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Dynasty Warriors 9, Recensione Pc

In giro per i Tre Regni in un vasto open world da esplorare ma caratterizzato anche da grandi pause

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Chi ama gli hack and slash e l’ambientazione della Cina feudale avrà senza dubbio trovato soddisfazioni nella longeva saga di Dynasty Warriors che da 21 anni esiste per merito di Koei Tecmo ed Omega Force.

Il gioco, da sempre racconta, con sfumature magari diverse, il romanzo dei Tre Regni in salsa hack and slash (se si eccettua il primo episodio, che era un picchiaduro ad incontri, ndr). Dopo diversi capitoli tra principali che si alternano agli Empires, publisher e sviluppatore hanno voluto introdurre alcune novità che oseremmo dire epocali per la saga in Dynasty Warriors 9, uscito lo scorso 13 febbraio per Pc Windows (via Steam), PS4 ed Xbox One.

Sapranno la formula open world, la vera e propria chiave di volta, ed altri piccoli cambiamenti a far fare il salto di qualità di una serie che ha appassionato tantissimi giocatori ai tempi delle console PS2 ed Xbox On e che, con il passare del tempo, in alcuni hanno cominciato a percepire come ripetitiva?

Ecco la nostra recensione della versione Pc.

I TRE REGNI SENZA PACE

La storia è la stessa: la Cina del II secolo dopo Cristo è nel caos e gli equilibri sono fragilissimi. La famiglia imperiale Han è molto indebolita ed i signori locali, più o meno importanti, sono come tanti cani sopra ad un osso che nella fattispecie è il potere assoluto in tempi durissimi dove il carisma e la capacità di compiere imprese titaniche sono doti fondamentali.

In Dynasty Warriors 9 questa trama segue (come facile aspettarsi) il romanzo dei Tre Regni suddividendo la storia – la campagna principale – in tredici capitoli. Ognuno di essi è introdotto da alcune scene di intermezzo che spiegano in grandi linee la situazione.

Si passa poi dal dire al fare a seconda della fazione. Non mancano certo le storie individuali ma la trama è incentrata per lo più su un racconto in generale. E la riprova sta nel fatto che quando sbloccheremo i vari capitoli della trama, questi saranno sbloccati per le altre fazioni. Andando avanti si sbloccheranno anche i vari personaggi. Ed in questo senso, Dynasty Warriors 9 offre un roster di tutto rispetto proponendo 90 eroi di cui 83 già conosciuti negli altri capitoli della saga ed i restanti 7 new entry. In tutto questo è giusto ricordare che si partirà utilizzando Cao Cao.

Completata la modalità Storia che senza dubbio è quella principale, si sbloccherà la modalità Libera dove si interpreterà qualunque personaggio sbloccato.

Grande plauso va al racconto della storia che adesso appare più seriosa ma al tempo stesso ben implementata ed apprezzamenti vanno per i sottotitoli in italiano di buonissima qualità che rendono ancora più comprensibili le varie fasi di gioco che vi assicuriamo essere piuttosto lungo e ricco di dialoghi nelle fasi importanti della trama. L’audio è in inglese ma si può scegliere anche il giapponese mentre tutte le scene non sono in computer grafica ma col motore di gioco.

COMBATTIMENTI, COMBO, ESPLORAZIONE… TANTA ESPLORAZIONE

La più grande novità di Dynasty Warriors 9 è l’abbandono della struttura dei livelli separati. Prima, infatti, c’erano  delle mappe, più o meno grandi ma “chiuse” a compartimento stagno, dove si andava avanti a suon di colpi spettacolari risolvendo i vari incarichi soddisfacendo le condizioni di vittoria.

In questo titolo c’è il cambio epocale: si è passati al mondo ad esplorazione libera (open world). Questo da un lato potrebbe spiazzare i puristi ma dall’altro potrebbe fare esultare chi chiedeva questo tipo di “formato”. Il gioco offre una mappa davvero enorme (a piedi da un punto all’altro in diagonale e senza deviare, ci si mette un’ora e quaranta minuti) dove non mancano i punti di interesse.
Villaggi, centri abitati via via più grandi, fattorie, coltivazioni, fortezze, palazzi nobiliari, campi militari, foreste, fiumi, colline e montagne. Tutto è liberamente esplorabile. Se c’è un posto che abbiamo intravisto anche su un cucuzzolo di una montagna, potremo arrivarci. La Cina del II secolo dopo Cristo mostra tutta la sua grandezza visto che l’enorme mappa include anche punti di interesse militare segnalandoci anche le battaglie ma anche, ovviamente, le missioni principali e secondarie.

Le battaglie campali, a livelli di difficoltà più alti (diversamente no) sono anche discretamente tattiche: ci saranno avversari e gruppi da sconfiggere per dare vantaggio alla nostra fazione abbassando l’asticella della difficoltà di quella schermaglia.
Ma il tutto sarà un po’ più lento rispetto al passato. Scordiamoci i mille ko in pochi colpi. Ma anche quei 50-100 nemici eliminati possono fare comunque la differenza e lo spirito musou che ci pone da soli contro una moltitudine quasi infinita di nemici e spesso e volentieri questi eroi vincono la moltitudine risultato grandi quasi come divinità che possono essere battute soltanto da condottieri di pari valore.

