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Destroy All Humans!, Recensione

Vediamo come se la cava il remake di Thq Nordic e Black Forest Games

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Destroy All Humans!, per coloro che sono già negli “enta” da un po’, è un nome associato ad una sicura (e malinconica) garanzia: divertimento, con quel pizzico di follia che non guasta mai.

Per coloro che non lo conoscessero, il titolo sviluppato da Black Forest Games ed edito da Thq Nordic, è il completo rifacimento del gioco orginale rilasciato dalla defunta Thq nel 2005 per l’allora current gen, ovvero Playstation 2 e Xbox. E, il remake di cui parleremo in questa nostra personale recensione, è l’evidenza di una cosa: il “remaking”, come fenomeno di recupero archeologico dei videogames passati, è ormai addivenuto uno standard che, tra beghe concettuali e lavori mediocri, inizia ad assumere i fondamentali connotati di un vero e proprio lavoro di recupero e reinvenzione di vecchie e seminali glorie.

Specialmente quando, come sostanzialmente accade in questa sede, parliamo di un buon lavoro complessivo, seppur non perfetto, di ammodernamento di un titolo con circa 15 anni sul groppone (in questo settore, un’eternità). Bando alle ciance, ecco la recensione della versione Pc di Destroy All Humans!, uscito lo scorso 28 luglio anche su console.

Buona lettura.

DESTROY ‘EM ALL

Destroy All Humans! è uno sparatutto in terza persona, con tanti piccoli elementi da gioco d’azione e non solo. Nel gioco, saremo i protagonisti di una strampalata e folle conquista della Terra da parte del potentissimo impero alieno Furon.

Una “rappresaglia” alla cattura da parte degli Stati Uniti d’America, nella loro versione anni ’50 riprodotta in modo ferocemente parodistico, di Crypto-136, altro “conquistatore” galattico caduto nelle mani del nemico umano.

Noi, Crypto-137, avremo l’ingrato compito di piegare la razza umana al nostro volere: un piano difficile, condito da 6 diverse location, come la “segretissima” Area 42 (versione comica della leggendaria Area 51), riproposte in una fedele quanto completamente folle versione retrò centellinata in 22 diverse missioni principali.

Una premessa narrativa pazzamente insignificante, che è sostanzialmente il canonico “la” per tutta una serie di comiche stramberie di cui sarà ricolmo sino a scoppiare il titolo (ri)sviluppato da Black Forest Games. Naturalmente, l’anima del gioco sarà intrisa nella campagna principale che, è bene sottolinearlo sin da subito, sarà piuttosto corta e che orientativamente si aggirerà tra le 5 e le 10 ore complessive di gioco.

L’esperienza quantitativamente limitata sarà estendibile grazie alla possibilità offertaci dal gioco di poter rivisitare i luoghi precedentemente esplorati, per poter accalappiare i canonici collezionabili che saranno strategicamente nascosti all’interno della mappa. In aggiunta, avremo anche facoltà di dedicarci a missioni alternative extra-storia, solitamente piuttosto semplici e che andranno dal canonico rapimento di terrestri, spesso correlato ad una fase stealth, alla distruzione di obiettivi di vario tipo.

Destroy All Humans!

In generale, immaginando di voler completare il tutto al 100% e sperimentare qualsiasi cosa, si potrebbe arrivare sino ad un massimo di 10/15 ore di gioco. Una longevità relativa che, sostanzialmente, sarà un fardello “pesante” specialmente per chi il titolo lo ha già affrontato all’epoca: la campagna (ri)proposta in di Destroy All Humans! sarà sostanzialmente identica, sia meccanicamente che ludicamente, a quella del titolo passato, con l’aggiunta di una sola missione in più.

Il pacchetto complessivo di contenuti del titolo è più che onesto se rapportato al prezzo della versione Steam del gioco (che stiamo analizzando): ma, se non travolti dalla nostalgia, chi ha giocato al titolo originale ha ben poche ragioni per riaffrontare, sostanzialmente allo stesso modo, questa riedizione. E anche per i nuovi venuti, Destroy All Humans! non sarà “perfetto”. In linea di massima, gli incarichi che porteremo a termine, si ripeteranno in modo più o meno identico nel corso della campagna che, come detto, non brillerà particolarmente per varietà delle attività da svolgere.

