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The Banner Saga 2, Recensione PlayStation 4

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La versione console di The Banner Saga 2 non si è fatta attendere moltissimo. Anzi. Stoic , la software house indipendente che ha sviluppato il gioco, ha fatto uno sforzo enorme assieme al publisher Versus Evil riuscendo a proporre il secondo capitolo della serie su console in tempi brevi, ad appena tre mesi (scarsi) dall’esordio su Pc.

Torniamo quindi ad immergerci nelle atmosfere magiche di The Banner Saga 2 incastonate in un mondo Fantasy a forti tinte Vichinghe e Norrene. Continuano le peripezie degli Umani e dei Varl, uniti – pur non con incomprensioni e diffidenze di vario tipo – in un viaggio disperato per tentare la salvezza dalla furia distruttiva dei Dredge.

Vi parleremo della versione PlayStation 4, uscita poco meno di due settimane fa, di questo straordinario mix tra strategia a turni-gdr-avventura e gestionale capace di farsi apprezzare per la profondità del gameplay e dei dialoghi.

L’ODISSEA CONTINUA

Andiamo subito al dunque: The Banner Saga 2 racconta una storia gigantesca dalle mille sfumature frutto anche delle nostre scelte. Lo è stato The Banner Saga, lo questo secondo capitolo che continua l’avventura da dove si era conclusa in precedenza.

Va da se che, pur non essendo obbligatorio, è fortissimamente consigliato aver giocato e concluso il primo episodio per potersi immergere ancora meglio in quella che è la dura vita dei protagonisti e comprendere ancora più rapidamente le meccaniche del gioco ed anche qualche sfumatura della trama.

Il gioco, infatti, permette di importare i salvataggi di The Banner Saga. Diversamente si potrà optare tra uno dei due protagonisti, Rook o Alette senza però conoscere gli avvenimenti nel primo episodio che ovviamente non vi sveleremo per evitare anticipazioni sulla trama. Lasciamo a voi il compito di divertirvi ed assaporarne i vari gusti dicendovi solo che troverete, per forza di cose, un Rook svuotato e profondamente colpito nello spirito, ed un’Alette molto più matura, suo malgrado…

L’odissea, quindi, continua in questo secondo capitolo della trilogia. Il viaggio verso Arberrang, ultima roccaforte contro la follia omicida dei Dredge, con una carovana composta da Umani e Varl, dei giganti dotati di corna ed al tempo stesso di una forza ben al di là delle normali capacità degli uomini, che in tempi più tranquilli a stento si sopportavano. Va da se nel corso di questo viaggio, la carovana abbia anche delle piccole incomprensioni con lotte interne, tradimenti più gravi e molto, molto altro.

A rendere tutto più complicato è l’incedere costante dei Dredge, dei giganti oscuri, senza emozioni, che improvvisamente hanno cominciato a radere al suolo il regno degli Umani e di Varl. Le battaglie non mancano, le vittorie neppure, ma sembra quasi tutto inutile contro l’odio smisurato di questa razza che avanza distruggendo tutto e tutti indistintamente.
Ma il vessillo rosso è sempre protetto dai profughi che tentano il tutto per tutto attraversando innumerevoli pericoli, trappole e nemici continuando un percorso fatto anche di dolore e di scelte difficili.

LE NOVITA’ NEL SEQUEL

Con The Banner Saga 2, va detto, si riprende anche un gioco realizzato molto bene sia dal punto di vista tecnico (pur non privo di alcune pecche) che da quello contenutistico, sfruttando al meglio quanto fatto di buono nel prequel. Conosceremo una nuova razza che vivacizzerà trama e combattimenti. Si tratta degli Horsebon (i centauri) dotati di una ottima mobilità che aumenta l’apporto offensivo. Ovviamente, però, bisognerà ragionare anche con loro in un’ottica più ampia e sarà sempre più difficile tenere l’equilibrio nelle fila di questa carovana.

Ovviamente agli eroi e personaggi ben conosciuti nel primo episodio si aggiungono altri per un intreccio che diventa sempre più intrigante. Ogni personaggio, come da tradizione, è ben caratterizzato ma… non è immortale e quindi, anche a seconda delle nostre scelte, potremmo conoscere questo o quel personaggio e vederlo in azione per un periodo di tempo vario.

