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Mulaka, Recensione Pc

Alla scoperta dell'affascinante mitologia messicana

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Giochi come Journey, Shadow of the Colossus e God of War, hanno certamente lasciato un segno tangibile nella storia dei videogiochi e questo segno si nota in tante produzioni più o meno blasonate.
Mulaka, dello sviluppatore messicano Lienzo, è una piccola produzione indipendente che si ispira a quei grandi classici per divulgare una cultura affascinante e (per noi) misteriosa come quella dell’America Centrale dell’antichità. Disponibile per Pc, PS4, Xbox One e Nintendo Switch, questo gioco d’avventura e azione in terza persona ci immerge nelle lande assolate della Sierra Tarahumara del nord del Messico e ci pone nei panni di uno sciamano guerriero di nome Sukuruame.

TRA CIELO E TERRA

Sukuruame, nostro alter-ego nell’avventura confezionata per noi da Lienzo, ha la capacità di vedere il mondo dell’aldilà e di affrontare gli spiriti mitologici dell’antico Messico. La sua missione è quella di porre un freno ad una minaccia che potrebbe sovvertire l’ordine naturale e mandare il mondo in rovina. Per fare questo, deve fare affidamento ai suoi poteri sciamanici, alla sua abilità con la lancia e alla sua capacità di prendere forma animale per aggirare i limiti imposti da un ambiente non proprio favorevole agli esseri umani.

Lo stile visivo di Mulaka è affidato a tonalità calde e allegre, che fanno in parte contrasto con la drammaticità di un’opera tutt’altro che allegra: la missione di Sukuruame è una grande responsabilità e i suoi nemici sono tutt’altro che simpatici. Il gioco ci riporta alla mente i più bei scorci di Journey o di Rime, pone l’accento più su esplorazione e puzzle che ad offrire un sistema di combattimento all’ultimo grido e – cosa non di poco conto – vuole prima di tutto raccontarci della mitologia messicana.

LA LEGGENDA DEI TARAHUMARA

Popolazione ancora esistente e risiedente in Messico (nella regione del Chihuahua), i Tarahumara sono un popolo che non supera le centomila persone, sono fortemente religiose, hanno affascinanti credenze mitologiche: il loro nome significa “coloro che corrono veloce”. Talmente veloce che, si narra, fossero in grado di cacciare selvaggina prendendola per sfinimento.
Le loro tribù sono arricchite dalla presenza di guide spirituali quali maghi bianchi e sciamani che si dedicano alla magia nera. Si crede che certi sciamani viaggiassero sotto forma di aquila o altro volatile e migrasse insieme alla sua famiglia per stabilirsi in altri luoghi dove ci fosse bisogno di lui.

Queste e tante altre interessanti caratteristiche, le abbiamo scoperte solo per merito di un videogioco come Mulaka, che ispirandosi agli autentici Tarahumara ci fa giocare un’avventura di fantasia le leggende convergono in un titolo tutt’altro che da sottovalutare.

In mappe discretamente grandi e tutte da scoprire, il nostro Sukuruame corre senza posa da una parte all’altra, combatte mostri di piccola entità e affronta “boss di fine livello” certamente più impegnativi. La loro sconfitta produce, per il protagonista, un’abilità extra che lo aiuta nei livelli successivi, finché non padroneggia ogni arte sciamanica necessaria a battere l’ultimo, temibile, nemico.

UN GIOCO DA NON SOTTOVALUTARE

Esattamente come Okami e Journey, il più grande errore che si possa fare è quello di sottovalutare un titolo come Mulaka solo perché appartenente a quelle produzioni indipendenti poco pubblicizzate e poco “spinte” dalla stampa di un certo peso.

L’ultima fatica del team Lienzo non può vantare un produttore come Sony, né i capitali che possano generare un motore grafico al pari di Shadow of the Colossus. Figuriamoci se possono prendersi il lusso di martellare ad ogni livello ogni genere di canale per pubblicizzarsi. Tuttavia, Mulaka è il classico “giochino” talmente profondo, metaforico e denso di significati che – se giocato – non lascia con l’amaro in bocca.

Ovvio: ci sono glitch grafici sporadici e non ci sono milioni di poligoni da lasciarci a bocca aperta. Ma c’è tanto stile, tanta ricerca antropologica e tanta voglia di farci conoscere la mitologia del Centro America. Tanto basta per non bocciare Mulaka ma, anzi, consigliarlo a chi cerca un prodotto di nicchia, raffinato e sofisticato sotto l’apparente sufficienza tecnica.

COMMENTO FINALE

Mulaka è un videogioco di azione (poca) e avventura (tanta) con situazioni da sbloccare facendo leva su logica e astuzia. E’ sviluppato dal team di sviluppo messicano Lienzo che, ispirandosi a titoli quali Journey e Okami, ma anche Shadow of the Colossus e God of War, pone sul piatto dell’offerta un gradevolissimo espediente per narrare della mitologia messicana fatta di spiriti della natura, sciamani, creature lontane dall’immaginario europeo e popolazioni leggendarie di cui si sa ben poco.

Sul fronte squisitamente tecnico troviamo un gioco in terza persona, mosso dal motore Unity, coloratissimo e molto fluido. Le scelte cromatiche richiamano quelle tipiche dell’America centrale e si affiancano ad animazioni di livello discreto. Musiche e suoni sono ben realizzati, senza infamia né lode e sono ben integrate nella somma finale delle parti.

Sul fronte del gameplay assistiamo ad una derivazione di quello che abbiamo giocato fino ad oggi tra Okami, Journey, Shadow of the Colossus, God of War e qualcuno troverà certamente altre piccole citazioni illustri. Si esplora e si risolvono puzzle più che combattere. Le boss fight non sono semplicissime ma nemmeno impossibili.

In definitiva, Mulaka, si pone a buon diritto tra le produzioni indipendenti che richiamano un certo fascino esotico, portato dalla possibilità di scoprire e giocare leggende fisicamente molto distanti dal nostro “epos”, dalla nostra tradizione mitologica.

Pregi

Direzione artistica molto ispirata e gradevole. Fluidità massima e buone scelte di stile. Buona longevità.

Difetti

Qualche imprecisione grafica di tanto in tanto. Non fa felice chi ama i titoli molto impegnativi.

Voto

8

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