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Yakuza 0, Recensione PlayStation 4

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Sviluppato da SEGA in esclusiva per PlayStation 3 e PlayStation 4 espressamente per il mercato giapponese, Yakuza 0 è finalmente approdato in tutto il mondo il 24 gennaio abbandonando i sicuri lidi della propria patria. Arrivato anche in Italia per la sola PlayStation 4, totalmente in inglese e con dialoghi in giapponese, questo action-adventure in terza persona, ambientato alla fine degli anni ‘80 in Giappone, giunge in Occidente con due anni di ritardo per poter dire la sua sul fronte dell’offerta “oper world”, monopolizzata da GTA 5 e a stento smossa dai ripetuti tentativi di Ubisoft con il suo paio di Watch Dogs e The Division.

L’INIZIO DI UN’EPOPEA

Yakuza 0 è ambientato in fittizie Tokio e Osaka del 1988, almeno un ventennio prima che gli eventi del primo Yakuza prendessero piede. Due giovanissimi Kazuma e Majima muovono i primi passi della malavita giapponese ed iniziano ad imporre il proprio carattere e le proprie capacità. Maestri del malaffare e delle arti marziali, i due inizieranno a districarsi tra i primi tentativi di incastrarli e toglierli di mezzo e contemporaneamente inizieranno a farsi un nome, la cui fama poi li precederà nei capitoli che – temporalmente – vengono dopo, nel tempo.

Il gioco inizia subito con Kazuma e, come ogni produzione nipponica promette e mantiene, i ritmi sono piuttosto lenti oppure frenati, da lunghe sequenze introduttive con dialoghi, testi e pause di riflessione. Insomma: ben altro stile, lontanissimo, da quello a cui siamo abituati da anni grazie a GTA 5 e Saints Row (giusto per citarne un paio) o l’ultimo Watch Dogs 2 che tanto abbiamo apprezzato.

TECNICAMENTE VALIDO MA NON ALL’ULTIMO GRIDO

Yakuza 0 è una produzione che nasce su PlayStation 3, arriva su PlayStation 4 smussata e levigata e poi, dopo aver riposato un paio d’anni tra le mura del mercato nipponico, ancor più cesellata per i mercati occidentali. Il risultato finale è un videogioco tecnicamente pulitissimo, senza grosse pecche, fluidità elevata e costante, animazioni accettabili e ritmi, tutto sommato, sopportabili.

Si nota tutto il limite di un motore grafico che, forse, chiedeva già la pensione nel 2015, qui è tirato allo stremo, illuminazioni, ombre ed effetti speciali si sprecano, si possono contare i peli della barba dei personaggi oppure si può notare la porosità della pelle che gode di texture ad altissima risoluzione ma…il numero di poligoni è quello che è. Sia che si guardi a personaggi principali o secondari, allo sfondo oppure agli elementi in primo piano, è stridente il fatto di giocare Yakuza 0 nel 2017 appena iniziato ma di sentirsi indietro di due anni. Tecnicamente almeno.

Al di là della critica meramente visiva, quando si va a giocare, Yakuza 0 mostra il meglio di sé, le peculiarità che lo rendono imbattibile e – a tratti – instancabile. Il sistema di combattimento ci ha fatto perdere un minuto di troppo per essere padroneggiato ma una volta fatto, ci è risultato estremamente godibile e ben studiato. La città sembra pulsare di vita e non risulta in attesa dei nostri input per muoversi, rendendo benissimo la sensazione di trovarsi una metropoli piena di persone che pensano a se stesse piuttosto che al protagonista.

CONQUISTARE L’ONORE TRA UN GETTONE ALLA SALA GIOCHI ED UNA CASA CHIUSA

Yakuza 0 outrun

Le novità maggiori risiedono proprio nel completamento di certe attività secondarie, che sbloccano l’accesso a nuovi stili di combattimento per entrambi i protagonisti. Proprio nello stile di combattimento si trovano le novità più rilevanti di Yakuza 0, che spinge chi gioca ad alternare tra stile veloce, lento ed equilibrato per superare le famose battaglie fatte di arti marziali, cazzotti e calci senza esclusione di colpi. Il superamento delle battaglie, infatti, permette di proseguire nella storia, che si dipana sempre più incalzante.

Yakuza 0 (ma ogni gioco della serie, in genere), oltre che per la trama, l’ambientazione graditissima, il carisma dei personaggi e un sistema di gioco rodato, fa parlare di sé e si fa apprezzare per le tante, tantissime, attività collaterali che si possono fare nel tempo – potenzialmente infinito – che separa il giocatore dai titoli di inizio e quelli di coda. Possiamo andare in sala giochi a giocare OutRun o Super Hang-On (che nel 1988 risultavano essere gli odierni Assetto Corsa e MotoGp, graficamente parlando ed essere all’apice del loro successo), possiamo frequentare case chiuse, siti d’appuntamento, spogliarelliste e fare, più o meno, tutto quello che un ricco malavitoso annoiato può fare con un mucchio di soldi in tasca e tanto tempo libero.

COMMENTO FINALE

Yakuza 0 è un gradito ritorno nel Vecchio Continente di una delle produzioni SEGA più affascinanti e che destano curiosità fuori dal Giappone. Purtroppo, per motivi di marketing che sfuggono alla nostra comprensione, anche Yakuza 0 cade vittima di una “timidezza” di SEGA che è sempre restia a sdoganare le proprie perle e – quando lo fa – ci riesce con anni di ritardo, due in questo caso.

E’ un action-adventure con visuale in terza persona e si presenta come un prodotto spiccatamente giapponese, pensato per un pubblico giapponese o che ne apprezzi l’ambientazione ed il periodo storico riprodotti. Yakuza 0, infatti, è il prequel di tutta la saga, che vanta altri cinque episodi principali e cinque spin-off (cioè capitoli slegati dal filone narrativo).

Come ogni Yakuza che si rispetti, anche in questo capitolo si esplorano Tokyo e Osaka, questa volta nel 1988 e si ha a che fare con la malavita giapponese da superare soprattutto a suoi di calci e pugni. I due protagonisti, Kazuma e Majima, risultano essere complementari, ben caratterizzati e a loro modo memorabili. Entrambi hanno accesso a tre stili di combattimento che influiscono sulla velocità e sulla potenza dei loro colpi.

Non mancano grandi classici SEGA da poter rigiocare, quali OutRun e Super Hang-On, per citarne un paio, che faranno la felicità degli appassionati di retrogaming. In definitiva, a patto di saper masticare l’inglese con una certa velocità, Yakuza 0 è certamente un “must” per ogni amante di videogiochi dallo stile simile, come GTA e Saints Row, ma con un carattere ed uno stile tutto suo che non ammette ulteriori paragoni.

 

Pregi

La versione potenziata di quel Yakuza 0 che in Giappone si sono goduti solo su PlayStation 3. Tantissime attività collaterali da fare, divertenti mini-giochi/vecchie glorie SEGA. Gameplay rodato, fluido e quasi senza incertezze. Personaggi carismatici e memorabili.

Difetti

Solo in inglese con dialoghi in giapponese (non influenza il voto). Le limitazioni di un motore grafico limitato da PlayStation 3 si vedono qua e là.

Voto

8+

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