Quello che a una prima occhiata potrà ricordare uno dei dinamici duo più famosi di sempre, in realtà sarà qualcosa di molto più distante. Basteranno infatti poche ore per rendersi conto che Akimbot è un’esperienza diversa da ciò che potrebbe sembrare.
Un platform prima di ogni cosa, che però non disdegna elementi come narrazione, combattimenti e il controllo di mezzi fuori di testa. Buttiamoci quindi nella recensione della versione Pc di Akimbot. Ricordiamo che il gioco, sviluppato da Evil Raptor e pubblicato da Plaion, è disponibile anche su PS5 e Xbox Series X/S. Buona lettura.
TWO IS MEGLIO CHE ONE
Basteranno pochi minuti per capire con chi avremo a che fare su Akimbot. Faremo infatti la conoscenza dei due protagonisti mentre verranno trasportati in manette in qualche prigione intergalattica. Dei fuorilegge, se così vogliamo definirli. Il primo, Dataset, una sorta di Claptrap ma volante, dalla lingua fin troppo lunga e tagliente. L’altro un mercenario abile e scontroso di nome Exe, che vorrebbe solo sparire in qualche pianeta fuori dai confini della galassia.
I due tuttavia si ritroveranno a dover collaborare per salvare prima loro stessi, poi il pianeta e infine lo spazio-tempo stesso. Il malvagio antagonista di turno, Malware, scoprirà infatti come utilizzare un manufatto temporale che porterà non pochi problemi all’improbabile duo. Ci ritroveremo quindi a combattere e saltare in diverse ere di un universo sci-fi popolato da soli robot, arrivando persino ad affrontare dinosauri-bot.

Sarà impossibile non notare la sconfinata passione che gli sviluppatori hanno infuso nelle avventure che affronteremo in Akimbot. Con una sorprendente varietà di scelta ci ritroveremo a saltare fra spiagge, deserti selvaggi, terreni lavici, miniere infestate e persino altre fantasiose realtà. Fra un platform e un altro inoltre ci ritroveremo alla guida di svariate tipologie di torrette e mezzi. Dalle corse in auto alla guida di robo t-rex spara laser, fino ad arrivare a salire a bordo di astronavi in pieno stile Star Fox.
La varietà delle situazioni ripagherà da sola il biglietto, così come la campagna che da metà strada in poi andrà totalmente fuori di testa, con una serie di inaspettati momenti “WTF”. Tuttavia, quasi tutte le sezioni di attraversamento risultano fin troppo “distese”, con un certo schema di prevedibilità che farà presto sentire la sua pesantezza. Tolte queste sezioni “prendi tempo”, potrete godere di una campagna esplosiva, sviluppata con coraggio e talento da vendere.
UNA SERIE DI TEMPORALI EVENTI

I livelli di Akimbot si alterneranno con una regolare cadenza in lunghe sezioni platform farcite da qualche scontro. Spesso entrambe insieme, ma principalmente attraverseremo corridoi abbastanza lineari, estesi spesso fin quasi allo sfinimento. C’è da dire che gli sviluppatori si sono impegnati per rendere ogni sezione diversa, aggiungendo ogni volta delle variabili. Si sente tuttavia come il progetto sia stato tirato come un elastico per durare almeno il doppio di quello che poteva e probabilmente doveva essere. E ciò costituisce probabilmente l’unico, concreto difetto della produzione.
Noi abbiamo terminato la campagna in circa 16 ore, considerando anche diversi fallimenti in sezioni spesso lunghe anche decine di minuti che, in caso di morte, andranno ripetute dall’inizio. Anche se si è trattato, fortunatamente, solo di sporadici casi. Per il resto, i checkpoint non mancheranno e saranno tutti ben posizionati. Oltretutto avremo molto da leggere, con scambi di battute fra gli eroi e gli antagonisti che affolleranno costantemente lo schermo con sottotitoli deliranti.

