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Forma.8, Recensione Nintendo Switch

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Con l’arrivo di Nintendo Switch lo scorso marzo, tra produzioni indipendenti di nuova concezione e quelle che già avevano offerto le proprie primizie su Pc e Ps4, il numero di piccoli grandi giochi che nascono lontano dalle bandiere dei grandi publisher aumenta sempre di più per la nuova ammiraglia di Nintendo. Forma.8 è il titolo del gioco di MixedBag, sviluppatori indipendenti di stanza a Torino, che in passato abbiamo recensito su queste pagine nella sua versione PlayStation 4 e che adesso siamo pronti a recensire nella sua controparte Switch.

LA SONDA PERDUTA IN UN ALTRO MONDO

Forma.8, oltre ad essere il titolo del gioco, è anche il nome del protagonista dell’avventura in due dimensioni creata da MixedBag. Si tratta di una sonda, una delle tante che viene mandata in esplorazione su un mondo nuovo e misterioso.
La sua missione è quella di trovare una fonte energetica sufficientemente grande e stabile per garantire la sopravvivenza. Come ogni buon canovaccio prevede, però, qualcosa va storto e la missione di ricognizione, esplorazione e scoperta prende una brutta piega e Forma.8 si ritrova da sola a vagare tra le carcasse di altre sonde, suoi simili, in un mondo estraneo e decisamente poco ospitale.

Grazie alla sua capacità di apprendere dalle memorie delle sonde ormai fuori uso, Forma.8 si ritrova ad avere mezzi di difesa quali impulsi cinetici, elettromagnetici e mine per scavare, che lo aiutano a sopravvivere alle minacce indigene. Se subisse troppi colpi, infatti, l’energia che lo tiene tutto d’un pezzo finirebbe e – oltre al gioco – terminerebbe l’esistenza di Forma.8. Al giocatore sta l’arduo compito di guidare la piccola sonda coraggiosa nei meandri nel mondo alieno senza farlo morire.

L’AVVENTURA DA PORTARE DOVE VUOI

Nintendo Switch, nel campo dei videogiochi indie, non ha assolutamente niente da invidiare alle controparti da salotto griffate Microsoft e Sony. Anzi, offre in più la possibilità di giocare in modalità portatile, senza confinare le belle esperienze alle quattro mura del salotto o della stanza in cui si gioca. Forma.8 non fa eccezione e può essere affrontato, senza soluzione di continuità, sul televisore o sullo schermo della console.
Tuttavia, quando attiviamo questa modalità, talvolta è difficile focalizzare bene tutto quanto perché la telecamera allarga la visuale per aiutarci, con il risultato di rendere Forma.8 un piccolissimo puntino che potrebbe essere facile da confondere o perdere di vista, specie in situazioni in cui ci sono più nemici nel paraggi, giochi di luci, esplosioni e luminescenze.

A parte questa unica incertezza che, pensiamo, non sarà problematica per chi è più abituato a giocare su sistemi portatili, Forma.8 non ha nulla da segnalare di veramente grave. A qualcuno potrebbe non piacere la trama appena accennata e mai veramente approfondita, ad altri potrebbe non convincere l’assenza di fasi d’azione e sparatorie propriamente dette, ma questi sono difetti che rientrano in una sfera soggettiva. Circa dieci ore di esplorazione e scoperta (ma dipende anche dall’approccio personale e questo dato può ulteriormente aumentare), affiancate a situazioni in cui è la logica a prevalere sulla forza bruta, garantiscono il giusto livello di durata e di sfida. I completisti avranno pane per i loro denti nello scovare tutto quello che Forma.8 potrebbe raggiungere, una volta sbloccate tutte le sue risorse per l’esplorazione.

COMMENTO FINALE

Forma.8 dello studio torinese di MixedBag arriva su Nintendo Switch in tutto il suo splendore. Si profila come un gioco in due dimensioni, un singolare platform (ben poche piattaforme su cui saltare), un metroidvania fatto e finito nella sua essenza, molto esplorativo e riflessivo, con momenti di azione, adrenalina e drammaticità quasi assenti, incoraggia l’immancabile backtracking (il tornare indietro su zone precedentemente inaccessibili) e spinge a soluzioni logiche ed intelligenti, quando la situazione richiede la risoluzione di un puzzle con l’ambiente.

Tecnicamente si difende piuttosto bene, puntando tutto sullo stile visivo concentrato su colorazioni forti ed in contrasto, dove il nero domina ma anche gli altri colori fanno capolino svolgendo brillantemente il compito di non confondere, di coinvolgere, di aiutare il giocatore nei suoi intenti. Musiche e sonoro non sono a livelli di kolossal, ma svolgono bene il loro compito di accompagnare le gesta del giocatore.

Il sistema di controllo deve fare i conti con delle scelte di stile che rendono il protagonista – una piccola sonda – lento, pesante e tutt’altro che agile. La sonda è armata di mine di prossimità o ad impatto, impulsi cinetici ed elettromagnetici per affrontare tutte le insidie che il misterioso mondo in cui si aggira le oppone e sarebbe tutto perfettamente godibile, se non fosse che in modalità “da tavolo” o portatile, Forma.8 perda un po’ del suo fascino, specie quando la visuale si allarga, rendendo difficoltoso “leggere” la scena ed inquadrarla, metterla a fuoco: la sonda diventa piccola quanto un pixel o poco ci manca.

Al di là di questo, stiamo parlando di una versione che non ha praticamente nulla da invidiare alle controparti Pc e console da salotto.

Pregi

Ottima atmosfera. Esplorazione e scoperta soverchiano azione e distruzione. Visivamente evocativo. Mai banale o troppo semplice.

Difetti

Assenza di una vera e propria “storia”. In modalità portatile protagonista ed elementi dello schermo diventano davvero molto piccoli.

Voto

8

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