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Lies of P: Overture, uno sguardo indietro per guardare avanti, recensione

Un passato freddo pieno di burattini, menzogne e nuovi, drammatici colpi di scena

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Per quanto già al lancio si fosse rivelata una produzione lodevole, è stato necessario attendere alcuni mesi (e nello specifico una serie di patch atte ad affinare, equilibrare il gioco) per arrivare ad apprezzare totalmente Lies of P. Il quale, oggi, si presenta in una forma alquanto diversa rispetto a quella che anche noi avevamo scoperto e analizzato al momento del lancio (qui la recensione). Va dunque riconosciuta la bontà del lavoro, anche post-lancio, svolto da Round 8 Studio. Il risultato è un ARPG soulslike solido, curato e appagante capace di conquistare qualunque amante del genere.

Lies of P non ha mai nascosto la sua natura fortemente derivativa. Esso infatti si ispira in maniera alquanto palese a titoli come Bloodborne e Dark Souls. Anche la nuova espansione di cui parleremo oggi, cioè Lies of P: Overture, attinge persino da Elden Ring: come però lo lasceremo scoprire a voi. In ogni caso tutto ciò non costituisce necessariamente un difetto. Infatti le novità introdotte dalla software house sudcoreana e gli elementi aggiunti all’esperienza originale funzionano alla grande. Per parlarne adeguatamente però sarà difficile, se non impossibile, evitare di ricorrere a paragoni.

Chi ha concluso il gioco base sa bene quanto molte domande erano rimaste senza risposta. Cosa è successo davvero a Romeo e Carlo? Chi è Lea? E come ha fatto Simon Manus a scalare così rapidamente i vertici del potere a Krat? Le risposte a questi interrogativi (e altri che non menzioniamo per evitare spoiler) trovano spazio nell’espansione, che però non si limita a far luce su tutto questo, bensì rilancia, inaugurando nuovi misteri. Per riuscirci, il team di sviluppo ha adottato una strategia simile a quella del celebre DLC Artorias of the Abyss di Dark Souls. Ci ritroveremo catapultati nel passato attraverso un espediente narrativo, scoprendo un’epoca precedente alla follia che ha travolto Krat. L’espansione funge quindi da prequel al gioco base.

Iniziamo allora il nostro viaggio di Lies of P: Overture in questa recensione della versione Pc, curata dal nostro Claudio Szatko. Ricordiamo che il DLC, alla pari del gioco base, è pubblicato da Neowiz ed è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.

COME ACCEDERE ALL’ESPANSIONE

Il livello di difficoltà di Lies of P: Overture si dimostrerà elevato fin dall’inizio. Il primo boss, che abbiamo affrontato in NG+ a media difficoltà, è un gigantesco coccodrillo mutante abbastanza impegnativo. Anche se tecnicamente è possibile accedere all’espansione prima di aver terminato la campagna principale, vi sconsigliamo fortemente di farlo. Non solo per la questione della difficoltà, ma anche per via della trama del DLC, che potrà essere compresa appieno solo dopo essere giunti ai titoli di coda del gioco base.

In sintesi: non avventuratevi nell’espansione se non avete ancora sconfitto “quel certo alchimista”. L’accesso al DLC, in ogni caso, è molto semplice. Dopo averlo acquistato, in-game ci verrà indicato chiaramente di viaggiare a uno Stargazer specifico dopo essere arrivati al Capitolo 5 (prima dell’ultima patch, nel Capitolo 9), nella zona del Sentiero del Pellegrino. Arrivati lì troveremo uno Stargazer danneggiato: interagendo con esso potremo ripristinarlo e viaggiare nel passato. Nessuna procedura complicata, né boss segreti da sconfiggere in luoghi improbabili. Tutto risulta ben diretto e segnalato.

CAMBIO DI PROSPETTIVA IN BATTAGLIA

Lies of P: Overture

Sul fronte del gameplay, Lies of P: Overture ricorda fortemente The Old Hunters, l’espansione di Bloodborne. Sebbene anche qui la narrazioni ruoti attorno a figure eroiche del passato, il vero motivo di questa somiglianza risiede altrove. Entrambi i DLC introducono vere e proprie discontinuità rispetto al sistema di gioco del titolo base.

Fin dalle prime battute di Overture si percepisce infatti un cambiamento sostanziale. Salendo le scale sulla destra del grande mammut accanto a uno Stargazer, ci imbatteremo in un arco, nuova arma che inaugura il combattimento a distanza nella serie. Poco dopo, otterremo anche un nuovo braccio della Legione che funziona come una sorta di fucile. Il combattimento a distanza assume quindi un ruolo centrale nell’espansione, segnando un cambiamento rispetto all’approccio esclusivamente corpo a corpo del gioco base.

Lies of P: Overture

Una trasformazione che non solo modifica il ritmo degli scontri, ma apre anche a nuove possibilità tattiche, offrendo una ventata d’aria fresca al gameplay dell’opera di Round 8 Studio. Questo “cambio di prospettiva” è uno degli elementi più riusciti dell’espansione. È come se gli sviluppatori avessero analizzato le build più potenti del gioco base sui forum, per poi progettare il DLC al preciso scopo di mettere alla prova i giocatori, spingendoli ad adottare nuove soluzioni.

