Dai creatori della storica saga di Burnout arriva Wreckreation, un nuovo progetto che prova a raccogliere l’eredità di un genere ormai quasi dimenticato. Sviluppato da Three Fields Entertainment, il gioco vuole indubbiamente essere una lettera d’amore alla velocità e alla distruzione e un omaggio ai tempi d’oro di Takedown e Paradise, ma anche un tentativo di reinventare la formula con un approccio più aperto e sperimentale.
Un’idea ambiziosa, forse fin troppo, che finisce per dividere chi cerca adrenalina pura da chi vuole solo divertirsi a creare il caos. Seguiteci allora in questa recensione della versione PS5 di Wreckreation, curata dal nostro Simone Mafara. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da THQ Nordic, è disponibile anche su Pc, PS4, Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.
SPIRITO BURNOUT, ANIMA DISPERSA
Appena si impugna il controller, il feeling è immediato: derapate, collisioni, turbo e takedown restituiscono quella fisicità arcade che solo Burnout sapeva offrire. Wreckreation è una corsa tra scintille e lamiere, un ritorno al passato che si fa sentire in ogni impatto, con un sistema di guida fluido e reattivo. Peccato che la cornice attorno a tutto questo sia meno incisiva.
L’isola su cui si svolge l’azione è immensa, oltre 400 chilometri quadrati, ma risulta fin troppo vuota. L’idea del mondo aperto sulla carta può affascinare, ma finisce per diluire la tensione che caratterizzava i vecchi Burnout: niente traffico denso (anzi quasi assente), poche curve strette, e quella sensazione costante di pericolo che dava valore a ogni vittoria.

È come se la libertà, anziché ampliare l’esperienza, avesse tolto un po’ di ritmo alla corsa. Una corsa che non brilla appieno, e dove anche le modalità di gioco non sono tantissime. All’interno della mappa di gioco infatti andremo a trovare specifiche tipologie di gare: circuito classico, gara sprint o gare takedown, dove in un breve lasso di tempo dovremo distruggere più avversari possibili.
Questa selezione risulta un po’ povera, specialmente andandola a paragonare con quella dei competitor che abbiamo visto negli ultimi anni. Inoltre considerando la grandezza della mappa, complessivamente povera di eventi e perlopiù “ricca” di collezionabili tra cancelli distruttibili e cartelloni da sfondare, l’esperienza appare divertente ma comunque limitata.
IL PIACERE DI DISTRUGGERE (E COSTRUIRE)

L’elemento che distingue davvero Wreckreation è il Live Mix, una modalità che permette di modificare l’isola in tempo reale inserendo rampe, loop, salti e ostacoli in qualsiasi punto del mondo di gioco. È una formula che unisce l’immediatezza di Trackmania con lo spirito libero di Burnout Paradise, e che riesce a dar vita a momenti di puro divertimento, soprattutto in compagnia.
Una volta sbloccati tutti i veicoli e gli oggetti del Live Mix, il titolo mostra finalmente la sua vera anima. A quel punto la sensazione è quella di trovarsi in un gigantesco parco giochi, dove tutto è personalizzabile e ogni gara può trasformarsi in qualcosa di imprevedibile. È qui che l’esperienza brilla davvero, offrendo momenti di pura libertà e follia. Tuttavia, ci vogliono parecchie ore di gioco per arrivarci, e non tutti avranno la pazienza di attraversare quella fase iniziale un po’ lenta e dispersiva.

Il multiplayer supporta fino a otto giocatori, e qui il caos raggiunge il suo apice: un amico posiziona una rampa nel punto sbagliato, un altro ci finisce addosso, e in un attimo tutto esplode in una serie di incidenti a catena. Incidenti che sono fin troppo variabili in quanto spesso la velocità non è un fattore determinante, e anche un urto non troppo distruttivo può risultare fatale.
È una modalità che non punta tanto alla competizione quanto alla creatività condivisa, dove il piacere sta nel costruire e distruggere insieme. Peccato solo per un limite strutturale: non esiste ancora un sistema centralizzato per condividere o scaricare le creazioni degli altri, il che frena il potenziale di una community che potrebbe, col tempo, diventare il vero motore del gioco, specie nel lungo periodo.
TRA VELOCITÁ E INDIPENDENZA

Sul piano tecnico Wreckreation riesce a difendersi proponendo una veste grafica che riporta subito ai vecchi Burnout, ma che non riesce a reggere il confronto con simulatori di corsa più moderni quali gli ultimi capitoli di Forza Horizon o Gran Turismo. I modelli delle auto sono curati, le esplosioni convincono e la sensazione di velocità è costante. Pur non essendo un titolo a grosso budget, si percepisce la competenza del team nel massimizzare le risorse disponibili.
Su PS5 il gioco mantiene un buon framerate, salvo qualche lieve incertezza nelle aree più ampie. Nulla di compromettente, ma abbastanza da ricordarci che si tratta pur sempre di un progetto indipendente, o comunque non AAA. Buona anche la colonna sonora, composta da una ricca selezione di varie stazioni radio virtuali che spaziano dal rock all’elettronica. Non ci sono grandi nomi ma il mix funziona, accompagnando ogni corsa con il giusto ritmo. Meno riuscita invece l’interfaccia, un po’ datata e poco intuitiva, che stona con l’immediatezza del resto.

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Wreckreation è un titolo coraggioso, che tenta di innovare un genere fermo da troppo tempo. Il team di Three Fields Entertainment ha voluto offrire un omaggio e un esperimento contemporaneamente: un gioco che fa della creatività il suo punto di forza, ma che paga il prezzo di un mondo aperto troppo vasto e poco incisivo. Chi cerca l’intensità dei vecchi Burnout potrebbe rimanere deluso.
Chi invece desidera un’esperienza più libera, dove costruire e distruggere insieme agli amici, troverà qualcosa di genuinamente divertente, anche se imperfetto. In un mercato di corse sempre più standardizzato, Wreckreation ha almeno il merito di provare a fare qualcosa di diverso. E, in fondo, è proprio questo che i veri arcade dovrebbero fare: spingere a schiantarti, sorridere, e ripartire da capo.
Pregi
Grande libertà creativa e spirito arcade genuino che restituisce il piacere della guida spensierata.
Difetti
Mondo dispersivo e contenuti iniziali troppo poveri per mantenere alta la motivazione.
Voto
7