Era il 2000, e per Dreamcast uscì Resident Evil: Code Veronica. Si trattava di una svolta non indifferente, in quanto il titolo, rispetto al passato, abbandonava i fondali “prefatti” a telecamera rigorosamente fissa in favore di un ambiente realizzato totalmente in tre dimensioni (gli angoli di ripresa rimanevano, ma erano dinamici).
Tre anni più tardi venne pubblicato Resident Evil Zero, che tuttavia, rispetto al precedente, tornava ai fondali “dipinti” con punto di ripresa fissa (forse in forza del buon riscontro avuto con il remake del primissimo capitolo Resident Evil Rebirth). Di lì a qualche anno Capcom avrebbe svoltato decisamente con Resident Evil 4 e successori, e, quindi, potremmo quasi inquadrare Resident Evil Zero come un’ultima testimonianza di sviluppo “vecchio stampo” prima della rivoluzione. Di recente, Capcom ha pubblicato su Steam e sulle console, sia di vecchia che nuova generazione, la rivisitazione in alta definizione proprio di questo esponente della saga.
Questo titolo si colloca immediatamente prima degli eventi del primissimo Biohazard (titolo originale giapponese), sia a livello cronologico che geografico. Non appena ci siamo trovati a controllare Rebecca Chambers abbiamo avvertito subito il fascino particolare di questa formula survival horror che ha fatto scuola. Un fascino verso cui tuttavia non bisogna abbassare troppo il capo, onde evitare il rischio di perdere il collo. Scoprite insieme a noi che cosa intendiamo dire nel prossimo paragrafo!
FACILE, NORMALE O DIFFICILE?
Resident Evil 0 HD Remaster è legato inevitabilmente al sottobosco dei RE “vecchia scuola”. Tutto ciò che i giochi degli ultimi anni vi hanno insegnato in materia di grado di difficoltà, quindi, non faranno altro che trarvi in inganno, mettendo a repentaglio la qualità della vostra esperienza. Persino appellarvi alle vostre esperienze eventuali con i survival horror più recenti non vi sarà di alcun credito. Avete terminato con successo The Evil Within al primo colpo in difficoltà “difficile”? Niente male, ma non vi rende migliori di altri. Ecco come dovrete interpretare i seguenti termini.
La difficoltà “Facile” dovrà essere la scelta di: chiunque sia digiuno dei RE degli anni novanta; chi non è avvezzo a questa formula survival horror; chi non ha idea di cosa andrà ad affrontare in questo capitolo specifico. Avrete quasi sempre modo di curarvi e di tenere un buon quantitativo di munizioni in saccoccia, in modo da concentrare la vostra attenzione all’esplorazione e alla risoluzione degli enigmi che dovrete affrontare.
La difficoltà “Normale”, invece, rappresenta una differenza decisamente marcata: i nemici vantano una resistenza praticamente triplicata rispetto a “Facile” (e anche i danni che infliggono si aggirano intorno a questa stima), e le cure e le munizioni saranno di gran lunga più limitate. Per quanto questa difficoltà sia ben più fedele alla branca survival horror vecchio stampo, ne sconsigliamo la scelta a tutti i casi elencati nel paragrafo precedente. Prevedere e affrontare le minacce e gli eventi nel modo migliore al primo colpo, infatti, sarà molto improbabile, così come sarà altrettanto improbabile che riusciate a gestire le vostre risorse limitate di conseguenza. A meno che non siate dei veterani di questa sottobranca dei Resident Evil, in conclusione, viconsigliamo di scegliere “Normale” per un secondo giro.
Infine, abbiamo la difficoltà “Difficile”, riservata per i veri duri o, per meglio dire, a tutti coloro che hanno imparato a memoria Resident Evil 0, potendo permettersi quindi di affrontare il tutto con ancora meno risorse disponibili per la propria sopravvivenza.
