Wander Stars è il nuovo progetto di Paper Castle Games, studio indipendente nato in Venezuela che nel 2018 ha esordito con Underhero, un RPG-platformer originale e con una forte personalità, specialmente sul fronte estetico. Con questa nuova produzione invece il team vuole spingersi oltre i limiti del classico JRPG a turni, cercando di reingentarne le dinamiche attraverso un sistema di combattimento unico, basato sulla composizione di parole. Il gioco unisce inoltre l’estetica degli anime anni ’90 a una struttura episodica che richiama il ritmo delle serie televisive.
Ne risulta un’opera che omaggia la tradizione senza rinunciare a un’impronta moderna, con l’ambizione di proporre qualcosa di familiare ma allo stesso tempo mai visto prima. Andiamo quindi a scoprire Wander Stars in questa recensione della versione Pc, curata dal nostro Simone Mafara. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Fellow Traveler (editore noto per supportare esperienze narrative e in generale stilisticamente ricercate ndr), è disponibile anche su PS5, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
UNA TRAMA DAL RESPIRO TELEVISIVO
La narrazione di Wander Stars si concentra su Ringo, un giovane artista marziale, e sul suo compagno di viaggio Wolfe. I due sono impegnati in una corsa interstellare alla ricerca dei frammenti della leggenda nota come Wanderstar. La storia è divisa in episodi che si susseguono con ritmo lineare e cinematografico, senza deviazioni né finali alternativi, ma con la precisa volontà di condurre il giocatore lungo un cammino coeso.
Ogni personaggio secondario è arricchito da una scheda di lore che approfondisce il passato e i legami con il resto del cast, permettendo di comprendere meglio le dinamiche del gruppo e le motivazioni che muovono i protagonisti. Si tratta quindi di una narrazione pensata per chi ama lasciarsi trasportare da una sceneggiatura ben scritta e guidata, meno adatta invece a chi cerca branching story o libertà narrativa.
PAROLE CHE DIVENTANO ARMI

Il cuore pulsante del gioco è rappresentato dal combattimento, basato su un’idea tanto semplice quanto geniale: trasformare le parole in armi. Le azioni vengono infatti costruite componendo termini appartenenti a tre categorie principali: verbi d’azione, modificatori ed elementi. Combinati tra loro essi danno vita a mosse uniche, accompagnate da effetti, animazioni e tempi di ricarica specifici. Formule come “Super Fire Kick” o “Phantom Guard” non sono semplici trovate estetiche, ma veri strumenti strategici che obbligano a studiare le resistenze dei nemici e a calibrare attentamente ogni mossa.
Lo SP diventa una risorsa centrale, poiché consente di ampliare le combo e sperimentare sequenze più elaborate, premiando chi sa gestire al meglio le proprie possibilità. La progressione è scandita dall’acquisizione di oltre duecento parole collezionabili, che definiscono il proprio stile di gioco e spingono alla sperimentazione continua. A questo si aggiunge la possibilità di portare in battaglia fino a quattro abilità attive, sbloccate progressivamente, e di infondere le magie per potenziarle. Un sistema che dunque amplia ulteriormente la varietà delle opzioni a disposizione.
STRATEGIA E PROGRESSIONE: PER UPS, SP E ONORE

Oltre al sistema basato sulle parole, Wander Stars introduce ulteriori meccaniche che arricchiscono il ventaglio di possibilità strategiche. I Pep Ups, per esempio, sono compagni che si possono reclutare nel corso dell’avventura: ognuno di essi fornisce bonus e abilità particolari, capaci di rendere ogni run diversa e di stimolare approcci sempre nuovi. Lo SP invece, già fondamentale per ampliare le combo, si lega in maniera diretta alla costruzione di strategie avanzate, permettendo di personalizzare lo stile di gioco in base alle preferenze del giocatore.
Un altro elemento distintivo è il sistema di onore, chiamato PEACE, che premia le battaglie vinte senza annientare completamente il nemico, ma costringendolo alla resa. Questa scelta, oltre a offrire nuovi Pep Ups, incoraggia un approccio meno aggressivo e più riflessivo, invitando a ragionare sulle conseguenze di ogni scontro. L’intreccio tra Pep Ups, SP e onore genera un ciclo di progressione stimolante, che incentiva la creatività e rende ogni partita diversa, spingendo il giocatore a rivedere costantemente le proprie strategie.
ESPLORAZIONE A TABELLONE ED EPISODI A TEMA

La struttura episodica di Wander Stars si riflette anche nell’esplorazione, che avviene su mappe concepite come veri e propri tabelloni. Ogni casella può nascondere un incontro casuale, un evento narrativo, un NPC o un tesoro, e l’obiettivo finale è sempre raggiungere la casella “Goal” per completare l’episodio.
Tale sistema spezza la linearità e introduce una componente di scelta che dona varietà all’avventura, trasformando ogni percorso in un’occasione per scoprire nuove ricompense, parole aggiuntive o Pep Ups da reclutare. Gli episodi sono ambientati in scenari diversi (spiagge, foreste, città), ciascuno con le proprie peculiarità e difficoltà.

