Conosciuto per essere stato uno dei titoli di lancio della Xbox One nel novembre dello scorso anno, Ryse: Son of Rome, a distanza di una decina di mesi abbondanti, torna a mostrare i suoi muscoli su Pc.
Crytek, infatti, ha portato la sua ultima fatica anche nell’universo Windows dando agli utenti di questa piattaforma la possibilità di vivere le avventure di Marius Titus e di guidarlo verso la vendetta personale e la gloria dell’Impero di Roma attraverso un’avventura ricca d’azione, violenta e cruda come solo una guerra può essere.
La software house tedesca, per l’occasione, ha portato Ryse su Pc con tutti i dlc ed i contenuti extra usciti finora su Xbox One e con la possibilità, avendo il giusto hardware, di giocare alla risoluzione 4K dando sfogo al proprio computer ed al CryEngine 4 su cui si basa il gioco. Dopo averne parlato nelle nostre Prime Impressioni qualche giorno fa, ora ci accingiamo a recensirlo. Buona lettura.
ROMA, I BARBARI E MARIUS…
La storia di Ryse: Son of Rome, ambientata nell’Antica Roma con fatti storici profondamente soggetti alla ampia libertà di narrazione che gli sviluppatori si sono concessi, è semplice, quanto violenta. La Roma Imperiale di Nerone è sconvolta da un violentissimo attacco dei Bretoni guidati da Boadicea, regina degli Iceni, giunti fino alla porte dell’Urbe.
Marius Titus è un giovane generale dell’esercito di Roma che perde il padre Leontius, veterano dell’esercito e componente ormai influente della società a seguito di questa incursione dei barbari che ne stermina anche il resto della famiglia.
Il nostro protagonista è, quindi, mosso dalla vendetta per compiere il suo compito e diventare eroe fino ad arrivare nelle terre di Albione e tornare in patria… ma per altri motivi… e per compiere il suo compito.
UN GAMEPLAY SEMPLICE E BRUTALE
Cominciamo ora ad analizzare cosa offre Ryse: Son of Rome in termini ludici. Crytek ha puntato fortemente sul suo lato artistico e di questo ce ne occuperemo fra poco, proponendo ai videogiocatori un gameplay piuttosto semplice ed elementare che non si discosta da quanto abbiamo visto quasi un anno fa su Xbox One.
Azione allo stato puro con pochissime mosse a disposizione e con l’obbligo, se si vogliono raccogliere molti bonus, di effettuare quelle decisive tramite Quick Time Event. Un po’ come avveniva in God of War benché quanto proposto in Ryse, sia comunque leggermente diverso.
Le mosse di attacco sono soltanto due. Una con il gladio, la spada d’ordinanza, e l’altra con lo scudo a torre.
Troviamo inoltre la parata con lo scudo e la schivata. In combattimento, spesso e volentieri ci, troveremo di fronte ad orde di nemici, sarà possibile comunque dar vita ad azioni spettacolari accentuate dalla prontezza nell’effettuare quanto indicato dai Quick Time Event soprattutto nelle fasi finali della colluttazione che precedono l’annientamento del nemico. Il tempismo è dunque un alleato prezioso.
Molta importanza è data alle esecuzioni, o quelle che più comunemente vengono chiamate Finisher. Se eseguite perfettamente, oltre a dare effetti grafici brutali, danno tantissimi bonus che possono essere spesi in alcuni parametri di Marius Titus per migliorarne le caratteristiche e l’efficienza in azione. Una spruzzatina di gdr, insomma che si concretizza maggiormente nella modalità Gladiatore.
E’ quindi possibile migliorare Salute, Focus, Esperienza. La prima aumenterà la barra di energia vitale; la seconda sarà necessaria per le esecuzioni permettendo di colpire in combo molto più efficacemente, e la terza permette di far salire di livello il proprio eroe permettendogli di utilizzare un equipaggiamento migliore.
Le esecuzioni sono quindi dettate da diversi Quick Time Event intuibili graficamente perché i nemici prossimi all’uccisione si coloreranno a seconda del tasto da premere per chiudere il tutto.
E’ anche possibile utilizzare una mossa speciale che permette di allontanare i nemici attorno a noi per “riprendere” fiato: molto utile nei momenti critici.
Non ci sono, però, grossissime varietà di mosse e l’azione, salvo qualche diversivo come ad esempio utilizzo di balestre, o di altri marchingegni, si presenta ripetitiva. Benché, ad onor del vero, è comunque possibile trovare soddisfazione ludica. Marius Titus è un personaggio che merita: valoroso, indomito e valente armato soltanto di gladio, scudo e rabbia, tanta rabbia da poter sopperire alla mancanza di poteri sovrannaturali.
Ryse, dunque, è immediato. Facile da intuire, da gestire e da padroneggiare in termini di comandi anche da tastiera che rispondono molto bene. Benché la combinazione tasti e mouse funzioni, è comunque preferibile il buon joypad (Xbox 360 o Xbox One per esempio).
Il gioco offre una storia di otto capitoli che può durare dalle sei alle 10 ore, a seconda della difficoltà e (a dire il vero) della nostra bravura ed anche una modalità Gladiatore che permette battaglie campali in diverse Arene sia in multiplayer che in singolo.
