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A Golden Wake, Recensione Pc

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Giunto nei principali store digitali il 9 ottobre scorso per Pc Windows, Mac e Linux, A Golden Wake è attualmente l’ultima fatica nei panni da publisher di Wadjet Eye Games, software house di stampo indipendente che negli anni si è prodigata nel rilasciare e sviluppare videogiochi che prendono spunto dai capolavori di un tempo.

Il titolo di cui parleremo oggi altro non è che un’avventura punta e clicca sviluppata da Grundislav Games, alla prima vera esperienza nel settore se facciamo a meno di considerare alcuni titoli freeware da loro rilasciati, che tenta di ripercorrere le “annate di fuoco” statunitensi, quelle a cavallo tra gli Anni ’20 e gli Anni ’30, in modo tale da sfruttarne il setting storico suggestivo e non scontato.

DIMOSTRA QUANTO VALI

Alfie Banks è bravo ed affabile, forse proprio per questo riesce laddove i suoi colleghi di lavoro falliscono miseramente. Sa creare legami e rapporti di fiducia che gli permettono di vendere proprietà per la piccola società in cui lavora, situata a New York, ma gli affari vanno a gonfie vele soltanto grazie ai suoi sacrifici.
Così, col direttore ormai deciso a compiere un licenziamento sul quale lo stesso Alfie viene consultato, ci troveremo nel bel mezzo di una imboscata messa in atto dai restanti due dipendenti dell’azienda; il risultato è presto detto: persa la stima del boss, saremo costretti a far le valigie, direzione Miami, l’inizio di una nuova vita.

È in questo clima di crescita e desiderio di farcela che Alfie comprenderà appieno l’importanza di scendere a compromessi, in modo da contornare la sua figura – e quella del suo nuovo capo, George Merrick – con un élite di figure associate alla stampa, alla politica, all’economia, con lo scopo di sfruttarle a dovere per scopi personali: dalla promozione di specifiche aree edificabili a quella di tenute d’un certo valore economico.

Nel mentre, si respira la stessa ostilità che serpeggiava nei ruggenti anni venti, un periodo storico sì pieno di opportunità ma anche di rischi e pericoli, con gangster pronti a tutto pur di mantenere gli introiti derivanti dallo spaccio di superalcolici: mafia, criminali di quartiere, politici corrotti, Alfie da semplice venditore e portaborse si troverà immischiato in qualcosa di molto grosso e rischioso.

Niente però lo frenerà dal provare a realizzarsi, seguendo le orme del padre, ma alcuni guai familiari prima (l’arrivo del fratello a Miami) e la conoscenza di losche e spietate figure poi, come quella di Fatty Walsh, rovineranno i suoi piani di gloria, diventando pian piano preda della disperazione, che gli darà modo di invecchiare come non avrebbe mai voluto: senza una famiglia, con un budget economico a dir poco risicato, all’interno di quei bar fatiscenti che non avrebbe mai pensato di visitare in vita sua.

A Golden Wake ci mostra l’evoluzione (sarebbe più appropriato parlare di involuzione, Ndr) quotidiana di Alfie Banks, uno che per farcela ha fatto di tutto; non baciato dalla fortuna, però, si troverà a rinnegare quello stile di vita così rischioso che l’ha portato lontano dai suoi cari, a patire la grave crisi economica di quegli anni, conosciuta come la Grande Depressione, con relativa perdita di alcuni dei suoi più cari amici che tenterà di riconquistare negli ultimi spezzoni di gioco.
Si esplicita così la crescita morale del protagonista, complici gli anni in più che pesano sul groppone, difatti l’Alfie del 1935 appare come un uomo stanco, solo e perfino svogliato; un Alfie “ammazzato”, per così dire, da quello stesso fervore che nutriva anni ed anni prima, prima che le elevatissime aspettative lo consumassero, anche a causa di un sistema troppo corrotto e poco meritocratico per certi versi.

ISPIRATO AI CLASSICI

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La produzione di Grundislav Games non è ancorata al passato soltanto per tematiche o scelte stilistiche quali l’utilizzo della pixel art, ma anche per l’impostazione di base.

