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A Plague Tale: Innocence, Recensione

Focus Home Entertainment e Asobo Studio ci portano in un cupo medioevo, tra inquisitori senza scrupoli e la devastazione di una pandemia mortale

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Ci sono giochi spesso meno strombazzati dai media e dalle stesse case di produzione rispetto ad altre più celebrate e famose, in grado lo stesso di emergere dalla massa grazie alle loro qualità intrinseche e di trovare perfino un discreto successo di pubblico. Potrebbe essere il caso di A Plague Tale: Innocence, un action-adventure in terza persona per Pc, PS4 ed Xbox One incentrato sulla narrazione e la risoluzione di piccoli enigmi ambientali, dov’è richiesto ai giocatori di usare la logica per sopravvivere piuttosto che la violenza nuda e cruda.

Ambientato in Francia nel 1349, racconta la struggente storia di due fratelli alle prese con gli orrori della guerra, della peste e dell’Inquisizione, costretti a lottare con tutte le forze per non essere sopraffatti in un ambiente ostile, corrotto dalla malattia e dalla crudeltà di individui senza scrupoli.

Noi vi parliamo della versione Xbox One di questo titolo sviluppato da Asobo Studio e diffuso da Focus Home Entertainment. Buona lettura.

LA MORTE NERA

Nei panni di Amicia il giocatore deve sopravvivere in un mondo decisamente ostile, proteggendo al contempo il suo fratellino Hugo, che porta con sé un oscuro segreto. Il legame tra i due personaggi è cementato anche dal punto di vista materiale, cioè a dire dalla necessità di dover cooperare per superare certi ostacoli e risolvere alcuni enigmi, magari per liberare un percorso o eliminare una guardia. Un aspetto della giocabilità che richiama subito alla mente Brothers: A Tale of Two Sons di Starbreeze Studios e 505 Games, e per certi aspetti perfino lo splendido The Last Guardian di Fumito Ueda. Allo stesso modo determinante si rivela la collaborazione di altri personaggi, come il piccolo Lucas, a loro volta decisivi per venire a capo di alcune situazioni e apprendere nuove abilità.

A occuparsi dei primi è Amicia: lo sviluppo della fionda o l’ampliamento delle borse per poter trasportare più materiale cucendone di nuove è compito suo, mentre adoperare l’alchimia per creare tisane, veleni, infiammabili o incensi, giusto per fare degli esempi, è di Hugo.
Questi utensili sono richiamabili tramite un comodo menu a ruota che appare con la semplice pressione di un tasto: nel gioco non ci sono indicatori a schermo, nemmeno per lo stato di salute dei fratelli. Se dal punto di vista dell’esplorazione, di gran parte della struttura e del crafting di oggetti utili A Plague Tale: Innocence riprende quindi le meccaniche di decine di altri titoli dello stesso genere, da quello dell’azione affonda decisamente le sue radici nello stealth game puro, anche se lineare. Amicia, infatti, non è Lara Croft, né una guerriera ultra addestrata, ragion per cui impone all’utente di favorire l’azione furtiva piuttosto che quella più a viso aperto. In quest’ottica vanno inquadrati alcuni personaggi non giocanti che, una volta incontrati, insegneranno alla ragazza tecniche per nascondersi, evadere velocemente o uccidere in maniera più efficace.

Perché talvolta si è costretti allo scontro faccia a faccia, casi nei quali la giovane protagonista deve essere rapida e dare sfoggio delle sue abilità nell’uso della fionda (potenziabile in gittata e potenza) per colpire a distanza i nemici prima che si avvicinino troppo, ma in linea di massima l’approccio ideale resta quello ragionato, strategico, silenzioso.
Il tutto facendo attenzione a non perdere di vista Hugo quando questi non viene coinvolto direttamente nell’azione. Uscendo infatti troppo dal suo campo visivo, il piccolo andrà nel panico col rischio, urlando di paura, di attirare l’attenzione delle pattuglie di soldati dell’Inquisizione o migliaia di roditori. Questi ultimi sono ovunque, a tappeto, e temono solo la luce e il fuoco. Per questo motivo diventa necessario non solo dotarsi di fonti di luce quali torce, lanterne e quant’altro, ma anche saperle dosare visto che non tutte hanno una durata infinita. Basti pensare per esempio a un mazzo di rami utilizzati per improvvisare una torcia, che inevitabilmente finirà per consumarsi velocemente rispetto a una lampada, col rischio che i ratti si avvicinino e facciano un banchetto con le carni dei due fratelli.