BIGLIETTO, PREGO
La vicenda di Resident Evil Zero (e anche di Resident Evil 0 HD Remaster, naturalmente) ci scaraventa in una foresta in cui è stato rilevato un treno passeggeri misterioso in sosta. Da dove viene? E dove è diretto? Ma soprattutto: perché è tutto così silenzioso all’interno? Questo mezzo di locomozione di lusso sarà il battesimo del fuoco di tutti i giocatori, che fungerà anche da tutorial necessario a introdurre a una meccanica nuova: la gestione contemporanea di due personaggi differenti, con tanto di inventario e stato di salute. Stiamo parlando di Rebecca Chambers (giovane membro del corpo S.T.A.R.S.) e Billy Coen, condannato dalla corte marziale e scampato al suo ultimo viaggio per un soffio. Starà a noi decidere di quale dei due prendere il controllo in qualsiasi momento (con sporadiche eccezioni dovute a esigenze di sceneggiatura), nonché farli andare in perlustrazione da soli o uniti (potendo decidere se farlo unire a noi negli scontri a fuoco o meno).
Naturalmente, i controlli di movimento sono legati alla formula classica cosiddetta tank, ovvero in cui si procede non per direzioni assolute ma sempre legate alla direzione di marcia verso cui è rivolto il personaggio in questione. Un’altra caratteristica immancabile sono i fondali realizzati con estrema minuzia in due dimensioni in cui, tuttavia, potremo muoverci proprio come in qualsiasi ambiente 3D. Si tratta di un escamotage tecnico che fu a dir poco fondamentale per i primissimi capitoli, in quanto permetteva di risparmiare un sacco di risorse hardware creando, allo stesso tempo, dei luoghi pieni di dettagli senza che la macchina ne soffrisse. Alcuni scorci di Resident Evil 0 HD Remaster, è proprio il caso di dirlo, lasciano letteralmente a bocca aperta, tuttora imbattuti persino dalle produzioni più grosse che fanno del comparto grafico il loro punto di forza. Il titolo, inoltre, annovera (e annoverava) in alcuni di questi fondali alcune animazioni più o meno elementari che però riescono a fondersi col resto alla perfezione, prendendo il meglio sia da una bellezza “statica” molto ricercata che da alcuni elementi in movimento (un lembo di tovaglia irrequieto, la pioggia battente sui vetri, un piccolo incendio non estinto eccetera).
In tutto questo, i modelli dei personaggi rispetto all’originale sono stati revisionati in modo da non sfigurare accanto ai fondali ad alta definizione. Il lavoro svolto in questo senso, tuttavia, in alcune aree e inquadrature mostra alcune debolezze (soprattutto nelle zone più illuminate), dimostrando come in realtà chi di dovere non sia diventato proprio matto mentre “rifaceva il trucco” ai modelli in generale. Tuttavia, ciò non toglie come sia sempre un piacere vedere l’incantesimo dei vari attori di gioco quando vengono colpiti dall’illuminazione di luoghi e stanze “dipinte”, un lavoro certosino che rende ancor di più in questa ri-edizione.
Ah, smemorato me! Prima di passare al paragrafo successivo, vorrei sottolineare una cosa che i veterani della prima ondata di Resident Evil avranno già largamente intuito: la partita la potremo salvare grazie a zone sicure munite di macchina da scrivere attraverso i canonici nastri d’inchiostro, limitati nel numero in modo da scoraggiare il salvataggio compulsivo che potrebbe minare la tensione da survival horror classico di cui tutti i primi esponenti sono impregnati fino al midollo. Probabilmente con la prossima frase causeremo un lamento viscerale degli appassionati, ma è un sassolino che vogliamo toglierci: vedere questo oggetto, destinato a una funzione totalmente estranea dal contesto videoludico in sé (poiché scrivere un numero e un luogo su un foglio non ha mai dato una seconda occasione a nessuno), andare a ingombrare lo stesso spazio limitato destinato a elementi invece “attivi” (armi, munizioni, cure, oggetti chiave) fa un po’ impressione nel 2016, ma, d’altronde, l’intento era semplicemente di riproporre il titolo per Gamecube del 2003, non di rivoluzionarlo. Considerate questa nostra come una piccola considerazione ininfluente ai fini del voto, insomma.
