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Tormented Souls 2, l’ombra del culto, recensione

Un survival horror nostalgico che echeggia i classici anni ’90 tra luci tremolanti, enigmi e terrore silenzioso

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Uno dei generi che si è più reinventato nel corso degli anni in quel del panorama videoludico è sicuramente l’horror. Un ambito che, possiamo dire, sembra non conoscere mai crisi. Su tal fronte ci sono state diverse rivoluzioni, come i casi emblematici di Resident Evil e Silent Hill, ma ci sono anche altre produzioni che rappresentano delle vere e proprie lettere d’amore alle vecchie radici da dove tutto è cominciato.

Quelle stesse radici che già il primo Tormented Souls (2021) aveva deciso di far ritornare in auge offrendo il fascino dei survival horror anni ’90 fatti anche di controlli legnosi, enigmi criptici e atmosfere oppressive. La software house indie cilena di Dual Effect ha deciso poi di realizzare un sequel, che punta a espandere la storia della protagonista, Caroline Walker. Riuscirà questo progetto a reinventare la formula o rimarrà ancorato ai vecchi classici dell’horror giocando sull’effetto nostalgia?

Scopriamolo in questa recensione della versione PS5 di Tormented Souls 2, curata dal nostro Simone Mafara. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da PQube, è disponibile anche su Pc e Xbox Series X/S. Buona lettura.

VILLA HESS: QUANDO LA CURA DIVENTA PRIGIONE

Gli eventi del primo Tormented Souls ci portano alla fuga da Wildberger Hospital. Un incubo difficile da superare per Caroline e la piccola Anna, che nonostante tutto cercano di riprendere una vita normale. I traumi però vengono presto a galla. Il gioco infatti è ambientato solo pochi mesi dopo il primo capitolo: Anna continua a essere tormentata da visioni e incubi ricorrenti, che in stile film di Silent Hill o tanti altri esponenti cinematografici vengono rappresentati sottoforma di scarabocchi in un diario.

Preoccupata per la sorella, tramite una conoscenza Caroline pensa di aiutarla portandola in Cile, a Villa Hess, dove si trova una misteriosa clinica che promette una cura miracolosa. Neanche a dirlo, il viaggio si trasforma presto nell’ennesimo incubo. La suora che le stava aspettando si rivela una fanatica religiosa che con la sua setta rapisce la piccola Anna, costringendo Caroline a un’altra discesa nella follia, tra realtà distorte e presenze sovrannaturali.

Tormented Souls 2

La trama si sviluppa in modo lineare ma coinvolgente, e nonostante non ci siano picchi di “epicità” le sequenze investigative si alternano con successo a momenti più ansiogeni. Come in passato Caroline sarà in grado di attraversare dimensioni parallele, un espediente narrativo che introduce qualche variazione interessante nel ritmo del gioco.

Il titolo offre finali multipli che sbloccheremo in base alle scelte che faremo durante la seconda metà della trama principale, cosa che aumenta indubbiamente la rigiocabilità. Tuttavia il racconto resta per molti versi simile al precedente, senza riuscire a sorprendere davvero.

NEL CUORE DEL SURVIVAL CLASSICO

Tormented Souls 2

I fan del primo Tormented Souls potranno colmare la loro nostalgia non appena avvieranno il gioco. Lo studio cileno ha scelto di non stravolgere la formula, mantenendo intatta l’anima classica del survival horror. Una scelta ponderata ma che potrebbe non risultare nuovamente vincente nel 2025. Il gameplay alterna fasi di esplorazione con enigmi da risolvere a combattimenti dal ritmo lento e ragionato.

I controlli sono volutamente rigidi, con visuali a camera fissa e movimenti in linea retta: un vero e proprio ritorno nel passato che ci riporta necessariamente alla mente il primo Resident Evil. Le armi a disposizione (chiodatrice, fucile, piede di porco e poche altre) rispondono in modo volutamente “pesante”, enfatizzando la vulnerabilità della protagonista.

Tormented Souls 2

È una scelta stilistica precisa: Tormented Souls 2 non vuole far sentire il giocatore potente, ma in costante pericolo. Le armi, tuttavia, non sono sufficientemente varie e risultano riproposte in maniera quasi integrale dal capitolo precedente. Una maggiore differenziazione, anche in funzione del nuovo setting, avrebbe potuto rendere l’esperienza più esaltante. Passando oltre, uno dei pilastri su cui si poggia la produzione è sicuramente l’insieme di enigmi, numerosi e spesso complessi.

