In primo pianoRecensioniMulti

The Lonesome Guild, la solitudine non è un difetto di rete, recensione

Un ARPG isometrico che trasforma la solitudine in alleanza, con una narrazione sincera e un gameplay che respira

Sostieni IlVideogioco.com

Caro lettore, la redazione de IlVideogioco.com lavora per fornire aggiornamenti precisi e affidabili in un momento lavorativo difficile messo ancor più a dura prova dall’emergenza pandemica.
Se apprezzi il nostro lavoro, che è da sempre per te gratuito, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci. Vorremmo che il vero “sponsor” fossi tu che ci segui e ci apprezzi per quello che facciamo e che sicuramente capisci quanto sia complicato lavorare senza il sostegno economico che possono vantare altre realtà. Sicuri di un tuo piccolo contributo che per noi vuol dire tantissimo sotto tutti i punti di vista, ti ringraziamo dal profondo del cuore.




C’è qualcosa di profondamente umano nel modo in cui The Lonesome Guild racconta l’isolamento. Non come errore da correggere, ma come condizione da attraversare. Il nuovo ARPG isometrico di Tiny Bull Studios non si limita a costruire un mondo fantasy popolato da razze antropomorfe e magie dimenticate. Bensì lo usa come specchio per riflettere sul bisogno di connessione, sull’assenza che ci definisce, e su come la distanza tra gli individui possa diventare terreno fertile per l’empatia.

Non è un gioco che urla, ma che sussurra con forza. E in quel sussurro c’è una delle esperienze più sincere dell’anno. Andiamo quindi a scoprire The Lonesome Guild in questa recensione della versione PS5, curata dalla nostra Kim Fuentes. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Don’t Nod, è disponibile anche su Pc e Xbox Series X/S. Buona lettura.

UNA GILDA DI SOLITARI, UN MONDO CHE CHIEDE COMPAGNIA

Ambientato nel mondo di Etere, The Lonesome Guild ci presenta sette razze antropomorfe, ciascuna con una cultura distinta e una ferita aperta. Il mondo è stato consumato da una forza chiamata Solitudine, una minaccia che non si manifesta con eserciti o cataclismi, ma con l’erosione dei legami. I protagonisti (un gruppo improbabile di Prescelti) non si uniscono per salvare il mondo, ma per non perdersi del tutto.

La gilda che formano non è un’unità militare, ma un tentativo disperato di restare umani, o meglio, di restare animali capaci di provare emozioni. La narrazione è corale, ma non dispersiva. Ogni personaggio ha un arco narrativo che si intreccia con quello degli altri, e le missioni principali sono costruite attorno a momenti di dialogo, scelte morali e ricordi condivisi.

The Lonesome Guild

Non c’è un protagonista assoluto, ma una costellazione di voci che si illuminano a turno. Il tono è volutamente malinconico, ma mai deprimente. La scrittura evita il melodramma e punta a una sincerità disarmante, dove anche una battuta leggera può nascondere una crepa profonda.

La storia non cerca twist spettacolari, ma costruisce tensione attraverso la vulnerabilità. Il nemico non è solo la Solitudine come entità, ma la tentazione di arrendersi ad essa. E quando il gioco vi chiede di scegliere tra combattere o ascoltare, tra avanzare o restare, lo fa con una delicatezza che raramente si trova nel genere.

STRATEGIE INTIME E COMBATTIMENTI CHE RESPIRANO

The Lonesome Guild

A livello ludico, The Lonesome Guild si propone come un ARPG isometrico con combattimenti in tempo reale, elementi puzzle e una forte componente narrativa. Ma ridurlo a questa etichetta sarebbe come descrivere un diario alla pari di “un insieme di pagine scritte”. Il sistema di combattimento è fluido, con abilità uniche per ogni membro della gilda e sinergie che si sviluppano nel tempo.

Non si tratta di combo spettacolari o build min-maxate, ma di trovare il ritmo giusto tra i personaggi come in una conversazione ben riuscita. Le abilità non si sbloccano e si padroneggiano solo con l’esperienza diretta, ma anche attraverso il rafforzamento dei legami. Più i personaggi si conoscono, più diventano efficaci insieme. Questo si riflette anche nel level design, che propone situazioni dove la cooperazione è necessaria, non solo utile.