IL POTERE DELL’IMPERO FURON

Destroy All Humans!

Una specularità al passato che, in linea di massima, si trasferisce a piè pari anche al complessivo gameplay che, per questa ragione, risulterà fortemente “memore” e con qualche legnosità, più concettuale che tecnica in verità, legata ad un modus appartenente ad ere geologico-ludiche fa.

Ad esempio, la mappatura dei comandi sarà alle volte un po’ complicata da digerire che, unitamente ad una pletora notevole di poteri ma che spesso rimarranno inutilizzati, renderanno il fluire ludico del titolo un po’ singhiozzato. Anche le sezioni in cui, ad esempio, ci ritroveremo alla guida di una potentissima astronave aliena, avrebbero potuto subire un labor limae maggiore: in realtà, saremo limitati non solo al semplice utilizzo concreto, che avverrà in momenti specifici e non sarà propriamente libero, ma anche da un controllo del vascello spaziale non particolarmente convincente.

Però, in generale, Destroy All Humans! convince ed è divertente: il sistema di shooting sarà semplicistico ma godibile. In aggiunta, rispetto al titolo originale, il sistema di progressione del nostro mini-alieno è stato notevolmente espanso rispetto al passato: avremo a disposizione decine di abilità aggiuntive e di totalmente nuove rispetto al passato, che potremo sbloccare e relative sia direttamente al protagonista che al suo vascello. L’unlock complessivo avverrà raccogliendo segmenti di dna che otterremo nel corso delle missioni.

UN REMAKE MADE UNREAL ENGINE 4

Destroy All Humans!

Da un mero punto di vista tecnico, il lavoro di Black Forest Games è sicuramente pregevole: non siamo ai livelli di quanto realizzato con Resident Evil 2 da Capcom (principalmente, per una questione di budget), ma il complessivo operato dello studio di sviluppo è sicuramente ammirabile.

Il comparto grafico della produzione è stato ricostruito da zero utilizzando l’Unreal Engine 4, senza però perder nemmeno una briciola della complessiva caratura comica del titolo originale. Texture, numero di poligoni e effetti particellari appaiono di buon livello e riescono a rendere ancora più accattivante l’ultra violenza parodistica del titolo.

Anche le esplosioni degli edifici, seppur “scriptate”, sono una fonte di “stupore” scenico non male e aumentano sicuramente l’appagamento visivo. A livello di performance, la versione Pc testata in questa sede ha mostrato un’ottima fluidità, che si attesta con facilità ai “sindacali” 60 frame al secondo, e una complessiva scalabilità piuttosto armoniosa senza grandi interventi.

Destroy All Humans!

La complessiva esperienza, avvenuta su di una macchina di livello medio/alto, è stata sicuramente convincente e non ha presentato intoppi evidenti o degni d’esser segnalati, tranne bug minori di trascurabile impatto sulla generale esperienza di gioco. Un rifacimento non solo “video” ma anche “audio”: infatti, anche il comparto sonoro è stato completamente rimasterizzato, offrendo un doppiaggio convincente, che non ha perso un grammo dell’originale verve comica, ed una colonna sonora adeguata e azzeccata.

COMMENTO FINALE

Quindici anni dopo, rieccoci sulla Terra a cercare di riconquistare il mondo. E, dopo tre lustri, Destroy All Humans! si ripresenta, grazie a Black Forest Games e Thq Nordic, come un ottimo rifacimento tecnico del gioco, in grado di render “masticabile” alle nuove generazioni una perla del passato.

Tolti i nostalgici però, il titolo è sostanzialmente una riproposizione, con qualche piccola aggiunta, del gioco originale. E, per questo motivo, trascina con sé tutta una serie di problematiche che affliggono il gioco rilasciato nel 2005: in questo senso, osare di più avrebbe sicuramente prodotto un titolo imperdibile e non “solamente” un pregevole remake.

Pregi

Esteticamente rivoluzionato. Comico e divertente. Tecnicamente convincente...

Difetti

... ma non perfetto. Non particolarmente longevo. Missioni ripetitive.

Voto

7,5

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