Quanta pace e serenità abbiamo vissuto ultimamente in quel di Preserve. Un rilassante rompicapo con un interessante e sensibile approccio verso il meraviglioso mondo della natura. Dietro allo sviluppo troviamo Bitmap Galaxy, una software house indie slovacca già autrice di YesterMorrow (2020). In questo loro nuovo progetto, caratterizzato da un’estetica semplice ma distintiva, si cela un’esperienza capace di accompagnare i giocatori in un viaggio tra meditazione e strategia, che si trasforma in una vera e propria lettera d’amore alla natura.
Bando alle ciance e andiamo a scoprire Preserve in questa recensione, curata dal nostro Claudio Szatko, della sua unica versione attualmente disponibile, quella Pc. Ricordiamo che il gioco è pubblicato da Grindstone. Buona lettura.
POSIZIONAMENTO MANIACALE
L’obiettivo del gioco è realizzare un ecosistema equilibrato su di una griglia esagonale, dove vengono mescolate meccaniche relative al piazzamento di tasselli, gestione delle risorse (in forma di carte) e calcolo strategico del punteggio. Al centro di tutto vi è il posizionamento preciso e ragionato di carte che rappresentano piante, animali e fenomeni naturali.
Con la creazione di sinergie in grado di massimizzare l’armonia dell’ambiente potremo dunque aumentare il nostro punteggio. Ogni volta che riusciremo a raggruppare tre tessere uguali, si sbloccheranno spazi dedicati alla fauna specifica. Combinando poi gli animali con i loro habitat ideali, accumuleramo punti e ricompense con cui sbloccare nuove carte e aree della mappa, ciascuna con esigenze e obiettivi diversi da completare.
Una della caratteristiche più interessanti di Preserve è però l’espansione verticale. Infatti non solo potremo estendere la mappa lateralmente ma anche in altezza, sovrapponendo terreni e creando quindi dei biomi tridimensionali. Questo elemento aggiunge profondità al gioco e arricchisce le possibilità tattiche per connettere tra loro gli habitat, oltre a riflettere l’ambizione e la cura con cui è stato realizzato il titolo.
Vanno inoltre sottolineate le diverse modalità di gioco, che offrono esperienze distinte. Da un lato avremo la modalità classica, che proporrà partite tranquille e rilassate. La modalità puzzle invece richiederà precisione e una buona dose di pianificazione, con risorse limitate e obiettivi ben definiti. La modalità creative infine ci lascerà la libertà di dar sfogo alla nostra immaginazione senza alcun limite.
IL BELLO E IL BRUTTO
Preserve ci trasporterà in diversi biomi: dalle foreste agli oceani, passando per deserti e persino scenari “giurassici”. Ognuno presenterà una propria logica, condizioni uniche e ovviamente un’estetica distintiva. E’ inoltre apprezzabile come la pianificazione a lungo termine venga premiata. Sebbene il caso giochi comunque un ruolo nella meccaniche delle carte, non si ha mai davvero la sensazione che la fortuna rappresenti un fattore decisivo.
Di fatto le decisioni strategiche e ponderate avranno sempre un impatto chiaro e tangibile sulla partita. La varietà di carte inoltre merita una menzione speciale. Dalle carte di eliminazione, che permettono di correggere gli errori, ai moltiplicatori come pozze d’acqua e geyser, che assegnano più punti quando faremo in modo di far prosperare la natura attorno a essi. Tutte carte che sarà possibile scambiare e acquistare, anche di speciali.
Ci sono tuttavia alcuni aspetti su cui l’opera di Bitmap Galaxy ci ha convinto meno. Il più evidente riguarda la mancanza di un sistema di progressione solido, capace di motivare i giocatori a trascorrere più tempo in-game. Certo, le partite sono indubbiamente divertenti, ma dopo poche ore si nota subito quanto il ritmo di sblocco sia prevedibile e la struttura di gioco ripetitiva.
Inoltre l’equilibrio tra sfida e relax, un aspetto tanto delicato quanto fondamentale in questo genere di produzioni, non risulta sempre ben calibrato. Per esempio nella modalità classica abbiamo sentito la mancanza di obiettivi intermedi o eventi dinamici che potessero ravvivere un po’ le partite. Mentre nella modalità puzzle, che pur offre sfide interessanti, la curva di difficoltà ci è sembrata tendenzialmente irregolare, con un’alternanza troppo marcata tra livelli molto semplici e altri eccessivamente difficili.
Sviluppato con Unity, Preserve presenta elementi estetici notevolmente curati e colori scelti con cura che creano un’atmosfera accogliente e rilassante. Piante e biomi spiccano decisamente sul resto, in particolar modo sulla fauna che visivamente si avvicina più a uno stile low poly, e risulta quindi meno curata. Molto bene invece il lavoro svolto sul fronte ambientale e sonoro.
Il titolo di Bitmap Galaxy non si limita a un semplice sottofondo atmosferico: integra infatti effetti sonori sottili che rafforzano l’immersione, come il mormorio dei ruscelli, il sussurro del vengo e il canto degli uccelli. Piccoli dettagli, ma fondamentali per farci sentire davvero parte della creazione di un ecosistema vivo e pulsante.
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Preserve si è rivelata una piacevole sorpresa, capace di combinare in modo efficace elementi tattici con altri “contemplativi”. La proposta di Bitmap Galaxy, incentrata sull’equilibrio naturale e sulla bellezza del design degli ecosistemi, ci ha offerto un’esperienza peculiare all’interno del genere dei rompicapo. Si tratta di un titolo capace davvero di rispettare il giocatore, che non viene sovraccaricato ma nemmeno sottovalutato. L’approccio modulare e la varietà delle modalità disponibili rendono il gioco accessibile ma senza sacrificare eccessivamente la profondità. Oltre a ciò il titolo rappresenta anche un invito a riflettere, a prendersi cura di ciò che ci circonda, celebrando la bellezza della natura nelle sue molteplici manifestazioni.
Pregi
Tre modalità e vari ecosistemi tra cui scegliere. Tecnicamente e artisticamente ben fatto. Un'idea di gameplay interessante che giunge a un ottimo compromesso tra sfida e relax....
Difetti
... Anche se talvolta la curva di difficoltà può risultare assai irregolare. La mancanza di un sistema di progressione e di meccaniche di gioco più complesse ne mina la longevità.
Voto
7