Il gameplay di Akimbot riprende i feelings dei nostalgici Ratchet e Clank (più affine con la prima trilogia PS2), con cui condivide diverse ispirazioni. Dai platform alle sezioni di guerra robotica: persino il mavagio Malware a volte ci è sembrato l’ombra del Dottor Nefarius. Non mancheranno wallrun automatiche, sezioni con rampini alla Devil May Cry e un combattimento decisamente serrato, con nemici che non scherzeranno.
I loro colpi infatti saranno complessi da schivare, sognatevi quindi di attraversare il gioco illesi. Sarà spesso una sopravvivenza continua, aiutata dai bot medici sparsi in giro, decisamente necessari. Le armi disponibili si conteranno sulle dita di una mano, ma caricando la nostra energia potremo usare delle speciali bocche da fuoco, acquistabili e potenziabili tramite il negozio con tre scelte disponibili e relativi upgrade.
VIVACE COME UNA TASTIERA RGB

Per quanto riguarda il lato visivo di Akimbot, possiamo dire di essere rimasti più che soddisfatti. I modelli dei personaggi principali risultano composti con elementi geometrici “semplici” ma d’effetto. Altre comparse invece saranno meno particolari e più basiche. Così come succederà in diverse location, che spesso distruggeranno lo schermo con dettagli pazzeschi, mentre altre volte si lasceranno andare a visioni meno elaborate anche se fugaci.
La buona variabilità cromatica tuttavia a volte si scontra con scenari abbastanza riciclati. Possiamo comunque dire che gli sviluppatori hanno fatto di tutto per usare gli elementi a loro disposizione, creando un’esperienza generale in ogni caso godibile. Il talento e la passione tuttavia si percepiranno spesso, soprattutto per le sezioni dai variopinti gameplay che si discostano in svariati modi dalla base del titolo. La direzione artistica poi merita sicuramente un applauso, fra inquadrature ricercate e dettagli spesso spacca mascella.
I comandi inoltre si sono rivelati responsivi e il sistema mira precisissimo, aiutato da una sensibilità di base bassa con movimenti morbidi. I centri perfetti saranno anche possibili (spesso saltando per schivare i colpi) grazie a una lieve assistenza alla mira che sinceramente non avevamo neanche notato, almeno all’inizio. Non possiamo oltretutto evitare di menzionare la colonna sonora, una costante di qualità e nostalgia da ritmi ricercati e pazzescamente riusciti, oltre che originali.
Akimbot non ha mostrato problematiche di natura tecnica. Giusto un’ottimizzazione che poteva offrire qualcosa di più, con un framerate più solido. In alcune sezioni più dense di particolari (o più estese) infatti ci è capitato di dover combattere “a rilento”. Per fortuna si tratta solo di rare sezioni come quella nel mondo dei sogni (tra le più colpite) e pochi altri momenti. Un’avventura comunque che definiremo eroica e leggendaria. Da non perdere.

DA AVERE SENZA RISERVE
Akimbot è una perla d’azione-platform fuori di testa, in grado di lasciare il segno a suon di eroicità. I giocatori non potranno che apprezzare tutte le fasi del gioco, dai combattimenti, alla guida di svariate macchine da guerra fino al platforming. Quest’ultimo risulta tuttavia spesso ripetuto e diluito all’eccesso, seppur con vari tentativi da parte del team di Evil Raptor di stemperare la monotonia con diverse varianti. Colori, esplosioni e delirio generale saranno accompagnati da una colonna sonora dai ritmi arcade memorabili, in grado di far ballare anche i cabinati nelle sale giochi anni ’90. Da avere a mani basse per il talento e la passione dimostrati durante tutta l’avventura.
Pregi
Il talento e la passione per lo sviluppo esploderanno da ogni lato. Direzione artistica superlativa. L'impegno riscontrato nelle variabili di gameplay e il delirio generale dell'intera campagna valgono da soli il prezzo del biglietto. Colonna sonora dalla creatività pazzescamente ricercata. Diversi momenti inaspettatamente sorprendenti.
Difetti
I livelli ripropongono spesso fasi platform eccessivamente diluite e talvolta, seppur con variabili, visivamente riciclate. L'ottimizzazione pesa maggiormente sulla fluidità alcune in sezioni con dettagli fuori di testa.
Voto
8