ORDE DI RATTI

I terribili animali possono però diventare un comodo alleato quando serve: colpendo la lanterna o la mano della guardia che la regge così da ferirlo e fargli lasciare la presa, e quindi provocando l’oscurità in una determinata area, i topi partono all’assalto dei soldati uccidendoli e liberando quindi il passaggio.

C’è comunque da sottolineare come aggirare le sentinelle o liberarsene non è troppo complicato (stato d’allerta e spostamenti vengono segnalati in video da semplici indicatori), almeno una volta imparato a osservare l’ambiente e a capire come sfruttarlo a proprio vantaggio, complice una intelligenza artificiale nella media e routine comportamentali basilari, che non offrono quindi un particolare livello di sfida.

E sta forse qui il limite del gioco, nel suo essere forse troppo semplice e lineare nello svolgersi, e dunque alla lunga ripetitivo in talune meccaniche, con un tasso di sfida non troppo elevato anche durante le boss-fight. Un vero peccato, perché è vero che A Plague Tale: Innocence punta molto sulla trama, per cui cerca quasi di condurre con mano il giocatore per non distrarlo forse troppo da quest’ultima, come dimostrano tra l’altro i numerosi check-point sparsi per l’avventura.

Tuttavia riteniamo che con un pizzico di varietà in più e una maggiore attenzione per la difficoltà si sarebbe potuto ottenere lo stesso risultato, rendendolo però più avvincente e completo. Ad ogni modo, proseguendo, non possiamo chiudere la nostra recensione senza prima aver parlato anche della parte tecnologica. Da questo punto di vista c’è poco da dire.
Graficamente il titolo è davvero ben fatto: in particolare ci sono piaciuti gli scenari, riplasmati dai grafici sul modello reale della Francia medievale ripresa da testi, disegni e dipinti dell’epoca. Da questo punto di vista gli artisti di Asobo Studio hanno sempre sostenuto di essersi ispirati ai dipinti di pittori del passato. L’ombra del Caravaggio, di Rembrandt e Velasquez sembra in effetti aleggiare sull’opera, in particolare nella cura riposta nei giochi di luce e ombra, nei chiaroscuri e nella colorazione degli ambienti, dove sapientemente è stata utilizzata una palette cromatica dai toni poco accesi, utile perfino a mascherare qualche texture non proprio all’altezza del resto.

Il mondo di gioco di A Plague Tale: Innocence è di fatto simile a quello di una fiaba nera, affascinante e brutale allo stesso tempo come solo sanno essere certi racconti, con campi di battaglia disseminati di cadaveri, topi che scorazzano per le città, soldati che combattono morendo in un’orgia di sangue e fango, paesaggi evocativi ma al contempo inquietanti.
Un fascino che è ben espresso attraverso un’atmosfera ricercata, quindi, al cui successo contribuiscono un’ottima direzione artistica e una serie di effetti particellari e di illuminazione in grado di esaltare i panorami notturni e le varie locazioni, a una risoluzione di 1080p che non mostra particolari incertezze. Sul fronte audio, buono il lavoro svolto dai tecnici del sonoro sugli effetti principali e secondari, compresi quelli di sottofondo, e sulla colonna sonora, firmata dall’Olivier Deriviere di Alone in the Dark e Remember Me, in perfetta linea con la qualità delle ambientazioni. Buono anche il doppiaggio in inglese e francese, che grazie all’ottima interpretazione degli attori che hanno prestato le loro voci ai vari personaggi, contribuisce a rendere più immersiva l’avventura.

COMMENTO FINALE

Dopo poco più di una decina di ore trascorse per completarlo possiamo tranquillamente asserire che A Plague Tale: Innocence è un titolo forse poco originale a livello di meccaniche, ma ugualmente valido. E questo per via di una storia emozionante, di un’ambientazione a suo modo affascinante nella sua brutalità e di un’azzeccata ricostruzione visiva, cioè a dire gli elementi cardine dell’avventura targata Asobo Studio.

Nonostante non sia un capolavoro e non brilli per innovazione, quindi, è una produzione di pregevole fattura, capace di intrattenere il giocatore, coinvolgerlo emotivamente e motivarlo ad andare avanti, preso per mano dal gioco stesso lungo scenari a dir poco evocativi. In estrema sintesi, è uno di quei titoli poco “pompati” dai media, ma capace lo stesso di farsi valere e conquistare il pubblico con le proprie forze, dopo soli pochi minuti di gioco.

Pregi

Tecnicamente e artisticamente molto curato. La storia è emozionante. Buon sistema di crafting. Meccaniche ben implementate al servizio della storia…

Difetti

… anche se poco originali e un po’ ripetitive alla lunga. L’avventura è piuttosto lineare. Intelligenza artificiale dei nemici altalenante e livello di sfida tarato verso il basso.

Voto

8+

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