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King of Meat, quando il dungeon crawler incontra il game show, recensione

Un delirio cooperativo tra carne, caos e creatività, dove ogni dungeon è uno show e ogni avatar una scultura vivente

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Vi siete mai chiesti cosa succederebbe se LittleBigPlanet si infilasse in un frullatore insieme a Total Wipeout, Fall Guys e un pizzico di Fable? Il risultato sarebbe probabilmente King of Meat. Sviluppato da Glowmade, uno studio britannico che ospita sviluppatori veterani aventi alle spalle titoli come Tomb Raider e il già citato LittleBigPlanet, si tratta di un’ode al caos cooperativo, all’assurdo estetico e alla personalizzazione sfrenata.

Andiamo a vedere di che si tratta in questa recensione della versione PS5 di King of Meat, curata dalla nostra Kim Fuentes. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Amazon Games, è disponibile anche su Pc e Xbox Series X/S. Buona lettura.

IL KOLISEUM DELLA CARNE E DELLA GLORIA

Benvenuti a Loregok, un mondo dove draghi, troll e scheletri convivono con il culto della celebrità e l’ossessione per lo spettacolo. Al centro di tutto c’è il Komstruct Koliseum, un’arena televisiva dove i partecipanti si sfidano in un game show di sopravvivenza chiamato King of Meat. Il vostro ruolo? Essere l’intrattenimento. Non c’è una narrazione tradizionale, ma piuttosto un contesto satirico che prende in giro la cultura mediatica e il capitalismo sfrenato.

La storia non si sviluppa attraverso cutscenes elaborate ma emerge dai dettagli ambientali, dai dialoghi nonsense e dalle situazioni surreali. Ogni dungeon è una puntata del programma, ogni nemico una caricatura grottesca, ogni trappola una gag visiva. Il tono è volutamente sopra le righe, ma non privo di sottotesti. Infatti dietro le battute e gli effetti slapstick si nasconde una critica pungente al culto della performance e alla mercificazione dell’identità.

CARNE, CAOS E COLLABORAZIONE

King of Meat

King of Meat è un hack & slash cooperativo fino a quattro giocatori, con elementi platform e puzzle ambientali. Il cuore del gioco è la collaborazione: i dungeon sono progettati per mettere alla prova la sinergia tra i partecipanti, con enigmi da risolvere, nemici da abbattere e ostacoli da superare in sincronia.

Non basta menare fendenti, bisogna pensare, comunicare e, spesso, improvvisare. Il sistema di combattimento è semplice ma efficace: attacchi base, schivate, abilità speciali e oggetti da raccogliere. La vera chicca è però l’editor di personaggi, che permette una personalizzazione estrema.

King of Meat

Potrete attaccare oggetti al corpo del vostro avatar, ruotarli, ingrandirli, e creare creature assurde che sembrano uscite da un incubo di carnevale. Queste modifiche però non sono solo estetiche: alcune di esse influenzano il gameplay, rendendo ogni partita diversa.

Il ritmo è frenetico, ma mai confusionario. I livelli sono brevi, intensi e ricchi di varietà. Si passa da stanze piene di trappole rotanti a corridoi infestati da nemici, da piattaforme mobili a puzzle che richiedono tempismo e logica. Il gioco supporta pienamente le funzionalità del DualSense, con vibrazioni e grilletti adattivi che amplificano l’immersione.

CARNE, GLITTER E DELIRIO VISIVO

King of Meat

Visivamente King of Meat è un tripudio di colori, texture e design grotteschi. Il team di Glowmade ha puntato su uno stile che mescola il cartoon con il surreale, creando ambienti che sembrano usciti da un reality show alieno. I dungeon sono decorati con luci al neon, ossa giganti, tendoni da circo e macchinari industriali, in un mix che sulla carta non dovrebbe funzionare… Ma all’atto pratico risulta davvero riuscito. I personaggi sono volutamente ridicoli: teste giganti, arti sproporzionati, costumi kitsch.

Ogni elemento visivo è pensato per generare ilarità e stupore, ma anche per raccontare qualcosa sul mondo di Loregok. Il design non è mai scontato: ogni oggetto, ogni nemico, ogni trappola ha una coerenza interna che contribuisce all’atmosfera. Il motore grafico regge bene anche nei momenti più caotici, con animazioni fluide e effetti particellari che non appesantiscono il framerate. Su PS5 il gioco gira in modo stabile, con caricamenti rapidi e una resa visiva che valorizza il lavoro artistico del team.

RITMI DA SHOW E URLA DA DUNGEON

King of Meat

La colonna sonora di King of Meat è un mix di musica elettronica, jingle da show televisivo e effetti sonori slapstick. Ogni livello ha un tema musicale che accompagna l’azione con ritmo incalzante, alternando synth pulsanti a cori grotteschi. Non c’è una vera e propria soundtrack memorabile, ma il sound design è funzionale e coerente con il tono del gioco. Gli effetti sonori sono volutamente esagerati: urla, esplosioni, rumori di carne che si schianta, risate registrate.

Tutto contribuisce a creare l’illusione di essere dentro uno spettacolo assurdo, dove ogni azione è amplificata per il pubblico. Anche le voci dei personaggi, spesso distorte o robotiche, aggiungono un tocco di follia. Il gioco non presenta propriamente un doppiaggio, ma sfrutta al meglio i suoni ambientali e le musiche dinamiche per guidare il giocatore. Il risultato è un’esperienza sonora che non cerca la raffinatezza, ma l’impatto comico e teatrale.

King of Meat

DA AVERE SENZA RISERVE

King of Meat non è un gioco per tutti. È caotico, assurdo, volutamente sopra le righe. Ma è anche intelligente, ben realizzato e sorprendentemente profondo. Il team di Glowmade ha creato un’esperienza cooperativa che riesce a essere divertente, originale e tecnicamente solida. Non cerca di raccontare una storia epica, ma di offrire un’arena dove il giocatore può esprimersi, ridere e collaborare. Se amate i giochi che mescolano platform, combattimento e personalizzazione, e se non avete paura di entrare in un mondo dove la carne è spettacolo e il sangue è glitter, siete decisamente nel psoto giusto. E se avete tre amici con cui condividere l’esperienza, preparatevi a diventare… Il re della carne.

Pregi

Gameplay cooperativo ben bilanciato. Editor di personaggi estremamente creativo e ricco di opportunità di personalizzazione che hanno anche un impatto concreto in partita. Design visivo originale e coerente.

Difetti

Colonna sonora poco memorabile, funzionale ma priva di brani distintivi o temi musicali forti. La presenta di una trama più strutturata e/o di un doppiaggio vero e proprio avrebbe potuto dare una marcia in più alla produzione.

Voto

8

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