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Fe, Recensione Pc

Zoink!, dopo Stick it to the Man e Zombie Vikings, ci porta in una foresta onirica

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Zoink! è una software house indipendente svedese capace negli anni scorsi di offrire due giochi dallo stile grafico molto interessante e di un umorismo efficace. Il primo, Stick it to the Man uscito ormai 5 anni fa su PS3 e  poi su Pc ed altre piattaforme, era un action platform dalle particolari atmosfere surreali.

L’altro, Zombie Vikings, un action gdr altrettanto strambo, dallo stile artistico condiviso confermò quanto di buono avevamo visto nel titolo di esordio facendo entrare il team di Goteborg nelle nostre simpatie ed in quelle degli appassionati di un genere di titoli che vuole distinguersi per direzione artistica portando qualche cosa di proprio e di spiccatamente marcato.

Con Fe, titolo uscito lo scorso venerdì (16 febbraio) sotto etichetta Electronic Arts su Pc (via Origins), PS4, Xbox One e Switch,.Zoink! vuole confermare questo trend ma, oggettivamente, si stacca dalle produzioni passate. Il motivo è presto detto: un cambio di rotta sotto tutti i punti di vista consegnandoci un’action adventure in terza persona con sfumature platform dai contorni “onirici”.

Il titolo fa parte del programma EA Originals ed è stato annunciato nel 2016. Per chi non lo ricordasse, tale programma del publisher nordamericano, si occupa di finanziare i progetti di piccoli studi di talento.

Fe, l’ultima creatura di Zoink, saprà colpire nel segno?

UN IMPATTO CRIPTICO, COMPLETAMENTE DIVERSO DAL PASSATO

Dicevamo che Fe fosse effettivamente diverso dagli altri giochi realizzati da Zoink!. Il motivo è presto detto: se prima si puntava anche su un humor strampalato e su un comparto grafico estremamente stilizzato, qui si cambia totalmente registro.

Non troviamo parole, e di conseguenza battute e dialoghi travaganti; non troviamo colori netti o una storia da seguire in modo lineare con obiettivi ben definiti.
Di contro troviamo un’atmosfera incredibile accompagnata da un approccio criptico dove si fatica all’inizio a capire cosa succeda. Sicuramente una scelta artistica vista la breve sequenza di introduttiva che mostra l’arrivo del protagonista in una vasta foresta incantata.

In sostanza, il protagonista, una creatura dalle sembianze di una piccola e simpatica volpe, atterra su una foresta dai toni soffusi, delicati. A prima vista sembra quasi una cartolina natalizia Il nostro Fe (che dà poi il nome al gioco), quindi, si trova in un luogo enorme e sconosciuto.
Tocca a noi guidarlo verso questo mondo a noi sconosciuto che all’apparenza sembra tranquillo, assonnato, ma che ben presto scopriremo essere in pericolo perché delle orribili creature hanno fatto la loro comparsa in questi luoghi cominciando a catturare gli animali indifesi e minacciando il cuore di questo luogo: l’albero della vita.

I suoi rami formano le fondamenta delle nove macro-zone da esplorare che formano il mondo di gioco da esplorare per raccogliere oggetti da collezionare, liberare animali, imparare il loro linguaggio fatto di versi per imparare sei poteri differenti che ci aiuteranno nel nostro cammino per salvare quello che un tempo recente era un mondo in equilibrio, quasi un paradiso terrestre con le sue regole di natura, certo, ma sicuramente in pace e florido.

TANTA AZIONE NELLA NOSTRA ESPLORAZIONE MA SONO I VERSI DEGLI ANIMALI LA NOSTRA FORZA

Il gameplay di Fe è piuttosto semplice da spiegare ed anche (relativamente) da giocare. Troviamo tanta azione ed esplorazione con fasi platform (a dire il vero così così), ma bisognerà anche padroneggiare una nuova meccanica: imparare i versi dei nostri amici animali. Questo è, infatti, il punto massimo di originalità del lavoro di Zoink!.

