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Astra Exodus, la nostra Recensione

Abbiamo costruito il nostro impero nell’universo in Astra Exodus, nuovo strategico 4X di Slitherine ed Atomic Kaiser. Vediamo come è andata

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Non c’è nulla da fare: il genere dei 4X è il più eclettico in materia di strategici, e si sposa benissimo con la fantascienza. Tra i tanti progetti che fanno capolino ogni settimana su Steam, questa volta ci occuperemo di Astra Exodus. Uscito in esclusiva per questa piattaforma il 30 gennaio scorso, è sviluppato dallo sviluppatore indie uruguaiano Atomic Kaiser e pubblicato da Slitherine.

GALASSIE A SCHERMO

Gli strategici a sfondo spaziale, ed in particolare i 4X, hanno visto crescere a dismisura il numero di esponenti nel corso degli ultimi tempi. Non finiremo mai di citare Distant Worlds come “il leggendario e inarrivabile”, nonostante una confusionaria interfaccia. Su queste pagine invece, abbiamo avuto il piacere di raccontarvi le impressioni sul giocato di Interstellar Space Genesis, e troverete anche il mitico Stellaris, che ha l’unico difetto di essere composto “da tanti dlc quanto le stelle in cielo”.

Questa scena, è messa in particolare evidenza dagli sviluppatori indie, che tra i molteplici pregi della loro nicchia, hanno anche quello di saper donare nuova linfa a soggetti e generi che credevamo dimenticati e sorpassati.

CERCARE UNA NUOVA CASA

Il background alla base di Astra Exodus è piuttosto semplice, perfettamente in linea con i canoni più classici della space opera. In un futuro lontano, gli esseri umani sono costretti ad abbandonare il pianeta, minacciato da una causa sconosciuta e misteriosa. Un tempo profughi nello spazio, hanno trovato una nuova casa, ed ora sono pronti per tornare alla terra natia, e scoprire la verità su ciò che è veramente accaduto.

Un incipit semplice, forse anche banale, che trova ispirazione da alcuni particolari del Ciclo della Fondazioni di Asimov, ma che non può fare a meno di ricordarci la “ricerca di casa” della serie Battlestar Galactica, anche se ovviamente qui il viaggio è letteralmente al contrario.

Mistero, esplorazione, tradimenti, e anche altro compongono un quadro generale soddisfacente che tiene sulle spine il giocatore, e aggiunge un mordente non di poco conto ad una modalità altrimenti priva di ogni attrattiva.

E di modalità, come ogni classico 4X, ne abbiamo due. La campagna si snoderà attraverso una serie di missioni a difficoltà crescente. È la modalità principale, e terminerà con il finire della storia che avrà conseguenze in base a determinate scelte. Ad ogni nuovo scenario le ricerche e le razze che incontreremo si espanderanno, e questo è un fattore decisamente importante.

Molti altri 4X offrono tutte le caratteristiche di cui sono composti ad inizio gioco, una vera tragedia per chi non è avvezzo al genere, e anche un potenziale tallone d’Achille se le meccaniche non sono ben armonizzate. In questo caso invece, il giocatore apprenderà le varie informazioni ad un ritmo più lento, memorizzandole metodicamente e prendendo confidenza man mano che si prosegue.

Finita la campagna, potremo cimentarci nella modalità sandbox, che grazie a mappe generate casualmente e una serie di opzioni a corredo, ci permetterà di giocare anche con scenari dalle dimensioni davvero impressionanti. In questa fase, potremo optare per la scelta tra una delle razze disponibili, o come di consueto crearne una personalizzata.

INTERFACCIA

Il cuore pulsante di ogni strategico è l’interfaccia. In Astra Exodus è sufficientemente ben sviluppata, ma i margini di miglioramento sono. La più grande critica che le possiamo muovere, è che la navigazione tra i menu è spesso lenta e macchinosa, e manca una schermata riepilogativa facilmente raggiungibile per i pianeti. In effetti, in un certo qual modo ci ha ricordato quella di Distant Worlds.

Al contrario, risulta davvero ben sviluppato il menu relativo alla creazione delle navi. Ovviamente non parliamo dell’aspetto grafico, ma di tutte le tecnologie e le armi che è possibile equipaggiare sulle navi che andremo a produrre. Ogni tipo di nave può montare armi ed equipaggiamenti diversi, e il numero di variabili è davvero consistente.

Il nostro consiglio, almeno nelle fasi iniziali, è di “lavorare” con quello che il gioco propone. Apprese al meglio le meccaniche di base e il tipo di danno delle varie armi, saprete come sviluppare al meglio le vostre flotte, che in genere potranno essere composte da due o tre varianti della stessa classe.