Questo approccio mantiene viva la curiosità e permette di vivere un viaggio che, pur non essendo libero nel senso classico del termine, riesce comunque a sorprendere grazie alla varietà di situazioni proposte.
Nonostante la freschezza delle idee, Wander Stars tuttavia non è esente da alcune criticità legate al bilanciamento. Alcuni avversari presentano infatti picchi di difficoltà che possono risultare frustranti, costringendo il giocatore a rivedere in modo radicale le proprie combinazioni di parole.
Se da un lato questo stimola la sperimentazione, dall’altro rischia di spezzare il ritmo in certi frangenti, soprattutto per chi preferisce un’esperienza più scorrevole. È un aspetto che divide, ma che rientra nell’intenzione del team di proporre un JRPG che premia la creatività più che l’abitudine a schemi consolidati.
UNO STILE ANNI ’90

Sul piano visivo, Wander Stars colpisce immediatamente per la sua direzione artistica. Lo stile richiama con decisione gli anime degli anni ’90, con sprite curati, cutscenes di grande impatto e animazioni che valorizzano ogni azione in combattimento. L’impressione è quella di trovarsi davanti a una vera e propria serie animata interattiva, capace di evocare la nostalgia dei fan e allo stesso tempo di conquistare chi si avvicina per la prima volta a questo immaginario.
Il comparto sonoro accompagna in maniera efficace l’avventura, con musiche in grado di sostenere l’atmosfera e di sottolineare i momenti più intensi. Gli effetti audio sono convincenti, ma la mancanza di un doppiaggio completo riduce il coinvolgimento emotivo. I dialoghi vengono accompagnati solo dal classico jingle di avanzamento, una scelta che funziona sul piano pratico ma che rappresenta un’occasione mancata per dare ulteriore profondità alla narrazione.

Dal punto di vista tecnico, l’opera di Paper Castle Games offre un’esperienza solida ma non priva di imperfezioni. Alcuni rallentamenti dell’interfaccia e tempi di risposta non sempre immediati nella gestione delle parole possono spezzare il ritmo delle partite, per non parlare di alcuni bug, seppur sporadici. Fortunatamente gli sviluppatori si sono adoperati con prontezza, correggendo rapidamente i problemi più evidenti e intervenendo sul bilanciamento con patch mirate.
La roadmap da loro condivisa e il ritmo degli aggiornamenti dimostrano inoltre una volontà chiara: supportare il gioco nel tempo e migliorarne costantemente la resa. Questo approccio rende l’esperienza dinamica, con la sicurezza che molti dei piccoli difetti iniziali siano destinati a essere limati strada facendo. È un aspetto che va sottolineato, perché non tutti i team indipendenti riescono a mantenere un supporto così attivo e puntuale.

DA AVERE SENZA RISERVE
Wander Stars è un titolo che riesce a distinguersi nel panorama dei JRPG contemporanei grazie a un’idea semplice e originale: trasformare le parole in strumenti di battaglia. Il sistema di combattimento si rivela fresco e appagante, la direzione artistica affascina per la sua capacità di evocare gli anime anni ì90 e la struttura episodica dona ritmo e coerenza alla narrazione (al netto dell’assenza di un doppiaggio che ne avrebbe aumentato lo spessore).
Non mancano difetti, come i problemi di bilanciamento e un’interfaccia non sempre immediata, ma la qualità complessiva riesce a compensare questi limiti. Il progetto di Paper Castle Games rappresenta un esperimento riuscito, capace di unire nostalgia e innovazione in maniera convincente. Chi cerca un JRPG tradizionale potrebbe non trovarsi del tutto a suo agio, ma chi desidera un’esperienza diversa, con il coraggio di proporre meccaniche nuove senza tradire l’anima del genere, troverà un titolo da non lasciarsi assolutamente sfuggire.