Il dialogo con gli animali attraverso i loro versi si apprende “sintonizzando” letteralmente le corde vocali del protagonista con quelle della creatura di turno. Lo si fa tramite una pressione del grilletto destro e “giocando” con la pressione.
Tale pressione deve essere, infatti, graduale per “guidare” e modulare le onde sonore prodotte. Una volta sincronizzate le onde sonore l’animale diventerà amichevole ma, cosa ancora più importante, si potranno sbloccare poteri utili a superare alcuni ostacoli fisici ed accedere a parti di mappa diversamente inaccessibili.

Sono doni molto belli a vedere e tutti diversi. Il giallo fa sbocciare piante e raccoglierne il nucleo esplosivo per abbattere le barriere ma anche per salire sopra enormi creature volanti; il colore viola fa spuntare dei fiori che fungono da piattaforme da utilizzare molto velocemente (sono sempre fiori che subiscono il peso, ndr), l’arancione, invece, ci fa sfruttare un flusso d’aria che ci permette di fare grandi salti scaturito dall’apertura di determinati fiori.

La nostra volpe dovrà imparare sei linguaggi che corrispondono ad altrettante abilità speciali. Sarà così possibile anche liberare gli animali risolvendo enigmi che aprono la strada verso la salvezza.

Non mancano le fasi “stealth”. Proprio così. Non dovremo mai farci individuare dai Silenti perché la fuga diventerebbe difficile e lo scontro con loro sarebbe praticamente impari: si viene sempre sopraffatti e catturati. Pena, il game over e la ripartenza dal check point più vicino. La parola d’ordine, quindi, è evitarli ed andare avanti alla caccia di quello che ci serve… e magari di informazioni per capire chi siano queste misteriose e spaventose creature.

Potremmo continuare ma il resto ve lo lasciamo scoprire. Basti sapere che il titolo offre una longevità medio-bassa: i più scrupolosi, ovvero quelli che vogliono esplorare e raccogliere tutto il possibile, potranno perdere anche 10 ore.
La media è un po’ più bassa: 7-8 ore ma i più spediti possono farlo in 5 ore. La sfida è interessante e vola via senza troppi intoppi anche se ci sono alcuni momenti critici. Inoltre ci si perde spesso e volentieri, nel contemplare il mondo di gioco. Il gameplay per certi versi ha ricordato Abzu (anch’esso molto criptico) ma anche Journey nonché Aer Memories of Old. Il viaggiare, contemplare, giochicchiare con gli animali che ci circondano, aiutare l’ambiente, scoprire grazie a quello che si apprende dal gioco un po’ di storia, sono tutti ingredienti fondamentali nella ricetta di Fe.

Il problema che riscontriamo, però, è quello di una narrativa troppo nascosta e lasciata esclusivamente al gameplay. Non che sia un male assoluto, ci mancherebbe, ma a volte – soprattutto nelle prime fasi – si ha la sensazione di andare a vuoto.
Certo, non mancano gli indizi da scoprire come le illustrazioni rupestri che ci forniscono alcune informazioni sui Silenti i nemici che hanno invaso il mondo di gioco e che catturano i suoi abitanti. Altre informazioni arrivano dai flashback. Ma questo non basta a fare luce completa ed è un peccato anche se vogliamo pensare che questo mistero sia nato anche da una precisa scelta scenografica degli autori.

ARTISTICAMENTE DELICATO NONOSTANTE LE LINEE FORTI, A TRATTI SPETTACOLARE

Zoink! ha fatto il grande balzo rispetto al passato. Lo avevamo già accennato ad inizio ma qui approfondiamo leggermente – sperando di non tediarvi – il concetto. Le precedenti produzioni avevano un loro stile grafico molto simile ma erano in 2d.

Il team svedese ha quindi fatto un enorme salto di qualità sia dal punto di vista tecnico (utilizzando sempre Unity) che artistico. Si è passati alla visuale in terza persona con il mondo realizzato totalmente in 3d. E si è deciso anche di utilizzare delle forme piuttosto nette, spigolose ma artisticamente di rilievo in cosiddetto low poly, ossia a basso contenuto di poligoni.