The Lonesome Guild

Alcuni puzzle ambientali infatti richiedono l’uso combinato di poteri, ma anche la comprensione delle personalità coinvolte. Il gioco poi non è punitivo, ma neanche troppo indulgente. La difficoltà è ben calibrata, con picchi emotivi che coincidono con quelli ludici. Le boss fight non sono solo prove di abilità, ma anche momenti narrativi, dove il contesto emotivo dà veramente peso agli scontri.

Non combatterete contro mostri, ma contro ciò che rappresentano. E quando perderete, non sarà solo una sconfitta tecnica, ma una ferita che si apre nella storia. Il ritmo infine è meditativo, ma non lento. Le missioni secondarie sono ben scritte e spesso più interessanti delle principali, perché esplorano angoli nascosti del mondo e delle anime che lo abitano. Non c’è grinding, ma solo tanta esplorazione. Non c’è farming, ma tanto ascolto. E questo rende ogni ora di gioco molto significativa.

SETTE SOLITUDINI, UN SISTEMA CHE ASCOLTA

The Lonesome Guild

Giocare a The Lonesome Guild significa entrare in sintonia con un sistema che privilegia la sinergia alla potenza bruta. Il gioco vi mette al comando di una gilda composta da sei personaggi giocabili e uno di supporto, ciascuno appartenente a una razza animale antropomorfa distinta. Il coniglio che utilizza il Clavimaglio come se fosse un fabbro, la volpe doppiogiochista e illusionista che snipera tramite le sue frecce, il cervo (o capibara?) protettore del party, il corvo/lontra spia curatrice e capace di indebolire, il lupo medium che sfrutta le sue conessioni spirituali, e l’orso/gatto con i suoi potenti kunai e veleni.

Ciascuno possiede un set di abilità uniche che riflettono la propria personalità e background culturale.
Il combattimento è in tempo reale con pausa tattica opzionale: potrete rallentare l’azione per pianificare le mosse, cambiare personaggio al volo e concatenare abilità complementari. Il coniglio, per esempio, può danneggiare gravemente i nemici tramite i suoi devastanti attacchi fisici e nel mentre curare gli alleati con la sua passiva di supporto, mentre la volpe sfrutta le sue abilità magiche per attaccare con le sue frecce di fumo, che hanno un discreto danno critico, e tramite la sua passiva invece può incrementare la velocità di attacco del team e la possibilità di critico.

The Lonesome Guild

Il cervo/capibara è il tank del gruppo, grazie all’alto numero dei suoi HP e anche alla sua abilità di supporto, che dona agli alleati uno scudo temporaneo, mentre il lupo cura e potenzia gli alleati nel mentre che loro infliggono danno, grazie alla sua connessione spirituale con loro e con i nemici. Il corvo/lontra può invece ridurre il danno e la difesa dei nemici per alcuni secondi e nel mentre attaccarli grazie al suo potente raggio magico, che curerà anche il gruppo. Infine l’orso/gatto che è specializzato in attacchi che avvelenano i nemici.

Le missioni poi si svolgono in mappe semi-lineari con obiettivi multipli: esplorazione, combattimento, enigmi ambientali e dialoghi a scelta multipla. Le scelte e i dialoghi influenzano non solo la trama, ma anche l’efficacia del gruppo. Si sbloccheranno infatti “frammenti di memoria” che sbloccano potenziamenti o abilità solo se si approfondisce il legame tra i membri. Un personaggio trascurato nei dialoghi infatti potrebbe non sbloccare la sua abilità finale, e non risultare così abbastanza forte da essere sfruttato al meglio nel party.

UN MONDO CHE NON HA PAURA DEI COLORI

The Lonesome Guild

Visivamente, The Lonesome Guild è una sorpresa. Il team di Tiny Bull Studios ha abbandonato le tonalità cupe delle sue opere precedenti per abbracciare una tavolozza vibrante, dove ogni razza ha un’estetica distinta e ogni ambiente racconta una storia. Le città non sono solo HUB funzionali ma luoghi che respirano, con architetture che riflettono la cultura di chi le abita.

