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Stories: The Path of Destinies, Recensione PlayStation 4

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Stories The Path of Destinies

Da qualche tempo, gli sviluppatori – grandi e piccoli – giocano con una componente che sembrava essere stata un po’ dimenticata: la narrativa.

L’importanza delle scelte, come poche volte nella storia dei videogiochi, sta tornando profondamente in auge, da Heavy Rain, a Beyond Two Souls, o ai più recenti The Life is Strange o Until Dawn con quest’ultimo che rappresenta un punto estremo con il suo “Effetto Farfalla”.

Nel caso di Stories: The Path of Destinies, action gdr firmato da Spearhaed Games per Pc e PlayStation 4 uscito pochi giorni fa, si tratta di veri e bivi narrativi che influenzano sfumature della storia andando a convogliare il tutto in diversi finali completamente diversi. Un po’ come potrebbe succedere – facendo le dovute proporzioni – in Mass Effect o in The Banner Saga.

Il coloratissimo Stories: The Path of Destinies si propone quindi di essere un action gdr “narrato” dove l’azione impera lasciando (poco) spazio ad alcune meccaniche tipiche degli action gdr relegandole alla parte di comparse, comunque, piuttosto interessanti.

Riuscirà il titolo sviluppato con amore da Spearhaed Games, un team indipendente canadese (già autore di Tiny Brains ed ACE) a fare breccia? Noi vi raccontiamo la nostra esperienza su PlayStation 4.

APRIAMO IL LIBRO DELLE STORIE…

Ed eccoci quindi a parlarvi di Reynardo, il protagonista di questo vero e proprio di questa fiaba.

Lui è una volpe antropomorfa, un ex bucaniere, tutto il contrario dell’archetipo dell’eroe che decide di abbandonare la vita dei soldi facili e della pirateria per mantenere una promessa fatta alla madre in punto di morte.

Ma gli eventi si susseguono inesorabili con il regno, teatro di questa nostra storia, che è sconvolto da una guerra interna ed è sempre più vicino al baratro. Colpa di un imperatore disposto a tutto per ottenere sempre più potere il quale non esita ad instaurare una sorta di regno di terrore.

Ma dopo la scomparsa della anziana madre, Reynardo, un tipino a dir poco scapestrato (non avrebbe fatto il pirata) ed incline all’avventura, torna “in pista” per salvare il regno schierandosi dalla parte dei ribelli decidendo di aiutare così la resistenza per spodestare il monarca folle.

Inizia così il nostro cammino nei bivi di quella che possiamo definire più correttamente come una fiaba.

Stories The Path of Destinies A

Ed il gioco non ne fa mistero visto che fin dall’inizio la voce narrante (ottimamente doppiata in inglese) diventa coprotagonista assieme al nostro (anti)eroe commentando sia le nostre azioni che le nostre scelte attraverso le pagine del libro che si susseguono e si alternano alle nostre azioni su quello che diventa il campo di battaglia.

Il gioco consta di ben 24 sentieri narrativi diversi che confluiscono in quattro archi maggiori che hanno come punti cardini i rapporti con Lapino, l’amore per la figlia dell’imperatore Zenobia, la missione per il recupero della nave volante “Squarciacieli” e l’individuazione della pericolosissima pietra Iblis che permette di dominare l’Impero.

Il tutto offre un piacevole rincorrersi di partite fino alla conclusione globale del gioco e regala diverse ore di gameplay. Una “run” dura dalle 4 alle 5 ore per una trama che probabilmente non sarà da premio Oscar ma che comunque rimane gradevole. E va da se che per concludere il gioco al 100% bisognerà fare diverse “run” per un buon numero complessivo di ore (anche 30 volendo).

GAMEPLAY SNELLO

La narrazione, profonda ma al tempo stesso simpatica e caricaturale in alcune sue sfumature non priva di tante battute divertenti, è accompagnata da un gameplay piuttosto snello e sicuramente votato all’azione con qualche sfumatura gdr come la possibilità di salire di far salire di livello il nostro Reynardo e sbloccare le caratteristiche dell’albero delle abilità o di ottenere qualche potenziamento per le statistiche del personaggio.

I punti esperienza si ottengono alla fine di ogni combattimento. Il gioco fa una sorta di valutazione generale e ci assegna i preziosi punti XP. Non ci sono particolari attacchi complicati o combo da eseguire o imparare. Poche mosse (che possono comunque essere potenziate) ed il gioco è fatto.

Il combat system è semplicissimo e sfrutta il tasto dell’attacco abbinato alla levetta analogica sinistra per direzionare, per parare gli attacchi prontamente segnalati sulla testa dei nemici e per dare vita a combo sempre più letali coadiuvate anche da interessanti manovre elusive garantite da una schivata che si potrà sbloccare.

C’è anche la possibilità di forgiare spade (il gioco ne offre quattro: Eroica, Tempesta di Fuoco, Lama del Vuoto e Spina di Ghiaccio) raccogliendo i vari materiali dai forzieri o da altri anfratti delle ambientazioni andando negli appositi tavoli da lavoro. Avendo i materiali giusti si potranno forgiare queste spade letali e migliorarle. Mentre è possibile anche raccogliere gemme che offrono ulteriori caratteristiche supplementari a nostro favore come resistenza, velocità d’attacco, probabilità di colpo critico e molto altro.