La versione per Pc propone tutti e quattro i dlc pubblicati fino ad ora (Morituri Pack, Duel of Fates Pack, The Mars Chosen Pack e Colosseum Pack) e con essi undici arene differenti per ambientazione. Sono presenti anche alcune skin ed equipaggiamenti supplementari nei pacchetti supplementari inclusi. Questa alternativa alla classica campagna è molto importante per evitare di annoiarsi offrendo tanto in termini di gameplay.
Le diverse ambientazioni ma anche la possibilità di accrescere il proprio personaggio e mettersi alla prova in questa sorta di “modalità survial” rende tutto molto interessante sia da affrontare da soli che con un amico.
Non solo combattimenti dove il sangue sgorga copioso, ma anche alcuni diversivi come la necessità di correre da un lato all’altro dell’arena per evitare i bombardamenti di catapulte, o di frecce nemiche. Che gusti strani avevano questi romani per i loro spettacoli nelle arene…
E’ possibile accumulare denaro virtuale da spendere nel negozio virtuale per acquistare diversi pack di potenziamenti un po’ come si acquistano le bustine dell’Ultimate Football Team in Fifa.
Del resto, non dobbiamo dimenticare che Ryse: Son of Rome è una sorta di porting del gioco uscito su Xbox One.
LA FORZA DEL CRYENGINE SI VEDE FIN DALL’INIZIO
La nota lieta arriva, inevitabilmente, dal comparto tecnico. La forza del CryEngine 4 è notevole ed a tratti impressionante. Il lato artistico, unito a quello puramente tecnico, è di altissimo livello. Fin dall’inizio si ha la sensazione di essere dentro ad un filmato in computer grafica.
La versione Pc consente di giocare con diverse risoluzioni e livelli di dettaglio per permettere a tutti di godere al meglio (o graficamente o in termini di gameplay) di Ryse: Son of Rome. Bisogna sottolineare che anche ad una risoluzione di 900p (la stessa dell’edizione Xbox One) la differenza con la risoluzione 1080p è minima. Filtri, effetti e luci fanno il resto, così come le animazioni. E’ possibile notare le trame dei vestiti, ammirare i riflessi della luce in ambientazioni diverse, gli effetti particellari, le espressioni del volto (davvero convincenti) e molto, molto di più.
A prescindere dalla risoluzione ci ritroveremo di fronte ad un action in terza persona ricchissimo graficamente e dai toni cinematografici da colossal con il gameplay che si alterna a filmati in computer grafica e scene di intermezzo realizzate col medesimo motore di gioco.
E poi, c’è lei: la risoluzione a 4K appannaggio, però, di hardware più facoltosi con il CryEngine che offre il meglio di se.
Da sottolineare anche come ci sia una buona varietà di ambientazioni dove il comparto visivo riesce a svariare con enorme sicurezza su molti fronti.
Certo, non mancano alcune incertezze sia nella fluidità (ma basta applicare il filtro giusto e bloccare, ad esempio, il frame-rate e tutto, o quasi, si risolve) che nella varietà dei nemici. I modelli di quest’ultimi, infatti, sono pochi e quindi ci ritroveremo spesso e volentieri a combattere contro individui uguali. Pazienza, è un difetto si, ma non è certo influente, almeno quest’ultimo.
Detto del comparto visivo, la parte audio fa la sua parte ed accompagna tanta beltà con un doppiaggio in italiano convincente, effetti sonori ben realizzati, temi musicali a tema che, benché
COMMENTO FINALE
La conversione di Ryse: Son of Rome per Pc è sicuramente mirabile. Un lavoro tecnico svolto con cura con poche incertezze (ogni tanto la fluidità non è eccelsa e non ci sono tanti modelli di nemici differenti). La grafica è il pregio maggiore dell’action firmato da Crytek. A tratti davvero impressionante.
Altro dettaglio da non sottovalutare è la scalabilità del comparto visivo che consente di godere di Ryse anche con una scheda di discreta qualità. Anche al minimo, è già superiore a quanto proposto su Xbox One quasi un anno fa e quello che abbiamo visto sulla console di casa Microsoft non era certamente poco. Tutt’altro.
Il problema di Ryse, però, sta nel fatto di avere un gameplay ripetitivo ed una campagna lineare. La trama e l’ambientazione, unite a cotanta bellezza grafica, non riescono a celare il fatto che la giocabilità si riduca a poche mosse e ad eventi quick time event costanti.
Pochissime le varianti nella campagna mentre risulta di valore la presenza della modalità Gladiatore sia in multiplayer che in single che dona al gioco più varietà e permette di focalizzarsi su più obiettivi da perseguire.
La presenza delle arene, di skin (c’è anche la anacronistica nanosuit di Crysis altro titolo Crytek, ndr) ed altri contenuti supplementari, e la possibilità quindi di evolvere il proprio eroe in battaglie campali offre una buona alternativa.
Non c’è molto altro da aggiungere. Una varietà superiore avrebbe senza dubbio giovato, ma la conversione di Ryse è senza dubbio ben riuscita. E bisogna vedere il titolo sotto questa luce. Aspettiamo ben volentieri notizie su un eventuale seguito.