I dettagli ambientali (dai murales ai mercati) sono curati con una precisione che raramente si vede in produzioni di questa scala. I protagonisti sono animali antropomorfi, ma non caricature. Ogni design riflette la psicologia del personaggio, come il gufo bibliotecario che presenta piume scolorite e occhi stanchi, o il lupo guerriero che porta cicatrici più eloquenti di ciò che potrebbe mai dire.

Le animazioni sono fluide, ma non eccessivamente stilizzate. Il gioco preferisce la coerenza all’effetto speciale, e questo lo rende più credibile. La regia delle cutscenes è sobria ed efficace. Non ci sono movimenti di camera spettacolari, ma inquadrature che mettono in risalto le emozioni. Anche i menu e l’interfaccia utente sono pensati con cura: leggibili, eleganti, e coerenti con il tono generale. Nulla è lasciato al caso, e questo si avverte chiaramente.

VOCI CHE SANNO QUANDO TACERE

The Lonesome Guild

La colonna sonora di The Lonesome Guild è composta da brani originali che alternano piano, archi e sintetizzatori leggeri. Essa non cerca di imporsi, ma di accompagnare l’esperienza. I temi musicali sono associati ai personaggi e alle razze, e si evolvono con la storia. Il tema della Solitudine, per esempio, cambia tonalità a seconda del contesto: da minaccioso a malinconico, da distante a intimo.

Anche i silenzi sono usati con intelligenza. Ci sono momenti in cui il gioco sceglie di non parlare, e quel vuoto sonoro diventa più eloquente di mille parole. Gli effetti sonori poi sono discreti ma funzionali. Il rumore dei passi su superfici diverse, il fruscio delle pagine, il suono delle magie: tutto contribuisce a costruire un’atmosfera coerente. Non ci sono sbavature tecniche evidenti, e il mix audio è ben bilanciato, anche nelle fasi più concitate.

The Lonesome Guild

DA AVERE ASSOLUTAMENTE

The Lonesome Guild non è un titolo che rivoluziona il genere, ma uno che lo “umanizza”. I ragazzi di Tiny Bull Studios hanno creato un’esperienza che parla di legami, di assenze, di tentativi. È un gioco che vi accompagna, non vi trascina. Che vi ascolta, non vi giudica. E che vi lascia qualcosa anche dopo i titoli di coda. Con una narrazione sincera, un gameplay che valorizza la relazione, un comparto artistico curato e una colonna sonora che sa quando tacere, è un prodotto che merita il suo posto tra le esperienze più toccanti dell’anno. Non è perfetto, ma è profondamente vero. E in un medium che spesso confonde spettacolo con significato, questa verità vale davvero molto.

Pregi

Narrazione corale e profonda: ogni personaggio ha un arco narrativo ben costruito, con dialoghi e scelte morali che arricchiscono la trama. Missioni secondarie significative: non riempitivi, ma occasioni per esplorare il mondo e i suoi abitanti. Gameplay cooperativo e meditativo: le abilità si evolvono attraverso i legami tra i personaggi, rendendo il combattimento più emotivo che tecnico. Comparto artistico curato: ambientazioni vibranti e design dei personaggi coerenti con la loro psicologia. Colonna sonora evocativa.

Difetti

Assenza di twist narrativi forti: la storia punta sulla sincerità più che sulla sorpresa, il che potrebbe risultare meno coinvolgente per chi cerca colpi di scena. Ritmo volutamente lento: l’approccio meditativo può non piacere a chi preferisce un’azione più serrata. Cutscenes sobrie: la regia evita spettacolarità, scelta coerente ma che potrebbe sembrare poco dinamica a chi ama l’impatto visivo.

Voto

9

Tags

Sostieni IlVideogioco.com

Caro lettore, la redazione de IlVideogioco.com lavora per fornire aggiornamenti precisi e affidabili in un momento lavorativo difficile messo ancor più a dura prova dall’emergenza pandemica.
Se apprezzi il nostro lavoro, che è da sempre per te gratuito, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci. Vorremmo che il vero “sponsor” fossi tu che ci segui e ci apprezzi per quello che facciamo e che sicuramente capisci quanto sia complicato lavorare senza il sostegno economico che possono vantare altre realtà. Sicuri di un tuo piccolo contributo che per noi vuol dire tantissimo sotto tutti i punti di vista, ti ringraziamo dal profondo del cuore.




Commenta questo articolo