Ogni area infatti nasconde meccanismi e oggetti chiave che obbligano spesso a fare molto backtracking cercando di osservare attentamente l’ambiente alla ricerca di un oggetto che spesso ci potrebbe sembrare inutile, a una prima occhiata. È una filosofia che rende la progressione più lenta, ma anche più gratificante per chi ama l’esplorazione e il ragionamento. Purtroppo alcuni puzzle risultano volutamente surreali o illogici, non perfettamente congeniali con l’esperienza complessiva offerta dal gioco. Nel complesso però non ci si può lamentare, anche grazie ad alcuni rompicapo a metà tra il grottesco e il nostalgico.

DOVE LA LUCE TREMA E IL SILENZIO URLA

Tormented Souls 2

Pur restando un produzione indie, Tormented Souls 2 mostra una crescita notevole rispetto al suo predecessore, sia dal punto di vista tecnico che artistico. I modelli dei personaggi restano alquanto spigolosi, con animazioni talvolta rigide e una recitazione facciale essenziale, ma l’evoluzione complessiva è evidente. Il titolo non punta al fotorealismo, quanto piuttosto a un equilibrio tra estetica e atmosfera, scegliendo di lavorare sulla luce, sui contrasti e sui dettagli ambientali.

Il design di Villa Hess e delle aree circostanti è eccellente: corridoi che sembrano respirare, ambienti intrisi di simbolismo religioso e architetture gotiche che comunicano un senso costante di inquietudine. L’uso dell’illuminazione è uno dei punti di forza assoluti: il bagliore tremolante dell’accendino, i riflessi sulle superfici e i tagli di luce che si insinuano nel buio sono tutti gestiti con grande cura. È qui che il gioco riesce davvero a trasmettere la sensazione di trovarsi in un luogo ostile, vivo, quasi consapevole della nostra presenza.

Tormented Souls 2

I mostri rappresentano l’altra grande vittoria visiva del titolo. Ogni creatura è un concentrato di deformità e suggestione, con un design disturbante che rende ogni incontro imprevedibile e carico di tensione. Le texture e le animazioni dei nemici sono curate e contribuiscono a mantenere alta la sensazione di disagio. Su PS5 il gioco si comporta molto bene: il framerate risulta stabile e i caricamenti sono praticamente istantanei, mentre la risoluzione fa risaltare l’ottimo lavoro svolto sulle luci e sugli effetti particellari. In alcune sezioni più ampie o ricche di illuminazione dinamica si possono notare leggere flessioni, ma nulla che comprometta l’esperienza complessiva, che rimane fluida e coerente con le ambizioni del progetto.

Sul fronte sonoro, Tormented Souls 2 conferma ancora una volta quanto l’audio sia il vero motore della paura. Il sound design è meticoloso: si passa da silenzi inquietanti a rumori lontani, passi indecifrabili e sussurri che mettono costantemente a disagio. La colonna sonora accompagna l’azione in modo discreto, senza mai rubare la scena all’atmosfera, ma sottolineando i momenti di tensione con grande efficacia. È attraverso il suono che il titolo riesce a mantenere alta la tensione anche quando apparentemente non accade nulla, ricordando le migliori intuizioni di Silent Hill.

Tormented Souls 2

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

Tormented Souls 2 è un seguito coerente, nostalgico e appassionato, che conferma la dedizione di Dual Effect verso il survival horror più puro. Il gioco non tenta di innovare, bensì di perfezionare una formula che parla direttamente al cuore dei fan del genere. Gli enigmi, l’atmosfera e la gestione della tensione funzionano bene, mentre il comparto tecnico su PS5 riesce finalmente a valorizzare l’esperienza.

Rimangono alcune debolezze nella narrazione e nella caratterizzazione dei personaggi, ma è evidente che il focus non sia mai stato quello. Chi cerca un horror d’azione rimarrà spiazzato; chi invece ama la lentezza, l’angoscia e la solitudine dei classici anni ’90, troverà una delle esperienze più autentiche degli ultimi anni.

Pregi

Atmosfera riuscita, ottimo uso di luci e suoni, enigmi impegnativi e fedeltà ai classici del genere.

Difetti

Pochi passi avanti rispetto al primo, controlli datati e trama poco incisiva.

Voto

7,5

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