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Eriksholm: The Stolen Dream, una rivoluzione silenziosa, recensione

Una favola stealth tra oppressione, coraggio e silenzi che parlano

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Eriksholm: The Stolen Dream è un’avventura stealth tattica con visuale isometrica nata su iniziativa di River End Games. Software house indipendente con sede a Göteborg, i cui 15 membri son tutti veterani dell’industria AAA che hanno maturato esperienze in titoli come Little Nightmares, Mirror’s Edge, Battlefield e Unravel. Questa esperienza traspare chiaramente in una produzione curata e ambiziosa, che unisce una narrazione cinematografica a un gameplay misurato e a una direzione artistica ispirata all’Europa del primo Novecento.

Fin dai primi minuti l’obiettivo dell’opera è chiaro: raccontare una storia personale e politica, intrecciando emozione e strategia in una cornice visiva ricercata, dove ogni elemento (dai dialoghi all’inquadratura) concorre a un’atmosfera intensa e coerente. Immergiamoci quindi in Eriksholm: The Stolen Dream con questa recensione della versione Pc, curata dal nostro Simone Mafara. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Nordcurrent Labs, è disponibile anche su PS5 e Xbox Series X/S. Buona lettura.

RIBELLIONE, FRATELLANZA E SOPRAVVIVENZA

L’avventura si svolge in una città nordica immaginaria, compressa tra industrializzazione e repressione. Protagonista della vicenda è Hanna, un’orfana decisa a ritrovare il fratello scomparso, ricercato dalle autorità per ragioni che veranno chiarite solo con l’avanzare della trama.

La narrazione parte in medias res, catapultando subito il giocatore in una tensione costante, tra pattuglie armate, classi sociali opposte e disuguaglianze palpabili. Accanto a Hanna ci sono Alva, una ladra esperta in sabotaggi, e Sebastian, un ragazzo agile e in grado di muoversi abilmente in spazi ristretti e corsi d’acqua.

Eriksholm: The Stolen Dream

Ogni personaggio ha abilità specifiche e viene impiegato in sezioni mirate, con enigmi ambientali che richiedono cooperazione e alternanza. Le fasi più complesse esigono riflessi pronti e una precisa sincronizzazione delle azioni, specie quando si tratta di neutralizzare nemici in tandem.

Il racconto si snoda con sobrietà e poesia: i dialoghi non indulgono mai in spiegazioni superflue, ma tratteggiano emozioni autentiche e dilemmi morali. Non ci sono eroi assoluti, ma persone spinte da necessità, paura o idealismo. Le scelte morali sono suggerite più che imposte, e pur mancando bivi narrativi reali il tono resta coinvolgente fino alla fine.

TRA STEALTH TATTICO E PUZZLE AMBIENTALI

Eriksholm: The Stolen Dream

Eriksholm: The Stolen Dream si presenta come uno stealth puzzle-game in prospettiva isometrica, con controlli punta-e-clicca e una telecamera ruotabile che aiuta a leggere meglio la verticalità degli ambienti. Ogni livello è una piccola sfida logica: bisogna osservare i pattern delle guardie, evitare superfici rumorose, sfruttare coperture e movimenti sincronizzati per avanzare senza farsi notare.

L’approccio richiesto è cerebrale, non adrenalinico. Oltretutto il margine d’errore risulta alquanto minimo: un passo falso porta a un fallimento immediato e al caricamento dall’ultimo checkpoint. Fortunatamente oerò la struttura dei livelli è ben ritmata e introduce meccaniche nuove con regolarità.

Eriksholm: The Stolen Dream

A spezzare l’infiltrazione pura intervengono puzzle basati sulla fisica, come l’uso di gru industriali o elementi distrattori come uccelli e pavimenti metallici, che aumentano la varietà e stimolano la sperimentazione. La cooperazione tra i tre protagonisti oltretutto è davvero ben implementata.

Per superare alcune guardie infatti servirà l’intervento combinato di due personaggi, mentre in altri casi la separazione forzata del gruppo spingerà a elaborare strategie più complesse. Il risultato è un gameplay sempre leggibile, ma raramente banale.