FUOCO ALLE POLVERI

In controtendenza rispetto ad altri strategici, Astra Exodus propone una componente a turni per tutta la parte legata alla gestione del proprio impero, e una in tempo reale nelle fasi di combattimento. Al rilevamento di una flotta nemica, le navi che si fronteggeranno potranno essere controllate a gruppi o una per una. È una porzione di gioco che può risultare caotica se il numero di navi è molto alto, quindi il consiglio è quello di dividere i gruppi di navi in base alla tipologia e/o al tipo d’armamenti.

La gestione dei combattimenti non è innovativa, l’abbiamo vista di recente su Stellaris, ma aggiunge un tocco dinamico ad un gioco che altrimenti sarebbe rimasto ancorato alla strada di un qualsivoglia remake di Master of Orion. E c’è anche il combattimento a terra in caso di invasione, che in questo caso torna nella sua incarnazione a turni. Invadere i pianeti è una delle naturali conseguenze di un conflitto, ma il fatto che sia presente in forma completa e senza dlc, la dice lunga su quanta passione lo sviluppatore uruguaiano abbia messo in quest’opera.

L’intelligenza artificiale che ci affronterà inoltre, offre un interessante livello di sfida ed è capace di ribaltare le sorti di uno scontro anche in maniera non scontata. Peccato non sia altrettanto “vivace” nella gestione delle proprie fazioni, che solitamente è piuttosto passiva.

RICERCA E DIPLOMAZIA

Il sistema di ricerca invece, è molto diverso rispetto ad altri esponenti del genere. Sebbene le varie sezioni coprano gli armamenti e lo sviluppo di tecnologie per migliorare le colonie, ciò che differenzia il gioco è lo sviluppo delle stesse. Ogni campo ha vari livelli disponibili, ma per passare da un livello a quello successivo dovremo selezionare e iniziare la ricerca di una tecnologia non sviluppata in precedenza.

Questo sistema, fa sì che non sia possibile sviluppare tutto ciò che troviamo nell’albero delle ricerche. Ed è un sistema che funziona, primo perché permette di andare a focalizzare l’intero sviluppo secondo le nostre preferenze. Secondo, e sotto certi aspetti ancor più importante, permette di acquisire eventuali tecnologie non sviluppate per mezzo della diplomazia, dandole ancor più importanza rispetto a titoli dove lo scambio di ricerche tra fazioni è spesso una pratica tenuta in secondo piano.

E gli aspetti diplomatici, pur rimanendo ancorati alla serie di opzioni classiche per i 4X, sono parte integrante di un gameplay che anche se non pone l’accento su questo aspetto, lo integra in maniera soddisfacente. Aspettiamoci quindi alleanze, tentativi di far combattere gli uni contro gli altri, o cercare di tenersi in buoni rapporti con tutti.  Il comportamento delle varie fazioni non differirà in base al tipo di razza, ma sarà determinato dalle condizioni del giocatore rispetto all’avversario.

GRAFICA E COMPARTO TECNICO

Astra Exodus, in totale 2d, offre una grafica di buon livello per un gioco di questa portata, ma va fatta menzione particolare per le navi, tutte molto diverse e davvero ben caratterizzate. Gli effetti grafici e quelli delle esplosioni sono nella media. Ciò che invece avrebbe bisogno di una sistemata è l’ottimizzazione, che a tratti vede l’engine faticare.

Considerando la grafica proposta, è chiaro si tratti di qualcosa che va sistemato per mezzo di qualche patch, e quella appena arrivata ha già in parte limato i primi problemini. Sul fronte sonoro il gioco si attesta su livelli tutto sommato sufficienti, ma le musiche sono poche e, a lungo andare, ripetitive.

COMMENTO FINALE

Inizialmente, le nostre impressioni su Astra Exodus erano contrastanti. È chiaramente un gioco che non va ad innovare, pur con qualche diversione sul tema. Può essere un ottimo punto d’ingresso per chi si approccia al genere per la prima volta, grazie ad una campagna che permette di livellare una curva d’apprendimento altrimenti nella media del canone.

Ma quello che ha determinato il voto finale di questa recensione, è che tutto l’esperienza sviluppata da Atomic Kaiser è seguita e coordinata da una sola persona. Si, avete letto bene. Fatta questa doverosa considerazione, non è possibile non applaudire per il prodotto proposto, pur con tutte le sbavature su interfaccia e comparto tecnico. Astra Exodus si distingue quindi per un’offerta tutto sommato completa, che spesso viene spezzettata attraverso un nugolo di contenuto digitali da acquistare a parte (Stellaris). Con le patch in arrivo che andranno ad affinare e sistemare le varie problematiche, siamo sicuri che riuscirà a ritagliarsi una nicchia tutta sua.

Pregi

Ottimo per i neofiti. Design delle navi e customizzazione. Sistema di ricerca con qualche diversione sul tema.

Difetti

Comparto tecnico e ottimizzazione da rivedere. Interfaccia a tratti scomoda. Musiche ripetitive. Graficamente tradisce la sua natura indie.

Voto

8

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