IL GAMEPLAY A PORTATA DI JOYPAD

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Pad alla mano, il gameplay dell’edizione PlayStation 4 è sostanzialmente identico a quello Pc. Non poteva essere diversamente del resto.

Diverse le fasi primarie del gameplay. L’esodo, nel quale si dovranno gestire l’umore della carovana nonché le preziose provviste. Quest’ultime non bastano mai ed una volta esaurite causeranno la morte di molti componenti della truppa. C’è anche la possibilità, non remota, di dovere affrontare degli eventi casuali e le scelte saranno anche qui dolorose. Lacrime e sangue nel verso senso della parola perché è possibile, ad esempio, che dobbiate aiutare dei villaggi in difficoltà combattendo con i Dredge con ricompense esigue a fronte di numerose perdite sul campo. O potremmo trovarci in trappole e scegliere il male minore.

La fuga per la salvezza avrà comunque delle fermate. Sarà possibile, infatti, effettuare soste in villaggi più o meno grandi e più o meno colpiti dalla furia devastante dei Dredge. Li sarà possibile rifocillare la carovana barattando quello che serve con materie prime o acquistandole. Sarà dunque in nostro potere anche acquistare dei manufatti che daranno dei bonus di varia natura in battaglia, ma anche prendere delle decisioni importanti grazie anche ai dialoghi estremamente lunghi e mai fini a se stessi.

Il rammarico è che contrariamente a The Banner Saga dove era presente anche l’italiano, qui le vicende dei nostri eroi sono narrate esclusivamente inglese. Al di la di questo che può essere considerato un difetto non tecnico e quindi ininfluente ai fini della nostra valutazione, possiamo confermare la bontà di questi dialoghi che ci fanno cogliere tante sfumature della trama pur riconoscendo che ci troviamo di fronte ad una storia mastodontica e non sempre facile da afferrare in tutte le sue sfaccettature.
I dialoghi permettono, ancora di più, di cogliere la caratterizzazione di ogni personaggio e vi assicuriamo che nessun dettaglio è stato lasciato al caso.

E poi ci sono le battaglie a turni che generalmente sono più ampie e più varie rispetto a quelle che avevamo sopportato nel primo The Banner Saga.

Questo comporta più difficoltà ed avere una dote strategica sicuramente aiuterà non poco. La scarsità di cibo potrebbe consegnare al campo di battaglia dei combattenti più fiacchi. Inoltre, più che nel prequel, sarà importante decidere come indirizzare i propri attacchi.

Ogni “pedina” sulla scacchiera del campo di battaglia ha due caratteristiche: forza ed armatura. Entrambe sono fondamentali per la sopravvivenza dei combattenti e tutte e due si esauriscono con specifici attacchi. Il primo dato indica sia i punti vita che la relativa forza offensiva. Il secondo, invece, ci fornisce la capacità di assorbimento dei danni prima di intaccare i punti vita.

Anche qui le scelte sono quanto mai importanti: fiaccare i nemici o la loro capacità difensiva? Questo potrebbe anche voler dire subire più attacchi e con i Dredge non c’è da scherzare. D’altro canto potrebbe anche significare una minore esposizione dei rischi ed una vittoria strategica. Non va dimenticato, infatti, che (a difficoltà Normale e Difficile), le ferite degli eroi saranno cumulabili da un combattimento all’altro con la necessità di qualche giorno di riposo per rimarginarle.

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Banner Saga 2, uno scorcio di uno dei panorami che ospitano l’esodo della carovana

Conoscere, quindi, i punti forti e deboli delle nostre forze e di quelle nemiche sarà fondamentale anche al livello di difficoltà più basso. Non bisogna dimenticare che anche la conformazione dei terreni e la presenza di alcuni ostacoli o di alberi o di rocce modificano il gameplay e sarà compito dei giocatori saperne trarre i giusti vantaggi strategici.

Dopo ogni battaglia, chi rimane sano e salvo, riceve i punti esperienza. Questi possono essere spesi o per far salire di livello i personaggi migliorandone alcune caratteristiche o spendendoli come valuta per acquistare cibo o oggetti che servono.

