirca una quarantina d’ore, che potrebbero aumentare esponenzialmente nel caso in cui volessimo esplorare tutto. In aggiunta, è bene sottolineare che determinati contesti saranno esplorabili a patto di possedere i giusti requisiti spesso derivanti da scelte di dialogo e skill. Questo significa che, chi apprezzerà il titolo, avrà diversi motivi in più per ripetere l’esperienza dall’inizio.

TANTE GIOIE, QUALCHE DOLORE

Nonostante una produzione molto intrigante, Hero-U: Rogue to Redemption non è esente da alcuni difetti. Il primo, probabilmente relativo, è la mancata localizzazione in italiano del prodotto che lo rende molto difficile da digerire per coloro che non masticano affatto la lingua di Albione.

In aggiunta, essendo un titolo spiccatamente old style, quindi sostanzialmente incorniciato da un “mare” di parole, dialoghi e scritti da leggere, la sua cadenza è sicuramente molto rilassata e ondivaga. Una caratteristica, questa, che potrebbe renderlo non particolarmente apprezzato, specialmente dagli utenti più giovani e più bisognosi di una certa ritmata cadenza.

Una mancanza di “mordente” che si evince anche da una certa ripetitività dei combattimenti che, specialmente nei casi in cui ci si dovesse trovare a fronteggiare più nemici contemporaneamente, cosa che accadrà spesso visto le non grandissime possibilità di movimento del nostro Shaw, “esauriti” gadget e/o poteri utilizzabili, il tutto si ridurrà ad un semplice click del tasto d’attacco sino all’azzeramento dei punti ferita.

In generale, la sensazione è che nonostante l’ardua ibridazione restituisca un buon prodotto, ogni singolo “segmento” meccanico-concettuale del titolo risulti sostanzialmente mediocre e non eccezionalmente sviluppato.

COMPARTO TECNICO ED ARTISTICO SUI GENERIS

Per quanto riguarda il segmento più spiccatamente tecnico, Hero-U: Rogue to Redemption si può tranquillamente definire sui generis, in senso positivo. Una buona fetta del gioco sarà accompagnata da disegni fatti a mano, utilizzando uno stile piuttosto occidentale e quasi fiabesco.

Graficamente, venendo all’estetica intra-ludica, il titolo sarà solo sufficiente e nulla più offrendo un comparto visivo adeguato allo scopo che alterna ambienti e dettagli pregevolmente disegnati a mano, a texture visibilmente in bassa risoluzione e spalmate a ripetizione.

Nulla da eccepire sulla pulizia tecnica del titolo, che si presenta praticamente privo di errori o bug degni di menzione. Ultimo ma ultimo, il sonoro è un grandissimo “what if”. Il gioco, nonostante la gran mole di dialoghi e affini, avrà zero recitazione vocale e l’intero comparto sarà sostanzialmente dedicato a musiche, anonime ma adeguate, ed effetti sonori, migliori qualitativamente seppur un tantino ripetitivi.

L’assenza del voice acting si fa sentire tantissimo e avrebbe sicuramente approfondito la già validissima atmosfera di gioco.

COMMENTO FINALE

Cosa aggiungere su Hero-U: Rogue to Redemption? Un titolo sicuramente valido, pregevole e che fa ben sperare, visto il retaggio glorioso da cui proviene. Un ibrido, all’avanguardia che offre spunti originali e una sceneggiatura notevole. Nonostante ciò, la produzione soffre di diversi limiti che riescono, però, solo ad offuscare parzialmente le potenzialità, soprattutto in prospettiva, del gioco.

Dunque, un progetto interessantissimo, il cui valore aumenta a dismisura se si pensa esser il prodotto di un team indipendente. Un primo chapter sicuramente di rilievo e che fa ben sperare per il futuro.

Pregi

Un po’ ruolistico, un po’ avventura grafica, un po’ “life simulator”... Sceneggiatura molto pregevole... Buona longevità e rigiocabilità.

Difetti

… ma nessuna delle tre “anime” risulta perfetta. Anche se la mancata localizzazione in italiano lo rende difficile da digerire. Qualche piccolo neo tecnico.

Voto

8,5