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The Banner Saga 3, Recensione Switch

Il tragico ed incantevole gran finale griffato Stoic

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The Banner Saga 3 è l’ultimo episodio di una trilogia iniziata il 14 gennaio 2014 dopo una sorprendente campagna di crowdfunding su Kickstarter.

Arrivava su Pc e dispositivi portatili, due anni dopo toccò alle console PS4 e Xbox One ed infine, quest’anno su Switch. Proprio sull’ultima nata di casa Nintendo, gli utenti si sono ritrovati l’intera trilogia pubblicata nell’arco di un trimestre. A dire il vero, piuttosto fortunati visto che gli altri utenti, soprattutto quelli Pc, hanno aspettato diverso tempo tra un episodio e l’altro. In queste stesse pagine trovate le nostre recensioni dei primi due episodi (qui e qui).

Nelle prossime righe, invece, leggerete del capitolo finale di una saga memorabile, targata Stoic, che ha saputo offrire al pubblico grandi emozioni sotto tutti i punti di vista apprezzandone anche il lato artistico in ogni sua sfumatura.

Ricordiamo che questo terzo episodio è uscito oggi anche su Pc, PS4 ed Xbox One ed entro fine anno è previsto l’arrivo su iOS ed Android.

QUALCOSA CAMBIA

The Banner Saga 3, contrariamente a quello che si possa pensare, non si limita a confermare per la terza volta consecutiva lo stesso sistema di gioco con pochissime novità da implementare. Eredita quanto di buono è stato fatto con i precedenti due titolo e aggiunge qualcosa che lo renda unico nella serie.

La cosa che salta subito all’occhio sin dalle prime battute e la sostanziale scomparsa della lunga carovana in fuga da una minaccia incombente. Quelle fasi non sono state del tutto abolite ma non dobbiamo più trascorrere molto tempo a guardare provviste, morale e perdite. Non dobbiamo fare i “novelli Mosè” e cercare di mettere d’accordo centinaia di teste pronte a prendersi per le corsa al minimo pretesto.

Venendo meno i classici accampamenti, viene meno anche il campo di addestramento tipico, dove potevamo aiutare soprattutto le seconde linee dei nostri eroi a prepararsi per una promozione sul campo. Questo sortisce l’effetto di rendere il tutto un po’ più difficile in fase di battaglia, specie quando la storia inizia a far venire i nodi al pettine e alcuni personaggi si sacrificheranno per il bene comune (o saranno sacrificati loro malgrado) come accade dal lontano 2014.

ALTRE COSE NON CAMBIANO

Quello che non cambia mai, in The Banner Saga 3, è il sistema di battaglie delegato ad una scacchiera e ad una progressione a turni. Il gruppo dei nostri eroi può vantare fino ad 8 elementi fra umani, centauri e giganti, a loro volta divisi in guerrieri, arcieri, maghi e bardi.

Ogni uccisione porta il personaggio di turno al passaggio di livello, inoltre frutta i punti fama. Questi vanno spesi per pagare l’addestramento che porta al livello superiore e all’acquisto di oggetti dai mercanti. Con i punti conferiti, possiamo potenziare la capacità di infliggere danno (che è la stessa di subire danno), l’armatura, la capacità di rompere l’armatura nemica, la capacità di potenziare le proprie azioni oppure di sbloccare un vantaggio.

La colonna sonora firmata da Austin Wintory resta uno dei punti di espressione artistica più alta, in questi giochi e quella di The Banner Saga 3 non fa eccezione. Lo stile grafico dell’ultimo lavoro di Stoic, affidato a disegni colorati splendidamente, riprende fedelmente quello dei precedenti due episodi ma viene avvalorato da inedite tavole e animazioni sempre di livello discretamente alto. Una gioia per gli occhi, insomma.

La versione Nintendo Switch, in aggiunta alle stesse identiche cose che si possono trovare su Pc o su console ordinarie, porta in dote la portabilità che è il solito, preziosissimo, valore aggiunto. Guidare gli eroi e le loro scelte tramite touch-screen o levette analogiche non è mai fonte di frustrazione ma certamente non è lo stesso che indicare input con la precisione di un mouse.

Ultimo pilastro confermato è quello della storia, giunta ormai al capitolo finale. Non ne abbiamo fatto menzione volontariamente, in quanto non sopportiamo l’idea di scrivere più di quanto abbiamo lasciato intendere. Qui basti sapere che, come da buonissima tradizione Stoic, la storia di The Banner Saga 3 è splendidamente narrata, densa di colpi di scena e piena di tematiche che sembrano fare metafora di certi temi d’attualità.

COMMENTO FINALE

The Banner Saga 3 è un videogioco di ruolo strategico (o gdr tattico) fantasy con forti inflessioni vichinghe. L’ultima fatica di Stoic è certamente il canto del cigno di una trilogia che riceve il giusto tributo per chiudere il sipario. Al giocatore è lasciato l’epilogo di una delle più belle storie di fantasy vichingo mai concepite, dense di temi importanti quali la fiducia, la giustizia, il viaggio, l’accoglienza, il bene e il male in forme confuse e sfaccettate.

Graficamente parlando si allinea con i precedenti due ma offre, ovviamente, scorci visivi inediti e una presentazione generalmente ottima, disegnata a mano e animata benissimo. Le musiche che accompagnano gli eventi sono semplicemente indimenticabili, ben orchestrate, coinvolgenti.

Il sistema di gioco cambia ma non radicalmente. Non troviamo più lunghe carovane e disperate ricerche di sopravvissuti e provviste. Tuttavia tornano i combattimenti su scacchiera, nuovi livelli di progressione dei personaggi, abilità e mostruosità o nemici inediti.

La versione Switch non ha nulla da invidiare alle controparti ma offre, in più, la possibilità di giocare l’epopea fantasy-vichinga ovunque lo si voglia. La gestione del touch-screen e delle levette è già rodata dai giochi precedenti e non da grossi grattacapi: basta saperle gestire, sebbene non si possa parlare della comodità del mouse.

In poche e semplici parole: se vi sono piaciuti i precedenti due, non avete molte scuse per mancare il gran finale di The Banner Saga 3. Se li aveste persi per strada o rimandati ad acquisto in data da destinarsi, ricordate che avreste a disposizione una trilogia estremamente coinvolgente e – per i più sensibili – veramente indimenticabile. E scrivere la parola fine è proprio difficile.

 

Pregi

Presentazione grafica sontuosa. Musiche memorabili. Personaggi carismatici. Storia densa di tematiche d’attualità, ben scritta e indimenticabile. Tattica e scelte morali hanno sempre un certo peso. Convivere con le conseguenze delle proprie azioni. Nuoce gravemente al tempo libero.

Difetti

Nuoce gravemente al tempo libero. Poca azione. Qualche imprecisione di troppo nella traduzione dei testi.

Voto

8,5

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