Quando Age of Empires II fu lanciato nel lontano 1999, nessuno avrebbe mai immaginato di vederlo su una console, soprattutto di Sony. Eppure, 25 anni dopo, con questa Age of Empires II: Definitive Edition uno degli RTS più iconici di sempre arriva anche nel mondo dei controller e degli schermi da salotto. Per quanto, a onor del vero, ci fosse già arrivato qualche anno fa, e nello specifico su Xbox. Ma torniamo in pista. Non si tratta solamente di un’operazione nostalgica, bensì di un porting ambizioso, pensato per rendere accessibile a un nuovo pubblicoi un genere storicamente radicato nel mondo Pc.
Questa edizione definitiva include tutti i contenuti della versione Steam, comprese le numerose campagne aggiuntive e in generale espansioni rilasciate negli anni. La vera novità è costituita dalla più recente espansione rilasciata in contemporanea a questo porting, ovvero The Three Kingdoms. Il cuore del gioco però resta lo stesso di sempre. Un RTS profondo, impegnativo e appagante che ora deve fare i conti con una nuova interfaccia, nuove modalità di controllo e nuove aspettative.
Andiamo quindi a scoprire Age of Empires II: Definitive Edition su PS5 in questa recensione, curata dal nostro Simone Mafara. Ricordiamo che il gioco, sviluppato da Xbox Game Studios in collaborazione con Forgotten Empires e pubblicato da Microsoft Corporation, è disponibile anche su Pc, Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.
UN’INTERFACCIA RIPENSATA PER IL DUALSENSE
Il primo grande scoglio per qualunque RTS su console è l’adattamento dei comandi. Mouse e tastiera sono da sempre la configurazione ideale per muovere rapidamente decine (se non centinaia) di unità, costruire edifici e impartire ordini precisi. Su PS5 invece tutto deve necessariamente passare attraverso il DualSense. Microsoft e World’s Edge hanno optato per un’interfaccia completamente rivisitata.
Il risultato è un sistema a ruote contestuali, simile a quello visto in Halo Wars o They Are Billions, che permette di accedere rapidamente a costruzioni, unità e azioni attraverso una combinazione di tasti e menu radiali. L’adattamento è ben riuscito, e dopo un breve periodo di apprendimento il controllo diventa sufficientemente fluido e reattivo, pur non raggiungendo mai la velocità o la precisione del sistema originale.
Il gioco offre anche diversi preset di comandi, e permette una discreta personalizzazione dei controlli. L’alternanza tra gruppi di unità, la selezione multipla, le azioni rapide e la gestione economica funzionano, anche se in momenti particolarmente concitati può emergere una certa lentezza nelle risposte o la difficoltà nel passare rapidamente da una zona della mappa all’altra.
Chi ha esperienza nel genere su Pc noterà subito le limitazioni, mentre i neofiti potrebbero addirittura apprezzare l’approccio fisiologicamente più “rilassato”. Va segnalata comunque l’ottima integrazione con il sistema di aiuti e tutorial. Il gioco spiega ogni meccanica in modo chiaro, adattando i suggerimenti al layout da console, il che rende l’esperienza meno intimidatoria per chi si avvicina al genere per la prima volta.
PRESTAZIONI SOLIDE, MA IL GIOCO QUELLO RIMANE
A livello tecnico, la versione PS5 di Age of Empires II: Definitive Edition appare solida. Il gioco gira fluidamente, con caricamenti rapidi, risoluzione elevata e una buona leggibilità su TV anche di grandi dimensioni. La UI è stata ridisegnata con elementi ingranditi e testi ben visibili, anche da distanza. Anche l’uso dello schermo intero per la mappa e per la gestione dell’interfaccia funziona bene, senza mai dare un senso di sovraffollamento. L’aspetto grafico non impressiona particolarmente, ma è fedele a quello della versione Pc e coerente con l’identità visiva della serie.
Sprite in 2D ridisegnati con un tocco moderno, animazioni fluide, ambienti dettagliati ma sobri. Il comparto sonoro è anch’esso in linea con le versioni precedenti: musiche evocative, doppiaggi ben eseguiti e suoni chiari e funzionali. Manca però qualsiasi forma di utilizzo avanzato delle caratteristiche della PS5. Nessun supporto per il feedback aptico del DualSense e nessuna integrazione con le funzionalità specifiche della console (schede attività, assistenza contestuale, ecc.). È un porting pulito, efficace, ma privo di personalità tecnica.
