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Mortal Shell, la nostra recensione

Da Anime Oscure a Involucri Mortali avendo in comune lacrime e stridore di denti

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Mortal Shell è l’ultimo esponente di un sottogenere di videogiochi di ruolo d’azione che si ispira fortemente agli stilemi e dai canoni dettati da Demon’s Souls e – soprattutto – Dark Souls.

E’ sviluppato da quattro veterani dell’industria dei videogiochi, radunati sotto bandiera Cold Symmetry, affiancati dal gruppo PlayStack London. La prima fatica di questi sviluppatori d’oltremanica è arrivata su Xbox One, Epic Games Store e PlayStation 4 (con la versione Steam prevista per il 2021) lo scorso 18 agosto praticamente alla metà del prezzo cui solitamente accompagna la pubblicazione di un videogioco.

Vi lasciamo alla nostra recensione. Buona lettura.

INVOLUCRO MORTALE

Quel che rimane di una creatura solo apparentemente morta, riprende coscienza e si mette in piedi. E’ il nostro alter-ego senza nome e senza volto: sembra un uomo ma i suoi resti sembrano essere fatti più come un bozzolo che di carne ed ossa. Ne muoviamo i primi passi in un’ambientazione nebbiosa, onirica, apparentemente sospesa tra realtà e sogno.

Non dobbiamo camminare troppo, prima di scoprire che il mondo in cui ci siamo risvegliati è fortemente ostile. E non dobbiamo fare ancora troppi passi in aggiunta, prima di trovare il cadavere, ormai senz’anima, di un guerriero sfortunato. E’ solo allora che scopriamo la capacità, di quest’anima in pena, di possedere gli involucri mortali dei guerrieri caduti in questo mondo ostile. Da qui si apprende perché il gioco si chiama Mortal Shell: si riferisce al corpo, che andiamo a riempire, con cui possiamo difenderci dalle numerose insidie.

IL MOTORE SURREALE E I CONTROLLI SINGOLARI

Mortal Shell

Mortal Shell fonda la sua ragion d’essere su Unreal Engine di quarta generazione. La prima conseguenza di ciò è che il motore grafico risulta leggero e garantisce un ottima presentazione visiva. Tanto i modelli poligonali quando le ambientazioni e lo sfondo, sono il frutto di un ottimo lavoro di cesello. La grafica è fluida e non c’è da segnalare alcuna incertezza: tutto è fatto a regola d’arte.

Il sistema di controllo appare solo all’inizio mutuato da quello di Dark Souls, con i dorsali che gestiscono colpi leggeri e pesanti, da un lato, e parate di due tipi dall’altro. A proposito di queste ultime: occorre evidenziare che il personaggio, fin dall’inizio, ha la capacità di pietrificarsi per qualche istante. Questo gli permette di essere invulnerabile e, certo nemici, al cozzare con la massa di pietra, possono abbassare la guardia, sbilanciati, aprendo un ventaglio di possibilità in combattimento.

La cosiddetta parata d’impatto (l’ormai gergale e volgare “parry”) non è subito disponibile, ma la si acquisisce  come premio per l’esplorazione. Non è semplice da effettuare come nei titoli From Software ma è decisamente appagante anche perché ci premia con il recupero di preziosa energia vitale.

NON IL SOLITO SOULSLIKE

A proposito di quest’ultima, quando arriva ad esaurirsi a causa di un combattimento che ci ha visti perdenti, non si innesca subito la morte ma assistiamo all’espulsione del nostro personaggio dall’involucro. Se abbastanza abili e veloci, possiamo riconquistare il corpo perduto ottenendo una seconda possibilità. In caso di seconda dipartita, come in ogni soulslike che si rispetti, resusciteremo al checkpoint sprovvisti di “tar” e “volontà”, le valute necessarie a potenziare il personaggio.

Quel che Mortal Shell può vantare, rispetto a concorrenti e rispetto al suo capostipite griffato From Software, è la gestione delle classi di combattimento, non più legata alla lunga e travagliata “build” da fare evolvere a colpi di monete sonanti e statistiche che espongono alla microgestione.

Una volta trovati tutti e quattro gli involucri, ciascuno diverso dall’altro e che offre uno stile di gioco peculiare, spendiamo quel che si guadagna dalle uccisioni dei mostri per migliorarne l’efficacia in battaglia. Stesso discorso per le armi che ci ritroviamo ad impugnare.
Un processo decisamente più snello, veloce, intuitivo e sempre appagante, che riduce al massimo i tempi morti del grinding a favore di quelli dedicati alla sana, emozionante e affascinante, esplorazione che ricorda vagamente quella di Darksiders e di The Legend of Zelda.

Quello che rende, Mortal Shell, un degno erede di Dark Souls è l’estrema somiglianza visiva con quest’ultimo, la gestione dell’inventario e la generale storia appena abbozzata e aperta alle congetture e alle ricerche, alle letture e alle riflessioni degli appassionati che si perderanno nei meandri del gioco.

Nulla di gravissimo da segnalare: il gioco, una volta padroneggiato, diventa vergognosamente semplice (soprattutto appena troviamo l’involucro che soddisfa il nostro stile di gioco). Quando le cose si fanno semplici, la parabola della difficoltà scende e arrivare ai titoli di coda diventa abbastanza semplice e non richiede più di una dozzina di ore.

Fortunatamente il New Game+ accorre a voler saziare la fame di avventura dei veterani di questo sottogenere. Se aveste amato Dark Souls, non potrete che apprezzare Mortal Shell: l’unico che, dall’originale, trae carattere e forza senza timore.

COMMENTO FINALE

Mortal Shell è un gioco di ruolo d’azione in terza persona, che quasi clona quanto di meglio Dark Souls possa aver consegnato alla storia. Da parte sua, inoltre, propone una gestione delle classi di combattimento singolare. Questa non che una delle tante singolarità che eleva Mortal Shell al rango di “degno erede” e non certo di semplice clone.

Tecnicamente si presenta benissimo, nonostante più di una licenza dovuta al capolavoro From Software. Non è esigente in termini di hardware e si lascia giocare abbastanza bene sia con la tastiera che con il gamepad (quest’ultimo sempre consigliatissimo).

Propone ambientazioni impressionanti, buona varietà di nemici, bell’assortimento di mini-boss e boss e quella vena esplorativa che ricorda Darksiders e The Legend of Zelda. Il sistema di controllo è fluido e permette di concatenare mosse (anche originali, mai viste in un soulslike, come la pietrificazione temporanea) che portano ad un buonissimo sistema di combattimento.

Il solo peccato è che, una volta padroneggiato tutto e imparato ad orientarsi nella mappa, le cose diventino molto più semplici che in partenza. Da lì si arriva presto ai titoli di coda.

Se foste dei cultori dei soulslike, non ve ne faceste scappare nemmeno uno e cercaste un buon passatempo a prezzo budget, Mortal Shell si candida a primissima scelta, soprattutto per l’ambientazione e le schermate simili a quelle del titolo From Software.

Pregi

Somiglia tantissimo a Dark Souls. Vanta ottime personalità e peculiarità. Visivamente ben realizzato e non esoso in richiesta di hardware. Costa pochissimo da subito. Difficile come pochi, all’inizio…

Difetti

...ma appena trovato l’involucro giusto e domato il sistema di controllo si fa molto semplice. Si finisce relativamente in fretta, rispetto ai concorrenti.

Voto

8

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