Dimenticate aiuti (piccoli o grandi che siano) o la possibilità di evidenziare gli oggetti con cui poter interagire, tanto di moda nelle più recenti avventure grafiche: A Golden Wake non vi tenderà la mano, anche se difficilmente avrete problemi nel giungere ai titoli di coda, per via della semplicità degli enigmi, comunque vari e ben inseriti nel contesto, in modo tale da accompagnare la trama carina ed interessante.
Vi troverete a dover sbarcare il lunario in modi originali, assoldando artisti acrobati, riscuotendo il pizzo, mettendo i bastoni tra le ruote ai rivali nel traffico clandestino di superalcolici. Certo, un livello di sfida più elevato probabilmente avrebbe reso più eccitante ed elevata l’immersione in-game, eppure lo sviluppatore qualcosa di fresco – almeno per il genere di riferimento – ha provato ad inserirlo.

Ricordate gli interrogatori di L.A. Noire? A Golden Wake ne ha ripreso in parte le caratteristiche e le ha inserite in particolari fasi in cui sarete chiamati a dissuadere l’interlocutore; il sistema è di per sé molto semplice, selezionando tra una serie di risposte o compiendo una serie di domande potrete notare le espressioni del viso di chi vi è difronte, da qui capire (pressapoco) se le reazioni alla linea di dialogo scelta sono positive o meno.
Di contro, una caratteristica del genere denota alcuni limiti insiti nella scelta grafico-stilistica adottata, ossia la pixel art; chiariamoci, i colori e le ambientazioni si sposano assieme in maniera brillante, ma il campionario di animazioni facciali è a tratti superficiale, perché di difficile realizzazione quando c’è da fare i conti coi pixel, piuttosto che con una risoluzione ad alta definizione.

Inoltre, l’opportunità di utilizzo dell’aiuto ‘Seller Intuition’, associato proprio alle fasi di interrogazione, stona con quanto sopra esposto, ossia con l’impostazione tipica di un’avventura old school, evidenziando al contempo come nemmeno lo sviluppatore sia riuscito a convincersi appieno di questo excursus dai binari principali sui quali viaggia l’avventura di Alfie Banks e soci.

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A ciò in parte rimedia la grande attenzione per i dettagli e i riferimenti storici ad eventi e personaggi del tempo, da Coral Gables all’intraprendente George Merrick, e quindi agli anni del boom immobiliare e dell’inaugurazione del primo tram elettrico, fino alla riproposizione di eventi atmosferici rimasti nella storia (l’uragano di Miami del 1926, ad esempio).

Non mancano spaccati di Cuba o di New York, interessate da brevi fasi di gioco che potremmo quasi definire di “transizione”, ma ad emergere tra tutto è la caratterizzazione dei personaggi, ben contornati sia per quel che concerne il loro background professionale, sia per l’aspetto caratteriale, che porterà il giocatore a comprendere meglio alcune sfumature di quel periodo storico. Le considerazioni finali vanno fatte sul comparto audio, dove un eccellente doppiaggio in inglese (nessuna localizzazione in italiano, nemmeno parziale) ed una buona colonna sonora, a tratti perfino accattivante, guidano ed agevolano lo scorrere dei fatti narrati.

COMMENTO FINALE

A Golden Wake è un’avventura grafica per larghi tratti riuscita che tocca tematiche importanti e delicate ripercorrendo una delle epoche storiche americane forse più dure ed affascinanti di sempre: l’era del proibizionismo, degli scontri armati tra gang di quartiere, di omicidi efferati, ma anche del jazz, di una crescita esponenziale del settore immobiliare, della bella vita, prima che arrivasse la Grande Depressione.

Il risultato sarebbe potuto essere più rotondo se soltanto il design dei rompicapo si fosse rivelato – nel corso dell’esperienza di gioco che non va oltre le sei ore di gameplay – più ricercato, portando così ad un innalzamento della difficoltà che è invece piuttosto risibile. L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalla varietà degli enigmi e degli eventi, dai riferimenti storici ben amalgamati fino al piacevole scorrere di una trama ben narrata, arrivando a dei comparti tecnici piacevoli sia alla vista che all’udito. Se, quindi, amate il genere e dovesse comparire tra gli sconti natalizi, fateci un pensierino.


Pregi

Trama graziosa. Legami e richiami a luoghi, personaggi ed eventi storici. Vario per momenti di gioco ed ambientazioni. Colonna sonora apprezzabile.

Difetti

Enigmi non al top per design. Difficoltà a tratti risibile. Longevità non esaltante. Solo in inglese, ma da un titolo low budget non si può pretendere di più.

Voto

7.5

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