L’UNICA NOVITÀ : THE THREE KINGDOMS
Per chi ha già giocato Age of Empires II su Pc, l’unica novità rilevante di questa release è la nuova espansione inclusa al lancio console: The Three Kingdoms. Ambientata nella Cina del periodo dei Tre Regni, questa nuova campagna introduce tre scenari inediti e permette di vivere eventi storici legati alle figure di Liu Bei, Cao Cao e Sun Quan. Oltre ad aggiungere cinque nuove civiltà, l’espansione si distingue per un design delle missioni più elaborato, con obiettivi multipli, mappe ampie e varietà di situazioni: dalle battaglie campali agli assedi, passando per fasi di esplorazione e microgestione.
Le missioni sono ben narrate, con un buon lavoro di doppiaggio e testi localizzati in italiano, e offrono un livello di sfida degno dei contenuti migliori del pacchetto originale. The Three Kingdoms non stravolge il gioco, ma ne rappresenta un’espansione coerente e solida, che si integra perfettamente nella mole di contenuti già disponibili. È un valore aggiunto, ma non sufficiente da solo a giustificare un secondo acquisto per chi ha già investito nella versione Pc (dove comunque l’espansione è ugualmente disponibile ndr).
UN PORTING PENSATO PER CHI VUOLE (RI)SCOPRIRE IL GIOCO
La sensazione generale è che Age of Empires II: Definitive Edition su PS5 sia pensato principalmente per due tipi di pubblico: chi non ha mai giocato il titolo su Pc e chi è curioso di provarlo da una prospettiva diversa. In entrambi i casi, l’operazione può dirsi riuscita.
L’esperienza è completa, stabile, accessibile, e conserva intatta tutta la complessità che ha reso celebre il gioco. Certo, i puristi della versione originale storceranno il naso di fronte alla perdita di rapidità e precisione, e chi è abituato a build order perfetti su mouse e tastiera troverà la versione console inevitabilmente limitante. Ma Age of Empires II non nasce per essere un eSport competitivo su console.
Nasce per far conoscere il genere, e magari spingere qualcuno verso un’esperienza più completa in futuro. Il porting non è rivoluzionario, ma è funzionale. La UI è ben progettata, i controlli sono sufficientemente adattati e l’aggiunta di The Tree Kingdoms offre un piccolo ma apprezzabile incentivo in più.
DA AVERE SENZA RISERVE
Il porting di Age of Empires II: Definitive Edition su PS5 è un’operazione riuscita, ma prudente. Infatti riesce a mantenere intatto tutto il fascino della versione Pc originale, adattandolo con cura e intelligenza ai limiti del controller. Non ci sono stravolgimenti né sorprese, ma l’esperienza offerta è completa, stabile e perfettamente godibile da chi desidera affrontare campagne storiche complesse anche dal divano. La nuova espansione The Three Kingdoms è un’aggiunta benvenuta, ben scritta e coinvolgente, anche se da sola non basta a motivare un nuovo acquisto per chi ha già l’edizione PC. In definitiva, è un titolo consigliato soprattutto a chi scopre la serie per la prima volta o desidera un’esperienza più rilassata, pur senza rinunciare alla profondità.
Pregi
Porting obiettivamente curato, con un'interfaccia ridisegnata appositamente per un'esperienza via controller che pur non raggiungendo la velocità e la precisione di mouse e tastiera, costituisce un ottimo compromesso. Comprende tutti i contenuti finora rilasciati sulla versione Pc, tra cui la recentessima nuova espansione "The Three Kingdoms". Sul piano tecnico il gioco risulta davvero solido: ottime prestazioni, caricamenti rapidi e un buon adattamento visivo anche su schermi televisivi.
Difetti
Nonostante gli sforzi, resta evidente che Age of Empires II nasce per mouse e tastiera: i comandi su pad, sebbene funzionali, non riescono a offrire la stessa precisione e velocità, soprattutto nelle situazioni più caotiche. Le funzionalità proprie della PS5 e del DualSense non vengono minimamente sfruttate. Per chi ha già il gioco su Pc, il titolo non aggiunge nulla de facto.
Voto
8,5