Buona la resa dei dettagli che a volte formano dei paesaggi davvero incantevoli grazie anche ad un utilizzo sapiente dei colori. Ed è proprio questo quello che offre l’atmosfera soffusa e delicata in molti casi in grado di trasmettere serenità ed empatia ma anche agitazione nei momenti in cui ci troviamo nelle vicinanze delle orride creature che stanno distruggendo il mondo. Il sapiente uso dei colori valorizza lo stile 3d netto dalle linee forti.

Ammirevole anche la varietà dei paesaggi che formano il mondo di gioco ed un design generale anche questa volta particolareggiato ma di livello confermando che Zoink, dal punto di vista artistico non ha nulla da imparare da nessuno. Non mancano anche particolari effetti particellari, anch’essi delicati, un sapiente uso delle ombreggiature, delle luci e delle ombre. Un piccolo problema, qua e la, lo si ha con la telecamera. Nulla di particolarmente grave, si intende, ma qualche sbavatura c’è.

Non mancano i momenti spettacolari, alcune creature giganti e mistiche si lasciano ammirare sia per bellezza sia per eleganza… ma anche per forza.

Oltre alla flora circostante, però, troviamo anche tante creature con le quali interagire. I modelli poligonali hanno linee secche e non particolarmente dolci per scelta stilistica che si confà alla rappresentazione dei paesaggi. Ad ogni modo sono apprezzabili anche perché i dettagli non mancano. Splendide le animazioni (le creature alate sono uno spettacolo ed è divertente salire sugli alberi). Inquietanti (ed è un bene) le animazioni e la rappresentazione dei nemici. Creature grossissime che scrutano il panorama alla caccia di ogni traccia di vita che se viene individuata viene intrappolata attraverso un raggio potentissimo. Generalmente sono lente ma hanno anche improvvise accelerazioni perché usano i loro arti come dei ragni.

Un capitolo a parte merita il comparto sonoro. Quest’ultimo è fondamentale per il gameplay ed è quindi molto importante. La voce del nostro protagonista si “accorda” con quelle della foresta da salvare. Un richiamo naturale che serve a comunicare e ad andare avanti fanno di Fe un gioco anche da ascoltare. La particolarità sta in questo. Anche le musiche aiutano a capire (assieme alle tonalità dell’ambiente) se una zona sia effettivamente pericolosa o meno.

Anche le musiche sono di livello e contribuiscono appieno a regalare un viaggio emozionale di livello.

COMMENTO FINALE

Cosa aggiungere a Fe? Una scommessa vinta secondo noi. Sotto tanti punti di vista. A partire dalla parte tecnica ed artistica con una rappresentazione di stile che ci consegna un viaggio dai toni soffusi ed onirici. Per continuare dalle peculiarità sonore del gameplay.

Peccato per il racconto della storia troppo criptico che soprattutto all’inizio, ma anche in alcune fasi del nostro viaggio, ci dia la sensazione di smarrimento. Il fatto di giocare ma di non capire il perché di certe cose, a volte diventa tangibile ed è un peccato perché si perdono sfumature della storia che sarebbe bello conoscere fino in fondo.

L’esplorazione è un punto di forza di Fe assieme ad un gameplay generalmente bilanciato nel quale non mancano le fasi platform (un po’ così così perché non ci sono sembrate troppo precise) e fasi stealth non tropo impegnative. Ne nasce un bel viaggio, una sfida adatta a tutti ed una bella esperienza. Zoink, di fatto, ha cambiato marcia: dal 2d delle precedenti produzioni al 3d low poly di Fe con un risultato, come più volte spiegato, non indifferente.

Peccato per l’assenza di parole… ma del resto, gli animali non parlano e la natura parla con i fatti e poco importa se spesso e volentieri ci ritroviamo “passivi”… O no?

 

Pregi

Lato artistico davvero interessante. A tratti spettacolare. Di grande atmosfera. Buon mix di gameplay. Meccanica “sonora” notevole. Ben bilanciato…

Difetti

… Fasi platform non precisissime. Ogni tanto la telecamera non aiuta. Benché sia comprensibile la scelta degli autori, la storia è troppo criptica.

Voto

8+

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