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Sunlight, la nostra recensione

Un viaggio introspettivo che vuole fare riflettere grazie ad una profonda atmosfera

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Non è raro definire un videogame più di un gioco e definirlo un’esperienza. Vuoi per la qualità artistica, o per il messaggio che vuole proporre o per la tipologia atipica del suo gameplay. Tra questi titoli entra sicuramente Sunlight, definito esperienza “intima”.

Si tratta di un gioco firmato da Krillbite, software house norvegese uscito a metà gennaio scorso su Steam. Il team indie di Oslo, famoso per Among the Sleep e Mosaic, lo ha denominato come sequel indiretto di The Plan uscito ben 8 anni fa.

Si tratta di un titolo molto particolare che va oltre alla semplice meccanica proposta nel gameplay e che in questa breve recensione vi racconteremo. Finanziato con i fondi del Norwegian Film Institute, Sunshine è una esperienza profonda.

SUNLIGHT, IN CAMMINO SOLITARIO PER TROVARE PACE

Il gioco si ispira al lavoro dell’artista norvegese Edvard Munch e ci porta in una foresta suggestiva e meravigliosa. In Sunlight, infatti, cammineremo in un bosco rigoglioso dove Madre Natura comanda e detta i ritmi lentissimi.

Il nostro compito sarà quello di ascoltare le molteplici voci della foresta e saremo accompagnati da una imponente colonna sonora d’eccezione: Hymn of the Cherubim di Tchaikovsky. Questo brano si fonde perfettamente con l’atmosfera ricreata dagli autori e contribuisce a dare un tono solenne alla nostra avventura. O esperienza. Potremmo definire Sunlight come un breve viaggio alla ricerca di un qualcosa che sembra pace. Il ristoro della natura si a livello interiore che esteriore. Del resto il coro Kammerforet Aurum ha fatto un bellissimo lavoro. Giusto ricordare che la musica sia stata registrata all’Archbishops palace di Trondheim, in Norvegia.

Sono note che arrivano al cuore ed amplificano l’atmosfera alimentata dalle mille voci umane che si fondono nella natura più profonda. Non correremo, non ce ne sarà bisogno, ma ascolteremo tali voci e, girovagando in questa foresta, raccoglieremo dei fiori per poi chiudere il nostro cammino (ci si perdoni lo spoiler, in senso stretto) in una radura dove sarà possibile deporre questi bouquet e lasciare un messaggio. Una testimonianza del nostro passaggio. Testimonianza che naturalmente può essere bissata. Abbiamo trovato diversi messaggi.

L’azione si svolge in prima persona e, come detto, non si corre. Si cammina in questa foresta ascoltando le voci e cercando la luce (non solo interiore) che ci indica dei posti dove potremo raccogliere un petalo o un fiore.

Un breve viaggio narrativo che ruota attorno all’umanità in grado di risvegliare i ricordi lasciati da The Plan, altra opera simile di Krillbite Studios pubblicata, però, nel lontano 2013. In The Plan, si seguivano le vicende di una mosca che vola nell’immensità di un ambiente non sempre ospitale. Un altro esperimento che, questa volta, punta dritto all’introspezione umana.

TANTA ATMOSFERA

Sunlight

Il gameplay lo abbiamo già spiegato. In Sunlight non esiste il concetto di sfida. Si ascolta e si cammina fino ad a raccogliere quello che ci serve per omaggiare la madre terra. Possiamo anche intrepretare così il nostro peregrinare (apparentemente) senza meta in questa foresta rigogliosa.

Dal punto di vista tecnico è anche superfluo parlare ma è giusto spendere due parole veloci: quello che vediamo è ben fatto ed il 3d poligonale ha anche un buon dettaglio. Ed anche piuttosto suggestiva in alcuni scorci. Le fronde dei diversi tipi di albero ci fanno da tetto naturale che filtrano i raggi di luce  hanno un po’ di poetico. Luci e qualche effetto ambientale fanno il resto donandoci un bel vedere.

Il commento sonoro è superbo e, oltre al già citato brano di Tchaikovsky, può contare su un ottimo doppiaggio dove molte voci ci raccontano, sussultandoci, storie. E ci aprono il cuore e la mente. A volte, aggiungiamo, è anche toccante.

Un’atmosfera molto presente in quella che potremmo definire un’avventura più di un walking simulator. Ma forse Sunlight è semplicmente un titolo a sé.  Un genere a sé.

COMMENTO FINALE

Sunlight è un titolo che potremmo definire sperimentale, un po’ sulla falsariga di The Plan. Questa volta protagonista sarà l’umanità interiore che viene presa per mano da madre natura. Il tutto in un contesto assolutamente calmo e riflessivo.

Difficile dire che Sunlight sia un gioco. Potremmo definirlo un cammino introspettivo. Che se colto può essere profondo. Non c’è una sfida ma una passeggiata che può durare in media una mezzoretta. O anche di più se si vuole. Non incontreremo nessuno, solo erba, foglie, alberi e fiori nonché tanti messaggi da cogliere.

Krillbite Studio conferma la sua vena artistica donando un’esperienza bella da raccogliere e da fare propria. Ci sentiamo di consigliare il titolo a chi conosca un po’ di inglese e per fortuna abbiamo anche trovato i sottotitoli nella lingua di Albione. Non è presente il testo in italiano. Peccato perché il messaggio – senza la comprensione del testo – diventa molto criptico.

Pregi

Atmosfera profondissima. Un breve viaggio introspettivo. Madre natura protagonista. Tecnicamente fa quello che deve fare. Artisticamente valido con un comparto audio sicuramente sopra la media.

Difetti

Non tutti sono portati per i viaggi interiori. Soprattutto se non ci sono nemici da combattere o nessuno da incontrare. Non esiste la sfida.

Voto

7,5

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