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Strategic Command WWI, la nostra recensione

Ed eccoci qui, a mettere alla prova il ritorno della grande serie Strategic Command all’interno degli scenari della Grande Guerra

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Market Garden, U-boot, D-Day, sono solo alcuni tra gli scenari della Seconda Guerra Mondiale che adoriamo studiare e giocare quando ne abbiamo l’opportunità. Meno spesso, ci capita di affrontare i tumultuosi periodi della guerra del ventennio precedente. Un po’ perché rappresenta un territorio meno solcato sia dai giochi strategici che da altri generi, ma anche perché a livello letterale, il nostro interesse per la WWII scaturì alla prima lettura del libro di Cornelius Ryan. È quindi con grande entusiasmo che ci apprestiamo a provare Strategic Command WWI, sviluppato da Fury Software e Slitherine. Uscito su Steam e lo store del publisher inglese il 5 dicembre, rappresenta il ritorno di una serie ben nota agli appassionati.

Buona lettura

DISCENDENZE

In realtà, la release di questo Strategic Command è quasi un seguito del capitolo uscito nel 2011, ben otto anni fa. Ad oggi, questo titolo è conosciuto come Strategic Command WWI Classic. L’engine alla base degli Strategic Command, ha coperto anche gli scenari della Seconda Guerra Mondiale, sia a livello globale con (Strategic Command WWII Global Conflict, che in teatri specifici come Strategic Command WWII Pacific Theater o Strategic Command WWII European Theater.

Insomma, una serie decisamente dinamica ed eclettica, grazie ad un motore di gioco perfettamente riconoscibile e diversi tipi di gestione delle unità a livello grafico, grazie all’alternanza dei conosciuti simboli nato con sprite grafici più facilmente riconoscibili per i non avvezzi al genere.

GAMEPLAY

Per il movimento delle proprie truppe, impartire gli ordini, e gestire le risorse, useremo il mouse che grazie ad un’interfaccia molto user friendly ci permetterà di ragguagliarci sui dettagli di tutte le unità. Essendo un gioco a turni, potremo prenderci tutto il tempo necessario per pianificare le nostre azioni.

Il gioco, utilizza un sistema piuttosto “libero”, e cioè permette di seguire anche un ordine non classico su ciò che vogliamo fare, prima di lasciare spazio al giocatore avversario o alla cpu. Per muovere le nostre unità, attaccare, finanziare le ricerche, spenderemo punti azione (AP). È un sistema che funziona molto bene e rende il gioco molto simile a quello che avveniva nella realtà.

Ad esempio, la fanteria può colpire un avversario, e se rifornita abbastanza può attaccare più volte per turno, anche bersagli differenti, per poi ritirarsi e lasciare il posto ad una truppa che avevamo tenuto pronta nelle retrovie. Questo tipo di azione, è possibile a patto di avere abbastanza punti azione disponibili, e con un’accurata pianificazione preventiva. Con questo tipo di tecnica, la guerra di logoramento e le trincee svolgeranno un ruolo particolarmente importante, rendendo il titolo tanto appagante quanto aderente al contesto storico.

Ogni unità ha un totale di punti d’attacco che diminuirà in caso di sconfitte e logoramento, e potrà essere ripristinato solo sfruttando punti azione e a patto che le linee di rifornimento siano accessibili. Mantenere le proprie linee di rifornimento iniziali protette e attive rappresenta il fulcro di ogni vittoria, ma in generale una buona strategia è quella di catturare porti e città per aumentare le nostre linee, e nel mentre tagliare quelle del nemico. Chi dice che le guerre si vincono con la logistica non ha ragione al 100%, ma quasi.

Catturare queste aree o recidere le linee di convoglio ridurrà il numero di punti di rifornimento nemici, rendendolo di fatto inabile a ripianare le proprie perdite. Un’altra strategia interessante è quella di tenere la fanteria e i corazzati per le battaglie di terra, e usare gli Zeppelin per i bombardamenti delle aree strategiche.C’è poi il sistema di punteggio (MPP) dei punti di produzione militare, che rappresenta la seconda anima del gioco. In base al territorio e alle aree urbane in possesso del giocatore, ogni paese principale riceve un determinato numero di MPP per turno, che possono anche essere accumulati.