Il primo consiglio, quindi, è chiaro: lasciatevi alle spalle le vecchie abitudini (e le vecchie build) e sperimentatene di nuove con le armi introdotte nell’espansione. Tra queste, ce n’è una dalla forma di girella che si è già guadagnata la fama di essere devastante. Per ottenerla, però, sarà necessario superare un minigioco particolarmente fastidioso… Che vi aspetta nella fiera.

IMPARARE A USARE NUOVE ARMI: LA CHIAVE DEL SUCCESSO

Lies of P: Overture

Lies of P: Overture non è un’espansione affrettata, né pensata per essere completata in fretta. Al contrario si prende il suo tempo e invita i giocatori a fare lo stesso. Essa propone un’esperienza lunga e stratificata, che stimola l’esplorazione, l’adattamento e la riflessione sulla nuova lore introdotta. Round 8 Studio ha nascosto chiavi, scorciatoie, passaggi segreti e deviazioni in aree ricche di dettagli, premiando chi decide di osservare e ragionare invece di correre.

Questo approccio contribuisce a conferire al DLC la dignità di un’estensione autentica e organica del gioco base, invece di un contenuto aggiunto in fretta per motivi commerciali. Il risultato è un’espansione di qualità, che sorprende e arricchisce concretamente l’universo narrativo e ludico di Lies of P. Ovviamente faranno la loro comparsa dei nuovi e memorabili boss, capaci di mettere a dura prova anche i giocatori più esperti.

Lies of P: Overture

Nonostante l’espansione introduca combattimenti a media e lunga distanza, oltre a nemici inediti e alcune aree dal design particolarmente spietato, arriva però a mancare una vera evoluzione estetica dell’ambientazione. Le nuove zone, pur funzionali e ben costruite, risultano infatti meno ispirate sul fronte artistico rispetto alle sezioni più iconiche del gioco originale. Verremo quindi condotti in ambientazioni che, pur essendo nuove, ricorderanno da vicino altre già viste. 

Lies of P: Overture avrebbe potuto osare di più da questo punto di vista, e non solo. Oltretutto anche la quantità di nuovo equipaggiamento è nel complesso limitata: in totale avremo un paio di braccia della Legione e una decina di nuove armi, null’altro. Nel DLC viene inoltre introdotto un nuovo albero delle abilità, che funziona come moltiplicatore degli effetti già equipaggiati tramite l’Organo P. Si tratta di una novità apprezzabile, ma che nel complesso non riesce a imprimere una svolta significativa al sistema di gioco.

Lies of P: Overture

Il suo impatto è modesto, e rischia di risultare poco stimolante nel lungo periodo. Con l’aggiornamento che ha accompagnato l’espansione sono stati introdotti anche tre livelli di difficoltà. Dopo averle testati tutti, è evidente che la differenza principale risiede nel bilanciamento del danno inflitto e ricevuto. Gli avversari restano comunque aggressivi e impegnativi da affrontare, ma il margine d’errore si amplia a difficoltà minore, riducendo quel senso di logoramento mentale che spesso accompagna i combattimenti più duri dei soulslike.

Va detto tuttavia che anche a livello di difficoltà facile, il gioco non diventa propriamente una passeggiata. Coloro che non si impegneranno nell’apprendere decentemente le meccaniche di gioco continueranno inesorabilmente a soffrire. In generale non c’è dubbio che l’accessibilità globale del titolo ne giovi, ma riteniamo comunque che inserire una selezione di difficoltà all’interno di una produzione di natura soulslike rimanga inopportuno, considerando uno dei fondamenti dietro a tale sottogenere videoludico. Ovvero quello di offrire una sfida ardua che diventa via via più gestibile con l’allenamento e l’analisi degli elementi presenti in-game, così da poterli sfruttare al meglio.

Lies of P: Overture

DA AVERE SENZA RISERVE

Lies of P: Overture si dimostra un contenuto aggiuntivo di alto livello, capace di arricchire in modo sostanziale l’universo narrativo (anche se un pochino meno quello ludico) del gioco base. Approfondisce la lore, conferisce maggiore spessore ai suoi miti e ne eleva la componente poetica, offrendo un’esperienza da affrontare con calma e attenzione, senza fretta. Round 8 Studio introduce anche nuove idee interessanti, boss ben realizzati e almeno una decina d’ore di contenuti.

Certo non tutto è perfetto: riaffiorano infatti alcuni dei limiti strutturali dell’esperienza originale, come alcuni sbilanciamenti e una certa rigidità in alcune scelte di design. Nonostante ciò, il DLC rappresenta un passo in avanti per il team di sviluppo e accende l’interesse per un eventuale seguito. Che si tratti di Lies of P 2 o di un più bizzaro Lies of PP, il mondo di Krat ha ormai conquistato una fanbase solida e desiderosa di vedere un futuro per il protagonista, P.

Pregi

La lore introdotta è interessante e rappresenta un degno proseguimento di quella del gioco base. Boss-fight assolutamente folli e ben realizzate. Le nuove armi, le braccia della Legione, gli abiti e i segreti risveglieranno il vostro istinto di collezionisti...

Difetti

... Anche se rispetto ad altre espansioni di titoli dello stesso genere, la quantità di nuovi contenuti non è così abbondante. L'introduzione di tre distinti livelli di difficoltà aumenta l'accessibilità, ma in parte snatura il gioco.

Voto

8

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