LAVORO DI FINO

Eriksholm: The Stolen Dream

Una delle scelte più riuscite riguarda l’assenza quasi totale di HUD durante l’esplorazione. Nessun indicatore invadente distrae l’occhio, ma è l’ambiente stesso a comunicare le informazioni essenziali. Gli oggetti con cui interagire, per esempio, sono contornati da un bordo giallo visibile ma discreto. Una piccola sfera blu indica costantemente la direzione dell’obiettivo, evitando frustrazioni.

Questo approccio minimalista funziona grazie a un design visivo chiaro e leggibile. Il gioco richiede concentrazione, ma non diventa mai eccessivamente criptico. L’equilibrio tra immersione e accessibilità è gestito con notevole maturità da parte del team di sviluppo. A impreziosire l’esperienza vi è poi una direzione artistica d’impatto, che si appoggia a una palette dai torni smorzati, ambientazioni realistiche e uno straordinario lavoro sulle luci.

Eriksholm: The Stolen Dream

I quartieri urbani, le aree portuali e i siti industriali sono ricchi di dettagli e raccontano storie anche solo osservando un muro imbrattato, una bacheca, o la disposizione degli oggetti. Le cutscenes sono animate con l’Unreal MetaHuman Animator, che restituisce espressioni facciali credibili e intense, raramente viste in produzioni indipendenti.

Il doppiaggio, anch’esso sopra la media, riesce a veicolare emozioni e sottotesti senza mai risultare teatrale o forzato. Dal punto di vista sonoro, la colonna sonora è discreta ma non indimenticabile. Il sound design ambientale, invece, lavora bene in silenzio: passi, rintocchi metallici e rumori di fondo costruiscono un paesaggio sonoro immersivo, perfettamente allineato con il tono generale.

ESPLORAZIONE, COLLEZIONABILI E DURATA

Eriksholm: The Stolen Dream

Ogni capitolo offre collezionabili come lettere, manifesti e appunti, utili ad arricchire la lore del mondo di Eriksholm: The Stolen Dream. Al termine di ogni livello un riepilogo mostra il tempo impiegato, gli oggetti raccolti e le note lette, incentivando il completismo e l’esplorazione attenta. Sebbene la struttura resti lineare, la presenza di contenuti secondari aggiunge efficacemente profondità.

La campagna principale si completa in circa 4-6 ore, a seconda del livello di esplorazione. Non sono presenti finali multipli né scelte significative che alterino la trama, il che riduce la rigiocabilità. Tuttavia la qualità complessiva dell’esperienza invoglia comunque a una seconda partita, magari per scoprire tutti i segreti disseminati nei livelli.

Eriksholm: The Stolen Dream

DA AVERE SENZA RISERVE

Eriksholm: The Stolen Dream è una piacevole scoperta nel mondo dei videogiochi indie, ed è capace di soprendere non con effetti speciali o meccaniche complesse, bensì con una coerenza stilistica e narrativa rara. Il team di River End Games dimostra che anche un team di piccole dimensioni può realizzare un’opera memorabile, soprattutto se guidato da una visione chiara  e da una cura “artigianale” per ogni dettaglio.

Nonostante alcuni limiti come la rigidità della struttuea e l’assenza di bivi narrativi, il titolo colpisce per atmosfera, eleganza e profondità tematica. E’ qualcosa che parla sottovoce ma riesce a lasciare il segno. Consigliato a chi cerca un’avventura stealth fuori dagli schemi, capace di emozionare senza gridare e di far riflettere senza predicare.

Pregi

Un'avventura visivamente affascinante, con un gameplay di stampo stealth ben congegnato e una narrazione coinvolgente supportata da un'eccellente direzione artistica.

Difetti

L'assenza di azione e bivi narrativi, unita a una colonna sonora poco memorabile, limita il grande potenziale dell'opera, che sarebbe potuta essere ancora più grande.

Voto

8,5

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