Viene data più attenzione alla crescita del personaggio attraverso i livelli che offrono alcuni punti che permettono di migliorare attributi fisici e di attacco.

Tornando al gameplay, il titolo propone molte altre attività più o meno importanti. Tantissime saranno le missioni fini a sé stesse dove si andrà a caccia o a pesca o alla raccolta di determinati materiali. Questi ultimi possono essere utilizzati per il crafting che si materializza dai mercanti e dai fabbri e permettono la realizzazione di oggetti da consumare (pozioni salute o anche ricette culinarie visto che si potrà anche cucinare) ma anche oggetti utili alla battaglia (determinati tipi di frecce), o per il miglioramento delle armi e di altro equipaggiamento.

Vincendo le varie schermaglie, compiendo piccoli (che si acquisiscono parlando con le persone nei vari centri abitati e che sono piuttosto lineari, anche troppo) e grandi incarichi, si avranno non solo ricompense ma anche punti esperienza. Questi offriranno i Punti Miglioramento che serviranno, come detto, a migliorare le nostre caratteristiche.

Il gameplay che come abbiamo visto strizza l’occhio all’action gdr, prevede anche l’utilizzo di arco e frecce, di combo speciali per i combattimenti nonché l’utilizzo di un rampino per scavalcare muri o salire su torri di avvistamento. Il tutto funziona in modo valido. Ad aiutarci, o almeno a tentare di farlo, sono anche i vari indicatori che mostrano la direzione nonché la distanza che ci separa da un determinato obiettivo o luogo. Peccato che spesso e volentieri questo indicatore vada in confusione.

Un altro problema che abbiamo notato risiede nel fatto che l’enorme mappa liberamente esplorabile non appare particolarmente densa di punti di interesse.
Ci spieghiamo meglio: i luoghi ci sono, ed anche le cose da fare, ma spesso e volentieri sono molto distanti tra loro. E’ strano camminare in un mondo che sembra quasi quello di un mmorpg e non trovare anima viva per minuti e minuti. Alleggeriscono un po’ la noia il ciclo giorno e notte con le varie condizioni meteo che incidono sugli scontri in alcune quest.

Peccato che anche la qualità di alcune componenti del gampelay sia altalenante: la caccia ci è piaciuta mentre le missioni stealth ci sono sembrate poco convincenti.

Tra le altre novità segnaliamo la mancanza della barra musou che offriva attacchi speciali altamente spettacolari (ogni protagonista aveva il suo). Adesso si usano diversi tipi di attacco e le combo.

Troviamo gli attacchi Variabile e Reattivo. Il primo colpisce a seconda le condizioni del nemico, il secondo in base alla situazione. Premendo i tasti frontali col dorsale destro potremo lanciare il nemico, atterrarlo o stordirlo e realizzare una combo o finirlo.

Premendo la levetta destra, inoltre, si attiverà il sistema di aggancio. Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale possiamo dire che appena sufficiente. I nemici normali non sono tutto questo granché ed assomigliano alla classica carne da cannone. Gli ufficiali, tuttavia, ogni tanto creano qualche grattacapo. Tutto comunque senza troppi estri.

OTTIME MUSICHE, BUON DOPPIAGGIO, GRAFICA ALTALENANTE MA NON POVERA DI FINEZZE

Da un punto di vista tecnico, il lavoro di Omega Force è generoso, non vi sono dubbi, ma anche piuttosto altalenante. Se da un lato si apprezza l’estensione della enorme mappa, dall’altro lamentiamo poca densità. Non che le cose da fare o i luoghi da visitare non ci siano, solo che – come accennato in precedenza – sono parecchio distanti tra loro e troppi punti di questo mondo sono vuoti.

La grafica, in 3d in terza persona (con inquadratura della telecamera guidabile dalla levetta sinistra del joypad) è comunque piuttosto varia e mostra il meglio di sé quando compone i paesaggi naturali. Alcuni sono davvero belli da vedere, corsi d’acqua, campagne, foreste, costoni rocciosi e montagne possono offrire scorci di rilievo.
Bene anche la composizione di città e villaggi ma questi, purtroppo, tendono ad assomigliarsi. Non mancano le piccole finezze. Abbiamo già parlato del ciclo giorno-notte e degli effetti meteo come pioggia o altro. Vedere un giorno morire alternarsi all’alba di uno nuovo è molto gradevole, luci ed ombre sono ben espresse così anche come alcune animazioni spettacolari nei vari attacchi dei nostri eroi.

