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Flimbo’s Quest (C64)

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Lo scienziato pazzo Fransz Dandruff rapisce la bella Pearly la più bella ragazza di Dewpropland. Il motivo? Il professore cattivo (il cui cognome tradotto in italiano vuol dire forfora) vuole utilizzare l’energia vitale della belloccia di turno per diventare immortale grazie all’utilizzo della sua ultima invenzione.
Tocca a Flimbo andare a salvare la sua fidanzatina Pearly. Si tratta di un ragazzetto piuttosto paffutello vestito con una giacchetta blu, dei pantaloncini rossi ed un berretto con visiera (dove però non c’è la scritta Casinò Municipale di Saint Vincent, cit. Fantozzi).
Un eroe completamente estraneo ai canoni a cui eravamo (e siamo) abituati. Uno qualunque, uno di noi (anche più sfigato), quindi, per compiere l’impresa.
I più grandicelli avranno già intuito: stiamo parlando di Flimbo’s Quest, platform realizzato nel 1990 da System 3 su Amiga, Atari St, Commodore 64 ed altri computer ad 8 bit molto amato. Nel corso di questa nostra recensione, che parlerà espressamente della versione C64, vi spiegheremo il perché.

VIAGGIO IN UN MONDO CARTOONESCO

Il secondo livello di Flimbo’s Quest, l’ambientazione cartoonesca era il marchio di fabbrica dell’ottimo titolo targato System 3 ed anche su C64 era di buon livello

Flimbo per raggiungere la sua amata Pearly deve attraversare tante peripezie attraverso sette livelli ed una battaglia finale. L’ambientazione è di tipo cartoonesco, molto variegata ed in ogni stage il protagonista deve raccogliere un numero crescente di pergamene che servono a comporre la parola chiave per passare al livello successivo.
Per farlo deve abbattere i nemici che popolano le varie ambientazioni evitando di essere toccato: pena la perdita di una vita. Tante anche le tipologie di nemici. Alcune anche tenere, altre mostruose ed il cambiamento lo si nota progredendo nel gioco.
La ricerca porta anche alla raccolta di monete che servono a comprare power up (sparo rapido, sparo potente, invulnerabilità di 30 secondi ed altro), o addirittura delle pergamene per accelerare la composizione della parola ed andare avanti, senza dimenticare la collezione di cuori. Cinque cuori di altrettanti colori davano una vita supplementare. Le monete si spendono nell’apposito bazar posto solitamente a metà di ogni livello.

GRAFICA DELIZIOSA, COLONNA SONORA DA OSCAR

Nuovo scorcio di gioco, Flimbo è impegnato in un livello lugubre: le ambientazioni varieranno

Dal punto di vista tecnico, Flimbo’s Quest si distingueva dalla massa per una grafica veramente deliziosa e per un sonoro di altissimo livello.
Il comparto visivo sia su Amiga, dove effettivamente la grafica aveva l’aspetto di un cartone animato, che su Commodore 64 era di impatto. Molto bello l’effetto parallasse nelle due versioni. Ed anche l’edizione per l’8 bit di casa Commodore si faceva rispettare nonostante le evidenti limitazioni rispetto al computer a 16 bit.
Colori sgargianti, sprites disegnati ed animati molto bene senza incertezze ed ambientazioni fantasy veramente belle da vedere. Ottima anche l’interfaccia che offriva tutte le informazioni salienti al giocatore: vite, tempo, arma, nemico da affrontare per ottenere la lettera successiva ed altro.
L‘effetto parallasse su C64 era appannaggio di pochi giochi. Uno dei più famosi, oltre al titolo System 3, è Hawkeye di Thalamus (1988). In sostanza questo effetto serviva per dare più profondità ai giochi in 2d (all’epoca il 3d era una cosa inusitata viste le pochezze hardware dei computer da casa). Si realizzava disegnando più livelli di sfondo e facendoli spostare a velocità differenti. Flimbo’s Quest risultava un piacere per gli occhi.
Ma anche per le orecchie. I dieci brani della colonna sonora firmati da due maestri del calibro di Johannes Bjerregaard e Reyn Ouwehand, già autori di diversi altri contributi per altri titoli di punta dell’epoca, accompagnano il giocatore nell’avventura. Le musiche erano così belle (almeno per chi vi scrive) ed orecchiabili che sovente abbiamo perso tempo per ascoltarle.

COMMENTO FINALE

Sicuramente Flimbo’s Quest è uno dei giochi più amati soprattutto su Commodore 64 mentre su Amiga si poteva definire uno dei tanti buoni giochi senza, però, particolari estri. La versione per l’8 bit di casa Commodore è scintillante a livello tecnico. Il game-play di buon livello e la difficoltà era dosata molto bene concludono l’ottimo lavoro svolto dagli sviluppatori. Sono tutti elementi che, uniti ad una discreta longevità, fecero apprezzare il gioco targato System 3.
Vi lasciamo alla prima delle quattro parti sul game-play di questo gioco. Buona visione. 

 

Pregi

Tecnicamente ottimo. Game-play senza fronzoli. Giusto livello di difficoltà

Difetti

Forse non troppo lungo.

Voto

9

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