Non c’è altro da segnalare dal punto di vista “ruolistico”. Oltre all’albero delle abilità, e le armi da realizzare e potenziare non c’è altro. L’inventario è molto stretto ed è limitato alla raccolta di elementi (aria, ghiaccio, fuoco), minerali ed amen.

I nemici da affrontare saranno i malefici corvi imperiali che hanno già fatto strage di innocenti e che faranno di tutto per sbarraci la strada. Ci sono anche degli stregoni che ci puntano la loro energia elementale facendoci piuttosto male ma nulla che possa effettivamente essere realmente difficoltoso o frustrante da superare. Di fatto non è troppo difficile andare avanti nel gioco ed in caso di morte si riprende dall’ultimo checkpoint e non è possibile tornare indietro nelle varie ambientazioni. E’ invece possibile ricaricare i punti vitali tramite l’energia della spada.

In alcuni tratti, inoltre, il gameplay ci obbligherà, ad utilizzare determinate tecniche come ad esempio il gancio per afferrare un nemico con lo scudo e sbilanciarlo per renderlo vulnerabile senza la sua preziosa difesa.

Non ci sarà solo da combattere e da scegliere ma ci saranno anche dei simpatici puzzle “ambientali” piuttosto logici ed essenziali che daranno un pizzico pepe al gameplay che si avvale di una visuale isometrica capace (salvo qualche piccola sbavatura), di fare bene il suo dovere. Da un lato può essere positivo rivedere alcuni livelli per poter trovare alcuni anfratti non esplorati prima e per risolvere i diversi archi narrativi, dall’altro, però, può risultare ripetitivo.

COLORATO, BEN ANIMATO, DETTAGLIATO E BEN ACCOMPAGNATO

Stories: The Path of Destinies propone una buona realizzazione tecnica. Niente miracoli, sia chiaro. Sotto il “cofano” troviamo l’Unreal Engine 4 in grado di offrire potenza (espressa solo a tratti) e tono al lato grafico anche se si notano ogni tanto su PlayStation 4 alcuni sporadici cali di frame rate e degli effetti pop up con alcuni dettagli in lontananza che diventano visibili in lieve ritardo rispetto ad una naturale visualizzazione.

Ma ci sono tante note positive: dai colori molto vivaci ai dettagli con un bel design fiabesco con ambientazioni varie e davvero ben congegniate. Dalle lande gelate a deserti sabbiosi, da navi volanti a grotte piene di cristalli solo per citare alcune tipologie.
Le animazioni, al netto di qualche calo di fluidità, sono comunque molto gradevoli ed anche gli effetti particellari e le ombre fanno il loro dovere.

Il tutto è accompagnato da tante belle immagini statiche di intermezzo, una buona colonna sonora, ed una voce narrante in lingua inglese di livello assieme al resto del doppiaggio. Insomma, un accompagnamento piuttosto azzeccato. Ci sono anche altre visuali in maggioranza dall’alto che ci mostrano panorami interessanti.

COMMENTO FINALE

Complessivamente Stories: The Path of Destinies ci è piaciuto. E ci sentiamo di consigliarlo a chi è alle prime armi con gli hack and slash o generalmente con i gdr.

La storia (che si ispira al Gatto con gli Stivali) e le sue numerose sfumature (24 varianti e 4 tipologie di finali) offrono una certa longevità e varietà ma potrebbero anche risultare ripetitivi dal punto di vista pratico. E’ comunque il lato narrativo-fiabesco (che ci ricorda un po’ Bastion anche se quest’ultimo titolo è decisamente più serioso) uno dei tratti distintivi del gioco con i relativi bivi che danno profondità al gameplay in generale.

Sul “campo”, invece, l’azione è molto snella con alcune sfumature gdr (la progressione del personaggio è molto elementare anche se funzionale). Non ci sono troppe mosse da imparare o da potenziare mentre è comunque interessante la realizzazione ed il potenziamento delle spade di Reynardo. Tutto ben fatto ma che alla lunga, vista la necessità di fare più run e ripetere – magari – alcune ambientazioni, potrebbe far incanalare il tutto nei canoni della ripetitività.

Dal punto di vista tecnico abbiamo trovato un buon lavoro: l’Unreal Engine 4 fa il suo dovere anche se ci sono alcune sbavature (pop up e qualche rallentamento). Il design “rotondo” e fumettoso ed i paesaggi sono ben dettagliati e variegati. Peccato che la tipologia dei nemici sia davvero esigua.

Avremmo desiderato una maggiore sfida ed una lunghezza superiore dei vari livelli e capitoli anche se il tutto viene “compensato” dai diversi finali.


Pregi

Narrazione piacevole e molto interessante. Atmosfera fiabesca ben resa. Gameplay senza fronzoli ed adattissimo ai neofiti. Buon doppiaggio in inglese. Tecnicamente “pulito”...

Difetti

… ma con l'Unreal Engine 4 si sarebbe potuto fare ancora meglio. Grado di sfida non elevatissimo. Componente Gdr davvero elementare. Pochissima varietà di nemici.

Voto

7,5

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