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The Evil Within 2, Recensione Pc

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Tre anni esatti dividono The Evil Within 2 dal suo predecessore. Era il 14 ottobre del 2014, infatti, quando Shinji Mikami (il “papà” di Resident Evil) e lo studio Tango Softworks hanno pubblicato, sotto bandiera Bethesda, il primo The Evil Within. Survival horror in terza persona che gioca con paure inconsce, orrori di nuova concezione e situazioni da far girare la testa anche ai più navigati.

Ora come allora, le piattaforme di riferimento per giocare all’oggetto di questa recensione sono Xbox One, PlayStation 4 e Pc Windows. Noi abbiamo provato la versione del gioco relativa a quest’ultima piattaforma.

STEM, SENSI DI COLPA, RIVELAZIONI

The Evil Within 2 è ambientato a tre anni di distanza dal prequel anche nel tempo della narrazione. Sebastian Castellanos, investigatore, è reduce dagli “incidenti” del Beacon Hospital ed è talmente segnato nel profondo da non riuscire a dormire la notte. Incubi inenarrabili lo perseguitano, insieme ai sensi di colpa per non essere riuscito a salvare chi ama. Un giorno qualunque, il passato torna a tormentarlo: membri di un’inquietante società lo obbligano a collegarsi ad un macchinario infernale – lo Stem che conosce tristemente bene – per risolvere un grattacapo non indifferente e che evitiamo accuratamente di svelarvi.

Pur senza fare i salti di gioia, Sebastian accetta di collegarsi al macchinario per farsi devastare il cervello da incubi talmente vividi da rischiare di ucciderlo veramente. L’incarico per cui si collega verte sul ritrovamento di una squadra di soldati che si è “persa” nella realtà virtuale. E’ solo l’incipit di un incubo che accompagnerà Castellanos e giocatore per 15, intense, ore di gioco, dense di colpi di scena e rivelazioni fin dal prologo.

OTTIMIZZAZIONE QUESTA SCONOSCIUTA

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Modelli dei personaggi talmente dettagliati da non lasciare nulla al caso. Animazioni ed espressioni facciali molto convincenti che aiutano a farsi trasportare da una narrazione che fa il verso a tanti film. Doppiaggio, tutto sommato, accettabile e convincente. Tutto questo è The Evil Within 2 sotto l’aspetto grafico ma c’è anche altro. Gli ambienti sono ben ricostruiti, sia quelli al chiuso che all’aperto e non possiamo non apprezzare lo stile e l’attenzione messi in campo per realizzare il tutto.

Tuttavia, tutto questo, ha un prezzo non indifferente da pagare. Parlando strettamente di versione Pc Windows: dobbiamo constatare che non bastano 8 core 3Ghz, 16 Gb RAM e una scheda video con chipset AMD di tutto rispetto (che ci permette di giocare Ombra della Guerra a dettagli alti senza scatti). Le esigenze hardware di The Evil Within 2 sono piuttosto alte e si fa fatica a soddisfarle per ottenere una fluidità stabile a meno di non scendere vertiginosamente a compromessi. Questa mancata ottimizzazione potrebbe infastidire i giocatori più esigenti e ovviamente, su console (sia Xbox One che PlayStation 4), tutto questo si avverte poco o per niente, data la natura prettamente ludica delle console da salotto.

TRA PASSATO E PRESENTE, POCO SPAZIO PER NOVITA’ E FUTURO

The Evil Within 2, sul profilo di gioco, offre 10/15 ore (dipende da come lo si gioca) di intensa indagine sullo STEM e i suoi reconditi segreti. Quel che salta subito all’occhio è che non ci sono novità di rilievo talmente grandi da far gridare ad un nuovo gioco di pacca o un nuovo esperimento di gameplay. Con una mossa del tutto conservativa e fedele alla tradizione messa in campo tre anni or sono, Tango Softworks ci ripropone – in pratica – gli stessi stilemi del prequel con qualche, piccola, aggiunta alle mosse che il protagonista può compiere. Tutto questo si unisce ad un design dei livelli più ispirato, l’alternanza tra spazi chiusi e aperti ancora più “naturale” e in generale un’opera di cesello che smussa tutti gli spigoli che potevano notarsi tre anni fa.