Su console, l’interfaccia non perde in chiarezza. La navigazione tra le varie opzioni rimane semplice ed intuitiva anche se con la levetta del Joypad si è più lenti rispetto al mouse del Pc. Il tutorial comunque spiega egregiamente i vari tasti e si apprende tutto piuttosto facilmente.

Un peccato, invece, per i tempi di caricamento che purtroppo spezzano in diversi casi il ritmo di gioco rallentando non poco le dinamiche.

LA TRAMA ESALTANTE E’ ACCOMPAGNATA DALLA MAGNIFICENZA ARTISTICA

La trama di The Banner Saga 2 è esaltante. Lo ripetiamo. Anche se non dà in diversi casi le rispsote che cerchiamo. Sicuramente in The Banner Saga 3 ci sarà l’epica conclusione di tutto. Ed a tal proposito siamo molto curiosi.

Parlando, invece, di termini tecnici, la magnificenza artistica accompagna la trama e le emozioni che ne derivano. La grafica porta gli utenti in un mondo Vichingo reso splendidamente con paesaggi che si fanno ammirare.

Tutto quanto di buono è stato fatto su Pc viene riportato su PS4 anche perché non c’è alcun 3d di cui parlare ma tanta sana grafica 2d vecchio stile che riesce ancora ad incantare e ad emozionare con animazioni davvero fluide sia nelle schermate di intermezzo, sia nei dialoghi (benché in questa fase siano appena accennate) sia nei combattimenti.

Il compositore Austin Wintory (famoso anche per aver firmato la colonna sonora di Journey nonché quella del primo capitolo) ha firmato anche le musiche di The Banner Saga 2 capaci di offrire più atmosfera.

Peccato sempre, anche su Pc era così, per alcune indecisioni della telecamera nel corso dei combattimenti. Nulla di grave, per carità, ma solo di pratico che comunque non influenza il gameplay.

Detto della giocabilità un po’ più profonda, non ci resta che accennare alla longevità che non si discosta molto dal primo capitolo e si attesta attorno alle 10-12 ore ma c’è un dato da non sottovalutare: il titolo è molto rigiocabile per via delle numerose scelte da fare e delle variabili che ne derivano.

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COMMENTO FINALE

La versione PlayStation 4 di The Banner Saga 2 è una fotocopia dell’edizione Pc (qui la nostra recensione della versione Windows, ndr). Questo comporta un gameplay profondo in ogni sua sfaccettatura, dai dialoghi, alla gestione della carovana, dalle scelte, alle strategie in battaglia che offre ogni volta diverse sfumature vista la grande rigiocabilità.

Il tutto è unito ad un lato artistico e tecnico di prim’ordine che ancora una volta ha dimostrato che il panorama videoludico non ha bisogno necessariamente di grafica in 3d di ultima generazione.

Tutto ciò di buono che su Pc abbiamo apprezzato è stato trasferito a questa edizione su PlayStation 4.

Pochissimi i difetti. La mancanza dell’italiano che non è certamente di natura tecnica e quindi è ininfluente, qualche piccola imprecisione nelle visuali dei combattimenti ed i caricamenti troppo frequenti ma nulla di che.

Un dato, infine, è da ricordare: sebbene The Banner Saga 2 possa essere giocato anche senza essersi cimentati nel primo episodio, è caldamente consigliabile per apprezzare al meglio fin da subito la trama ed il susseguirsi degli eventi, aver giocato The Banner Saga. Il riassunto è infatti troppo breve per far si che i nuovi utenti si rendano conto di quello che sta succedendo. Di fatto bisogna pensare a The Banner Saga 2 come il secondo capitolo di quella che sarà una trilogia così come annunciato fin dai tempi di Kickstarter da Stoic Studio.

Imparare a giocare sarà facile ma gestire il tutto sarà un’impresa difficile. Il drappo rosso sarà quanto mai pesante in questo viaggio esaltante e drammatico al tempo stesso e ricco di emozioni.

 

Pregi

Artisticamente esemplare. Tecnicamente di altissimo livello. Gameplay eccellente che abbraccia vari tipologie. Longevità e rigiocabilità garantite. Storia ricca…

Difetti

… ma troppo legata al primo episodio. Manca l'italiano (non influisce sul voto). Caricamenti un po' lenti e frequenti.

Voto

9+

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