L’UNIONE FA LA FORZA, MA SI PAGA
È inutile girarci intorno: in Resident Evil 0 HD Remaster (come nel… ah, che fatica recensire le riedizioni) controllare due personaggi insieme è una prova di pazienza, soprattutto per chi vorrà affrontarlo a difficoltà “Normale” fin da subito. Per quanto la gestione diventi in fretta intuitiva ed efficiente, infatti, ci troveremo sempre a dover gestire l’inventario e lo stato di salute di ben due controparti.
L’inventario totale salta quindi a 12 caselle (con la possibilità di scambiare oggetti in caso di prossimità), che però verranno riempite in un batter d’occhio nel caso vogliate munirvi di armi più “cicciose” per gli scontri speciali in quanto occuperanno ben 2 spazi (un terzo dell’inventario) senza contare le munizioni! Il gioco ci costringerà letteralmente ad abbandonare le cose per terra (ma un bel baule come nei precedenti no?) in modo da poterci liberare di qualche oggetto al momento sacrificabile. Vi è inoltre un oggetto chiave che richiederà due blocchi, obbligandovi a non perderlo di vista ma allo stesso tempo impedendovi di averlo sempre con voi o a portata di mano in modo da recuperarlo quando necessario.
Rebecca e Billy non sono diversi solo nell’aspetto, ma anche per le funzioni: la prima, infatti, è in grado di conservare componenti chimici e combinare le erbe curative in modo da ottenere effetti via via più efficaci (ma è più vulnerabile agli attacchi nemici), mentre Billy, oltre a essere più efficace con le armi da fuoco, è in grado di manipolare e spostare oggetti massicci. Come potrete immaginare, questa dinamica darà luogo ad alcuni enigmi particolari, rendendo necessaria l’interazione contemporanea di entrambi.
Entrambi hanno una cosa in comune però: quando si tratta di correre, sono i personaggi più lenti in assoluto di tutta la saga (Resident Evil 4 e successivi esclusi). Tengo a precisare come questa conclusione arrivi da una verifica fatta in prima persona, e come non sia il frutto di un ricordo distorto per convenienza.
Scartare le presenze sarà quindi più difficile del solito, e per questa ragione invito nuovamente tutti coloro che non sono avvezzi a questa branca survival horror a non farsi ingannare dalla difficoltà “di mezzo” e mettere da parte l’orgoglio.
COMMENTO FINALE
Resident Evil 0 HD Remaster è una buona occasione per chiunque non abbia giocato questo titolo quando era disponibile su Gamecube, avvalendosi di un comparto grafico rivisitato che però non brilla particolarmente per quanto riguarda la revisione dei modelli poligonali dei personaggi. Al di fuori di questa sfera, ci sentiamo di inoltre consigliarlo giusto ai giocatori più appassionati che tengono ad affrontare di nuovo questo capitolo su pc. La presenza di modalità extra da sbloccare in seguito al completamento del gioco (“Leech Hunter” e “Wesker Mode” in inglese) riteniamo possa allungare la longevità solo ai più affezionati, in quanto caratterizzati da elementi altisonanti che mandano abbastanza in frantumi la sospensione dell’incredulità (la stessa cosa vale per molti dei costumi alternativi acquistabili).
Essendo una ri-edizione in HD di un gioco pubblicato in passato non si potrà mai, per definizione, bollarlo come un acquisto obbligato a prescindere. Dipende da voi. Noi, nel nostro piccolo, possiamo confidarvi che il titolo in sé merita, e di come molti dei fondali ancora oggi siano un vero spettacolo a vedersi. All’inizio vi sentirete impotenti su un treno in corsa pieno di minacce e insidie, e poi schiacciati dalla mole della villa signorile di proprietà della famigerata Umbrella Corporation che vi troverete ad affrontare (anche se, nelle ultime battute, perde un po’ mordente).