E tra le finezze segnaliamo anche lo spostamento delle piccole piante al nostro passaggio, ed i vestiti tutti bagnati quando usciremo dai corsi d’acqua (si può anche nuotare) o vedere la terra che si solleva ad ogni nostro passo. Gli effetti particellari si comportano bene con polvere, acqua e fuoco al loro posto.

La caratterizzazione dei personaggi principali è più che discreta e le animazioni sono per lo più fluide ed alcune scene clou sono anche spettacolari, un tratto che la serie ha mantenuto anche se in questo nono capitolo è sembra essere passato in secondo piano.
Ci sono, però alcuni difetti come dei glitch (in alcuni punti l’uscita dall’acqua può essere ostacolata dall’asperità del terreno e quindi si manifestano questi problemini che per fortuna non minano l’esperienza di gameplay: basterà andare in un punto meno ripido o saltare), ma anche alcuni effetti pop-up ed alcuni sporadici rallentamenti quando, ad esempio, si intravedono le truppe spostarsi in lontananza. Le texture, inoltre, sono davvero altalenanti con alcuni motivi di bassa qualità.

I soldati, inoltre, ma questo lo si sapeva già a monte, sono tutti uguali. Almeno quelli delle truppe (la carne di cannone di cui sopra).

Ed è un peccato anche se capiamo la difficoltà nel gestire un open world di svariati km quadrati. Per fortuna esiste anche la possibilità di attraversare la mappa con un cavallo, per velocizzare i tempi o addirittura il viaggio rapido.

Eccellente, invece, il comparto audio con alcuni brani davvero interessanti, potenti ed orecchiabili. Buono il doppiaggio così come gli effetti sonori. Anche in questo caso alcune raffinatezze con il rumore dei passi che si differenzia a seconda degli ambienti e la presenza di eco negli edifici o di rumori più pesanti sui ponti di legno.

COMMENTO FINALE

Dynasty Warriors 9 vuole essere un nuovo inizio per la storica serie nata nell’ormai lontano 1997, ai tempi della prima PlayStation. Il passaggio ad una mappa open world enorme rispetto ai singoli stage più o meno grandi ma a compartimento stagno è stata la prima novità da metabolizzare per gli amanti ed i puristi della serie.

Il gameplay è stato arricchito da vere e proprie sfumature gdr con la presenza di quest più o meno importanti dove però la stragrande maggioranza è un porta e riporta o cerca questo o quello e dove è presente il grinding (ossia andare e tornare più volti negli stessi posti). Troviamo fasi stealth non ancora memorabili al punto che la solita soluzione di attacco frontale risulti ancora la migliore. Il gioco prova ad essere più tattico ed in alcune fasi ci riesce ma non dobbiamo sforzarci le meningi preferendo sempre l’irruenza.

Koei Tecmo ed Omega Force sono state coraggiose (e generose) puntando come sempre sulla quantità offrendo una campagna molto longeva nonché un cast di 90 personaggi diversi da utilizzare. Certo, non tutti possono essere carismatici ma alcuni sono peculiari e combattere con un certo tipo di arma utilizzando diverse combo può essere comunque un incentivo a rifare tutto crescendo e gestendo un nuovo eroe. In verità le cose da fare non sarebbero neppure poche con tanto di crafting, caccia, pesca, esplorazione, la possibilità di cucinare, mercanteggiare, migliorare la propria arma, far crescere le statistiche del nostro personaggio e diventare eroi.

Ma è la qualità altalenante a fare il resto. Non che Dynasty Warriors 9 sia brutto ma la vastità della mappa ha reso sia il gameplay che il comparto tecnico altalenante. Probabilmente Omega Force non è ancora troppo abituata agli open world. Se da un lato non mancano le finezze, dall’altro alcune texture sono scialbe ed inoltre, a spezzare il ritmo, sono le distanze enormi ed il puntatore che ci indica direzione e distanza degli obiettivi, a volte va in confusione.
Non che non ci piaccia camminare o esplorare ma anche fare qualche cosa e menare le mani in un hack and slash poi, non sarebbe male. I villaggi e centri abitati alla lunga tendono ad assomigliarsi mentre sul piano “paesaggistico”, Dynasty Warriors 9 si fa ammirare. Così come sul lato sonoro con un’eccellente colonna sonora, un buon doppiaggio e qualche finezza anche sugli effetti sonori.

La longevità e la sfida si attestano su buonissimi livelli ma se solo il gioco riuscisse ad essere più denso e più continuo staremmo parlando di un autentico capolavoro. Lo consigliamo a chi ama l’ambientazione e questo tipo di giochi nonché ai neofiti.

 

Pregi

Un lavoro mastodontico. Cambio epocale in open world. Tante cose da fare. Eccellente colonna sonora. Buon doppiaggio. Longevo e ricco di cose da fare. Gampelay che comunque funziona. Non mancano le finezze grafiche…

Difetti

… ma l’enorme mappa crea problemi con la qualità generale del lavoro. Texture altalenanti. Tende, inevitabilmente, a ripetersi. Intelligenza artificiale così così.

Voto

7+

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