Questi punti, permetteranno ad ogni paese di produrre nuove unità, condurre ricerche, avviare contatti diplomatici e altro ancora. Non è un ottimo compromesso a livello storico, ma in favore della semplicità d’uso si. Per darvi un’idea, potrete iniziare la ricerca per produrre carri armati, ma non sarà necessario possedere o costruire tipi specifici di miniere o pozzi petroliferi atti alla costruzione delle stesse. Anche a livello diplomatico, per influenzare altri paesi alla creazione di alleanze o per farli entrare nel conflitto, basterà usare la nostra riserva di MPP.

Alcune azioni, saranno immediate, mentre altre richiederanno del tempo e l’AI provvederà a calcolare la spesa e il quantitativo di turni necessario per il completamento dell’azione che abbiamo deciso di intraprendere. Questo tipo di meccanica non ci era nuovo, e dopo averci pensato un po’ ci siamo ricordati di averne scritto durante la recensione di Imperator Rome. E come in quel caso, nonostante la semplicità d’uso vada apprezzata, questa meccanica ci è piaciuta poco. Questo perché per praticamente ogni azione viene sfruttato il sistema di MPP, che funziona molto bene ma è davvero troppo semplificato.

Il gioco presenta tre scenari in altrettanti diversi “ingressi” nel conflitto:

  • 1914.
  • L’Italia che entra nell’Intesa nel 1915.
  • L’entrata in guerra degli Stati Uniti nel 1917.

Inutile dire che il nostro interesse è ricaduto nel contesto del secondo scenario.

Il combattimento tra le unità si svolgerà nel modo più semplice, e perfettamente in linea con questo tipo di giochi, ossia il classico sistema che vede una breve animazione e la determinazione dell’unità vincitrice e quella sconfitta. Se l’unità si ritira per mancanza di forze la nostra prenderà il suo posto avanzando sul fronte. Nel complesso, fatta eccezione il sistema degli MPP, il gioco propone una componente strategica di ottimo livello, con pianificazioni anche a lungo termine tanto nella componente bellica quanto in quella diplomatica.

GRAFICA E SONORO

Sul fronte audio,  Strategic Command WWI presenta un comparto nella media. Le tracce non sono molte e non rappresentano certo il fiore all’occhiello della produzione, ma non è questo il tipo di gioco dove questo fattore spiccherà. Sul fronte grafico, è stato fatto un buon lavoro sia per quanto riguarda le icone NATO che gli sprite statici delle unità, anche se per quest’ultimi va fatta una precisazione.

Per i “novizi”, rappresenteranno un utile approccio, ma per i giocatori navigati e gli esperti della serie, le icone NATO o la comunità di modders saranno sicuramente più interessanti. Infine, merita una menzione particolare la mappa che è davvero ben riprodotta pur con una grafica che fa l’occhiolino al cel shading. Un peccato non aver aggiunto la possibilità di costruire industrie e miniere sulla mappa, avrebbe aumentato a dismisura la fedeltà storica e l’immersione della partita.

COMMENTO FINALE

Strategic Command WWI è un sequel davvero ben sviluppato. Il sistema dei punti azione e l’intelligenza artificiale sono di ottimo livello, e il grado di sfida è scalato verso l’alto, pur con una serie di aiuti per attirare anche giocatori meno navigati.

Mentre il sistema dei punti azione risulta comodo e decisamente appagante, quello degli MPP non ci ha convinto appieno. Davvero troppo semplificato e in parte sbilanciato verso le compagini più forti ad inizio gioco. Nel complesso però, il titolo offre un’ampia e credibile visione della Prima Grande Guerra, è capace di regalare ore di divertimento, e risulterà immediato e non troppo pesante da giocare, soprattutto per chi odia il temuto micromanagement. Un applauso quindi a Fury Software e Slitherine, che sono state capaci di riportare in auge un brand da troppo tempo caduto nel dimenticatoio.

Pregi

Aderente al contesto storico. Pianificazione strategica e gestione rifornimenti appagante. Ottimo punto d’ingresso per giocatori non esperti. Al momento, è il miglior strategico sulla Prima Grande Guerra.

Difetti

Il sistema di MPP rende tutto troppo “semplificato”. Graficamente discreto, ma i modder hanno realizzato mod visive migliori rispetto a quelle di base.

Voto

8-

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