Un plauso in particolare vogliamo farlo alla gestione dei tempi della narrazione, dei ritmi e del modo con cui il tutto viene portato avanti. Non abbiamo sofferto fasi eccessivamente frenetiche né situazioni troppo soporifere. Negli spazi aperti, soprattutto, il pericolo di stare a gironzolare senza un nulla di fatto poteva essere reale, ma per fortuna – tra una gestione delle munizioni quasi perfetta e ambienti di gioco mai “vuoti” – non ci si annoia mai.

Se dobbiamo dare una colpa a The Evil Within 2, forse è solo quella di somigliare tanto al suo predecessore senza osare tantissimo. Evidentemente, sviluppatori e pubblico hanno ritenuto che la squadra e l’offerta survival horror fossero vincenti e nessuno a pensato di cambiare o aggiungere qualcosa che potesse far sentire ancor di più il distacco tra primo e secondo episodio. Poca volontà di stupire, sorprendere, poche novità in senso assoluto insomma: solita, buonissima per gli intenditori, minestra di tre anni fa, con quel pizzico di spezie in più che non guasta mai.

COMMENTO FINALE

The Evil Within 2, di Tango Softworks e Bethesda Software, è un videogioco survival horror in terza persona con elementi da sparatutto in terza persona. E’ disponibile per Xbox One, PlayStation 4 e Pc Windows dal 13 ottobre scorso e alterna fasi classiche e lineari a quelle open world in cui è possibile uscire (di poco) dal seminato degli sviluppatori.

Tecnicamente parlando il gioco è realizzato discretamente, senza acuti né cadute di stile. Alcuni orrori riprodotti sono davvero ben fatti ed impressionanti ma in generale bisogna evidenziare una scarsa ottimizzazione del tutto, che ci ha costretto (su Pc) a scendere a molti compromessi visivi, mentre su console non si può parlare di “gioco migliore graficamente parlando” ma, The Evil Within 2, non vuole essere certamente questo. Possiamo concludere che la grafica “funziona”, sebbene non sia perfettamente ottimizzata.

Joypad alla mano, invece, quanti di quelli che hanno apprezzato il primo The Evil Within si sentiranno a casa. L’impianto di base è praticamente identico con l’aggiunta di poche – pochissime – novità che espandono di poco il ventaglio di possibilità offerto al protagonista. L’introduzione di alternanza tra ambienti chiusi, lineari e spazi molto aperti e liberamente esplorabili, alla fine dei conti, non risulta del tutto sbagliata e i ritmi di gioco ottengono un effetto “elastico” che, a chi vi scrive, non è dispiaciuto: al ritmo soffocante e pressante delle fasi al chiuso si alterna quello più compassato delle fasi all’aperto. Nulla che possa definirsi “stato di calma” ma certamente non lo stesso stato di quando dobbiamo avventurarci nel dedalo dei corridoi ordito per noi.

In definitiva: The Evil Within 2 riprende e cesella tutti gli spigoli del prequel e mette sul piatto dell’offerta un survival horror concentrato sulla storia, sulla tensione e su scontri relativamente brevi ma molto intensi. Chiunque abbia apprezzato il primo, non potrà non apprezzare il secondo. I nuovi arrivati avranno buon pane per i loro denti ma una trama che ammicca spesso al prequel ed espande il carattere di molti personaggi già visti.

 

Pregi

Storia accattivante. Personaggi in continua evoluzione. Ambientazioni ben ricostruite. Ricorda molto Silent Hill ed Alone in the Dark.

Difetti

Ottimizzazione grafica lontana dalla sufficienza. Chi non ha apprezzato il primo ha pochi motivi per apprezzare questo. Non porta con sé autentiche novità.

Voto

8

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